DOOM Eternal

DOOM Eternal

DOOM Slayer ritorna a essere il protagonista di uno dei migliori sparatutto in prima persona di questa generazione.

Il 20 marzo 2020 è una data che gli appassionati di videogiochi non dimenticheranno tanto facilmente, grazie all’uscita in concomitanza di due dei titoli più attesi dell’anno: Animal Crossing: New Horizons e DOOM Eternal. Qualche giorno fa il nostro Francesco Toniolo si era espresso proprio sull’incredibile mashup tra i due giochi, analizzando le affinità di questa strana coppia in uno speciale più che mai attuale.

Ben più di Animal Crossing, la serie DOOM ormai catalizza da anni l’attenzione dei giocatori, trattandosi di un brand che continua a fare la storia dei videogiochi. Grazie all’ottimo reboot del franchise, avvenuto nel 2016 con DOOM, id Software è riuscita proprio a riportare in vita una saga che ormai sembrava aver perso parte del suo smalto originale, quello dei bei tempi che furono. Tre anni dopo la software house americana torna a far parlare di sé con DOOM Eternal, con uno sparatutto destinato a cambiare la concezione degli arena shooter così come li conosciamo.

DOOM Slayer è tornato, più brutale e cazzuto che mai!

ALL’INFERNO INSIEME A TE

Nell’arco della sua ventennale (e oltre) storia, la serie DOOM non si è propriamente fatta apprezzare per la sua narrazione, in verità piuttosto essenziale ma non priva di brutalità, quanto invece per l’alto tasso di violenza applicato a un gameplay estremamente efficace. Con la ritrovata vitalità che oltre tre anni fa ha risvegliato la serie dal torpore in cui era finita, a giovarne è stato anche il comparto narrativo che ha posto l’accento sulle origini della saga, un aspetto che ritroviamo anche in questo capitolo. In DOOM Eternal il celebre sterminatore di demoni è chiamato nuovamente a salvare la Terra, ma questa volta lo Slayer per eccellenza dovrà inimicarsi pure le Sentinelle, pronte a tutto pur di salvaguardare i propri interessi.

DOOM Eternal porta così su schermo vicende che catturano a sufficienza l’interesse dei giocatori tra un’intensa sessione di gameplay e l’altra, pur trattando temi che per essere compresi appieno talvolta richiedono quell’infarinatura presente nel precedente capitolo della serie.

A fungere da vero e proprio hub operativo troviamo la Fortezza del Destino, un luogo da cui gestire tutte le missioni e che all’occorrenza può essere sfruttato per tenere conto dei collezionabili recuperati nel corso della campagna, che ha una durata di circa una ventina di ore, oppure per testare il proprio equipaggiamento prima di scendere in battaglia. Liberamente esplorabile, il QG dello Slayer permette inoltre di sbloccare potenziamenti vari e accedere a nuovi outfiti per il proprio personaggio.

STRUMENTI DI ESTINZIONE DEMONIACA DI MASSA

Indiscusso protagonista di DOOM Eternal è un gunplay che riporta la serie nell’olimpo degli sparatutto in prima persona, un ennesimo ritorno al passato ma in chiave moderna, per un FPS vecchia scuola che non disdegna quei tocchi di modernità, che lo elevano al di sopra della gran parte delle produzioni appartenenti a quel genere reso famoso proprio dalla serie DOOM. Ed è così che id Software ha dato spessore al gameplay inserendo strumenti che aiuteranno i giocatori a destreggiarsi tra orde di nemici sempre più agguerriti.

Se abbrustolire demoni con il lanciafiamme integrato nell’armatura dello Slayer è utile per recuperare parte della corazza, avere sufficiente carburante per azionare la motosega permette di recuperare munizioni dai nemici affettati. A completare l’opera di annientamento demoniaco ci pensano le granate a frammentazione e quelle criogene, che estendono dunque il range di soluzioni offensive messe a disposizione dei giocatori. Chiaramente non potevano mancare anche violenti attacchi melee come le Uccisioni Gloriose, da sfruttare per recuperare energia, e i Pugni di sangue con cui disintegrare uno o più gruppi di nemici.

È ovvio che la gran parte del lavoro andrà svolta usando i ferri del mestiere che i fan della saga conosceranno a menadito, tra shotgun (inclusa la mitica doppietta), lanciarazzi, mitragliatrici e fucili al plasma. Con l’acquisizione di moduli armi queste bocche da fuoco risultano maggiormente devastanti nella diatriba infernale, considerando che quasi ogni arma può disporre di una doppia modalità di fuoco alternativa e altamente devastante. Il risultato è un gunplay che ben poche produzioni attuali riescono a tenere testa, che punta a essere immediato pur senza rinunciare a una stratificazione del gameplay davvero straordinaria.

