Xbox Series X

Xbox Series X è tra noi: la nostra recensione

Abbiamo messo alla prova la nuova console di Microsoft per due settimane, e non potremmo essere più soddisfatti. Le nostre impressioni sulla nuova (e più potente) piattaforma next-gen.

Il 10 novembre avrà finalmente inizio la nuova generazione: Xbox Series X (e la sorellina Series S) prenderanno il posto delle console appartenenti alla famiglia di Xbox One e lanceranno il guanto di sfida a Sony, che due giorni più tardi (nove, sul mercato italiano) risponderà con PlayStation 5, l’erede di PS4. Una “guerra” colpo su colpo, o meglio TeraFLOP su TeraFLOP, che però segna anche una differenza notevole in termini di approccio: da una parte quello più conservatore di Microsoft, che ha deciso di non stravolgere tutto il lavoro compiuto da Spencer e soci negli anni della rifondazione di Xbox; dall’altra c’è un’azienda che, nonostante il successo della sua attuale piattaforma di riferimento (la seconda console domestica più venduta nella storia, dietro soltanto a PlayStation 2, nonché la quarta console più diffusa al mondo considerando anche le portatili come Nintendo DS e Game Boy) ha deciso di stravolgere tutto, mantenendo dunque una certa coerenza a quella filosofia di “generazione” così come abbiamo imparato a conoscerla negli anni.

Xbox Series X arriva sul mercato con lo scopo di offrire la console più potente sul mercato, e in questo senso non tradisce le aspettative: oltre due settimane trascorse insieme alla piattaforma monolitica dell’azienda americana ci hanno convinto delle potenzialità di un hardware che, pur avendo dovuto rinunciare al suo pezzo da novanta (quell’Halo Infinite che avrebbe dovuto accompagnarne il lancio), riesce nel difficile compito di creare una piattaforma più potente, tecnologicamente avanzata eppure più silenziosa ed efficiente di quella proposta nel recente passato, mettendo da parte però tutti quei problemi che ne avevano minato il successo nella scorsa generazione.

Partendo dalle basi di Xbox One X, Microsoft ha messo in piedi una combinazione di hardware e software che sprizza potenza e velocità da tutti i pori, permettendo di giocare al meglio non solo a tutte le novità che arriveranno dal 10 novembre in poi, ma anche a tutti i titoli Xbox One e a una generosa selezione di giochi Xbox e Xbox 360. Una macchina all-in-one che punta forte sulla retrocompatibilità per non tagliare bruscamente i ponti col passato, ma che anzi vuole enfatizzarlo, metterlo su un piedistallo, esporlo in una teca che, come vedremo, viene lucidata, aggraziata e ammodernata grazie a tutta una serie di “trucchi” studiati dagli ingegneri di Microsoft e Xbox. Abbiamo trascorso più di due settimane con Xbox Series X, dicevamo, mettendo sotto torchio una serie di giochi che esistevano già su Xbox One, ma che sono stati ripresi dall’azienda per sfruttare al meglio le potenzialità del nuovo hardware, ma soprattutto abbiamo potuto provare alcuni dei nuovi titoli che faranno parte della line-up di lancio, il prossimo 10 novembre, quando Series X arriverà al fianco della più economica Series S.

Xbox Series X
Compatta, potente e silenziosa, Xbox Series X è un vero e proprio goiellino di ingegneria.

