Assassin's Creed Valhalla

Assassin’s Creed Valhalla

La dura e avventurosa vita dei vichinghi secondo Ubisoft Montreal.

La saga di Assassin’s Creed non ha bisogno di tante presentazioni. Rappresenta infatti uno dei brand più importanti e influenti delle ultime generazioni di console, con un successo clamoroso di vendite e marketing. Il simbolo degli assassini è diventato ormai qualcosa di riconoscibile, così come alcuni dei claim propri della tradizione fin dai suoi primi capitoli. Inevitabilmente, però, dalla sua prima uscita nel 2007, Ubisoft ha dovuto affrontare ritocchi piuttosto importanti alla sua formula vincente, arrivando addirittura agli sconvolgimenti profondi della struttura di gioco apportati nell’ultimo corso della serie, con l’uscita di Assassin’s Creed Origins nel 2017.

In precedenza, Syndicate è stato uno dei capitoli più controversi, portando pubblico e critica a credere quasi che il mondo degli assassini fosse giunto al suo inevitabile capolinea. Ubisoft ha dunque intelligentemente scelto di tirare il fiato, interrompendo la pubblicazione che era diventata praticamente annuale, con un conseguente calo della qualità dei titoli. Il risultato è stato un titolo splendido, che ha riportato i giocatori di tutto il mondo a indossare il cappuccio degli assassini, apportando una struttura mutuata dai GdR che ben si è adattata a svecchiare un gameplay ormai stantio e che aveva bisogno di una diversa profondità. Il trend è proseguito nel 2018 con Odissey, con una struttura ruolistica ancora più marcata che però aveva fatto storcere il naso ai sostenitori di vecchia data, pur regalando ancora una volta un gioco dai solidi contenuti.

Dopo l’Egitto dei faraoni di Origins e la mitologia greca di Odissey, Ubisoft cambia ancora una volta le carte in tavola, portando la saga nel suggestivo mondo della mitologia norrena, al tempo delle invasioni vichinghe in Inghilterra, tra l’VIII e il XI secolo D.C. Un’ambientazione inedita per la serie, ma che abbiamo apprezzato negli ultimi anni nelle sue riproduzioni videoludiche e non. Basti pensare al capolavoro made in Santa Monica con God Of War, o la serie televisiva Vikings, subito alla mente di tutti fin dai primi trailer di Assassin’s Creed Valhalla. Non resta dunque che entrare nell’Animus e immergerci nell’ennesima ricostruzione storica di Ubisoft, carichi di aspettative e di speranze, intensamente alimentate dall’arrivo sul mercato delle nuove console di Microsoft e Sony.

Assassin's Creed Valhalla
Einor è il protagonista di un’avventura dai tratti mitologici che lo porterà a vagare dalla Norvegia all’Inghilterra.

CASA, FREDDA CASA

Il viaggio di Assassin’s Creed Valhalla parte dalle fredde terre norvegesi, terra ostica e inospitale che vede la più classica faida tra clan rivali al centro della nostra storia, in un inizio registicamente impeccabile e dal forte impatto emotivo. Un Eivor poco più che bambino partecipa infatti a un banchetto che cementa la solidità del clan del Corvo, prima che la sua vita venga sconvolta in maniera improvvisa e cruenta. L’aspetto piuttosto neutro del giovanissimo Eivor è giustificato da una delle novità che abbiamo modo di apprezzare fin dai primi istanti di gioco, peraltro perfettamente inserita nel contesto generale della serie. Se in Odissey potevamo scegliere se vivere la nostra avventura nei panni di Alexios o Cassandra, in Valhalla Eivor potrà essere sia uomo che donna, con la possibilità di cambiare in qualsiasi momento o scegliere una modalità automatica che scelga di volta in volta se metterci a disposizione un Eivor donna o uomo, a causa di una sovrapposizione nel DNA dell’Animus.

