PlayStation 5

Sony salta l’E3 2020: perché ha ragione (e perché, al contrario, ha completamente torto)

Anche quest’anno Sony non parteciperà all’E3, una mossa giusta o sbagliata? Entrambe, vi spieghiamo il perché.

Ebbene sì, anche all’E3 2020 si registrerà l’assenza di Sony in quella che è una delle fiere più importanti nell’universo videoludico. Una notizia che circolava già nell’aria e che ha trovato la conferma ufficiale nella giornata di ieri, con un portavoce dell’azienda giapponese che ha dichiarato, senza giri di parole, quanto la fiera di Los Angeles non rappresenti per il palcoscenico giusto per quella che è la visione su cui Sony intende focalizzarsi nei prossimi mesi. Alla base di questa decisione, nemmeno più di tanto sofferta a mio avviso, pare ci siano stati degli screzi tra l’azienda giapponese e l’organizzazione dell’evento americano, almeno stando alle indiscrezioni riportate da Jason Schreier, news editor di Kotaku.

C’era da aspettarselo dunque? Beh, sì e no, praticamente nì. Avevo il sentore che Sony si fosse ormai stancata dell’E3, ma speravo anche che dopo l’anno sabbatico dell’edizione 2019, l’azienda si sarebbe ripresentata in grande stile quest’anno. Ma così non è stato. Decisione corretta o meno, la scelta di Sony è sicuramente destinata a far discutere tanto gli appassionati quanto gli addetti ai lavori, nel bene e nel male. In virtù di questo ho elencato quattro punti che sostengono la scelta di Sony di non presenziare all’E3 2020, e ho fatto altrettanto spiegando invece perché l’azienda giapponese ha commesso uno sbaglio a snobbare la fiera.

Badate bene che quello che leggerete sono opinioni personali del sottoscritto (e dunque altamente opinabili) e non rappresentano in alcun modo il pensiero comune della redazione di VGN.it.

Quella all’E3 2018 è stata l’ultima apparizione di Sony alla fiera di Los Angeles.

L’E3 non è più quello di una volta

La mia storia con la kermesse videoludica americana non è poi così longeva come si potrebbe credere, visto e considerato che l’E3 2019 ha rappresentato la mia “prima volta” all’evento losangelino, che non definirei propriamente indimenticabile (qui vi ho raccontato il perché). Fermo restando che vivere l’Electronic Entertainment Expo in prima persona è stata una soddisfazione unica, credetemi, ma di certo non ci vuole certamente un genio per capire che l’E3 visto negli ultimi anni è lontano parente di quello ammirato nel suo periodo di massimo splendore.

L’E3 ha bisogno di uscire dall’impasse in cui si è arenata negli ultimi anni, e non solo perché Sony ed Electronic Arts hanno deciso ormai di adottare strategie differenti che certificano la perdita di interesse di queste due compagnie nel parteciparvi in maniera attiva. Non a caso da qualche tempo a questa parte né Sony né EA si cimentano con quelle che una volta erano delle conferenze entusiasmanti e che rappresentavano certamente il momenti topico dell’E3. Certo, poi ci sarebbe da aprire una grossa parentesi anche su EA Play, un evento che secondo me andrebbe rivisto completamente, ma quella è una storia che merita un approfondimento a parte.

In ogni caso è innegabile che Sony abbia le sue buone ragioni per disertare nuovamente l’E3 di Los Angeles, perché il format dell’evento andrebbe in qualche modo stravolto per essere al passo coi tempi, perché ha indubbiamente perso quell’appeal che negli scorsi anni ha portato la fiera a essere un punto di riferimento indiscusso per presentare tutte le novità in ambito videoludico. Se publisher e sviluppatori tendono a portare build e demo giocabile alla Gamescom di Colonia anziché all’E3 di Los Angeles, un motivo ci sarà, no?

Dalla Gamescom al Tokyo Game Show, a Sony non mancano di certo le alternative all’E3.

Non mancano altre vetrine per mettersi in mostra

Pur saltando l’E3 la strategia di Sony prevede tuttavia la presenza in altri eventi che si terranno da qui all’uscita sul mercato di PlayStation 5. Non mi aspetto dunque che Sony tolga i veli sulla sua prossima console a un evento come “La sagra della porchetta di Ariccia” (un must per gli amanti degli insaccati), quello avverrà sicuramente con un evento specifico, ma tuttavia in kermesse come il Tokyo Game Show di settembre ci sarà modo di vedere più da vicino PlayStation 5 o le ultime uscite di questa generazione, con annessi annunci di quelle che saranno le novità per il mercato giapponese e non solo.