PRIMO IMPATTO: UNBOXING, CONSOLE E CONTROLLER

Una volta aperta la confezione, si nota subito l’attenzione da parte di Microsoft verso certi dettagli, con un design accattivante non solo nella console in sé, ma anche nel packaging (essenziale, ma indubbiamente elegante e raffinato) che racchiude Series X con quel motto, “Power Your Dreams”, che vuole essere una dichiarazione d’intenti. Dopo aver rimosso la console dalla confezione e scoperto il resto della dotazione (il nuovo controller wireless, il cavo HDMI 2.1, il cavo d’alimentazione e nient’altro), è tempo di una breve analisi estetica: nonostante le prime impressioni facessero temere dimensioni mastodontiche, Xbox Series X è in realtà molto compatta. Il design, chiaramente studiato per posizionare la console in verticale (ma, all’occorrenza, sarà possibile adagiarla sul lato destro per utilizzarla in orizzontale, perdendo probabilmente un po’ del suo look incantevole), segue ancora una volta l’esempio di Xbox One X, con uno stile molto essenziale che viene interrotto solo dalla griglia di ventilazione superiore, aggressiva nell’aspetto e suggestiva nell’effetto ottico (quel verde dipinto nella parte inferiore dei fori) che omaggia la tinta tipica del marchio Xbox.

Sulla parte frontale, oltre al caratteristico tasto d’accensione impreziosito dal logo Xbox, trovano spazio il lettore Blu-ray (che, come succedeva su One X, supporta dischi Ultra-HD 4K) con relativo tasto di espulsione, un altro tasto per la sincronizzazione del controller (o di altri accessori wireless) e una porta USB 3.1 (la prima delle tre presenti nella console). Le altre due, come potrete immaginare, si trovano sul retro e sono accompagnate da una porta HDMI 2.1 (utile per collegare un display/TV in 4K, con un frame-rate che può spingersi fino a 120fps grazie alle peculiarità di questo protocollo), una porta Ethernet per la connessione a internet (disponibile, chiaramente, anche in Wi-Fi grazie al modulo 802.11ac) e la porta d’alimentazione, per il collegamento dell’alimentatore interno alla rete elettrica.

Xbox Series X Seagate espansione
La scheda di espansione della memoria di archiviazione è estremamente facile da inserire. Il prezzo? Al momento è piuttosto alto, ben 249 euro.

Un’altra novità che balza subito all’occhio è la presenza di una nuova porta rettangolare, in cui è possibile inserire una nuova scheda di espansione della memoria di archiviazione che va a replicare le medesime performance dell’SSD interno da 1TB (di tipo NVMe, realizzato su misura da Microsoft) presente su Series X. Al momento, l’unica scheda (che ricorda un po’ il concept delle vecchie memory card, se vogliamo) disponibile per l’acquisto è la dispendiosa Seagate da 1TB, che al prezzo di 249 euro potrebbe non essere esattamente alla portata di tutti. Fortunatamente, il team Xbox ha confermato che i tradizionali hard disk esterni (la console supporta lo standard USB 3.2) saranno utilizzabili per archiviare i giochi che non si usano frequentemente oppure per utilizzare quelli di vecchia generazione (Xbox, Xbox 360 e Xbox One) che non sono stati ottimizzati per trarre beneficio da Xbox Series X o Series S.

Sempre sul retro si notano alcuni fori per l’aerazione, un leitmotiv che continua anche nella parte inferiore (quella che contorna il supporto in gomma, non rimovibile nemmeno se la console è posizionata in orizzontale) e che serve chiaramente a garantire un flusso dell’aria ottimale, a sua volta assicurato da un sistema interno che Microsoft ha concepito nell’ottica di mantenere fresca e silenziosa la console anche dopo ore di utilizzo intenso. E in effetti, il sistema funziona davvero bene, perché non solo Series X mantiene la silenziosità che aveva tanto stupito con la revisione mid-gen di Xbox One, ma se possibile risulta persino meno rumorosa, più efficiente e omogenea in termini di temperature rispetto a One X. Un vero e proprio capolavoro in termini di design che premia una serie di scelte (a partire dalla struttura, un parallelepipedo, fino alla disposizione innovativa dei suoi componenti interni) e di ottimizzazioni da parte dell’azienda americana, che ha saputo spingere al massimo il nuovo hardware (composto, come sappiamo, dalle nuove CPU e GPU di AMD, rispettivamente Zen 2 e RDNA 2, nonché da una RAM ultra-veloce e il succitato SSD) senza però compromettere l’efficienza.