Una trovata funzionale a livello di gameplay e perfettamente integrata nella lore di Assassin’s Creed. La cura maniacale di Ubisoft nella realizzazione dei periodi storici e le culture a cui fa riferimento non è certo una novità, ed è anzi una caratteristica della serie. Le avventure di Ezio Auditore, icona della saga, non possono infatti prescindere dall’Italia rinascimentale, così come l’ascesa di Bayek non può essere scissa dalla mitologia egizia e dalle prove degli dei o dai fantasmi dei faraoni. Non è una sorpresa dunque trovarci davanti a una ricostruzione storica e culturale così accurata: dalle acconciature e alle barbe tipiche dei vichinghi, fino ai banchetti nelle case lunghe con rozzi boccali di birra, passando all’architettura delle case lunghe e la perfetta realizzazioni delle drakkar, barche lunghe usate dai popoli nordici ma esclusivamente per gli spostamenti e mai per battaglie anfibie. Non mancano riferimenti importanti anche alla mitologia, da Odino a Thor, con aspetti di cui però preferiamo non svelarvi nulla.

UNA STORIA NELLA STORIA

L’inizio nelle terre norvegesi caratterizza le prime ore di gioco, con un ritmo che dopo l’inizio dall’alto impatto emotivo rallenta in maniera sensibile, e ci vorranno diverse ore prima di tornare a provare emozioni forti. Ore nelle quali potrete esplorare il territorio di Fornburg e dintorni, alla ricerca dei molti segreti e opportunità che la terra ha da offrire. Nelle prime ore scopriremo poi il legame e l’incontro, quasi casuale, tra Eivor e il mondo degli assassini, che ci porterà in dono la famosa lama celata, arma distintiva della setta degli assassini. La disputa secolare tra Assassini e Templari, o per essere più precisi tra gli Occulti e l’ordine degli Antichi, rimane sullo sfondo piuttosto a lungo, per esplodere poi in maniera netta nella seconda parte di una lunghissima campagna. Le vicende norvegesi porteranno il nostro protagonista e la sua gente a lasciare la terra natia, alla ricerca di maggiore fortuna nei territori Inglesi, terra meno rigida ed ostile, con maggiori opportunità e ricchezze da razziare in pieno stile vichingo.

Ed è proprio dal nostro approdo in terra di Mercia che entriamo nel cuore della nostra storia, con un piccolo villaggio da far crescere e sostenere, con l’aiuto di alleanze preziose in un regno così frammentato e diviso. Ci divideremo dunque tra razzie utili a far crescere il nostro villaggio e ampie storyline alla ricerca di preziose alleanze, tra battaglie epiche, intrighi di corte, oscure profezie e tanto altro. Il tutto in una storia bellissima, avvincente e convincente, di cui preferiamo dirvi poco o nulla lasciandovi il piacere della scoperta. Una trama peraltro impegnativa, perché sarà quasi impossibile completare la campagna principale in meno di 40 ore, a meno di sessioni furiose che però mal si addicono a un titolo da godere e giocare con tutto ciò che ha da offrire, con la sua esplorazione, le sue missioni secondarie e le attività di “svago”.

GIOCO FUORI RUOLO

Gli elementi ruolistici introdotti in Origins e approfonditi in maniera netta con Odissey hanno contribuito a rinnovare una formula di gioco che era parsa ormai superata, ma avevano fatto storcere il naso agli appassionati della prima ora, mostrando peraltro qualche problema di bilanciamento. Ci si ritrovava spesso infatti ad affrontare una lunga serie di missioni secondarie per raggiungere il livello di potere necessario al fine di proseguire la quest principale, con una meccanica che andava ad appesantire l’incedere della trama. Ubisoft ha dunque deciso di smussare gli angoli, mantenendo una struttura da gioco di ruolo che ora però è più libera ed accessibile. Viene mantenuto il livello di potere solo ed esclusivamente per il personaggio, ma in maniera diversa rispetto al passato. L’accumulo di esperienza ci darà infatti dei punti talenti da spendere in un gigantesco albero delle abilità che si sviluppa in decine di ramificazioni riconducibili allo stile dell’orso, del lupo o del corvo, in base al nostro stile di gioco.

