Nioh 2

Team (Ninja) che vince non si cambia, ma sarà bastato per rendere Nioh 2 all'altezza del precedente capitolo?

Dal punto di vista videoludico il Giappone è uno di quei posti che, per tutta una serie di buoni motivi, è stato (e continua a essere) protagonista di numerose produzioni che hanno esplorato differenti generi, spaziando così dai picchiaduro fino ai sempreverdi J-RPG. La storia passata del Sol Levante è riuscita a regalarci esperienza videoludiche che abbiamo accolto sempre con grande interesse sulle pagine di VGN.it, mi viene da pensare a Samurai Showdown o Sekiro: Shadows Die Twice.

Altrettanto benevolmente ci siamo approcciati a Nioh 2, secondo capitolo di un action RPG con velleità da soulslike approdato in esclusiva su PlayStation 4 lo scorso 13 marzo. Tre anni dopo la nostra recensione di Nioh, ci siamo tuffati nuovamente nelle atmosfere magiche e pregne di folclore nipponico di Nioh 2, in un prequel che parte dalle già solide basi consolidate grazie all’ottimo lavoro svolto da Team Ninja.

Quando un ideogramma vale più di mille parole, in tutti i sensi.

TRA MITO E LEGGENDA

A discapito di quanto si possa pensare, dal punto di vista strettamente narrativo Nioh 2 è un prequel ambientato circa cinquant’anni prima delle vicende che hanno visto protagonista il gaijin britannico William, a questo giro sostituito da un alter ego altamente personalizzabile (ma privo della parola) tramite un editor incredibilmente ricco di opzioni. L’incontro salvifico con Tokichiro, strampalato cacciatore di pietre dell’anima, porterà Hide (il nostro personaggio, per metà demone e per metà umano) a intraprendere un lungo viaggio (che supera tranquillamente le tre ore di gioco) dove “Hiddy” dovrà vedersela con yokai di ogni tipo, ma anche spietati signori della guerra senza scrupoli.

La nostra avventura tra mito, folclore e leggenda si sviluppa quindi tra missioni principali e secondarie accessibili tramite diverse mappe di alcune regioni, in cui ci si sposta di volta in volta proseguendo con la quest principale. Niente variazioni sul tema piuttosto marcate però, entrambe le tipologie di incarichi prevedono infatti di scontrarsi con uno dei numerosi boss o fare piazza pulita di orde di yokai sempre più coriacei e potenti. E nel caso delle missioni secondarie spesso si ritorna in porzioni di scenari già visitati in quelle principali, minando un po’ la varietà strutturale degli incarichi.

L’ARMONIA DEL RITMO KI

Difetti su cui è possibile anche non calcare la mano, perché in Nioh 2 gli sviluppatori giapponesi hanno di nuovo posto tutta l’enfasi nei combattimenti contro umani e creature malvage. Ben prima di menare fendenti e infilzare yokai, è quindi di fondamentale importanza, a seconda dei casi, riprendere la mano con il Ritmo Ki o imparare a sfruttarlo al meglio. Già, perché nella serie Nioh tutto ruota intorno a questa meccanica che permette, tramite la pressione del tasto R1, di recuperare parte della stamina usata per attaccare, parare attacchi, effettuare schivate o correre. A tutto ciò si affianca il desueto sistema di posture ereditato da Nioh, altra meccanica di gameplay che andrà padroneggiata al più presto per ottenere buoni risultati e salvare la pelle in più di un’occasione.

Questi elementi rappresentano solo due dei piccoli tasselli di un puzzle piuttosto vario e capace di soddisfare diversi stili di gioco, anche grazie a moveset sbloccabili che danno vita a colpi spettacolare e tremendamente efficaci. Molti elementi sono stati quindi ripresi “uno a uno”, ma ciò non deve essere per forza sintomo di svogliatezza da parte del team di sviluppo, specie se consideriamo che quello della serie è uno dei combat system più tecnici e appaganti del genere, che richiede tanta dedizione ma in grado di regalare anche enormi soddisfazioni.

Fatta eccezione per alcuni strumenti di morte come le accette, Nioh 2 offre agli impavidi giocatori bene o male lo stesso campionario di katane, spadoni, martelli, archi, tonfa, archibugi e altre armi bianche tipiche dell’epoca. In Nioh 2 si viene spinti a sfruttare diverse armi, così come la Magia Omnyo e Ninjutsu, anche solo per sbloccare punti da spendere in categorie specifiche che ne migliorano alcune statistiche e danno accesso a tecniche da sfruttare poi in combattimento. È chiaramente fondamentale investire grosse quantità di amrita (negli appositi santuari) per salire di livello e migliorare alcune delle caratteristiche (a cui è legata l’affinità con determinati tipi di armi) del proprio personaggio, scegliendo al contempo il migliore equipaggiamento possibile dal gran quantitativo di bottino che casse, nemici e boss lasceranno cadere nel corso dell’avventura.

