Microsoft e Bethesda, una coppia perfetta?

Phil Spencer e i suoi mettono a segno un altro punto (e che punto!) in ottica next gen.

È stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno quello che nella giornata di ieri si è abbattuto nel mondo videoludico, quello che ha visto Microsoft acquisire Zenimax Studios e dunque diventare proprietaria di Bethesda e dei vari studi di sviluppo che gravitano intorno a essa. Dopo un po’ di smentite varie che volevano Microsoft tentare a più riprese di mettere le mani su Bungie, ecco il colpo di scena che nessuno avrebbe mai immaginato. Perché è vero che il brand Xbox punta a espandersi con l’acquisizione di varie software house di una certa importanza, ma nessuno avrebbe mai scommesso sul colpo da novanta messo a segno da Microsoft.

Non sappiamo se la notizia infondata su Bungie è stata una mossa per coprire un’operazione più grossa e impegnativa come quella avvenuta nella giornata di ieri, ma un passaggio di consegne così clamoroso continua a far rumore anche a distanza di ore dalla conferma dell’acquisizione. Viene da chiedersi cosa ne sarà ora di Bethesda e quale strategia adotterà Microsoft per la distribuzione su altre piattaforme, tutte domande a cui cercheremo di dar risposta in questo speciale dedicato ai due principali protagonisti di una vicenda destinata a far discutere a lungo.

Ok Phil, il prezzo (7.5 miliardi di dollari) è giusto!

Shut up and take my money!

Magari per Bill Gates saranno spicci (lo sono, fidatevi), ma i 7.5 miliardi di dollari che sono stati versati nelle casse di Zenimax Studios rimangono una cifra da capogiro che noi comuni mortali possiamo solo sognare. Microsoft sì è così assicurata le prestazioni di Bethesda e tutti i suoi studi di sviluppo (Bethesda Softworks, id Software, ZeniMax Online Studios, Arkane Studios, Tango Gameworks, Alpha Dog, MachineGames e Roundhouse Studios). Un accordo che, guarda caso, è stata ufficializzata proprio il giorno prima dell’apertura delle prenotazioni di Xbox Series X e S. Wow, che coincidenza! A sorprendere è stata chiaramente la notizia dell’acquisizione, inaspettata, così come l’assegno finito nelle casse di Zenimax, ma non è mica la prima volta che il colosso di Redmond ingloba software house a suon di milioni e miliardi.

Proprio negli ultimi anni Phil Spencer e i suoi si sono dati da fare per individuare quegli studi da accogliere sotto l’ala protettiva della famiglia Xbox, anche per colmare un parco esclusive ancora un po’ debole se rapportato a quello degli storici rivali di PlayStation. Quando si parla di Microsoft bisogna sempre tenere a mente che lo zio Bill ha una riserva di denari pressoché infinita, che danno modo alla divisione Xbox di compiere investimenti anche importanti in un settore che comunque genera non pochi profitti per l’azienda americana con sede a Redmond.

Questa compravendita è comunque destinata a far rumore e potrebbe far venire appetito sia a Sony e sia alla stessa Microsoft, che ha da tempo compreso che le esclusive sono importanti tanto quanto i servizi e l’hardware. I soldi non faranno la felicità ma permettono di fare acquisizione miliardarie come quella di Zenimax Studios, specie se a portarle a termine è un’azienda come quella di Bill Gates che potrebbe senza troppi problemi anche risolvere il problema alla radice e acquisire completamente la divisione gaming di Sony, o quasi. I soldi a zio Bill non mancano di certo, idem l’ambizione di affermarsi nel settore dell’intrattenimento videoludico.

Non c’è che dire, Microsoft ha appena messo le mai su alcune delle serie più amate e famose in ambito videoludico.

Quale futuro per Bethesda?

Già è stato ribadito da Pete Hines che l’acquisizione operata da Microsoft non cambierà la filosofia di Bethesda, tantomeno la sua struttura organizzativa e lavorativa. Anzi, questa operazione di mercato gli consentirà di sviluppare giochi ancora migliori sotto ogni punto di vista, e dello stesso avviso è stato Todd Howard che ha riservato parole al miele per Microsoft. Appurato che nessuno metterà bocca nello sviluppo dei giochi dei vari studi, resta da capire se i giochi pubblicati in futuro sotto la bandiera Xbox Game Studios arriveranno su altri lidi come PlayStation 5 (e chiaramente il modello precedente) e Nintendo Switch.