Ogni punto speso aumenta il nostro livello di potere, incrementando statistiche e sbloccando in alcuni casi anche delle abilità passive. Un approccio intelligente, grazie anche alla totale libertà offerta al giocatore: potrete riassegnare i punti spesi in qualsiasi momento senza nessun prezzo da pagare, consentendovi dunque di sperimentare diversi stili e diversi approcci. Le abilità attive sono invece gestite in maniera diversa e potrete ottenerle solo esplorando l’enorme mondo di gioco e trovando i libri del sapere. L’utilizzo è invece legato al riempimento degli indicatori di adrenalina, in modo da rendere il gameplay piuttosto bilanciato. Le abilità, divise in abilità corpo a corpo e abilità a distanza, sono infatti molto efficaci e caratterizzate da una inaudita violenza, in linea con tutto il gameplay. Per gli amanti dell’assassinio “facile”, Ubisoft ha introdotto l’opzione “assassinio garantito” dal menu delle opzioni di gioco, insieme ad un livello di difficoltà che potrà essere completamente personalizzabile sia nei combattimenti, sia nelle fasi furtive, sia nell’esplorazione.

La modalità di esplorazione non assistita non è una novità, l’abbiamo apprezzata in diversi titoli Ubisoft partendo proprio da Odissey, e ci sembra la scelta più sensata per gli amanti degli open world. Così facendo dunque, ogni giocatore potrà bilanciare l’esperienza di gioco come meglio crede. Oltre all’opzione di assassinio garantito inoltre, segnaliamo la presenza di una abilità passiva che permette di assassinare furtivamente ogni bersaglio, anche di livello superiore, con un rapido e relativamente facile quick time event. Questi piccoli accorgimenti non faranno la felicità dei puristi dei GdR, che però potranno scegliere di non utilizzarli puntando a un sistema di gioco più hardcore. Di contro, però restituiscono una certa importanza alle fasi stealth per i giocatori più legati al modus operandi dagli assassini, più inclini ad agire nell’ombra. Sono ancora presenti dialoghi a scelta multipla, ma in maniera minore rispetto al passato, anche se sono capaci di influenzare le relazioni di Eivor con alcuni personaggi e in qualche caso di incidere su aspetti secondari della trama. Sono poi ancora presenti le romance, ma anche in questo caso in maniera meno evidente che in passato.

ARMI ED EQUIPAGGIAMENTI

Anche la gestione di armi ed equipaggiamenti è stata rivista in modo importante. Il loot selvaggio che riempiva i nostri menu di armi uguali è infatti un lontano ricordo: le armi e le armature di Valhalla sono oggetti unici, che potremo ottenere comprandole dai mercanti, ma soprattutto trovandole nei forzieri cosparsi nel mondo di gioco. Ogni set di armatura è caratterizzato non solo dal suo stile di appartenenza (orso, lupo o corvo), ma indossare tre e cinque pezzi di uno stesso set garantisce al giocatore bonus importanti, adatti a diversi stili di gioco. L’armatura da maestro favorisce infatti le fasi stealth soprattutto in notturna, mentre altri set daranno bonus importanti in fasi di combattimento. Ogni pezzo di equipaggiamento può poi essere potenziato con semplici materiali di crafting o raggiungere una qualità superiore attraverso il fabbro del villaggio, al costo di lingotti di rame, nichel o tungsteno.

Il raggiungimento di una qualità superiore garantisce naturalmente statistiche migliori, un maggior numero di potenziamenti da effettuare e anche un maggior numero di rune da sfruttare: queste vengono infatti equipaggiate sia su armi e armature e garantiscono bonus anche importanti, dalla resistenza al fuoco fino ai danni incrementati, alla maggiore velocità e tanto altro. Il miglioramento della qualità di quasi tutti i pezzi di equipaggiamento fornirà poi un nuovo aspetto a ogni livello, incrementando il senso di progressione del personaggio, non solo nelle statistiche ma anche in armi e armature sempre più rifinite e finemente decorate. Questo approccio esclusivo all’equipaggiamento rientra nella totale libertà offerta al giocatore, che ben presto sceglierà il loadout preferito potenziandolo in maniera selettiva.

