Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077, chi troppo vuole nulla stringe?

La mastodontica opera videoludica di CD Projekt Red ha tantissimo da offrire, ma a quale prezzo?

Cyberpunk 2077 è vivo e vegeto, come confermato dai fortunati colleghi che hanno avuto modo di provarlo con mano nelle scorse settimane. La stragrande maggioranza di essi è rimasta più che soddisfatta dal primo contatto ravvicinato con Night City, non sono però mancati dubbi su alcuni aspetti del gioco come il sistema di combattimento corpo e corpo e qualche dettaglio grafico fuori posto.

Ma come, uno dei giochi più attesi della generazione ha avuto il coraggio di prestare il fianco a qualche critica? Il quesito che vi abbiamo sottoposto non è nient’altro che un’insinuazione provocatoria che non vuole mettere in discussione l’operato dei talentuosi sviluppatori europei, bensì mira a comprendere se Cyberpunk 2077 potrebbe diventare ostaggio delle sue stesse promesse, dirette e indirette. Come dicevamo, qualche perplessità è serpeggiata tra gli addetti ai lavori ma anche per chi aspetta Cyberpunk 2077 con trepidante attesa, segno che anche i filmati pubblicati in occasioni dell’evento digitale Night Wire non hanno convinto pienamente.

Cyberpunk 2077
Night City sarà così bella anche nella versione finale?

L’ultimo rinvio in ordine di tempo, che ha spostato la data di uscita dal 17 settembre al 19 novembre, non ha propriamente rimodulato al ribasso le alte aspettative ma ha in un certo senso ha reso più “umano” il gioco in sviluppo presso la software house polacca. Fino al recente hands-on non era ben chiara la reale portata del gioco e quanto mostrato dagli sviluppatori nel corso delle fiere di settore ci ha lasciato spesso a bocca, rapiti come eravamo da un gioco così ben architettato e incredibile da sembrare un sogno a occhi aperti. Granitico dal punto di vista grafico, celestiale artisticamente, un gameplay poderoso e una struttura narrativa inarrivabile, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla presenza digital-olografica di un signor Attore (appunto, con la A maiuscola) come Keanu “Breathtaking” Reeves.

Nessuno sta affermando che la versione definitiva (o post-lancio) di Cyberpunk 2077 non riesca a soddisfare tutti i punti sopracitati, siamo i primi a fare il tifo per CD Projekt Red e non a caso abbiamo dedicato al gioco anche una delle nostre Cover Sotry. Il doppio rinvio del gioco, che inizialmente sarebbe dovuto arrivare sugli scaffali il 16 aprile scorso, è lì a testimoniare che il team di sviluppo vuole limare tutti i difetti e rendere l’esperienza di gioco in linea con i canoni estetici e ludici a cui ci hanno abituato gli autori della serie The Wircher. Quello che però preoccupa sono alcune indiscrezioni che parlano di non pochi problemi tecnici causati dalla potenza limitate di PlayStation 4 e Xbox One. Se a queste voci di corridoio aggiungiamo alcune imperfezioni dovute al naturale processo di sviluppo, oltre ai difetti menzionati più volte in precedenza, allora ecco che inizia a suonare qualche campanello d’allarme, seppur in maniera flebile.

Si spera vivamente che anche su questa generazione Cyberpunk 2077 sia assolutamente godibile dal primo all’ultimo istante di gioco, a meno che i problemi riscontrati dagli sviluppatori non siano stati causati proprio dall’impossibilità da parte loro di realizzare al meglio la propria ora su hardware ormai spremuti al limite. A quanto pare la demo fatta provare negli uffici milanesi di Bandai Namco ha inondato i redattori di nomi, informazioni ed elementi che hanno in alcuni casi disorientato chi ha testato il gioco. Va detto che gli sviluppatori implementeranno poi un tutorial che ci guiderà per mano su Night City, però questa abbondanza si ricollega proprio al tema centrale da noi sollevato. C’è forse il rischio che nell’abbondanza di contenuti si possa perdere qualcosa in termini di qualità e che più di un elemento venga inserito per fare numero, per poi non funzionare come si deve?

Cyberpunk 2077
Pochi dubbi invece sulla colonna sonora, le tracce di Cyberpunk 2077 saranno una goduria da ascoltare.