CHI, COME E QUANDO

Ma il team di sviluppo si è spinto oltre, non tralasciando nulla al caso, con potenziamenti e migliorie di vario genere da applicare ad armi, armatura e personaggio. Da una parte i giocatori potranno equipaggiare fino a tre rune, speciali abilità da sfruttare durante gli scontri a fuoco, dall’altra acquisendo punti armi e Token Armatura da guadagnare e raccogliere nel corso dell’avventura per potenziare lo Slayer e il suo arsenale. Disintegrare ogni cosa che si muove sullo schermo è sempre cosa buona e giusta, specie se si tratta di demoni e creature abiette inserite all’interno di uno shooter al cardiopalma come DOOM Eternal. Per salvare la pellaccia dello Slayer è necessario giocare di strategia e affidarsi a ognuno degli strumenti integrati nell’Armatura Praetor, ragionando sul da farsi in quei pochi secondi di tempo messi a disposizione durante la scelta della bocca di fuoco tramite l’apposita ruota delle armi.

Come in una centrifuga impazzita ci si muove freneticamente da una parte all’altra di scenari discretamente ampi o arene contenute, in cui la velocità di pensiero va di pari passo con quella dei pollici opponibili e delle dita che premono furiosamente tasti e grilletti. All’atto pratico si tratta di applicare la “filosofia CQC” (Chi, Quando, Come, inventata di sana pianta dal sottoscritto) preoccupandosi prima di identificare le minacce più pericolose, stimando poi la priorità dei demoni da estirpare, e infine scegliendo il metodo preferito (o quello più doloroso) per eliminare i bersagli uno dopo l’altro, poco importa se ci si aiuta con un fucile a pompa o effettuando una brutale Uccisione Gloriosa. Non sfruttare gli strumenti messi a disposizione equivale a complicarsi maledettamente la vita, considerando che già al livello di difficoltà intermedia bisogna sapersi muovere abilmente tra la selva di demoni e proiettili che infestano i livelli di gioco.

JUMPING DOOM

Già nel 2016 id Software aveva riportato la serie ai fasti di un tempo ideando un reboot che omaggiava prepotentemente il brutale universo di DOOM, e l’aveva fatto attingendo a piene mani dall’iconico bestiario partorito dalla mente della storica software house americana. Il roster demoniaco comprende dunque nemici come i classici zombie, gli Aracnotron, i Revenant, i Pinky e gli Elementari del dolore, entrati in pianta stabile a far parte della mitologia della saga, ma la lista completa conta oltre venti esemplari demoniaci unici. Non mancano anche novità come i Gargoyle, infidi nemici volanti che amano attaccare in gruppo, e le Carcasse che si lasciano odiare grazie ai loro scudi energetici che danno protezione agli altri demoni. Sono presenti sì delle intense e impegnative boss fight contro demoni armati di cattiveria e assetati di sangue, ma il loro numero non è poi così alto come ci saremmo aspettati.

Se per lo Slayer non è di certo una novità tuffarsi in arene per sventrare demoni, lo è invece dover cimentarsi in una corposa quantità di sezioni platform, con queste che spesso fanno da raccordo tra le varie fasi da shooting nudo e crudo. In molti dei casi parliamo di punti da raggiungere sfruttando salti e spinte direzionali, oppure interruttori da premere situati in giro per lo scenario, tutte operazioni che distolgono per un po’ di tempo l’attenzione sugli intensi scontri a fuoco che vanno per la maggiore. Nell’ecosistema di Eternal bisogna ammettere che queste fasi platform riescono effettivamente a stemperare il ritmo forsennato degli scontri, anche se non tutte possono dirsi riuscite, e in alcuni casi queste tendono a essere inutilmente tediose.

Se non altro saper sfruttare al meglio le movenze del Doomguy è fondamentale per la raccolta dei numerosi collezionabili e segreti, che includono anche le colonne sonore dei vecchi capitoli della serie e chiavi da raccogliere per l’apertura dei Cancelli Slayer. Queste infernali arene metteranno alla prova anche il più cazzuto degli Slayer, e lo stesso discorso si applica anche affrontando la manciata di Livelli Master disponibili, che non sono altro che una versione ancora più difficile di alcuni dei livelli della campagna. In generale DOOM Eternal trabocca di easter egg e rimandi alle produzioni targate id Software e Bethesda, un aspetto che vi spingerà a esplorare minuziosamente ogni angolo alla ricerca dei numerosi collezionabili.

Impersonare un demone è sempre divertente, provare per credere.

LA RESA DEI CONTI

Il multiplayer di DOOM del 2016 non rendeva giustizia a uno sparatutto che sul versante single player ha raccolto consensi a dismisura. Ecco dunque che Eternal si è avvalso di una modalità competitiva asimmetrica “uno contro due”, in cui un giocatore veste i panni dello Slayer e i restanti invece impersonano due dei demoni più potenti ripresi dalla campagna (Elementare del dolore, Archvile, Revenant, Mancubus e Razziatore). In questo caso la formula di Battle Mode mette di fronte i tre giocatori in un (all’apparenza) classico scontro al meglio delle cinque in arene discretamente estese, dove per aggiudicarsi un singolo round è indistintamente necessario eliminare la controparte avversaria. Nel caso del marine corazzato l’uccisione dei demoni deve però avvenire a distanza di venti secondi dalla prima eliminazione, pena il rientro in gioco dell’avversario con salute dimezzata.