Da Microsoft fanno sapere che sui nuovi progetti, o quelli su cui non sono stati ancora sottoscritti accordi, una decisione in merito verrà presa “caso per caso”. Peccato che questo voglia dire tutto e niente. Perché se l’esclusività temporale di Deathloop e Ghostwire: Tokyo (in arrivo nel 2021) dovrà comunque essere rispettata in virtù di accordi con Sony che sarebbe auspicabile non infrangere, gli altri titoli in lavorazione presso Bethesda potrebbero diventare esclusive Microsoft o tale destino potrà invece riguardare quelle concepite a partire da ieri. Chiaro che per i vari studi di sviluppo arrivare su più piattaforme possibili e immaginabili è un vantaggio non da poco, alla fine però la voce del padrone è quella di Microsoft che potrà decidere la sua strategia per trarre il massimo profitto, non solo economico.

I precedenti però fanno ben sperare i fan Nintendo e un po’ meno quelli Sony, soprattutto se consideriamo che alcuni giochi come Ori and the Blind Forest e Ori and the Will of The Wisps sono approdati su Switch ma non ancora su PlayStation 4. Il ventaglio di possibilità di Microsoft è talmente ampio che potrebbe decidere di affidarsi a delle esclusive temporali (di mesi o addirittura anni) da sfruttare in ottica Game Pass, rendere disponibili i vari titoli anche sulle altre piattaforme senza vincoli di sorta, o addirittura tenersi strette le esclusive e costringere i giocatori a rivolgersi alle console e ai servizi di Microsoft per poter giocare ai titoli sviluppati in futuro da Bethesda Softworks, Arkane Studios, id Software e così via.

Chissà se rivedremo sulle altre piattaforme i sequel di DOOM, Fallout e The Elder Scrolls.

È solo l’inizio o… l’inizio della fine?

A questo punto per il colosso americano si aprono di fronte degli scenari quantomeno interessanti, che in ogni caso dovrebbero rendere la recente acquisizione un’operazione vincente da ogni angolazione. La cifra spesa da Microsoft è importante, ma è lungimirante e darà all’ecosistema Xbox altre frecce al suo arco. Ma non bisogna dare assolutamente per scontato che l’acquisto di Bethesda possa regalarci sempre titoli memorabili; non sempre le acquisizioni di Microsoft hanno dato i frutti sperati, almeno dal punto di vista qualitativo e non solo. Obsidian e il suo The Outer Worlds hanno avuto un discreto successo, Bleeding Edge invece può essere annoverato tra i flop di questa generazione. E se guardiamo in casa Bethesda ci si accorge che, DOOM Eternal a parte, i vari RAGE 2, le ultime incursioni di Wolfenstein (Youngblood e Cyberpilot) e Fallout 76 (a cui abbiamo detto recentemente addio) non hanno convinto appieno né critica né pubblico. Si spera invece che proprio questa aria di cambiamento faccia bene alle varie software house, magari partire da progetti come Starfield e The Elder Scrolls VI.

Ora la palla passa a Sony che in primis dovrà cercare di tenersi buona Microsoft e strappare un accordo per vedere arrivare sulle sue console le opere di id Software, quelle dei due studi di Bethesda Softworks, Arkane Studios e quelli minori come Roundhouse Studios. I giapponesi non hanno la potenza di fuoco degli americani in termini economici, ma non è escluso che nei prossimi mesi Sony possa mettere mano al conto in banca e acquisire uno o più studi di sviluppo di medio-alto livello. Sicuramente Microsoft ha dato uno bello scossone all’intera industria e si è in parte riscattata dopo qualche passo falso commesso un po’ di tempo fa, ma la strada per dominare la next gen non è stata ancora spianata del tutto e Sony difficilmente rimarrà a guardare.

La certezza però è una sola e volge tutta in favore dei giocatori, non solo perché la concorrenza tra due o più società fa comunque bene a tutto il settore, ma nel caso di Microsoft vuol dire che un bel po’ di giochi di un certo livello targati Bethesda arriveranno su Xbox Game Pass (anche al D1) e saranno a disposizione di chi sottoscriverà un abbonamento al servizio. Solo il tempo ci darà se quella tra Microsoft e Bethesda sarà una partnership perfetta o se in qualche modo non porterà i risultati sperati, da una parte e dall’altra. Per il momento godiamoci gli ultimi scampoli di generazione e prepariamoci a quella successiva, che mai come ora si preannuncia più infuocata che mai.