In alternativa sarà possibile donare l’equipaggiamento superfluo presso i santuari, ricevendo in cambio del riso che potrà essere scambiato per elisir curativi e consumabili come frecce e talismani, oppure per ricevere ciotole da sfruttare per evocare altri giocatori o quelli controllati dall’intelligenza artificiale. L’aggiunta del fabbro poi permette, appunto, di forgiare nuove armi o acquistare/vendere il surplus che non ci interessa, anche se la continua raccolta di equipaggiamento rilega questa funzione a un ruolo piuttosto marginale nell’ecosistema di gioco.

LA POTENZA DELLO YOKAI

Questo sequel è accompagnato anche da diverse novità, tra cui spicca la possibilità di trasformarsi in yokai e mettere a segno attacchi speciali piuttosto potenti. La natura mutaforma del proprio personaggio può quindi essere sfruttata in combattimento, con attacchi speciali e statistiche influenzate dallo spirito guida scelto in quel momento. Alla barra della salute e della stamina se ne aggiunge così una terza: quell’anima, adibita all’uso di due attacchi particolari che possono essere scagliati contro i nemici (con la pressione dei tasti R2 e cerchio/triangolo a seconda dei casi), a cui se ne aggiunge un terzo (chiamato attacco esplosivo) che se effettuato con il giusto tempismo può fungere da contrattacco.

Nello specifico sono tre le tipologie di Yokai in cui è possibile trasformarsi: spettro, bruto e feroce, ciascuna di essa collegata a specifici animali guida che il giocatore riceverà nel corso dell’avventura. A rendere più devastanti le trasformazioni ci pensano i nuclei d’anima, che è possibile recuperare talvolta da alcuni yokai e al termine delle boss fight. Si passa quindi al processo di armonizzazione di questi nuclei, catalogati secondo le tre tipologie di trasformazioni, che in soldoni permettono di sfruttare i due attacchi speciali menzionati in precedenza.

È possibile inoltre fondere i nuclei d’anima (a patto che siano uguali) per migliorarli o ricavarne dei materiali se si decide di disfarsene. Va detto che il rischio di avere vita facile durante i combattimenti sfruttando queste abilità e le trasformazioni è scongiurato, soprattutto perché nel secondo caso il processo di ricarica avviene abbastanza lentamente, senza contare che sarà possibile far emergere il proprio lato demoniaco soltanto per una manciata di secondi.

Le prime missioni di Nioh 2 metteranno a dura prova la vostra abilità con il controller, infliggendovi dure batoste, una dopo l’altra.

VITA E (SOPRATTUTTO) MORTE NEL SOL LEVANTE

Sulla carta Nioh 2 è un prequel che potrebbe accogliere anche chi non ha giocato il primo episodio nella serie, se non fosse che ci troviamo di fronte a un’esperienza masochistica e brutale come poche altre. La curva di apprendimento per i neofiti è piuttosto rapida e disseminata di picchi di difficoltà che mettono in chiaro fin da subito un chiaro e semplice concetto: Nioh 2 non fa sconti, a nessuno. Sputato sangue per circa una decina di ore, lo sbilanciamento iniziale si attesta poi su livelli decisamente più accettabili, se non altro perché cresce nel giocatore la consapevolezza dei pericoli che imperversano negli scenari, e migliorano di conseguenza anche la sua abilità impugnando il controller.

Ma talvolta alcune missioni secondarie, specie quelle in cui gli scenari sono disseminati da aree corrotte dalla presenza di numerosi yokai, decisamente più pericolosi da affrontare. A trarre in inganno è però il livello consigliato che accompagna ogni missione, che spesso non rispecchia l’effettiva difficoltà che i giocatori potranno incontrare cimentandosi in questi incarichi. È un aspetto per certi versi fuorviante, testimonianza di una difficoltà di fondo che non viene ammorbidita anche se in quel momento abbiamo doppiato il livello consigliato. È dunque un aspetto da tener conto, ma che non rappresenta per forza di cose un difetto, perché chi si approccia al titolo è consapevole degli ostacoli che lo metteranno a durissima prova.

Parlando di boss fight invece è decisamente apprezzabile la varietà di proporli in gran numero e differenziarli in maniera abbastanza marcati, con yokai (e non solo) che tra l’altro denotano un character design di buona fattura.

EVOCAZIONI BENEVOLE… O MALEDETTE

Anche in Nioh 2 il campo di battaglia è disseminato di tombe di giocatori che inevitabilmente hanno trovato la morte per mano di temibili avversari come ciclopi oni, gaki o semplici banditi che si frappongono tra noi e il boss di turno. Tuttavia è possibile duellare con questi “colleghi di sventura” per ricevere equipaggiamenti diversi a seconda del livello dei giocatori evocati, attivando così quella che si può tranquillamente definire come la componente competitiva del titolo sviluppato da Team Ninja.

