Disintegration

Disintegration

Gli sviluppatori di V1 Interactive provano a rivoluzionare il genere degli sparatutto in prima persona. Saranno riusciti a portare a termine la loro missione?

Se una delle menti dietro la nascita di Halo cerca di dare nuova linfa vitale agli sparatutto perché evidentemente stanco di vedere la solita solfa, vuole dire che effettivamente il genere ormai è privo di idee rivoluzionare. E in effetti è difficile dargli torto considerando che l’unica sostanziale evoluzione degli FPS è stata quella di dar vita ai battle royale alla PUBG, il che è tutto un dire.

Disintegration rappresenta dunque un progetto importante per Marcus Lehto, che si è dunque affidato a un team composto da sviluppatori talentuosi e veterani dell’industria per un titolo in grado di distaccarsi dalla massa, che non sia il solito Call of Duty o l’ennesima variante di uno sparatutto che cerca di inseguire il successo di Fortnite o Apex Legends. Ma il papà di Master Chief sarà riuscito in tale impresa? Leggete la nostra recensione di Disitegration per scoprirlo.

Disintegration
Il pilota di gravicicli Romer Shoal è il protagonista di Disintegration.

IO, ROBOT

Che Marcus Lehto non abbia mai nascosto la sua passione per la fantascienza è un dato di fatto, avendo lui stesso dato i natali a Master Chief e alla serie Halo, una saga che ha fatto la fortuna di Bungie prima e di 343 Industries poi. Disintegration pesca a piene mani nel genere sci-fi e ci mette nei panni di Romer Shoal, un pilota di mezzi volanti (chiamati gravicicli) che dopo una rocambolesca fuga si ritrova a guidare un gruppo di ribelli in lotta contro la Rayonne, un’organizzazione priva di buone intenzioni. Il protagonista della campagna single player presenta l’aspetto di un automa, e così alcuni dei suoi comprimari, avendo trasferito il suo cervello all’interno di esoscheletri robotici, mentre altri umani hanno conservato il loro aspetto.

Inizia in questo modo il viaggio dell’abile pilota nel tentativo di impossessarsi di alcuni manufatti da cui potrebbe dipendere il destino dell’umanità, ancora una volta piegato da guerre ed epidemie. Niente di nuovo, quindi. Premesse narrative che non brillano in quanto a originalità, ma che tutto sommato si lasciano seguire con sufficiente interesse. Disintegration prova a costruirsi un’identità tutta sua, riuscendoci anche discretamente, ma lo stile generale strizza un po’ troppo l’occhio a Destiny, basta dare un’occhiata all’hub principale o al design della cricca robotica di Romer.

UN IBRIDO INTERESSANTE

Gli sforzi di V1 Interactive di svecchiare il genere degli FPS si sono riversati praticamente sul nucleo pulsante della produzione, quel gameplay che si pone realmente come qualcosa di differente rispetto alla solita selva di sparatutto che affollano il mercato. Gli elementi di rottura in questo caso ci mettono ai comandi di un veicolo volante con cui sbarazzarsi degli scagnozzi metallici della Rayonne. In sella al graviciclo ci si può spostare in ogni direzione o alzarsi in volo di una decina di metri o muoversi poco sopra il livello del terreno, sfruttando di tanto in tanto un’accelerazione laterale utile per schivare missili o proiettili in arrivo. A discapito di quanto si possa pensare, manovrare questo veicolo è il massimo dell’immediatezza considerando che con L1 e L2 si può sollevarlo e abbassarlo, mentre gli stick analogici sono adibiti al movimento del mezzo e alla mira.

I vari livelli della modalità single player mettono alla prova i giocatori con armamentari diversi che differiscono per gittate e cadenza di fuoco, da armi automatiche a quelle di precisione, ma in fin dei conti la varietà di azioni da compiere implica comunque il ricorso alle bocche da fuoco. Ma la vera particolarità, quella con cui il team di sviluppo ha voluto prendere le distanze da altri esponenti del genere, risiede invece nella possibilità di gestire fino a quattro compagni robotici che ci daranno manforte nell’affrontare le truppe ostili. Questo ristretto gruppo di fuoco terrestre può raggiungere la posizione che gli indicheremo, focalizzare le loro attenzioni (e il loro piombo) su un determinato nemico e scatenare una serie di abilità speciali. Granate stordenti, colpi di mortaio, campi gravitazionali in grado di rallentare i nemici e altro ancora potranno essere usati per sopraffare le orde di robot avversari, ma l’uso di questa abilità peculiari (selezionabili con uno dei quattro tasti del D-pad) è scandito da un tempo di recupero variabile.

TRUPPE D’ASSALTO

Da una parte c’è quindi la fase in cui si eliminano per conto nostro automi nemici, di varia caratura e che comprendono anche enormi macchine robotiche e gravicicli, dall’altra bisogna sempre tenere d’occhio lo stato di salute dei nostri compagni ed eventualmente recuperarli nel caso finiranno gambe all’aria, così da vederli rientrare in gioco dopo qualche secondo. Disintegration non è un titolo consigliabile a chi cerca uno sparatutto all’acqua di rose, perché l’essere continuamente in inferiorità numerica richiede una pianificazione abbastanza importante nel comprendere prima quali bersagli attaccare e quando è il momento di avanzare e quando invece una ritirata strategica è la scelta più saggia. Si potrebbe dire che proprio per la natura ibrida del progetto, il titolo ideato da Lehto si rivolge quasi a un pubblico di nicchia, o che perlomeno cerca uno sparatutto impegnativo e in cui usare bene il cervello.

