PlayStation 4

Sony e PlayStation 5, tra carte coperte ed errori di comunicazione

Il reveal della nuova console Sony procede troppo a rilento, ma è la strategia giusta?

Cinquantadue lunghissimi minuti. Slide, dati, equazioni e numeri sciorinati con una freddezza matematica, quella che Mark Cerny ha sfoderato in mondovisione sull’etere digitale. Una presentazione tecnica, capace di compiacere chi ha una certa dimestichezza con frequenze di aggiornamento, supporti di archiviazione e TeraFLOPS. Un monologo tedioso e poco interessante per chi invece alla teoria dei numeri preferisce l’atto pratico, inteso in questo caso come vedere PlayStation 5 in azione.

Ho seguito l’evento indetto da Sony, mentre battevo gli ultimi caratteri della recensione di Nioh 2 pubblicata nella mattinata di ieri, buttando di tanto in tanto un occhio alla diretta streaming. Ammetto di essermi annoiato come non mi capitava dalle lezioni di algebra della professoressa Casalini, ma io con la matematica ho un rapporto assai complicato, anche se ciò non spazza via l’amarezza di non aver visto né il design di PlayStation 5 né le funzionalità annunciate mesi fa come il feedback aptico del controller.

Numeri, numeri e ancora numeri. Che barba, che noia….

Ci si aspettava da Sony una risposta concreta dopo le recenti buone nuove da parte di Microsoft, ma il vecchio (inteso come veterano) Mark Cerny ha replicato in tutt’altra maniera. Perché limitarsi a presentare soltanto le specifiche tecniche di PS5, che tra l’altro denotano una potenza inferiore a quelle di Xbox Series X? Non conosco le strategie di Sony in merito, ma ammetto di trovare questa domanda piuttosto sensata, legittima, figlia dei dubbi che sono emersi in quella che doveva essere una presentazione in grado di fornire certezze. Così non è stato.

L’altro interrogativo che mi sono posto invece riguarda il motivo di questa precisa scelta comunicativa, che non ha dato i frutti sperati. Con meno numeri e più concretezza l’azienda giapponese avrebbe riacceso un entusiasmo generale che gli ultimi tristi avvenimenti hanno purtroppo sopito, specie in un paese come l’Italia che da anni supporta il brand PlayStation. Peccato.

Xbox Series X
Microsoft ha già da tempo svelato le sue carte mostrando funzionalità, specifiche e design di Xbox Series X.

L’eterna console war tra Microsoft e Sony assume sempre più i crismi di una partita di poker in cui Phil Spencer ha mostrato già il suo tris d’assi nell’andare in all-in, mentre Mark Cerny prende tempo e riflette. Quali sono le carte del colosso giapponese? A meno di clamorosi assi nella manica, mai modo di dire è stato più azzeccato, il tris di cinque sembra al momento poco efficace, ma è anche vero che sul tavolo c’è ancora da svelare il turn e il river, con Sony che dalla sua ha ancora due carte coperte, tanto per rimanere in tema. Parlando di specifiche tecniche PlayStation 5 ha un hardware inferiore a quello proposto da Microsoft, proprio come era accaduto tra PlayStation 4 Pro e Xbox One X.

Ma la potenza può essere un fattore marginale se non sfruttata a dovere, o se le esclusive di rilievo approderanno sulla console rivale. A preoccupare, piuttosto, è la strategia comunicativa di Sony, messa in atto già da qualche anno con il boicottaggio dell’E3 e proseguita fino alla riluttanza di svelare nuove informazioni su PlayStation 5. Dove sono finiti quell’esuberanza e quell’entusiasmo che ha accompagnato tre generazioni di console?

È chiaro che i ruoli si sono invertiti, con Microsoft che ha fatto tesoro della lezione imparata a caro prezzo con la disastrosa presentazione di Xbox One, con tanto di sfottò da parte di Sony su quelle caratteristiche (prezzo, connessione a internet obbligatorio e DRM online) che hanno rappresentato il punto debole di Microsoft, piuttosto di essere quello di forza.

E pensare che a inizio generazione l’esuberanza di Sony l’ha portata spesso a prendere in giro i rivali di Microsoft, facendo ironia anche sulle istruzioni sul come prestare i propri giochi usati.

Da Sony possiamo aspettarci tutto, questo mi preme sottolinearlo, ma la sensazione che si respira nell’ambiente è di una compagnia che sembra temporeggiare, forse perché presa in contropiede da Microsoft, in attesa di una contromossa giusta per ribaltare il gioco. Ma ora è Microsoft a ridere bonariamente, non solo perché consapevole di aver imboccato la strada giusta dopo una generazione a metà tra il fallimento dei primi anni e il successo dell’ultimo periodo. In questo caso Sony piange e Microsoft ride, tanto per rivisitare (e ribaltare) in chiave tecnologica una rivalità che in epoca antica vedeva coinvolte Sparta e Atene (“Se Atene piange, Sparta non ride“).

Ma forse c’era da aspettarsela una presentazione tecnica e teorica, perché quel “Road to PS5” possiamo rileggerlo oggi come un viaggio a scaglioni alla scoperta di quella che sarà la nuova ammiraglia di casa Sony. Posso dedurre, non so quanto brillantemente, che ci saranno altre tappe (o anche soltanto una) in cui altre caratteristiche, funzionalità e design dell’hardware verranno svelate con approfondimenti ad hoc. Solo allora si potranno tirare le somme e decretare il vincitore dello showdown finale (anche se le somme si tireranno a fine generazione, come sempre), fermo restando che la prima di tante partite si decideranno anche sul piano della data di uscita e, soprattutto, sul prezzo con cui Xbox Series X e PlayStation 5 arriveranno sugli scaffali.

Gli errori in fase di comunicazione che Sony sta commettendo con PS5 potrebbero dare un grosso vantaggio a Xbox Series X, per la gioia di Microsoft.

Addetti ai lavori e appassionati di videogiochi, spettatori interessati e in attesa di votare per uno o per l’altro candidato, non possono fare altro che fare supposizioni, esprimere la propria sul web, e chiaramente aspettare di ricevere maggiori dettagli per placare la fame di next gen che alberga in ognuno di noi. La speranza è che in virtù delle critiche ricevute nella giornata di ieri, a cui è seguito anche un brusco calo delle azioni della compagnia nipponica, Sony cerchi di migliorare nell’ambito comunicativo facendo chiarezza sulle sue strategie per la nuova generazione, che nel giro di qualche mese (corna facendo) sarà accolta con entusiasmo dai giocatori di tutto il mondo.

E, con questo chiudo tale parentesi, nella vita (così come nel poker) per battere un avversario sono necessari due requisiti: avere in mano delle buone carte e saperle giocare. Ora sta a Sony impegnarsi a ribaltare quelli che sono i primi pronostici che danno per favorita la concorrenza, perché Microsoft ha acquisito consapevolezza proprio imparando dai suoi errori e ha tra le mani un hardware di tutto rispetto. Al colosso giapponese servirà quindi una strategia impeccabile per riuscire a far bene con carte che (al momento) non sembrano poi così vincenti. Chi osa vince, così come nella vita, così come nel poker.


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