Assassin's Creed Valhalla
Ubisoft è riuscita a realizzare un open world a misura di vichingo.

LIKE A VIKING

Abbiamo analizzato i tanti accorgimenti apportati da Ubisoft alla struttura di gioco, ma come si traduce tutto ciò in termini di gameplay? Assassin’s Creed Valhalla è probabilmente il titolo più brutale di sempre all’interno della saga, scelta mirata al fine di restituire la potenza e la violenza dei mitici guerrieri nordici con un sistema di combattimento profondissimo, con finisher sempre crude e cruente. Naturalmente per i più sensibili le opzione di violenza e sangue possono essere filtrate nel menu di gioco, ma ci sentiamo di dire che toglierebbe parte della credibilità del titolo. La maggiore novità in termini di gameplay arriva però dal sistema di combattimento, che permette ora di gestire in maniera indipendente le due mani del guerriero. Potremo dunque scegliere di impugnare un’ascia e uno scudo, in un assetto piuttosto tradizionale, ma anche di avere una doppia ascia, o un’ascia e un martello, o in combinazione con un pugnale o un mazzafrusto. Se invece la vostra preferenza andrà su armi più pesanti potrete impugnare uno spadone, una lancia, o una possente ascia danese: armi che richiedono una doppia impugnatura, almeno nelle prime ore di gioco.

Nel ramo delle abilità dell’orso infatti potrete sbloccare un importante potenziamento che vi consentirà anche di impugnare due armi pesanti, estendendo le possibili combinazioni a dismisura. Si, perché così facendo potrete dare vita a build estremamente complesse, passando da un semplice lancia e scudo, o magari un’arma pesante e un’arma secondaria più rapida, fino a combinazioni più estreme come due spade pesanti, o due lance, o combinando due diversi tipi di armi pesanti. I risultati sono sorprendenti, soprattutto perché ogni tipo di arma ha dei moveset particolari e in base alla combinazione scelta avrete accesso ad attacchi particolari, adatti a situazioni particolari, mentre avere uno scudo vi permetterà naturalmente di avere una maggiore efficacia nel bloccare attacchi nemici. La profondità di un sistema di combattimento così gestito è impressionante, soprattutto se alla formula si aggiungono le abilità, l’arco da usare come consueto dalla media distanza e la barra del vigore, usata quasi in stile soulslike, seppur in modo meno punitivo, naturalmente. Gli attacchi pesanti e le schivate infatti consumano il vostro vigore, e anche parare attacchi particolarmente potenti potrà azzerare la barra. Tutto ciò fa si che la schivata e la parata vengano usate in maniera assennata e non in maniera compulsiva, garantendo un combattimento piuttosto tattico e impegnativo, soprattutto nel corso delle boss fight, sempre ispirate, epiche e piuttosto impegnative.

Anche la gestione della salute è cambiata: avremo una sacca di razioni da riempire raccogliendo bacche e funghi, per poterci poi curare durante uno scontro. Il numero di razioni non è però così elevato, portandoci dunque ad affrontare ogni fase di combattimento con la giusta attenzione e la giusta tattica. Anche perché l’utilizzo e l’efficacia di Sinin, il nostro corvo da richiamare con la freccia superiore del d-pad, sono stati circoscritti alla semplice esplorazione e ricognizione aerea di una zona. Non sarà infatti possibile individuare e contrassegnare ogni nemico, restituendo importanza all’Occhio di Odino (nient’altro che la solita vista degli assassini), con cui individuare le minacce nell’area. Gli scontri di gioco però difficilmente vi creeranno problemi insormontabili, anche quando vi troverete in netta inferiorità numerica. I nemici attaccano anche simultaneamente, e spesso sarà difficile tenerli a bada, ma in questo caso, come spesso accade nei titoli di Ubisoft, la profondità di un gameplay eccezionale viene ridimensionata almeno in parte da un’intelligenza artificiale fin troppo statica e decisamente poco intelligente.