Alle tombe insanguinate di rosso si contrappongono quelle di colore celeste, da sfruttare invece per evocare NPC (fino a un massimo di due alla volta) che ci daranno manforte (al costo di una quantità variabile di ciotole) in quelle situazioni apparentemente insormontabili. Tutto sommato l’intelligenza artificiale che prende possesso degli alleati o sfidanti si comporta in maniera credibile, fungendo senza troppe storie da parafulmini quando c’è da collaborare e da degni avversari quando c’è da duellare. L’altro modo per evocare giocatori, stavolta in carne e ossa, è quello di offrire una o due ciotole presso i santuari, sfruttando così la componente online vera e propria. Così facendo, fino a due giocatori (o amici) potranno unirsi alla nostra partita, ma in caso contrario sarà possibile anche fare capolino nelle sessioni altrui.

L’altra interessante variante cooperativa è rappresentata dalle Spedizioni, in pratica delle missioni da giocare in compagnia di altri due giocatori. La particolarità di questa modalità è però rappresentata da una barra dell’assistenza, che calerà ogni volta che un membro della squadra verrà sconfitto (quando il contatore sarà azzerato la partita verrà conclusa), ma che potrà essere ripristinata sconfiggendo nemici e yokai particolarmente impegnativi. Sta di fatto che gli amanti delle esperienze competitive e cooperative applicate al suddetto genere potranno garantirsi centinaia di ore di gioco, ma in tutto questo non va dimenticata la componente NG+ che renderà le nuove partite dei giocatori ancora più sanguinose.

Dal punto di vista grafico Nioh 2 si difende abbastanza bene, ma non sono stati compiuti significativi passi avanti rispetto al precedente capitolo.

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Vi sarà ora ben chiaro, leggendo questa recensione, che Nioh 2 riesce a mitigare piuttosto bene elementi ricorsi nel primo episodio e novità inedite portate in dote da questo secondo capitolo. Analizzando il comparto artistico e quello tecnico dell’ultima fatica di Team Ninja si nota invece che (quasi) tutto è rimasto praticamente invariato, pur con minime differenze in termini di ambientazioni, effettistica (l’aspetto di fatto più convincente) e level design. Ci si fa largo tra macroaree che ben rappresentano l’immaginario del Giappone feudale, fatto di ciliegi in fiore, santuari e antri rocciosi, ma non aspettatevi le vette di eccellenza viste nelle produzioni dei dirimpettai di FromSoftware.

La possibilità di favorire la risoluzione o il frame rate appare a tutti gli effetti una scelta retorica, dal momento che optare per i 60fps garantisce una fluidità vitale in un titolo che fa del tempismo e dei riflessi pronti una condizione necessaria per non soccombere miseramente. Per completezza ho testato anche l’opzione per l’aumento della risoluzione ma, come spesso accade, le differenze tutt’altro che marcate in termini di qualità e pulizia grafica non sono sufficienti a far desistere il giocatore dallo scegliere un frame rate stabile e ancorato sui 60fps.

Nonostante una sorta di immobilismo sul versante grafico, nel mondo di Nioh 2 trova ugualmente spazio un immaginario folcloristico che non ha niente da invidiare ad altri titoli simili dal punto di vista tematico. Tra Yokai, Sudama e Kodama, si respira a pieni polmoni quell’aria tra sacro e profano che caratterizza l’opera di Team Ninja, e la scelta del doppiaggio in giapponese (preferibile a quello inglese) aiuta sensibilmente a immedesimarsi all’interno di un’ambientazione sempre affascinante, anche grazie a una colonna sonora che rimane sempre in tema ma che non raggiunge i livelli compositivi ascoltati altrove.

Nioh 2
GIUDIZIO
Nioh 2 riporta Team Ninja sulle scene videoludiche con un’esperienza del tutto in linea con il primo capitolo della serie, che non s’adagia completamente sugli allori ma che prosegue su una strada già battuta tre anni fa con piccole migliorie e qualche interessante novità. Tra queste è sicuramente lodevole l’ibridazione tra l’eccellente sistema di combattimento e le trasformazioni in yokai, e la rivisitazione di alcuni punti chiave della crescita del personaggio. Com’era poi prevedibile, a non trarre troppo giovamento è stato il comparto tecnico, e un level design che appare troppo derivativo ma tutto sommato funzionale all’esperienza di gioco. Proprio per la sua natura altamente punitiva e spietata, Nioh 2 farà felici soprattutto chi negli anni si è cimentato con soulslike e action RPG dalla difficoltà proibitiva, puntando su un more of the same che ha ancora qualcosa da dire e lo fa a modo suo, con un’esperienza che più brutale non si può.
GRAFICA
8
SONORO
8
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
9
PRO
Combat system sempre appaggante
Una grande mole di contenuti
Le trasformazioni in yokai aggiungono varietà agli scontri...
CONTRO
...ma oltre a questo non ci sono novità di rilievo
Qualche imperfezione a livello grafico
8.5