Conoscendo Sony poi qualche titolo giocabile, mi riferisco alle ultime cartucce che verranno sparate su PlayStation 4 (esclusive, ma non solo), sarà sicuramente presente alla Gamescom di Colonia, o perlomeno l’azienda giapponese avrà uno spazio tutto suo all’interno della grande struttura espositiva della Koelnmesse. Tuttavia, tra fiere minori e quelle più importanti (escludendo l’E3 ovviamente) non vanno dimenticati gli eventi organizzati da Sony stessa, come PlayStation Experience. Electronic Entertainment Expo o meno, di certo la compagnia nipponica può contare su tante vetrine mediatiche, cosa che rende la mancata partecipazione all’E3 non così sanguinosa come ha affermato non molto tempo fa il simpatico analista Michael Pachter.

PlayStation 5 verrà presentata ufficialmente al prossimo PlayStation Experience di febbraio? Sembra proprio di sì.

Chi fa da sé, fa per tre (ma anche per quattro, cinque e sei)

Mi ricollego al punto precedente perché è del tutto scontato, salvo sorprese dell’ultimo minuto, che Sony intenda presentare e mostrare interamente la sua line-up per la next gen con un evento organizzato da lei, in totale autonomia. Una cosa del tipo “la console è mia e decido io se farla vedere, quando farla vedere e a chi farla vedere, gne gne”, un po’ come quando eravamo bambini e dovevamo piegarci ai capricci dell’amico spocchioso solo perché era il proprietario del pallone. Da qui la scelta di Sony di agire in maniera deliberata, cosa che volendo gli permetterà in futuro di non partecipare più all’E3, puntando invece su eventi targati PlayStation.

In questo modo chi di dovere avrà tempi e modi per infiocchettare una presentazione coi fiocchi (passatemi il gioco di parole), dedicata esclusivamente a PlayStation 5, senza quindi dover dividere il palcoscenico con altri competitors, e chissà che non ci siano novità anche per altri periferiche e titoli non ancora annunciati. Certo, saltare l’E3 e presentare la nuova console, e chissà cos’altro ancora, attraverso un meccanico e statico (e poco interattivo) State of Play non è una cosa che mi entusiasma affatto. Ma anche in quel caso il colosso giapponese agirebbe eventualmente mettendo in piedi una presentazione a chilometri zero, considerando che sarebbe Sony stessa ad avere potere decisionale.

PlayStation Productions
Il brand PlayStation si è ulteriormente consolidato sul mercato negli ultimi anni, ecco perchè Sony può anche fare a meno di partecipare all’E3 di Los Angeles.

Sony non ha bisogno di certo dell’E3

Forte dei risultati ottenuti in questa generazione, che hanno visto PlayStation 4 battere la concorrenza di Xbox One, Sony ha acquisito una posizione predominante nel settore e una spavalderia (nel senso buono del termine) che ha mostrato nuovamente snobbando l’E3. Certo, anche EA ha fatto la voce grossa, ma la situazione in cui versa la compagnia di Redwood non è la stessa dell’azienda giapponese, basta guardare i risultati di quella che viene spesso “premiata” come la peggior compagnia americana dell’anno.

Non credo di dire fesserie se affermo che non è Sony a doversi preoccupare di non partecipare all’E3 ma è l’E3 a doversi crucciare dell’assenza di Sony. Se le dicerie riguardo gli screzi tra Sony e il comitato organizzativo della fiera videoludica losangelina si rivelassero corrette, l’ESA farebbe bene a tentare di ricucire il rapporto con Sony, considerando pure che l’evento di Los Angeles inizia ormai a mostrare segni di decadenza.


Ma vediamo invece perchè Sony ha commesso un grosso errore a non partecipare all’E3 2020.

Disertare l’E3 da parte di Sony non è propriamente un atto d’amore “per i giocatori” come viene invece ribadito dall’azienda giapponese in ogni spot.

This is (not) for the players…

In questa generazione il colosso giapponese ha spinto forte su uno slogan che è diventato un motto riconoscibile anche dalle pietre. Stiamo parlando della celebre frase “This is for the players”, un vero e proprio inno a metà tra un gioco di parole (for come four, a indicare PlayStation 4) e la totale dedizione verso i giocatori, la conditio sine qua non dell’industria videoludica. Ecco, la decisione di saltare l’E3, qualunque siano state le ragioni, non è pari a un “vaffa” gridato ai giocatori, ma poco ci manca.

Sì, perché l’assenza di Sony può rappresentare uno smacco per tanti appassionati che il prossimo giugno (più precisamente dal 9 all’11 del mese) si riverseranno a fiumi all’interno del Convention Center di Los Angeles, o lo sarà per tutti quelli che lo seguiranno comodamente da casa in mondovisione, attraverso siti specializzati o affidandosi alle piattaforme di streaming.

