The Outer Worlds

The Outer Worlds

Dopo aver affrontato le creature di Alcione, siamo tornati sulla Terra col nostro verdetto del nuovo titolo di Obsidian Entertainment.

Quasi un anno fa, ero impegnato a esplorare nella Zona Contaminata del West Virginia di Fallout 76. Mentre rimanevo affascinato da quei panorami e affrontavo le creature più terrificanti, sentivo dentro di me come se mancasse qualcosa, una leggera nostalgia (canaglia) di quando stavo ore a girovagare per il mondo di gioco di Fallout 3 o New Vegas senza mai staccare gli occhi dallo schermo. Più proseguivo nella mia avventura, tra frustranti incontri mal calibrati dal gioco e la perpetua solitudine, più mi rendevo conto di sentirmi un estraneo a quella serie.

Come un fulmine a ciel sereno, Obsidian Entertainment annunciò un mese dopo, ai The Game Awards, il suo nuovo progetto The Outer Worlds. Gli sviluppatori ricordarono con un trailer il glorioso passato, dando subito un’idea di cosa i giocatori si sarebbero trovati davanti una volta distribuito il prodotto. La mia reazione a tale filmato fu genuina, spontanea, indubbia e mi sentii catapultato indietro nel tempo, come quando al ristorante ritroviamo gli stessi sapori dei piatti cucinati dalla nonna. Con lo stesso entusiasmo di nove anni fa, sono ripartito all’avventura e finalmente sono tornato, dopo aver salvato Alcione (o magari condannato), con il verdetto finale.

The Outer Worlds
Benvenuti su Alcione, colonia extra-mondo con gravi problemi di governabilità.

MIO EROE

La nostra epopea sulle colonie inizia quando un certo Phineas Welles riesce a trovare un’immensa nave coloniale alla deriva nello spazio. Il carico tuttavia non contiene beni materiali, ma bensì persone ibernate e Welles riesce a recuperare solamente il nostro personaggio prima di dover fuggire con il Consiglio alle costole. Raggiunto in piena sicurezza il suo laboratorio, lo scienziato ci libererà dalla criostasi, invitandoci ad aiutarlo al fine di liberare i restanti coloni e sconfiggere il Consiglio, l’ente a capo di tutte le operazioni su Alcione.

Come ogni GdR che si rispetti, l’avventura inizia creando il nostro personaggio. I ragazzi di Obsidian sono riusciti a realizzare un editor abbastanza completo che permette una buona personalizzazione. Tra i tanti parametri, fa anche capolino la possibilità di invecchiare il nostro personaggio, anche se fine a sé stessa e che in un titolo del genere sarebbe potuta essere sfruttata come l’invecchiamento negli GdR cartacei, dove l’anzianità garantisce esperienza nelle abilità, ma con un costo nelle caratteristiche. A parte ciò, ci ha fatto molto piacere rivedere le abilità numeriche, con tanto di vantaggi da assegnare.

The Outer Worlds
Anche se meno dettagliato degli ultimi Fallout, l’editor permette una buona diversificazione dell’aspetto.

Piccola menzione va fatta a tale sistema che non utilizza i classici punti da assegnare a piacere, ma obbliga il giocatore a pensare come gestirli: a ogni passaggio di livello vengono garantiti dieci punti da assegnare a delle macro-categorie fino a che quelle base non raggiungono il livello 50. Da quel punto ci si potrà specializzare nella singola abilità, avendo però sempre a disposizione lo stesso quantitativo di punti. Spendendo in un’abilità significa anche sbloccare dei bonus unici, come la possibilità di vedere all’interno di contenitori chiusi a chiave.

Molto positiva la presenza di vantaggi e difetti che garantiscono una diversificazione della nostra avventura. Lo sblocco dei primi sarebbe stato più interessante se fosse intervenuto il punteggio abilità associato, in modo da permettere al giocatore di specializzarsi al massimo. I difetti, di contro, sono un’aggiunta davvero interessante e talmente casuale da non essere una cosa da scartare banalmente quando si ha la possibilità di acquisirli. Questi infatti compariranno dopo aver compiuto la stessa azione per diverse volte, donando un punto vantaggio per un costo variabile. Durante la nostra prova ad esempio ci è stato offerta la possibilità di perdere alcuni punti attributo dopo aver ucciso un grande quantitativo di raptidon o rinunciare al 30% di movimento dopo aver subito diversi danni da caduta.

The Outer Worlds
I dialoghi tornano a essere parte centrale del gameplay.

SIAMO TUTTI AMICI

Nonostante il budget risicato rispetto a progetti precedenti (come Fallout New Vegas per l’appunto), Obsidian non si certo è risparmiata per quanto concerne i dialoghi con i NPC, che torna a essere una delle feature più importanti del gameplay. Un giocatore esperto di GdR infatti sa perfettamente che moltissime situazioni possono essere risolte tramite l’utilizzo della diplomazia piuttosto che della violenza e in molti casi The Outer Worlds consente di raggiungere opzioni meno drastiche, permettendo al giocatore di far unire addirittura due nemici mortali. Di conseguenza, non esiste un singolo approccio alle missioni e ognuno ha le sue sfaccettature che potrebbero addirittura cambiare pesantemente il resto della storia.

Vien da sé quanto sia importante il rapporto che il protagonista avrà con le varie fazioni. È possibile intraprendere relazioni positive con le varie parti che abitano le colonie di Alcione, senza mai scontentare praticamente nessuno, fattore che ci avrebbe fatto ponderare maggiormente il da farsi in ogni missione. Di base però dovrete scegliere tra liberare i vostri compagni ibernati o contribuire alla materialistica e opprimente politica del Consiglio.

