Xbox Series X

Microsoft e Phil Spencer, quando una parola è troppo e due sono poche

La strategia comunicativa riguardo Xbox Series X ha mostrato qualche incertezza di troppo dopo un avvio piuttosto convincente.

Sarà colpa della pandemia, della pressione che aumenta con il passare delle settimane o della calura estiva, fatto sta che non è un bel momento per Phil Spencer e Microsoft in generale. Vi ricordate quando in un vecchio editoriale avevo criticato un certo immobilismo comunicativo riguardo le poche informazioni ufficiali su PlayStation 5? Ecco, dopo un po’ di mesi il colosso giapponese si è dato da fare e ha svelato il design della console e mostrato alcuni dei giochi di nuova generazione.

Adesso non è che la mia disanima non ha centrato il punto, anzi, semplicemente Sony ha attuato una diversa strategia comunicativa che funziona principalmente in virtù della potenza del suo marchio. Un po’ come Apple, che ogni anno costringe tanti utenti a vendere un rene per acquistare un loro prodotto, usando uno slogan come “l’iPhone/iPad/iPod/iMac/iPizza migliore di sempre” che ha spesso fatto il lavaggio del cervello a numerosi acquirenti.

In quell’occasione avevo però elogiato la perspicace strategia comunicativa di Microsoft che, per bocca di Phil Spencer, aveva cominciato con il piede giusto l’avvicinamento alla next gen firmata Xbox Series X. Peccato poi che da un po’ di settimane a questa parte il buon lavoro fatto tempo addietro è stato mandato in fumo da una serie di scelte discutibili che hanno generato un bel po’ di aspre critiche nei confronti di Microsoft. Ed ecco che dagli scroscianti applausi scroscianti si è passati ai sonori fischi.

La faccia di Craig il Bruto quando ha saputo del rinvio al 2021 di Halo Infinite.

L’affaire Halo Infinite

Esporsi circa la bontà di un progetto work in progress è sempre un grosso rischio, perché un lavoro che inizialmente non convince può alla fine far ricredere gli scettici mentre uno a prova di bomba può esplodere una volta arrivato sul mercato. Non sappiamo quale sarà il destino di Halo Infinite ma, se il buongiorno si vede dal mattino, lo sparatutto di Bungie non ha di certo iniziato la giornata alla grande. Per quanto alcuni colleghi e fan della serie possano aver gridato giustamente o meno al miracolo dopo aver avuto un assaggio di Halo Infinite, è innegabile che quanto mostrato in quell’occasione abbia fatto suonare più di un campanello d’allarme vista una qualità complessiva oggettivamente bassa.

Va bene anche prenderla con filosofia, ma se Phil Spencer ci scherza su e dichiara che Craig il Bruto sarà la mascotte ufficiale di Xbox, forse sarebbe il caso di chiedersi perché nessun supervisore o addetto al controllo qualità si sia accorto del pastrocchio mostrato durante l’evento digitale Xbox Games Showcase del 23 luglio scorso. Attenzione, non è che quello mostrato da 343 Industries sia una schifezza immonda ma è innegabile che sotto alcuni aspetti, tra cui quello grafico, Halo Infinite è lontano dall’essere all’altezza della “console da gioco più potente al mondo” (cit. Phil Spencer). Possiamo anche comprendere i tanti problemi causati dalla pandemia e dalla necessità di rendere il titolo giocabile anche su Xbox One scendendo così a qualche compromesso tecnico, ma mostrare un titolo con quelle imperfezioni così evidenti è stato un errore grossolano.

Stiamo pur sempre parlando di un gioco come Halo Infinite, futuro capitolo di una serie che sta a Xbox come God of War sta a PlayStation, quindi non ci troviamo di fronte a un titolo multipiattaforma o a una proprietà intellettuale relativamente nuova come Bleeding Edge. E cara Microsoft, se tu quoque mi cadi su una produzione così importante, praticamente ti stai autoinfliggendo una serie di pugnalate che nemmeno Bruto il Bruto (la mascotte ufficiale dell’Impero romano) avrebbe avuto il coraggio di sferrare.

Il rinvio al 2021 di Halo Infinite è come un autogol al 80° minuto e il tempo per recuperare è poco, visto che in questi giorni l’unica buona nuova (o forse no) è rappresentata dalla conferma del lancio di Xbox Series X, che arriverà in un bel giorno di novembre anche se non sappiamo quale. Con la next gen ormai imminente ogni mossa va pianificata attentamente, quindi occhio a non sgarrare. Di nuovo. Il problema è che già di esclusive di rilievo pronte al lancio non se ne vedranno, Halo Infinite era una di queste, se poi devono uscire fuori titoli dalla qualità discutibile allora Xbox Series X avrà vita dura, molto dura. Nemmeno la concorrenza pare avere dalla sua una line-up da far strabuzzare gli occhi, ma almeno gli scorci dei giochi mostrati (Ratchet & Clank: Rift Apart su tutti) non hanno messo in cattiva luce PlayStation 5 e Sony, anzi, l’erede di PlayStation 4 ha stuzzicato la fantasia di tanti.

Sicuramente Xbox Game Pass è un abbonamento che rappresenta il fiore all’occhiello di Microsoft, ma da qui a diventare un killer service ce ne passa eccome poiché non offre ancora esclusività tali da poter giustificare il passaggio da Xbox One a Series X. Pure inserendo il tanto chiacchierato Cyberpunk 2077 la situazione non dovrebbe cambiare poi tanto, visto che ci saranno sì miglioramenti generazionali tra una versione e l’altra, ma per aggiornamenti grafici ad hoc bisognerà aspettare diversi mesi dall’uscita del gioco. Quindi, oltre a dover inventarsi esclusive epiche e capace di reggere il confronto con quelle di Sony, all’interno degli uffici Redmond farebbero bene a supervisionare attentamente l’incedere dei lavori su Halo Infinite, passato da esclusiva da lanciare assieme a Xbox Series X a un titolo rimandato al 2021 e il cui sviluppo pare ancora in alto mare e costellato da non poche difficoltà.

