The Cosplayer #1 - Jacob Frye - Fred Props

The Cosplayer #1: Intervista a Fred Props, il Jacob Frye di AC: Syndicate

Come nasce la riproduzione di un costume o un oggetto, come ad esempio le armi di Destiny o i gadget di Assassin’s Creed: Syndicate? Quali sono le fasi di progettazione e sviluppo?

Solitamente si parte da uno studio preparatorio: ci si arma di santa pazienza, il maggior numero di immagini di riferimento e il classico blocknotes. Si appunta ogni dettaglio di cui tener conto, dalla presenza di alcuni elementi (quali le viti, ad esempio) fino al luogo in cui il costume dovrà essere esposto. Se devo realizzare un cosplay da portare a Lucca Comics, dove la percentuale di precipitazioni è del 130% (!), di certo non andrò a realizzare il costume in cartapesta ma in materiali che non temono l’acqua. Una volta presi gli appunti, si realizzano i cartamodelli e, conclusa questa fase (che io ho ribattezzato “mente locale”), si va alla ricerca dei materiali più adatti, in base al proprio budget, agli spazi di lavoro e mezzi a disposizione. È chiaro che in base alla materia prima in possesso, ci saranno o meno dei compromessi con cui fare i conti. Una volta che si hanno in mano i progetti e i materiali, si inizia finalmente a realizzare il lavoro vero e proprio.

Malvagio Karma e Falconotte Celestiale sono le ultime creazioni di Fred Props a tema Destiny.
Malvagio Karma e Falconotte Celestiale sono le ultime creazioni di Fred Props a tema Destiny.
Quanto tempo può richiedere la creazione di un singolo personaggio e relativi accessori?

Dipende dall’entità del progetto: un costume può richiedere 20 ore di lavoro come anche 200! Per realizzare il mio Dovahkin, ho impiegato 25 ore di lavoro, mentre per portare a termine il mio Iron Man ne ho spese più di 100. La quantità di tempo dipende molto anche dalla propria esperienza e dai mezzi che si devono maneggiare: tagliare il legno a mano o con un seghetto alternativo sono due cose molto diverse, e richiedono giocoforza tempistiche ben differenti. Poi, chiaramente, la prima volta che si sperimenta con dei nuovi materiali si tende a essere più cauti e soggetti a errori, quindi è fisiologico perdere più tempo.

Cosa pensi dell’improvvisa esplosione del fenomeno cosplay? Converrai con me che, almeno fino a pochissimi anni fa, si limitava a essere una passione decisamente di nicchia, di cui molti arrivavano addirittura a vergognarsi, salvo poi diventare un vero e proprio fenomeno di massa.

L’avvento di Internet ha chiaramente creato tanti canali per acquisire rapidamente popolarità. Prendiamo YouTube: ogni mese nascono decine di nuovi YouTuber, molti con personaggi studiati a tavolino solo per ottenere un po’ di notorietà. Allo stesso modo, il cosplay ha creato moltissime figure che puntano a diventare famigerate attraverso scatti più o meno succinti, senza impegnarsi più di tanto nella creazione di costumi e accessori, ma piuttosto commissionandoli o acquistandoli direttamente online. Ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio, in quanto la maggior parte di queste persone vede il cosplay come semplice divertimento e non come arte.

Poi c’è un’altra categoria, quella dei cosplayer competitivi. Si tratta di persone che puntano esclusivamente a partecipare (e vincere) le gare, per dimostrare agli altri di essere i migliori. Per quanto mi riguarda, non è qualcosa che può necessariamente rovinare l’ambiente generale, perlomeno fino a che il loro comportamento non inizia a creare malumori nell’ambito della community. Il mio approccio è un po’ differente: in primis adoro creare e dar vita a costumi, oggetti e personaggi con le mie mani. Ho un carattere molto egocentrico che mi spinge a partecipare sì alle gare, ma solo per compiacermi nel vedere la gente stupefatta e interessata alle mie creazioni, senza pretese di dover vincere ogni singolo contest. Certo, mi rendo conto che per molti l’egocentrismo potrebbe essere visto come un difetto, ma se può essere uno stimolo per migliorarmi e superare i miei limiti giorno dopo giorno, allora perché semplicemente non accettarlo?

Poteva forse manca un cosplay dedicato a The Elder Scrolls V: Skyrim?
Poteva forse mancare un cosplay dedicato a The Elder Scrolls V: Skyrim?
Quali sono, a tuo avviso, i fattori che hanno contribuito a questo cambiamento? La crescente diffusione dei videogiochi, la maggiore concentrazione di film e serie TV legate al mondo dei fumetti (divenuti dunque più popolari), quanto ha inciso sull’accettazione e diffusione dei cosplayer?

A mio avviso, il più grande elemento ad aver fatto espandere il movimento dei cosplayer è stato Internet. L’aver sdoganato le fiere attraverso la diffusione di foto e video sui social network è stato certamente il fattore cruciale; inoltre, le VIP dell’ambiente (il cosplay è fatto prevalentemente di donne, gli uomini sono purtroppo ben pochi) sono diventate veri e propri punti di riferimento, capaci di smuovere le masse a ogni singolo evento. Non sempre si tratta di una cosa positiva, in quanto spesso e volentieri ci si trova di fronte a persone con un fisico da urlo ma senza un vero talento artistico. La maggior popolarità dei videogiochi, passati dall’essere un settore di nicchia a uno dei traini dell’intrattenimento digitale, ha portato moltissime persone a voler immedesimarsi nel proprio personaggio preferito, me in primis.