Elden Ring e l’annosa questione del farming

La raccolta delle rune: il farming fa... male?

No, questa non è una guida su come ottenere rune facili facili su Elden Ring, non è nemmeno una raccolta di consigli e spiegazioni per principianti o su come rendere inarrestabile il vostro personaggio, non troverete video o indicazioni su aree segrete, armi da scoprire o nuove evocazioni. Non si tratta neppure di una recensione del gioco del momento, capace di monopolizzare i feed social di ogni giocatore interessato o meno all’ultima fatica di FromSoftware.

Non vogliamo addentrarci nella matassa di opinioni date dalle recensioni, di medie matematiche, dati Metacritic/Opencritic, commenti positivi o meno di giornalisti, giocatori, programmatori, esperti del settore e così via. Nemmeno leggerete polemiche o critiche che ci sentiamo in diritto di poter e dover sollevare su un gioco che farà necessariamente parlare di sé per gli anni a venire.

Tratteremo invece di un aspetto di Elden Ring molto discusso dai vari giocatori ovvero il “farming”, un’operazione forse necessaria, o magari no, in alcuni casi che permette al giocatore di salire di livello ripetendo determinate azioni più e più volte per accumulare le rune necessarie all’aumento delle varie statistiche.

Il farming, questo conosciuto

Che il farming sia una pratica diffusa è fuori questione, non ci riferiamo soltanto a Elden Ring ma vogliamo estendere il concetto verso tutto il mondo videoludico, quantomeno nei giochi dove è possibile praticarlo. Che poi, chi è che non è mai ricorso a piccoli stratagemmi per racimolare qualche punto esperienza in più per salire di livello, e magari per sbloccare una abilità o un’arma prima inutilizzabile? Nessuno ci vieta infatti di ripetere dieci, cento, mille volte determinate azioni, di continuare a uccidere specifici nemici dopo la loroforzatarinascita per 10, 100, 1000 rune.

In una geniale puntata di South Park (Fate l’amore non Warcraft, stagione 8 – episodio 10) i quattro amici protagonisti della serie animata passano giorni e giorni uccidendo cinghiali per poter raggiungere un livello tale da permettergli di affrontare un personaggio potentissimo. Inutile dire che, sfruttando la libertà espressiva della show televisivo, le cose prendono una piega del tutto fuori controllo anche se si verifica comunque un happy ending, nonostante la morte (virtuale) di Kenny.

L’etica del farming

L’accumulo di risorse è quindi una valida alternativa a un gameplay più etico? Equivale ad andare contro le regole? Elden Ring non mette alcun freno o limitazione a questo loop di uccisioni, respawn, reset, o chi più ne ha ne metta. Sono tecniche che possono aiutare in diversi punti i giocatori ad avanzare di qualche livello, per poter avere un ulteriore vantaggio contro nemici troppo potenti in determinate fasi di gioco, oppure per poter qualche statistica che ci permette poi l’utilizzo di un’arma o uno scudo appena ottenuto.

Non è una pratica da punire, quindi se la progressione (soprattutto in un titolo open world) non è lineare e non segue una linea prefissata o un percorso obbligato all’interno del gioco. La libera esplorazione ci permette di scegliere la nostra strada e questa stessa libertà ci può condurre in luoghi destinati ad un personaggio di livello più alto rispetto al nostro attuale, la soluzione non può essere altro che l’acquisizione di nuove abilità o capacità tramite la progressione di livello del personaggio.

Nell’immagine potete ammirare il mio personaggio che fugge da Margit dopo aver raccolto i suoi lupi e le proprie ambizioni.

Chi di voi non si è ritrovato ad affrontare subito gli scheletri in Dark Souls andando al cimitero? Scheletri che solitamente rappresentano l’idea del nemico fragile e facile da sconfiggere, come ci hanno insegnato giochi come Castlevania o The Elder Scrolls V: Skyrim. Tuttavia, il percorso attraverso il cimitero (a meno di non attraversarlo in modalità Usain Bolt) è decisamente punitivo se affrontato nelle fasi inziali dell’avventura.
In Elden Ring, il primo grosso ostacolo che ci viene in mente è indubbiamente Margit, il Presagio Implacabile, desideroso di accantonare le nostre stupide ambizioni e pure quelle dei nostri lupi alleati evocati attraverso le ceneri spirituali.

Prego, tenga il resto.

Non è quindi possibile dire se il farming è una pratica giusta o sbagliata, da condannare o da assolvere. È semmai un mezzo per raggiungere uno scopo come favorire la crescita del personaggio livello dopo livello, oppure la necessità di sfruttarlo per ottenere un’arma migliore. Certo, è possibile ricevere rune anche in altri modi ma, non essendoci limitazioni ed essendo il mondo vasto e pieno di pericoli e possibilità, perchè non approfittare di ogni possibile occasione per raccogliere qualche runa in più dal momento che è così facile perderle?

Vogliamo chiudere questa breve riflessione con il ricordo di quando ci svegliavamo all’alba con il pensiero del raccolto in FARMVILLE, allora si che era una cosa seria l’attività di farming. I campi virtuali in cui pianificare le piantagioni e gli orari liberi in cui poterle poi raccoglierle erano materia di studio e frutto di attenti calcoli e furiose condivisioni su facebook. I campi di Sepolcride non potranno mai competere con quelli di FARMVILLE e la scritta NEMICO POTENTE ABBATTUTO non darà mai soddisfazione come una coccarda per noi e i nostri “vicini di campo”.