E in Cyberpunk 2077 di carne al fuoco ce n’è tanta, tra gli aspetti ruolistici, le sezioni hacking e dialoghi in quantità industriale. Sono solo supposizioni che lasciano il tempo che trovano, però nell’ultimo periodo l’action RPG a tema cyberpunk ha subito un paio di sottrazioni piuttosto che di addizioni. La rimozione di alcune caratteristiche come l’uso della metropolitana e l’abolizione della corsa sui muri potrebbero suggerire che il progetto iniziale, quello che ci ha ammaliato come il canto di una sirena, potrebbe essere differente nella sua veste finale. Non proprio un downgrade di tipo grafico o di contenuti, ma piuttosto concettuale e che ha riportato i ragazzi polacchi con i piedi per terra. Rivedere le aspettative, ecco. Una cosa normale, del tutto umana e che simboleggia una sorta di umiltà ritrovata, specie in un settore che da diversi anni taglia contenuti inizialmente programmati o è costretto a scendere a compromessi per far quadrare i conti o per problematiche sopraggiunte in un secondo momento.

D’altronde tutti noi ci accingiamo a fare castelli in aria, tiriamo fuori tantissime idee valide e che inizialmente riusciamo ad applicare ottimamente, salvo poi capire che non tutto è realizzabile come vorremmo e che qualche difetto verrà fuori comunque. Non saremmo sorpresi se anche CD Projekt Red avesse mirato un po’ troppo in alto. Ciò non toglie che Cyberpunk 2077 ha tutte le carte in regole per essere il capolavoro indiscutibile di questa generazione, o addirittura sorprenderci ben oltre le nostre più rosee aspettative. Immaginate che pressione devono avere addosso tutti coloro che lavorano attualmente su gioco, nonostante parliamo di un’azienda immensa e con una certa esperienza nel fabbricare giochi di un certo spessore, roba da mandare in crisi anche gli sviluppatori più navigati. E considerando la natura importante del progetto, chi sta plasmando al meglio Night City di difficoltà deve averne comunque incontrate se dall’uscita iniziale fissata per il 16 aprile si è poi passati al 19 novembre, ovvero sette mesi dopo, mica un paio di settimane!

Cyberpunk 2077 sarà quindi vittima del suo stesso hype? Forse questa previsione è oltremodo esagerata perché l’opera videoludica di CD Projekt Red ha dei valori produttivi altissimi, però non si può dare per scontato che tutte le sue componenti saranno all’insegna della qualità assoluta. Qualche sbavatura è ovviamente preventivabile, così come potrebbero esserci anche dei difetti più o meno penalizzanti, ma questo fa parte del gioco e la perfezione è un concetto talvolta utopica, anche se certe volte qualcuno vuol far credere che questa possa essere raggiunta facilmente. Di tempo per tirare a lucido un titolo così complesso c’è tutto, a maggior ragione dopo il nuovo rinvio, quindi la nostra visione ottimistica ci fa ben sperare nell’ottima riuscita di Cyberpunk 2077.

Cyberpunk 2077
A parte i combattimenti corpo a corpo un po’ leggerini, il resto del gameplay appare abbastanza solido.

E se invece lo spostamento al 19 novembre non nascondesse la volontà di lanciare il gioco in concomitanza con l’arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X? Certo, la pandemia ha scombussolato i piani dell’intera industria videoludica, e i difetti riscontrati durante la prova della demo di sicuro erano tangibili e richiedono di essere corretti, ma questa ipotesi non sarebbe da escludere a priori. Sappiamo per certo che Cyberpunk 2077 sarà giocabile sin da subito anche su console next gen, con migliorie grafiche dovute ad hardware più performanti, mentre versioni dedicate alle nuove macchine da gioco arriveranno nel 2021 e resta da capire se saranno soltanto di tipo tecnico o se porteranno contenuti aggiuntivi rispetto a quelli presenti su Xbox One e PlayStation 4.

La speranza con l’avvento delle console next gen è proprio quella di vedere all’opera giochi che non finiranno col subire grossi ridimensionamenti, in grado così di permettere ad aziende come CD Projekt Red, Naughty Dog e Rockstar Games di dare libero sfogo alla propria creatività. Tutto questo senza dunque rinunciare alla visione originale ed evitando di disilludere i giocatori con trailer suggestivi e da sogno, per poi fare i conti con la dura realtà dei compromessi. Resta però sempre valida la regola che il troppo stroppia, o come suggerisce il titolo del nostro speciale, che chi troppo vuole nulla stringe.