ATTIVITÀ SECONDARIE

Come in ogni gioco open world che si rispetti, Assassin’s Creed Valhalla vede la sua mappa di gioco costellata da punti di interesse, ricchezze da saccheggiare e le immancabili missioni di contorno. Le quest secondarie però sono stare piuttosto ridimensionate, e si riducono molto spesso a incarichi o dialoghi di qualche minuto. E nel complesso la cosa non ci è dispiaciuta, anche perché Valhalla è un titolo davvero gigantesco, e non si avverte certo la mancanza di cose da fare. Certo, le quest secondarie vere e proprie ci sono, ma riguardano per lo più la gestione del villaggio e dei rapporti con i propri abitanti. La gestione di Ravensthorp in particolare, porta con sé una serie di meccaniche che assorbiranno diverse ore di gioco, e che portano alla mente la gestione del borgo di Monteriggioni in Assassin’s Creed 2. In questo caso siamo però davanti a una gestione ben più profonda e complessa.

Dal nostro sbarco in Inghilterra il villaggio di Eivor sarà poco più che un accampamento, e starà a noi renderlo una vera e propria cittadella, raccogliendo scorte e ricchezze per poter potenziare ogni struttura. Le ricchezze sono ottenibili tramite le razzie: scorribande con la barca o il proprio equipaggio allo scopo di saccheggiare e bruciare villaggi e abbazie, eliminando ogni tipo di resistenza. Certo, il tutto è eticamente discutibile e la sensazione provata nel dare alle fiamme un pacifico monastero è piuttosto strana, ma è tuttavia perfettamente coerente con l’ambientazione storica riproposta da Ubisoft e con la cultura e la tradizione vichinga. Il raccoglimento di scorte e materiali ci permetterà di costruire passo dopo passo il nostro insediamento, creando un negozio, capanno di pesca e di caccia, allevamento di pollame, birrificio. Ogni edificio costruito vi darà dei bonus o nuove possibilità.

Se la creazione dei capanni di caccia e pesca vi darà la possibilità di cacciare e pescare ricevendo ricompense per i vostri bottini, creare un birrificio vi permetterà di tenere un banchetto nella casa lunga del villaggio, ottenendo un potenziamento in base alla sua efficacia, con tanto di breve sequenza animata, ben riuscita e coinvolgente. Alla crescita del villaggio potreste poi trovarvi con richieste particolari, con missioni secondarie per tenere alla larga un branco di lupi, per esempio o altri incarichi. La presenza della stalla vi permetterà di curare sia il vostro cavallo sia il vostro corvo, con la possibilità di acquistarne di nuovi e di addestrare la vostra cavalcatura. Consigliati i potenziamenti che consentono al vostro cavallo una maggiore resistenza e soprattutto la capacità di nuotare, in modo da muovervi liberamente per il mondo di gioco.

NON SOLO BATTAGLIE

La vita da vichingo può essere faticosa, ed è per questo che tra un assedio a un castello e un intrigo di corte può rendersi necessario staccare la spina. Sì, perché in Assassin’s Creed Valhalla si possono svolgere anche attività alternative: da esercitazioni a cavallo fino a battute di caccia e pesca. La caccia può rivelarsi anche pericolosa qualora doveste imbattervi negli animali leggendari, bestie molto potenti e difficili da battere. La pesca è invece decisamente più rilassante e ben realizzata, seppur con meccaniche semplici ed intuitive. Avremo accesso all’attività di pesca dopo aver sbloccato il capanno dei pescatori a Ravensthorpe, e troverete specie diverse in ogni zona di pesca.

