E3 2021

Il problema dell’E3 non è l’E3

Quest'anno le colpe del flop dell'Electronic Entertainment Expo nono sono da attribuire agli organizzatori ma ai partecipanti.

Qualche giorno fa l’E3 2021 si è chiuso senza particolari fuochi d’artificio, dopo aver proposto una serie di eventi digitali sulla falsariga di quanto visto nell’edizione precedente. Niente botti o annunci da far strappare i capelli, piuttosto una carrellata di novità più o meno interessanti presentati in una serie di show via streaming che hanno coinvolto big del settore e altri esponenti di caratura minore. Insomma, è stato un E3 assai dimenticabile e privo di grandi sorprese. Ma non è la prima volta che torno sull’argomento, e forse potrebbe anche essere l’ultima, al netto di chi imperterrito continua a ribadire che l’evento americano farebbe meglio a scomparire.

In effetti la kermesse di Los Angeles ha da tempo perso lo smalto degli anni migliori ed è tutt’oggi al centro di dibattiti più o meno infuocati. Contrariamente a quella che può essere l’opinione comune riguardo il fatto che l’E3 abbia ancora un senso o meno, ad avere poco senso sono le accuse rivolte verso l’evento, la sua struttura e il modus operando con cui è stato organizzato. La natura interamente digitale degli show infatti ha puntato tutti i riflettori sulle conferenze e presentazioni online organizzate dai vari partecipanti Electronic Entertainment Expo, non propriamente abili nel mettere in piedi delle convention a tema videoludico particolarmente interessanti. E siamo sicuri che la colpa di un E3 sottotono sia dell’E3 e non dei vari partecipanti all’evento?

Devolver Digital
Il folle show di Devolver Digital ci ha svegliato dal torpore causato dalle altre conferenze dell’E3 2021.

La noia fatta streaming

Può un evento digitale annoiare più di una pallosa partita di scacchi tra due individui che palesemente non conoscono le regole? Sì, vi rispondo io. L’E3 2021 mi ha tediato come non mai, a voler essere onesto sono stati le varie conferenze che ho guardato a farmi venire il latte alle ginocchia. Ma stavolta la colpa non è dell’evento in sé che ha inglobato al suo interno tanti show digitali che non si sono rivelati particolarmente brillanti, dal momento che dal punto di vista organizzativo e contenutistico le colpe sono da attribuire a chi vi ha partecipato e non ha saputo intrattenere a dovere. In passato ho sempre seguito con enorme interesse le varie conferenze che si susseguivano nottata dopo nottata, rinunciando spesso e volentieri a preziose ore di riposo. Perché, ben prima dei boicottaggi e cambi di programma, l’E3 regalava spesso show spassosi e pregni di quella spettacolarizzazione tipicamente made in U.S.A.

E quando tutto finiva, stremati ma soddisfatti, poggiavamo la testa sul cuscino con il sorriso sulle labbra. A sto giro invece gli orari più umani degli eventi non mi hanno rubato ore di sonno, semmai mi hanno fatto sprecare del tempo che avrei potuto investire decisamente meglio. E va bene la mancanza di annunci clamorosi o di show né carne né pesce, ma a mancare questa volta è stata proprio la capacità di stupire e intrattenere il pubblico da casa. Purtroppo la pandemia globale ha scombussolato i piani e ci ha relegato davanti a uno schermo, ma francamente la flemma di Geoff Keighley nel Summer Game Fest e quella degli altri host e speaker mi ha annoiato e non poco; ascoltare Tizio, Caio e Sempronio ripresi da una webcam non è assolutamente il massimo della vita. Appurato che gli eventi in streaming possono anche essere entusiasmanti, il problema è stato che tutta quella esaltazione (giustificata) si sarà persa nei meandri di un E3 scialbo per colpa di alcuni partecipanti e non degli organizzatori.

