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Alla scoperta di Assassin’s Creed: Valhalla

A pochi giorni dall'annuncio ufficiale ecco quali sono le caratteristiche principali del nuovo capitolo della serie.

La saga di Assassin’s Creed non ha bisogno di grandi presentazioni: quella degli assassini è una delle epopee di maggior successo delle ultime due generazioni di console, con alti e bassi capaci in alcuni momenti di minare il successo della serie. Dopo il flop di Assassin’s Creed: Syndicate, Ubisoft ha infatti tracciato una linea netta, prendendosi più tempo per lo sviluppo del titolo successivo e rinnovando parecchio il sistema di gioco.

Gli ultimi due capitoli, Assassin’s Creed: Origins e Assassin’s Creed: Odissey rappresentano di fatto una svolta per la serie, strizzando l’occhio a un sistema decisamente più da GDR che ha più che mai spaccato la comunità dei fan degli assassini: se da un lato la qualità degli ultimi capitoli è indiscutibile, sia in termini tecnici che narrativi, non tutti hanno apprezzato la deriva ruolistica della serie.

Ed è su questo background che le indiscrezioni sul nuovo capitolo sono diventati sempre più insistenti nel corso dell’ultimo anno, con una ambientazione vichinga che ha trovato sempre più conferme fino all’annuncio ufficiale di pochi giorni fa. Il nome di cui si era parlato inizialmente era Assassin’s Creed: Ragnarok, ma la sostanza non è cambiata più di tanto. Ora che Assassin’s Creed: Valhalla è finalmente realtà non ci resta che capire cosa aspettarci da questo nuovo attesissimo capitolo.

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L’ambientazione vichinga non è certo un’anteprima assoluta in ambito videoludico: basti pensare al capolavoro che è stato God Of War in casa Sony, ma anche in altri settori dell’intrattenimento tale scelta si è rivelata una carta vincente, e le similitudini tra il trailer mostrato da Ubisoft e la serie televisiva Vikings ne sono la prova. Un’ambientazione affascinante, ricca di spunti storici con una sfumatura di sovrannaturale che riprende il filo del discorso partendo dalle divinità di Origins e passando dalla mitologia greca di Odissey.

I numerosi team di sviluppo capeggiati da Ubisoft Montreal promettono una scrupolosa attenzione nel ricreare la cultura e le usanze del popolo vichingo, descritto come barbaro e senza valori etici e morali, concentrandosi invece proprio su quest’ultimi. Ripercorreremo dunque le vicende di Eivor, con la possibilità di scegliere, in modo analogo a quanto già visto in Assassin’s Creed: Odissey, se vestire i panni di un protagonista maschile o femminile. Condurremo il nostro popolo alla conquista dell’Inghilterra, in una ambientazione che vedrà alcune città maggiori come Londra e l’attuale York, affiancate da numerosi villaggi più piccoli.

Sarà poi possibile spostarsi dalle verdegginati colline dell’Inghilterra alle gelide coste norvegesi, sia nelle fasi iniziali e in quelle avanzate di gioco, con il classico sistema di spostamento navale che non sembrerebbe però includere delle vere e proprie battaglie come quelle affrontate in Black Flag o nello stesso Odissey. I vichinghi non erano infatti grandi combattenti in mare e utilizzavano le navi esclusivamente per gli spostamenti marittimi.

Il “ruolo” degli Assassini

I fan di vecchia data che speravano in un ritorno alle origini della serie dovranno mettersi l’anima in pace, perchè Assassin’s Creed: Valhalla non abbandonerà la struttura GDR, anzi. Nonostante l’abbandono della progressione per livelli, il team di sviluppo ha assicurato una maggior profondità dell’esperienza ruolistica, con la possibilità per il giocatore di effettuare scelte che si ripercuoteranno sullo svolgimento della storia e sul mondo di gioco.

La speranza è che l’assenza di una progressione per livelli non influisca sul livello di difficoltà generale. Chi ha vestito i panni di Ezio Auditore ricorderà gli scontri in netta inferiorità numerica che non mettevano mai in difficoltà il giocatore, capace sempre e comunque di volgere le sorti dello scontro a suo favore semplicemente contrattaccando con il giusto tempismo.

Negli ultimi due capitoli le meccaniche erano completamente cambiate, e ingaggiare un nemico con un livello superiore al nostro poteva facilmente portarci alla morte. D’altro canto ci si trovava spesso dinanzi alla forzatura di “raccattare” punti esperienza con tutte le attività possibili per cercare di adeguare il nostro livello a quello dei nemici, o al contrario di lasciarci rapire da attività secondarie per poi affrontare missioni principali poco stimolanti con nemici al di sotto del nostro livello.

Eivor, l’orgoglio vichingo

Parlando del sistema di combattimento, Assassin’s Creed: Valhalla consentirà a Eivor di impugnare due armi contemporaneamente: si potrà trattare di due asce, ma anche di un paio di scudi, oltre alla presenza dell’immancabile lama celata. Qualcuno ha fatto notare come questo approccio al sistema di combattimento possa indicare una possibile preferenza verso gli scontri a viso aperto e non delle fasi stealth che da sempre contraddistinguono il modo di agire degli Assassini incappucciati.

In attesa di ulteriori video di gameplay è impossibile esprimersi a riguardo, ma restiamo fiduciosi sul fatto che Ubisoft non abbia rinunciato all’elemento più importante per gli Assassini, ovvvero “agire nell’ombra per servire la luce”. D’altro canto è sufficiente dare uno sguardo ai titoli del passato per scoprire come anche nei primi titoli della saga non mancassero scontri molto cruenti, caratterizzati da battaglie storiche, come nel caso della rivoluzione americana di Assassin’s Creed III o la Rivoluzione francese di Assassin’s Creed: Unity.

I mesi che ci separano dalla nuova avventura di Eivor sono ancora tanti, l’uscita di Assassin’s Creed: Valhalla è infatti prevista per la fine del 2020, e arriverà anche sulle console di nuova generazione con un titolo che è dunque a tutti gli effetti cross-gen. Il conto alla rovescia però è gia iniziato.