Ma le attività alternative non finiscono qui: è possibile accettare delle sfide di bevute da vincere con un quick time event, e tramite le quali è possibile anche vincere un po’ di argento extra. Stessa cosa per le sfide in rima, che si sono rivelate più interessanti del previsto anche se a volte piuttosto grottesche. Inoltre è presente un gioco con i dadi piuttosto complesso, perfetto per spezzare le routine di combattimento ed esplorazione. Sono poi presenti delle missioni giornaliere e settimanali che ci permetteranno di guadagnare una particolare valuta spendibile per acquistare gli oggetti più esclusivi, ma si tratta di incarichi spesso ripetitivi e nella maggior parte dei casi risolvibili in una manciata di minuti. Da questo punto si poteva fare certamente qualcosa di più, soprattutto in ottica di una maggiore longevità del titolo nel tempo.

Assassin's Creed Valhalla
Sulle console di nuova generazione Assassin’s Creed Valhalla offre scorci visivi di grande impatto.

LA FORZA BRUTA DI UN NUOVO HARDWARE

Abbiamo avuto la possibilità di testare il nuovo titolo Ubisoft sulla nuova Xbox Series X, dopo aver affrontato le prime ore di gioco su Xbox One X per saggiarne gli effettivi progressi e differenze. Naturalmente ci troviamo di fronte a un titolo cross-gen, capace di accontentare entrambe le generazioni di console, ed è assolutamente comprensibile come il titolo di Ubisoft non sfrutti a pieno il potenziale della nuova ammiraglia di Microsoft. Tuttavia il passaggio al nuovo hardware si fa immediatamente notare, con un colpo d’occhio dalla definizione notevole e un miglioramento impressionante nel sistema di illuminazione. Per la prima ci troviamo davanti a un Assassin’s Creed con un frame-rate di 60fps, quantomeno su console, ed è un’esperienza appagante quanto sbalorditiva per l’assoluta stabilità offerta dalla console, che non si smuove dai 60 fotogrammi nemmeno nelle fasi più concitate e tipicamente delicate della produzione, come la solita sincronizzazione dai punti panoramici. Anche le ombre beneficiano di una risoluzione maggiore, mentre i particellari meritano un discorso più approfondito. Molto convincenti in alcuni frangenti, piuttosto approssimativi in altri: è il caso per esempio delle fiamme, realizzate in maniera eccellente nella torcia che possiamo usare dalla ruota delle azioni o dei fuochi accesi e statici che troveremo negli ambienti di gioco, mentre saranno deludenti invece nei frangenti di esplosioni o di edifici dati alle fiamme come nel caso delle razzie.

Come sempre spettacolare invece la realizzazione dell’acqua, come è possibile osservare sia negli specchi d’acqua più ampi dell’ambientazione norvegese, sia nei fiumi che attraversano le praterie inglesi. Non è una novità per Ubisoft, che già dai tempi di Black Flag aveva proposto una realizzazione dei fluidi davvero eccezionale, ma è sempre sorprendente quanto credibile e fluida sia la sua realizzazione. Molto buone anche texture e animazioni, anche se in alcuni casi sono da segnalare alcune texture non proprio all’altezza nel caso di terreno innevato e fangoso, sporcando un po’ un colpo d’occhio che invece generalmente si dimostra davvero appagante. Naturalmente presenti una serie di bug e imperfezioni in pieno stile Ubisoft, che più di una volta ci hanno portato a un caricamento da checkpoint dopo momenti esilaranti, ma ci teniamo a precisare che non si tratta nel nostro caso di bug particolarmente invalidanti o capaci di rovinare l’esperienza dell’utente, e che peraltro sono piuttosto normali per produzioni mastodontiche come questa. I problemi risiedono piuttosto in altre aree, compromettendo almeno in parte un’esperienza di gioco che altrimenti sarebbe di primissimo livello. Le animazioni e le espressioni di Eivor sono ben realizzate, certo, ma era lecito forse aspettarsi un passo avanti maggiore, soprattutto per la versione Series X e PlayStation 5. Così come le numerose imperfezioni a livello fisico che affliggono il sistema di combattimento, con contatti e collisioni tra corpi e oggetti spesso imprecise e caratterizzate da una gran quantità di compenetrazioni poligonali che sporcano inevitabilmente un sistema di combattimento che invece abbiamo trovato estremamente appagante.