Oltre alla console, chiaramente, c’è spazio per il controller, ed è qui che le cose si fanno forse meno interessanti del previsto: il pad di Xbox Series X non apporta sostanziali modifiche rispetto a quello visto su Xbox One, ma ne eredita la forma (aggraziandola un po’ e rendendola leggermente più compatta) e le peculiarità andando sostanzialmente a introdurre pochi ma importanti accorgimenti. Insomma, se speravate in un cambio più radicale come il DualSense proposto dalla concorrenza probabilmente resterete delusi, ma nonostante ciò i miglioramenti introdotti dal nuovo controller che arriverà con Series X e Series S sono degni di nota: in primis, quelli certamente più vistosi, sono il tasto Share e il nuovo D-Pad. Il primo consente di realizzare foto e video dei giochi senza dover più passare dal menu Xbox, mentre il secondo è stato ridisegnato sulla base della croce direzionale dei due Elite Controller di Microsoft, dando vita a un sistema circolare su due livelli che offre maggiore precisione sull’uso delle otto direzioni. Il resto, perlomeno sulla parte frontale, è sostanzialmente invariato con la sola differenza che, adesso, non ci sono più scanalature tra la parte superiore (quella che ospita il logo Xbox) e il resto del pad, con il controller che è ora realizzato in un unico, resistente e robusto blocco di plastica.

Sul retro le cose si fanno più interessanti: a partire dalla porta USB-C (ma tranquilli, potrete continuare a utilizzare le batterie stilo o, all’occorrenza, acquistarne di ricaricabili oppure il kit Play & Charge) fino ai nuovi dorsali, più armoniosi e in linea con le nuove forme del pad, mentre i grilletti e il resto del controller sono stati impreziositi da un nuovo grip, decisamente più saldo e a prova di sudore, che è garantito da una nuova texture che si ripete un po’ ovunque. Cambia anche la presa, nel senso che la disposizione interna degli elementi fa sì che il baricentro sia leggermente più rivolto verso l’impugnatura (garantendo, così, una presa più comoda), mentre per il resto non si registrano grosse innovazioni né lato design, né a livello di componenti interni. Nessuna vibrazione speciale, nessun grilletto “magico” capace di bloccarsi seguendo quanto succede nel videogioco: Microsoft ha deciso di andare sul sicuro e limitarsi a una serie di piccole (ma sostanziali) modifiche per un controller che, a parere di chi scrive, era già nettamente superiore rispetto a quello proposto dalle altre console.

Xbox Series X è parte di un ecosistema funzionale che punta a riunire tanti dispositivi in una sola, grande famiglia.

IL SISTEMA OPERATIVO

Anche a livello di software, Microsoft ha optato per una strategia opposta rispetto a quella di Sony, che con PlayStation 5 taglia nettamente col passato e propone un cambio radicale in termini di design e funzionalità. Il sistema operativo di tXbox Series X e Series X è sostanzialmente lo stesso che è stato recentemente aggiornato su Xbox One, con l’aggiunta di alcune caratteristiche esclusive che vanno a sfruttare la maggior potenza e alcune tecnologie (ad esempio, la Xbox Velocity Architecture) con cui avvengono delle vere e proprie “magie”. Il primo avvio prevede l’uso della nuova app Xbox (disponibile gratuitamente su Android e iOS) per effettuare l’installazione in modo rapido: basta inserire un codice a dieci cifre per associare la console allo smartphone e proseguire da lì il setup iniziale, importando automaticamente (qualora foste già possessori di una console Xbox) tutti i dati necessari a far sì che la transizione da vecchia a nuova console avvenga in modo sostanzialmente impercettibile. E così, sebbene manchi quell’effetto di “vera e propria novità” all’accensione, Xbox Series X propone un passaggio fluido da passato a futuro che, però, una volta messe le mani sul controller fa avvertire immediatamente la maggiore prestanza dell’hardware next-gen.