Se il DOOM Slayer può contare sulle collaudate armi e tecniche di raccolta risorse sperimentate con successo nel corso della campagna principale, i demoni invece dovranno fare affidamento su minion da evocare e trappole per ostacolare il diretto avversario. Ovviamente non mancano spunti strategici anche quando si tratta di dare la caccia a uno o più giocatori, anche se una coppia di demoni ben affiatata può mettere in difficoltà anche il più abile degli avversari. Tutto sommato Battle Mode ci è sembrata un’idea di multiplayer divertente e intrigante, anche se sul lungo periodo l’assenza di altre modalità competitive potrebbe incidere sul numero di giocatori che popoleranno i server. Come sempre l’opera di bilanciamento che il team di sviluppo attuerà in futuro aiuterà a rendere la modalità Battle Mode ancora più divertente; non è detto poi che i futuri aggiornamenti non estendano i contenuti presenti nel comparto multiplayer, mentre è già in corso il primo evento stagionale che ricompenserà i giocatori che completeranno determinate sfide o che spenderanno il proprio tempo libero alternandosi tra la single player e multiplayer.

ELEGANZA INFERNALE

Tra un Cacodemone da incenerire e un Mancubus da affettare in due, ci sono anche momenti di calma (apparente) in cui contemplare lo straordinario lavoro tecnico a opera di id Software, che ha sfruttato il rinvio di qualche mese per tirare ancora più lucido la sua ultima fatica. DOOM Eternal brilla non solo per un comparto grafico sontuoso, ma anche per un’opera di rifinitura che ha di fatto pulito questo capitolo da sbavature o imperfezioni varie. Su Xbox One X l’impatto visivo ha la stessa potenza di un Pugno di sangue sul grugno; non propriamente un piccolo assaggio di next gen ma poco ci manca.

Rilievi e decorazioni demoniache, edifici sventrati e architetture inumane, ogni pixel di DOOM Eternal trasuda passione per l’universo di appartenenza, con una messa in scena artistica davvero encomiabile e spettacolare. I numerosi scenari non si limitano a essere parte integrante delle scorribande dell’incacchiato e nerboruto protagonista, ma vantano un level design che invoglia a esplorarne ogni centimetro quadro. Uno sparatutto adrenalinico come Eternal non può prescindere da un frame-rate roccioso e, non a caso, i 60fps sono garantiti praticamente su ogni console. I possessori di Xbox One X, così come quelli di PlayStation 4 Pro, possono godere di una risoluzione upscalata in 4K che restituisce un’immagine piuttosto pulita e priva di sbavature evidenti.

Altrettanto potente e magnetica la colonna sonora, in piena rappresentanza di uno sparatutto che non scende a compromessi nemmeno quando c’è da pompare dosi massicce di “metallo pesante” nei timpani dei giocatori. Il merito è tutto di Mick Gordon, che è riuscito a ricreare a distanza di tre anni il giusto accompagnamento musicale che riesce nel non facile intento di dare la giusta carica mentre si imbrattano di rosso i muri e i pavimenti eviscerando bestie immonde. Il tocco di classe, come accennato in precedenza, è l’inserimento delle storiche OST dei capitoli precedenti (riproducibili all’interno della Fortezza del Destino), un motivo più che valido per fare incetta di collezionabili. Decisamente buono il doppiaggio in italiano, anche se con alcuni personaggi si nota una minore enfasi in fase di recitazione.

DOOM Eternal
DOOM Eternal
GIUDIZIO
DOOM Eternal è l’ennesima dimostrazione d’amore di id Software per gli sparatutto d’autore, quelli destinati a entrare nella storia per rimanerci anche a distanza di anni. La nuova avventura dell’agguerrito Slayer migliora ed eleva l’apprezzabile capitolo precedente con un’espansione totale del gunplay, aggiungendo una componente platform piuttosto ben amalgamata con le fasi shooting ma che talvolta lascia il fianco a qualche critica di troppo. Ancora una volta la campagna single player si rivela di altissimo livello anche se la componente narrativa non ha raggiunto ancora il suo apice, ma che si dimostra invece ineccepibile sotto tutti gli altri aspetti. DOOM Eternal è tanto soddisfacente da giocare quanto ammaliante da ammirare e ipnotico da ascoltare, e di fatto si candida di prepotenza a essere uno dei migliori sparatutto in prima persona di questa generazione. DOOM è tornato, lunga vita a DOOM!
GRAFICA
9.3
SONORO
9.1
LONGEVITÀ
8.8
GAMEPLAY
9.5
PRO
Un gunplay senza eguali, divertente e stratificato
Maestoso dal punto di vista tecnico e artistico
Le fasi platform aiutano a spezzare il ritmo di gioco...
CONTRO
...ma non sempre ci riescono a dovere
Qualche boss fight in più non sarebbe guastata
9.2