Come già detto, inoltre, l’intelligenza artificiale è quella che abbiamo già visto in Origins e Odissey: statica, poco credibile e decisamente poco intelligente, anche ai livelli di difficoltà più elevata. Se poteva essere un tallone d’achille già nel 2017, diventa quasi insopportabile nel 2020, soprattutto dopo aver visto titoli (sebbene di stampo completamente diverso) come The Last of Us: Parte 2. Insomma, non ci aspettavamo certo un tale livello di raffinatezza, ma anche in questo caso un passo in avanti era auspicabile e per certi versi dovuto, chissà che l’improvviso abbandono del capo progetto Achraf Ismaili abbia influito negativamente sulla rifinitura finale di questo Assassin’s Creed Valhalla, ed è un vero peccato, perché siamo di fronte a un titolo di grande spessore. Eivor si è dimostrato un protagonista carismatico e ben caratterizzato, nella versione maschile (che abbiamo preferito, anche per il contesto storico), ma anche in quella femminile, più ispirata e credibile di quanto ci saremmo aspettati. Da sottolineare poi una colonna sonora assolutamente epica e memorabile, seppur forse priva di un singolo tema trascinante e caratteristico come per altri capitoli della saga. A una colonna sonora sontuosa fa eco un comparto audio di primissimo livello, sostenuto anche da un doppiaggio italiano davvero ottimo e ben sopra la media, al netto di qualche dialogo secondario un po’ approssimativo. Degni di nota poi i tempi di caricamento sul nuovo hardware prodotto da Redmond: il caricamento iniziale e quello di ogni checkpoint si riducono a una manciata di secondi.

Assassin's Creed Valhalla
Assassin’s Creed Valhalla
GIUDIZIO
Assassin’s Creed Valhalla è un gioco sontuoso, non solo per dimensioni e per via di una mappa di gioco davvero enorme e varia oltre ognu immaginazione. Siamo di fronte a un titolo serio, capace di proporre la solita ricostruzione storica e culturale di valore assoluto, tessendo una trama avvincente e coerente che stenta un po' a decollare e che probabilmente avrebbe potuto essere condensata in maniera più ritmata, ma che vi trascinerà in un vortice di battaglie e di violenza. Come già detto poi, Eivor si è dimostrato un protagonista carismatico, capace di portare sulle spalle il peso della saga. Dal punto di vista del gameplay siamo poi di fronte al miglior titolo della serie Ubisoft, senza ombra di dubbio, con un combat system dotato di una profondità che non ci saremmo aspettati e una libertà di approccio che mai avevamo sperimentato. Peccato per una certa mancanza nelle rifiniture e per un'intelligenza artificiale che ormai appare superata, perché anche il comparto tecnico di Valhalla è capace di stupire per paesaggi, una direzione artistica pressoché inarrivabile e una mole poligonale impressionante per armi e armature. Se siete dei fan della saga verrete rapiti dall’atmosfera di Valhalla per decine e decine di ore; anche per giocatori più occasionali, pur non cogliendo molti richiami e ricongiungimenti alla lore classica della saga, apprezzeranno il lavoro di Ubisoft. Assassin's Creeed Valhalla è davvero un bel modo di tuffarsi nella next-gen.
GRAFICA
8.8
SONORO
9
LONGEVITÀ
8.8
GAMEPLAY
9.5
PRO
Ambientazioni e personaggi ben caratterizzati
Ottimo comparto tecnico e sonoro
Sistema di combattimento superbo
CONTRO
Intelligenza artificiale deficitaria
Qualche sbavatura di troppo
Narrazione a volte troppo diluita
9