Tutto è chiaramente più veloce, dalla consultazione dei menu all’acquisto di giochi da Xbox Games Store, senza dimenticare il vero fulcro della strategia di Microsoft, quel servizio che prende il nome di Xbox Game Pass e che proprio il 10 novembre si espanderà con l’integrazione di tutti i benefici (e i giochi) di Electronic Arts facenti parte della piattaforma EA Play (precedentemente nota come EA Access). Questa velocità non si rispecchia solo nell’avvio dei giochi e nei tempi di caricamento (che, nel caso di titoli installati sul disco a stato solido interno, sono davvero immediati) ma anche nelle operazioni di tutti i giorni, come l’avvio di un Party, la gestione delle impostazioni, lo scaricamento e aggiornamento dei giochi inclusi nel catalogo, e così via. Insomma, pur senza stravolgimenti, ciò che vivrete con Xbox Series X è un’esperienza familiare ma al tempo stesso più rapida e piacevole, che sfrutta un nuovo hardware per eliminare tutti i tempi morti e colli di bottiglia che prima erano purtroppo inevitabili.

E poi, come dicevamo, ci sono delle caratteristiche inedite come il Quick Resume, che consente di sospendere un numero variabile di giochi (il cui numero preciso, allo stato attuale, non è sfortunatamente identificabile dall’utente) che possono essere poi richiamati molto velocemente, anche dopo un riavvio della console, riprendendo dal punto esatto in cui avevate lasciato. La tecnologia funziona, non sempre perfettamente, ma funziona: Microsoft è al corrente di alcuni problemi legati ad alcuni giochi che sono stati recentemente ottimizzati su Series X e S, ed è al lavoro con gli sviluppatori per aggiungere una patch che possa abilitare il supporto al Quick Resume in modo “universale” su tutti i giochi Xbox, ma allo stato attuale dobbiamo ammettere che sono stati solo un paio i giochi che hanno dato sistematicamente problemi e non si sono dimostrati capaci di mantenere costantemente in sospeso il gameplay.

Le esclusive di rilievo arriveranno in un secondo momento, nel frattempo ad allietare l’attesa c’è l’ottimo catalogo di Xbox Game Pass.

UNA BUONA LINE-UP, MA…

A proposito di giochi, Xbox Series X e Series S attingono dal catalogo di Xbox Game Pass (un vero e proprio must, a questo punto) per proporre a coloro che acquisteranno la console dei miglioramenti sui giochi più rappresentativi della scorsa generazione, proponendo qualche novità (Gears Tactics, al debutto su console) e upgrade dal punto di vista grafico (Forza Horizon 4, Sea of Thieves e soprattutto Gears 5 sfruttano in modi differenti la potenza delle console per offrire prestazioni superiori rispetto alle versioni Xbox One), mentre al momento in cui scriviamo non tutte le versioni ottimizzate sono state proposte da Microsoft in tempo per un’analisi approfondita. E se Ori and the Will of the Wisps offrirà il supporto ai 120 fotogrammi per secondo, le versioni ad-hoc di Assassin’s Creed Valhalla, Dirt 5, The Falconeer, Tetris Effect: Connected, Watch Dogs: Legion e Yakuza: Like a Dragon arriveranno solo il 10 novembre, mentre in altri casi (Cyberpunk 2077, Destiny 2, Madden NFL 2021 o Marvel’s Avengers) gli aggiornamenti arriveranno da dicembre in poi. Parleremo in modo più approfondito dei giochi e dei benefici ottenuti al passaggio su next-gen in un’altra occasione.