Giochi che mi hanno intrigato ce ne sono stati e non sono nemmeno pochi, peccato che è stata la presentazione degli stessi a lasciarmi con un po’ di apatia di fondo che mal si addice a chi come me ha sempre mostrato gioia nell’accogliere le ultime novità. L’impressione è che sia proprio mancato l’entusiasmo generale e la dimensione digitale degli eventi in streaming non ha di certo aiutato. Non sono certamente un frequentatore assiduo della fiera di Los Angeles, ma in passato anche guardare le conferenze online da casa o nel salotto losangelino di VGN mi ha trasmesso più euforia rispetto agli ultimi due anni. L’edizione 2021 poi è stata noiosa come poche altre, e vi sfido a dire il contrario.

Elden Ring
Elden Ring è stato uno dei giochi al centro dei leak e delle anticipazioni che hanno preceduto il filmato di gameplay mostrato al Summer Game Fest.

Leak, maledetti leak

La dilagante piaga dei leak continua a mietere vittime anche nel mondo videoludico, creando non pochi problemi a quelle aziende che fanno di tutto per proteggere i loro progetti dal finire spiattellati in pubblica piazza prima de tempo. Già, perché ci sono compagnie che realmente si preoccupano per non far filtrare nulla e altre che un po’ ci marciano e guadagnano dalla diffusione anticipata di materiali e informazioni strettamente riservate. Settimane prima che l’E3 2021 avesse inizio ecco che i leaker avevano già messo in moto la macchina dei leak così da anticipare alcuni degli annunci che, in alcuni casi, hanno avuto un riscontro positivo nel corso dell’evento a stelle e strisce. Logicamente si è andato a perdere l’effetto sorpresa che aleggia in questo periodo dell’anno, e che ha contribuito al piattume dell’Electronic Entertainment Expo.

Quando non ci si mettono di mezzo le “gole profonde” (non in quel senso) ecco che salgano in cattedra i mammasantissima (ancora, non nell’eccezione letterale del termine), ovvero i prezzomolini in ogni minestra che si lanciano in previsioni, soffiate, conferme, quando poi ne azzeccano una e ne sbagliano cento. Perlomeno la figura del leaker è coperta da un certo anonimato, nel caso di Jeff Grubb e Jason Schreier parliamo invece di due entità in carne e ossa che nelle ultime settimane ci hanno bombardato di anticipazioni che spesso non hanno colto nel segno. Manie di protagonismo? Carenza di attenzioni? Boh, vallo a sapere. Tutte queste anticipazioni, “pezzotte” o veritiere che siano, non hanno fatto altro che rendere l’E3 2021 meno interessante del solito.

Parliamo comunque di giornalisti professionisti che campano riportando notizie e scrivendo di videogiochi, ma il confine tra diritto di fare informazione e raccontare balle via tweet è piuttosto labile. Ma è chiaro che tra le anticipazioni dei leaker, la poca lungimiranza dei publisher e i chiacchiericci di persone come Grubb e Schreier hanno rovinato la sorpresa a molti. Tempo addietro l’E3 riusciva a sorprendere e a tirare fuori annunci clamorosi perché non c’era tutta questa corsa alle indiscrezioni e rumor; il click-bait era sconosciuto ai più e le varie conferenza erano terreno fertile in cui piantare i sogni degli appassionati di videogiochi.

Mario + Rabbids Sparks of Hope
Mario + Rabbids Sparks of Hope è stato svelato “inavvertitamente” da Nintendo prima di essere mostrato all’E3… o forse si è trattato di un errore voluto?

La premeditazione dei publisher

I leak, così come gli spoiler, andrebbero puniti con i lavori forzati e non smetterò mai di pensarlo. Però va detto che anche publisher come Ubisoft hanno le idee un tantino confuse: perché mostrare tanti dettagli di Far Cry 6 in un evento ad hoc invece di sfruttare la vetrina dell’E3? Altra domanda a cui è difficile dare una risposta, a maggior ragione se relativa conferenza non è stata poi così scoppiettante. Pure Nintendo ha ammazzato l’effetto sorpresa pubblicando in anticipo una pagina web in cui è stato svelato Mario + Rabbids Sparks of Hope, salvo poi rimediare quando il danno era ormai fatto. Errori premeditati o semplici sviste? Fatto sta che il Direct di Nintendo e l’evento Forward di Ubisoft non hanno per nulla impressionato.