Per quanto riguarda il quest design, Obsidian dimostra una perizia meticolosa nel districare l’avventura in tante ramificazioni, anche se spesso vi ritroverete a girovagare per ore nelle colonie senza essere andati avanti con la storia. La presenza massiccia di missioni secondarie, infatti, a volte fa dimenticare che ci sia una storia da seguire, anche perché ognuna richiede almeno una trentina di minuti per essere completata. C’è da dire che ognuna ha il suo fascino e la sua peculiarità e una volta completata, sentirete il bisogno di affrontarne un’altra.

The Outer Worlds
L’Inaffidabile funzionerà da base e da hub per spostarsi tra i vari pianeti.

CIÒ CHE CHIAMO CASA

Altro pilastro portante di The Outer Worlds è l’Inaffidabile, la nostra immensa nave presa dal defunto capitano Hawtorne che abbiamo malauguratamente schiacciato con la nostra capsula di salvataggio durante i primissimi istanti. Dall’interno è possibile spostarsi tra le varie aree e riposarsi nelle proprie stanze, abbellite da insegne e trofei a ricordo di quanto compiuto durante la nostra avventura.

Ad animare la plancia dell’Inaffidabile troveremo anche i nostri fedeli compagni, immancabili in un titolo del genere e fondamentali in alcune situazioni più spinose. Grazie alle loro capacità infatti, avremo a disposizione più possibilità di completare le missioni, senza dover per forza fare tabula rasa con la nostra mitragliatrice. Alcuni posseggono abilità oratorie avanzate mentre altri permettono di analizzare dettagli impossibili da scovare per il protagonista.

Andare in gruppo però ha i suoi svantaggi, legati specialmente all’intelligenza artificiale: troppe volte ho mancato un colpo a causa dei compagni che si infilavano sulla linea di tiro o mi sono fatto scoprire perché troppo lenti nel raggiungermi. Questo problema si sente soprattutto a difficoltà Supernova, dove ogni azione ha il suo peso e gli alleati possono morire permanentemente. Se si vuole evitare di perdere un amico a ogni incontro con una mantiregina, è possibile comandare di fermarsi in un punto o di utilizzare le abilità speciali, che consistono di attacchi devastanti che causano effetti negativi nell’avversario.

The Outer Worlds
A volte basta della sana cattiveria per farsi sentire su Alcione.

QUESTO FARÀ MALE

The Outer Worlds strizza l’occhio al passato, proponendo la sua versione di S.P.A.V., rinominato DTT. La Dilatazione Temporale permette infatti di rallentare il tempo e mirare con precisione alle varie parti del corpo, tuttavia tale sistema non è un semplice metodo per liberarsi velocemente degli avversari e a difficoltà più elevate diventa un ottimo strumento per la ricognizione. Se puntiamo un nemico durante l’utilizzo della DTT, verremo a conoscenza dei punti ferita e di altre informazioni, oltre a conoscere il tipo di menomazione che può essere inflitta agli arti. Inoltre più potente è l’arma, maggiore sarà la quantità di Dilatazione consumata, obbligandoci a essere parsimoniosi nel suo utilizzo.

Se invece volete scatenare un’inferno di proiettili, il titolo permette di scegliere tra moltissime armi. Oltre alle bizzarre armi da mischia, il giocatore avrà a disposizione tre tipologie di armi: leggere, a energia o pesanti. Ognuna è modificabile presso i banchi di lavoro sparsi per le mappe o all’interno dell’Inaffidabile e in quest’occasione potete addirittura cambiare il tipo di danni o di munizioni utilizzate.

BELLEZZE PERICOLOSE

Graficamente, Obsidian è riuscita a realizzare moltissimi scorci unici, fotografie da immortalare sul momento e da contemplare prima di farsi un bagno nel sangue dei nemici. Sia chiaro che The Outer Worlds soffre sul dettaglio e non sono mancati durante la prova i classici caricamenti di texture di armi e paesaggio o dei miseri bug, che però non hanno influito troppo sull’avventura. Allo stesso modo le animazioni facciali dei vari PNG non rendono giustizia all’espressività che magari potrebbero trasmettere con le loro parole.

Di contro va notificato lo sforzo degli sviluppatori di rendere l’atmosfera dissacrante e umoristica nei dialoghi, completamente in inglese ma con i sottotitoli in italiano. In molte occasioni vi domanderete dove l’interlocutore vorrà andare a parare e non sempre la conclusione è scontata, indice dell’abilità di Obsidian di creare tante piccole storie che dipingono però l’opprimente mondo di The Outer Worlds.

The Outer Worlds
The Outer Worlds
GIUDIZIO
The Outer Worlds è la conferma che i giocatori delusi dagli ultimi Fallout stavano cercando. Obsidian dimostra di saper realizzare un buon GdR senza dover per forza stravolgere le carte in tavola grazie a un titolo che ci fa tornare a nove anni fa, quando esploravamo il Mojave di New Vegas. Non parliamo certamente del gioco definitivo, ma non possiamo fare altro che consigliare a tutti gli amanti del genere (e non) di farsi una scampagnata per Alcione.
GRAFICA
8
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
8
PRO
Molti modi per concludere una missione
I dialoghi tornano a essere parte centrale del gameplay
Scorci e ambienti mozzafiato
CONTRO
Alcune componenti sarebbero potute essere più complete
Le missioni secondarie potrebbero distrarre dalla principale
8.5
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