I nostri compagni di ventura robotici non potranno dunque essere selezionati singolarmente e condotti in maniera indipendente sul campo di battaglia. Sarebbe stato piuttosto complesso impartire ordini di movimenti singoli per ogni, così da rendere l’azione di gioco ancora più ponderata, ma l’approccio ai combattimenti avrebbe guadagnato ulteriore spessore. Durante la decina di ore necessarie per completare la campagna potranno essere recuperati sul campo dei rottami e dei chip di aggiornamento per migliorare alcune caratteristiche del graviciclo di Romer o quelle di membri del team come Agnes, Doyle e Seguin.

Nonostante la gestione delle truppe sia per l’appunto votata alla semplificazione, questa offre comunque una buona dose di tatticismo. L’ibridazione in questo caso funziona davvero bene e affrontare gli scontri a testa bassa può portare a risultati nefasti, per cui avere una buona mira è relativo se poi i propri comprimari vengono mandati allo sbaraglio. Disintegration è una produzione per certi coraggiosa, ma V1 Interactive poteva osare di più e tentare di spingersi oltre titoli come Battle Zone e Uprising: Join or Die, che già a ridosso del nuovo millennio mescolavano elementi da FPS a quelli da RTS.

UNA RIVOLUZIONE A METÀ

Nel corso della campagna non mancheranno occasioni in cui affrontare nemici piuttosto coriacei e anche gravicicli nemici, ma trovarsene di fronte uno guidato da un avversario in carne e ossa è chiaramente tutta un’altra storia. Qualche mese fa la beta di Disintegration ci aveva dato modo di testare parte della modalità multiplayer e le sensazioni maturate non erano state poi così cariche di entusiasmo, almeno non per un titolo che è stato sviluppato con l’intento di proporre qualcosa di diverso nell’ambito degli FPS. La storia non è poi cambiata più di tanto, perché il gameplay apre le porte ad attacchi coordinati con altri giocatori e le truppe da manovrare aggiungono profondità ai match, ma spesso si finisce all’interno di scontri confusionari e di certo la dimensione ridotta delle mappe accentua queste situazioni.

Tuttavia, anche i limiti del comparto multiplayer non tardano a venire a galla per via di una quantità di contenuti non esorbitante in termini di mappe e modalità, e dopo una manciata di partite online si accusa una certa monotonia. Se le dieci squadre selezionabili sono comunque ben diversificate e offrono diversi approcci alle partite, parte del mordente vieen perso quando ci si scontra in match 5vs5 in modalità come la conquista di tre obiettivi, il recupero di nuclei da portare da un punto A a quello B e una sorta di deathmatch in cui recuperare delle neuroscatole in pieno stile uccisione confermata. Non aiuta nemmeno un sistema di progressione che è esclusivamente rivolto allo sblocco di contenuti cosmetici per personalizzare il proprio graviciclo o l’estetica delle truppe di terra.

Disintegration
Alcune ambientazioni sono ben realizzate e fanno chiudere un’occhio su un comparto grafico non eccezionale.

DISTRUZIONE (QUASI) TOTALE

È chiaro che con un budget sostanzioso l’ambizioso progetto di Marcus Lehto sarebbe riuscito a impressionare in ben altro modo, come si evince anche da un comparto tecnico appena sufficiente. Texture non all’ultimo grido e varie imperfezioni grafiche, tra cui qualche calo di frame-rate in alcune situazioni, non restituiscono poi un colpo d’occhio memorabile. Di contraltare in Disintegration molti degli elementi dello scenario sono distruttibili e questa caratteristica è comunque impattante sul gameplay, tra veicoli che esplodono e coperture da fare a pezzi per colpire i nemici allo scoperto.

C’è spazio per qualche sprazzo di buon level design in alcune ambientazioni come quelle urbane, decisamente più ispirati e dettagliate di quelle proposte nelle prime ore di gioco, che invece risultano scarne e qualitativamente altalenanti. Il piattume generale si ripercuote però su un comparto sonoro che non incide più di tanto, mentre il doppiaggio in inglese è piuttosto buono e dona una buona caratterizzazione ai personaggi. V1 Interactive è comunque un team giovane e che si è reso protagonista di un titolo non impeccabile ma con diverse buone idee, purtroppo non sfruttate appieno anche per questioni economiche figlie di un budget non assimilabile a giochi tripla A.

Disintegration
Disintegration
GIUDIZIO
Al netto di qualche spunto degno di nota e tutta la buona volontà nel proporre qualcosa di diverso dal solito, Disintegration non poi è quella brillante rivoluzione che ci aspettavamo dopo il suo annuncio avvenuto alla Gamescom 2019. Se da una parte la gestione delle unità di terra ha un certo peso strategico, sorrette da un gameplay che bada al sodo, dall’altra la mancanza di varietà è un difetto non da poco nell’ambito della campagna single player. Pur volendo “gravitare” al di sopra di un comparto tecnico e artistico non esaltante, aspetti come la componente multiplayer finiscono per non catturare appieno le attenzioni dei giocatori principalmente per la penuria di contenuti. Nel caso siate alla ricerca di uno sparatutto diverso dagli altri, anche un po’ atipico, allora Disintegration potrebbe essere meritevole di una possibilità, sperando che nel corso dei prossimi mesi la creatura del co-creatore di Halo si evolva e riesca ad acquisire un po’ più di mordente grazie ad aggiornamenti e aggiunte per la modalità multigiocatore.
GRAFICA
6.3
SONORO
6.3
LONGEVITÀ
7.2
GAMEPLAY
7.5
PRO
La gestione delle truppe terrestri è convincente
Offre un buon tasso di sfida
CONTRO
Tecnicamente poco curato
Multiplayer poco esaltante
6.8