…e nemmeno per gli addetti ai lavori

Anche in questo caso mi sento chiamato in causa, così come tanti altri colleghi della carta stampata e del web, considerando che senza Sony la mole di novità presenti alla fiera di Los Angeles sarà ovviamente minore. Presumibilmente Sony darà comunque l’occasione alla stampa di settore e quella generalista di essere presente alla presentazione della sua nuova console next gen, con un evento organizzato ad hoc, che molti indicano essere la prossima edizione della PlayStation Experience. Ma è fuori questione che trovare PlayStation 5 e Xbox Series X all’interno dello stesso evento, in questo caso l’E3, è l’occasione perfetta anche per capire quali saranno le differenze tra le due piattaforme, per i futuri acquirenti e soprattutto per gli addetti ai lavori.

La reazione di Phil Spencer alla notizia dell’assenza di Sony all’E3 2020. Da notare la “sofferenza” sul volto del povero Phil…

Microsoft ringrazia, Nintendo se la ride

Sotto sotto sono convinto che a Microsoft un po’ dispiaccia non avere Sony tra i piedi al prossimo E3, ma d’altro canto mi piace immaginare Phil Spencer intento a sfregarsi le mani pensando di avere la strada spianata verso una fiera da vivere da assoluto protagonista grazie a Xbox Series X. Io, ad esempio, un E3 senza la presenza di Microsoft, che tra le altre cose gioca in casa, proprio non riesco a immaginarmelo. Sarebbe il più ridicolo degli autogol, proprio perché l’azienda americana vanta negli Stati Uniti una fanbase solida, una vera e propria roccaforte che ha reso in pochi anni Microsoft un colosso (anche) nel settore dell’industria dell’intrattenimento.

Qualche risolino scapperà indubbiamente anche ai cugini giapponesi di Nintendo, che avrà modo di essere l’unica superpotenza videoludica nipponica in scena all’E3, approfittando quindi dell’assenza dello storico rivale. Poco importa se Nintendo è ormai solita affidarsi al suo Direct per annunciare le novità per il futuro, la sua presenza mediatica sullo showfloor losangelino risulta comunque una ponderata strategia comunicativa atta a fidelizzare chi ama la grande N alla follia.

“Quando il gatto non c’è i topi ballano” afferma un vecchio proverbio (e quelli non sbagliano mai), non a caso lo show messo in piedi da Microsoft all’E3 2019 ha ottenuto applausi e consensi, mentre Nintendo è riuscita ugualmente a ottenere ottimi risultati, come dimostrato dalle file chilometriche per provare le novità portate in fiera della compagnia giapponese. Se prima ogni edizione dell’E3 di Los Angeles era oggetto di discussioni su quale dei tre schieramenti avesse presentato le novità migliori, ora non ha nemmeno troppo senso scannarsi per far valere la propria opinione piuttosto che quelle degli altri. D’altronde tre è il numero perfetto, niente da aggiungere a riguardo.

La presenza di Sony all’E3 2021 potrebbe rendere la fiera più “breathtaking”, specie se a salire sul palco della conferenza ci sarebbe questo signore qui, magari per presentare il prossimo gioco di Hideo Kojima.

La rinascita dell’E3 può partire proprio da Sony

Già ho menzionato più volte la necessità per l’E3 di Los Angeles di rinnovarsi, aspetto tra l’altro condiviso anche da altri colleghi e da quelli che vantano ormai più di dieci presenze alla fiera statunitense. Il ritorno di Sony, unitamente a una rivisitazione totale dell’E3, darebbe a quest’ultimo la possibilità di rimettersi in careggiata e uscire da questa crisi che puntualmente vede la kermesse a stelle e strisce risultare ogni anno sempre meno interessante.

Immaginate una conferenza di Sony come ai bei vecchi tempi ma al contempo rinnovata per essere un vero e proprio show come quello imbastito da Microsoft nel 2019. Annunci a sorpresa, grandi attori che stanziano sul palco lanciando slogan che diventeranno poi dei meme virali, grandi personalità dell’industria videoludica pronti a presentare le loro novità e il calore del pubblico in sala che esulta in stile gol di Fabio Grosso ai Mondiali del 2006.

Non sarebbe fantastico tutto questo? Ecco, Microsoft ha capito qual’è la strada da percorrere per rendere la propria conferenza un buon motivo per seguire l’evento losangelino; in fondo se l’E3 2019 non è stato un flop assoluto il merito è anche di Phil Spencer e soci, coloro che si sono impegnati al massimo per rendere l’Electronic Entertainment Expo un appuntamento imperdibile verso coloro che si nutrono di pane e videogiochi. Ora tocca a Sony capire l’importanza di partecipare all’E3, perchè in ogni caso avrebbe un ritorno mediatico non indifferente, e a guadagnarci sarebbero tutti.