E se il colosso giapponese e quello francese hanno sparato in anticipo alcune delle poche cartucce a disposizione, vogliamo dare davvero colpa all’E3 se il tutto ha perso di mordente e ogni cosa sa di già visto? Direi proprio di no, così come è da voltagabbana snobbarlo per organizzarsi il proprio evento quando per decenni l’Electronic Entertainment Expo ha permesso a Sony e compagnia bella di sfruttare la cassa di risonanza dell’E3 per incunearsi nei cuori degli appassionati videogiochi. Nei piani alti dell’azienda nipponica avranno fatto le loro valutazioni, supportate poi da scelte che gli stanno dando ragione e basta vedere i risultati ottenuti finora con PlayStation 5, però la strategia comunicativa continua a essere molto poco “4 the players” e assai “4 the profitto personale”.

Quindi la scusa che vede l’E3 essere un evento poco appetibile regge fino a un certo punto, dal momento che riesce a far registrare numeri importanti in termini di visualizzazioni. Guarda caso i momenti migliori dell’edizione appena trascorsa edizione sono stati quelli targati Microsoft e Devolver Digital, che si sono distinte appunto perché hanno sfoderato un mix di intrattenimento, qualità e quantità. Stiamo parlando di due publisher americani, a riprova che se fossero loro a gestire la baracca dell’E3 probabilmente la fiera losangelina tornerebbe a essere sinonimo di evento imperdibile, sotto molteplici punti di vista.

E3
La pandemia globale doveva rendere migliorare il genere umano e ha fallito miseramente, speriamo almeno che aiuti l’E3 di Los Angeles a riconquistare l’interesse perduto.

Un nuovo inizio è possibile (?)

Corna facendo, l’E3 2022 dovrebbe tornare alla sua classica formula in presenza in quel di Los Angeles. Un modo per lasciarci alle spalle due anni maledettamente complicati e in cui gli eventi in streaming sono stata l’unica strada (purtroppo) percorribile per mostrare al popolo videoludico le ultime novità del momento. Il bilancio sarà stato sicuramente positivo stando al numero di visualizzazioni e like ricevuti dagli show digitali, ma l’Electronic Entertainment Expo ha subito una flessione ancora più forte a causa degli stravolgimenti inerenti all’emergenza sanitaria, tanto da essere messo ancora più in discussione da una parte dei giocatori e della stampa specializzata. Di certo fare peggio dell’ultima edizione è un’impresa ardua, in termini di coinvolgimento, spettacolo e intrattenimento, quindi si prospetta un netto miglioramento ora che la città californiana potrà riempirsi di nuovo di appassionati e addetti del settore.

Dal canto mio continuo a non gradire particolarmente questo surrogato di cyber-emozioni digitali propinate durante gli eventi online, per cui mi auguro che il 2022 coincida con una nuova era “rinascimentale” per l’E3 di Los Angeles fatta di emozioni dal vivo, o comunque tangibili anche per chi seguirà l’evento via web. Non è facile rivoluzionare un format che necessita di cambiamenti anche importanti, d’altronde gli organizzati dell’evento non è che abbiano tanta scelta se vogliono renderlo di nuovo un punto fermo per il settore dell’intrattenimento videoludico. Lo streaming può aiutare laddove la presenza fisica non arriva, ma ciò non toglie che è possibile far coesistere i due mondi in maniera armoniosa e simbiotica. Poi magari il prossimo E3 lo seguirò proprio da casa, via streaming per giunta, sperando solo di non annoiarmi di nuovo. Perché a questo giro la colpa di un evento privo di mordente non mi sento di darla agli sviluppatori, ma l’anno venturo sarò il primo a puntare il dito contro di loro se l’Electronic Entertainment Expo si dovesse rivelare un flop colossale.