Tuttavia, si avverte probabilmente l’assenza di giochi esclusivi ad accompagnare l’uscita della console. È vero, con Xbox Game Pass (specialmente in caso di abbonamento Ultimate, che include anche i titoli di Electronic Arts) è possibile giocare per anni e contare su una varietà indiscutibile di esperienze ludiche completamente diverse tra loro, ma la realtà è che questi giochi attualmente sono utilizzabili tanto su Series X/S quanto su Xbox One e… mobile, vista la recente ascesa di Project xCloud. E se l’idea di giocare al meglio, sfruttando 4K, 60 (o 120fps), HDR, Smart Delivery (ovvero il programma cross-gen che consente di acquistare un gioco su Xbox One e ritrovarselo, con tanto di salvataggi e progressi mantenuti, su Series X/S) e tutto il resto potrebbe essere un motivo valido per portarsi a casa la console, bisogna ammettere come dall’altra parte della barricata la line-up include un numero maggiore di esclusive che usciranno proprio con PlayStation 5 (ok, Demon’s Souls è tecnicamente un remake, ma tant’è) e, in alcuni casi, soltanto su next-gen (il succitato remake del titolo di From Software e Astro’s Playroom, per citarne un paio).

Senza Halo Infinite (che pure sarebbe uscito su Xbox One, teoricamente), Microsoft ha perso la principale attrattiva e, dulcis in fundo, senza Cyberpunk 2077 (rimandato a dicembre, sperando di non dover fronteggiare l’ennesimo rinvio) i motivi per portarsi a casa la console al day-one potrebbero essere… pochi. Certo, ci sono Assassin’s Creed Valhalla, c’è l’esclusività temporale dell’edizione next-gen di Yakuza: Like a Dragon, ci sono anche Destiny 2: Oltre la Luce (che però non sarà ottimizzato prima di dicembre), Dirt 5, Watch Dogs: Legion e una sfilza di altri giochi multipiattaforma, ma la verità è che di motivi (leggasi esclusive) che spingano all’acquisto al day-one non ce ne sono poi molti.

Il futuro di Xbox appare decisamente radioso, soprattutto dopo l’acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft.

Non bisogna però male interpretare questa considerazione: il futuro di Xbox Series X non può che essere roseo. Microsoft, e più in generale la divisione Xbox, stanno vivendo una seconda giovinezza (se così possiamo definire un’azienda che opera nel settore dei videogiochi da circa vent’anni) e sono più che mai focalizzate sul garantire un supporto importante al marchio, come dimostrano le recenti acquisizioni (e la volontà di farne delle altre) di team importanti come Obsidian e Bethesda. È vero che una simile strategia ha concesso alla casa americana di creare un gruppo di team molto talentuosi in breve tempo, ma è altrettanto vero che anche team preformati e affiatati hanno bisogno comunque di tempo per mettere in piedi nuovi progetti, specialmente se devono essere studiati per sfruttare un hardware come quello di Series X.

Insomma, al momento tocca “accontentarsi” di giocare ai titoli multipiattaforma al massimo delle loro potenzialità e aspettare le prime esclusive (alcune, come The Medium, arriveranno già a dicembre, mentre altre, come Scorn e The Ascent, arriveranno a partire dal 2021) consci che, già dal prossimo anno, Microsoft potrebbe ingranare la quarta e iniziare a fare sul serio. È un progetto a lungo termine, così come a lungo termine è il piano di Phil Spencer per supportare le nuove console in uscita il 10 novembre. Portarsi a casa oggi Xbox Series X vuol dire dare il benvenuto a un pezzetto di futuro, di godersi tutto ciò che arriva nei negozi sfruttando potenza e velocità mai viste prima su console, ma anche di rigodersi i classici del passato sfruttando una ritrovata attenzione ai dettagli, facendo uso di tecnologie (come l’Auto-HDR, che va ad aggiungere il supporto all’High Dynamic Range anche ai giochi Xbox, Xbox 360 e Xbox One che non sono stati creati per abbracciare questa tecnica) e benefici (come frame-rate migliorati, risoluzioni più elevate e tanto altro) che rendono le esperienze in retrocompatibilità più belle e avvincenti. E scusate se è poco.