E pensare che inizialmente le strategie comunicative di Microsoft sembravano inattaccabili, ora invece è bastato il rinvio di Halo Infinite per far sorgere diversi dubbi intorno a Xbox Series X.

La buona comunicazione, questa sconosciuta

Gira che ti rigira vale sempre il detto del “bada a come parli”. Se per Sony la strategia comunicativa è stata un finto problema visti i risultati dalla conferenza dello scorso 12 giugno, anche se i reveal a singhiozzo non sono proprio il massimo, per il colosso di Redmond invece questa confusione improvvisa rischia di creare danni non da poco. E parliamoci chiaro, Phil Spencer e soci devono recuperare un gap bello ampio se non vogliano passare un’altra generazione a rincorrere Sony e a rischiare di venire doppiati nuovamente. Microsoft è passata dall’avere delle idee ben chiare a rimettere ogni cosa in discussione, il tutto nel giro di pochi mesi e quando sembrava in totale controllo della situazione. Il pasticiaccio brutto di Halo Infinite è solo uno dei tanti errori commessi in questi ultimi tempi, che riportano alla mente quelli fatti all’inizio con Xbox One.

Innanzitutto si è fomentata parecchia attesa circa i vari appuntamenti digitali tenuti da Microsoft, salvo poi deludere gli utenti che dal canto loro non hanno saputo modulare correttamente le loro aspettative. A maggio durante l’evento Inside Xbox (primo appuntamento con Xbox 20/20) tutti ci aspettavamo un filmato di gameplay di Assassin’s Creed Valhalla, invece abbiamo assistito a una sequenza che tutto poteva definirsi tranne che incentrata sul gameplay, senza contare che tra gli altri third party mostrati non c’è stato nessun titolo in grado di lasciarci a bocca aperta.

Non è andata poi meglio quando sul palco digitale di Xbox Games Showcase sono state mostrate le esclusive, anche per colpa del già citato Halo Infinite che è riuscito a sollevare un vespaio di polemiche e sfottò nei confronti di Phil Spencer e l’azienda che lo stipendia, altro che farsi due risate su Craig il Bruto. Alla fine quello che doveva essere un punto di forza dell’azienda americana, ovvero un modo di fare marketing in maniera impeccabile, si è rivelato controproducente e ha disatteso quasi tutte le attese. Dulcis in fundo, Microsoft ha deciso di eliminare gli appuntamenti mensili di Xbox 20/20 in favore di una comunicazione più flessibile. Che tradotto in poche parole vuol dire che la loro strategia non ha portato i risultati sperati, quindi meglio fare un po’ le cose così come vengono e dunque non seguire più un calendario prefissato. Per la serie “idee chiarissime e dove trovarle”. Ecco, di certo non negli uffici di Redmond.

In effetti la conferma dell’uscita di Xbox Series X a novembre non è stata poi una grande novità, già da tempo si era detto che assieme al tacchino e agli sconti esagerati potremmo mettere le mani sulla nuova console Microsoft.

Habemus data (o quasi)

Tra problemi di comunicazioni, cambi di strategie e mascotte improbabili perlomeno è stata confermata la finestra di lancio della nuova console Microsoft. Come dicevo in precedenza, non è stato ancora rivelato ancora il giorno esatto dell’avvento di Xbox Series X (e della probabile versione depotenziata Lockhart/Series S), ma salvo cataclismi la console Microsoft arriverà nel mese di novembre. Forse sarà disponibile entro i primi giorni dell’undicesimo mese dell’anno (6 novembre) come suggerito da un fortunato possessore del nuovo controller Xbox? O verrà lanciata a ridosso del Giorno del Ringraziamento (26 novembre) e di conseguenza in prossimità del Black Friday (27 novembre)? Anche in questo caso guai a toppare sulla data di lancio della console!

La conferma dell’uscita della console a novembre 2020 rappresenta il risvolto positivo dopo mesi particolarmente difficili, ma che potrebbe non essere abbastanza in quanto bisogna aspettare le mosse della concorrenza e capire anche un po’ che prezzo avrà Xbox Series X (ed eventualmente anche quello della versione più economica). Nonostante alcuni incidenti di percorso dal punto di vista comunicativo, Phil Spencer si è comunque dimostrato fiducioso e pronto in vista dell’arrivo della nuova console Microsoft. Di certo i mesi che ci separano dall’avvento della next gen andranno sfruttati dai due competitor per sistemare gli ultimi dettagli, e soprattutto, per affinare le proprie abilità comunicatorie, di marketing e comunicative.

In un certo senso l’azienda americana e colui che si occupa della divisione Xbox devono rimboccarsi seriamente le maniche, evitare di ripetere gli errori del passato e quelli più recenti, cercando di ripartire da quanto di buono fatto nei mesi scorsi quando con una comunicazione chiara ed efficace Xbox Series X aveva dato la netta impressione di poter mettere un po’ in difficoltà PlayStation 5. Ma alla luce dei recenti avvenimenti Microsoft dovrà fare i salti mortali per impensierire Sony, non a caso le proiezioni di vendita (che comunque lasciano il tempo che trovano) sembrano dare nuovamente ragione all’azienda giapponese che, zitta zitta (letteralmente), ha dato una lezione agli americani su come aizzare le folle di giocatori in fibrillazione.


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