Sembra quasi che sia destino il fatto che Obsidian Entertainment sia legata al mondo di Fallout. Pochi giorni fa infatti Microsoft ha messo a segno “un canestro da tre” con l’acquisizione di tutta la baracca di Bethesda, e quel sogno proibito di New Vegas 2 che noi amanti dell’RPG post-apocalittico coviamo nel profondo del cuore non sembra poi così lontano, anche se nel mentre il team californiano ci aveva deliziato con una piccola perla ambientata nello spazio profondo.
Sono tornato ancora una volta, dopo quasi un anno dalle prime avventure, nelle pericolose lande di The Outer Worlds per scoprire la nuova storia proposta nel primo dei due DLC. Dopo aver passato parecchie ore in compagnia di nuove bestie e altre amenità, vi racconto di come stavolta ho affrontato il Pericolo su Gorgone.
COSA È SUCCESSO SU GORGONE?
Immaginate di ricevere nel momento più impensabile un pacco dal corriere. Glielo lasciate consegnare e lo aprite curiosi di sapere cosa c’è dentro, d’altronde non sapevate di questo arrivo. Il pacchetto contiene una mano mozzata e un registratore contenente una richiesta di soccorso da parte di un certo Lucky Montoya e diretta verso il capitano dell’Inaffidabile, che guarda il caso siamo proprio noi. Lucky (ma poi non così tanto) ci invita a recarci verso Gorgone, un’ex colonia mineraria di Soluzioni Spaziali abbandonata e da cui nessuno riesce mai veramente a fuggire, costretto a cercare tra le rovine di quella che sembrava un’enorme operazione da parte della compagnia spaziale.
Qui, su uno dei piccoli detriti che circondano l’asteroide, risiede la famiglia Ambrose, o almeno ciò che rimane di questo retaggio a capo della missione su Gorgone. Tra i corridoi abbandonati di quella che sembrava una lussuosa villa, troviamo Minnie Ambrose, rampolla della famiglia e unica superstite. Minnie spiega qual è la sua preoccupazione e perché Gorgone, un asteroide abbandonato, è così importante per lei quanto per la sua famiglia. Oltre a essere un sito minerario, l’intera struttura era utilizzata per condurre esperimenti scientifici e la madre di Minnie era a capo dell’operazione che andò fallita con tutta la colonia. La nostra missione sarà quindi quella di indagare su quello che è successo durante gli ultimi attimi di vita della dottoressa Olivia Ambrose e scoprire cosa è andato storto.
UNA COLONIA ABBANDONATA
La nuova espansione maggiore di The Outer Worlds ci porta quindi alla scoperta di Gorgone, un asteroide che ha subito una feroce terraformazione da parte di Soluzioni Spaziali e adesso si ritrova a essere uno dei luoghi più pericolosi delle colonie extra-mondo. La nuova location non sembra molto movimentata in fatto di novità, anzi, i tanti sciacalli psicotici che abitano i palazzi in rovina sono uguali a quelli del gioco base e ritroveremo nuovamente le stesse creature che ci attendevano nelle grotte di Alcione. Qualche bestia particolare evoluta in seguito alle bizzarre condizioni dell’avamposto avrebbe sicuramente aumentato la varietà in termini di combattimento e nemici, che ormai abbiamo imparato ad affrontare senza sforzarci troppo.
L’ambientazione invece si difende abbastanza bene. Gorgone dà l’impressione, sin dall’arrivo presso la stazione di Villa Ambrose, di totale abbandono, anche rispetto alle cittadelle fantasma del gioco principale. Enormi canyon si aprono lungo tutta la superficie dell’avamposto, alternati da enormi cavità che un tempo ospitavano i minatori e che ora invece sono trappole per sprovveduti. Con la nuova mappa non mancano armature e armi uniche con vantaggi (e svantaggi) bizzarri e fuori di testa, come un piccone misterioso che nessuno vuole perché si dice porti iella.
Gli amanti della narrazione saranno invece ben soddisfatti del lavoro di Obsidian Entertainment, che si è rivelata attenta come sempre alla componente narrativa e alla lore di gioco. Intrighi e storie di misteriose scomparse si intrecciano perfettamente alla trama del disastroso esperimento condotto da Soluzioni Spaziali, portandoci a scoprire quanto crudeli siano effettivamente le corporazioni, il tutto senza però rinunciare all’umorismo cupo che avevamo ampiamente apprezzato nell’avventura principale.
