Google Stadia

Google Stadia, tutto quello che c’è da sapere sulla nuova piattaforma

La casa di Mountain View entra ufficialmente nell'industria dei videogiochi con la piattaforma del futuro.

La presentazione della nuova tecnologia di Google legata all’industria dei videogiochi era di certo uno dei momenti più attesi della Game Developers Conference 2019 di San Francisco, e la casa di Mountain View si è presentata puntuale all’appuntamento per mostrare la propria visione per il futuro di questa industria: Google Stadia. Contrariamente alle aspettative e ipotesi più comuni degli ultimi giorni, quella di Google non sarà una vera e propria console, bensì un’infrastruttura che si baserà sul cloud e sull’esperimento di Project Stream per stravolgere il mondo dei videogiochi in modi finora impensabili.

Dal keynote di San Francisco, il CEO di Google Sundar Pichai ha sottolineato la potenza della nuova infrastruttura messa su dal colosso della Silicon Valley, che si estende ora attraverso 19 regioni, 58 zone e più di 200 paesi e territori. Questa infrastruttura è ciò che alimenterà l’ambizioso concept di Stadia, presentato da un veterano dell’industria come Phil Harrison. L’ex-responsabile di Sony, Atari e Microsoft, che era entrato tra le fila di Google nei primi mesi dello scorso anno, ha da subito espresso i concetti principali di Stadia, che punta a unire giocatori, content creator di YouTube e sviluppatori della più grande forma d’intrattenimento del mondo, con più di 2 miliardi di giocatori sparsi nel globo.

CREATE + SCALE + CONNECT

Sotto gli occhi di un soddisfatto Yves Guillemot, amministratore delegato di Ubisoft presente in prima fila per assistere al reveal di Stadia, Harrison ha mostrato l’evoluzione del servizio dal primo esperimento pubblico arrivato sul finire del 2018 con Project Stream, una tecnologia che ha reso funzionante un gioco come Assassin’s Creed Odyssey a una risoluzione di 1080p e 60fps su di un “semplice browser” come Chrome. Ed è da questa base che Google è partita per il concept di Stadia e per il motto ufficiale della nuova tecnologia: Create + Scale + Connect. Con Stadia, è sufficiente guardare un video su YouTube e cliccare sul tasto Gioca su Stadia per avviare immediatamente la sessione di gioco, con un’attesa che non supera i cinque secondi. Non ci sono tempi di download, installazioni o patch da scaricare per mantenere il gioco sempre aggiornato. Stadia cerca di creare un nuovo modo di fruire dei propri videogiochi preferiti rendendo l’accesso al gioco istantaneo, su qualsiasi dispositivo sceglierete di giocare.

Già, perché come dicevamo in apertura, l’obiettivo di Google non era quello di lanciare un nuovo hardware per fare guerra a Microsoft, Sony e Nintendo, bensì di sfruttare la tecnologia che tutti gli utenti possiedono già per rendere i videogiochi accessibili ovunque, mantenendo però le massime prestazioni. Stadia funziona su tutti i dispositivi: PC desktop e portatili, ma anche TV, smartphone e tablet. In una dimostrazione in tempo reale guidata da uno dei responsabili della tecnologia, Stadia è stato mostrato in azione a 1080p e 60fps su un portatile Google Chromebook, per poi procedere su uno smartphone Google Pixel 3 e riprendere l’azione sul “PC desktop più economico che Google sia riuscita ad acquistare nei paraggi”, mantenendo la stessa esperienza e resa grafica. La demo poi è proseguita su un tablet Pixel Slate (basato anch’esso su sistema operativo Chrome OS) e infine su una TV tramite la consueta periferica Chromecast. Il tutto, vale la pena sottolinearlo più e più volte, in un batter d’occhio.

IL CONTROLLER

A testimoniare la volontà di garantire la massima accessibilità, Google ha confermato che tutte le periferiche, come mouse, tastiere e controller, saranno perfettamente funzionanti. Ciò permette ai possessori di Stadia di gioca su qualsiasi dispositivo già in possesso e di non utilizzare per forza di cose le periferiche di Google, che pur saranno in vendita per assicurare la “migliore esperienza di gioco”. Ed è qui che arriva il turno di Stadia Controller, il pad ufficiale dell’ecosistema di Google che sarà distribuito in diverse colorazioni (attualmente bianco o nero). La peculiarità più importante di questo controller è la possibilità di collegarsi direttamente in Wi-Fi al gioco in uso tramite il cloud. Ciò permetterà di utilizzare lo stesso controller a prescindere dalla periferica sulla quale deciderete di visualizzare il gioco, passando da un dispositivo all’altro istantaneamente. In tal senso, Google ha mostrato chiaramente come il passaggio da una sessione di Assassin’s Creed Odyssey su un tablet Pixel Slate alla TV fosse letteralmente immediato.

Ma non è tutto: il controller offrirà due feature interessantissime come il pulsante Capture, che dà al giocatore la possibilità di salvare un video direttamente su YouTube, e il tasto Google Assistant, che come vedremo più avanti promette di rivoluzionare anche in questo caso il modo di fruire delle guide video presenti sul popolare network di Google. Incluso anche un microfono, che permetterà di interagire con Google Assistant e di controllare verosimilmente anche le funzioni di sistema.

Google Stadia

LE PRESTAZIONI: 10 TERAFLOPS, OLTRE I 4K

A rafforzare l’idea della potenza di Google Stadia ci ha pensato Majd Bakar, principale responsabile dell’infrastruttura di rete, che ha confermato come la casa di Mountain View abbia distribuito 7500 nodi in tutto il mondo per garantire ai giocatori dei server in prossimità della propria dimora, così da garantire la migliore esperienza possibile. Ed è anche grazie al potenziamento dell’infrastruttura che si è passati dalla possibilità di offrire un flusso di gioco in 1080p/30fps con audio stereo, come quello proposto da Project Stream lo scorso anno, al più allettante 4K/60fps con audio surround e tecnologia HDR che Stadia offrirà al lancio. C’è di più: Google ha assicurato che l’infrastruttura sarà scalabile e permetterà in futuro di contare su un flusso video in 8K e 120+ fps, a patto ovviamente di disporre di una banda larga estremamente veloce e in grado di gestire simili prestazioni.

Il data center, dunque, diventa la principale piattaforma sulla quale gli sviluppatori avranno modo di investire per oltrepassare i limiti imposti dalle console di attuale generazione: grazie infatti alla collaborazione con AMD, che ha costruito per Google una GPU custom, ogni singola unità di Stadia può contare su una scheda video in grado di erogare ben 10.7 TeraFLOPs. Esatto: più di PS4 Pro e Xbox One X messe insieme. La GPU conta 56 unità di calcolo e una memoria HBM2, mentre la CPU è basata su un processore custom con architettura x86 e una frequenza di 2.7GHz Hyperthreaded, che migliorerà sensibilmente la prestazioni grazie all’uso dei comandi AVX 2. A supporto di ciò c’è una RAM da 16GB con 9.5MB di Cache L2+L3 e una velocità di trasferimento fino a 484GB/s. Tutto ciò consentirà agli utenti di giocare fino a 4K e 60fps, effettuando allo stesso tempo uno streaming simultaneo a 4K e 60fps su YouTube. Una tecnologia che permetterà ai Content Creator di ridurre l’attrezzatura e di giocare sempre al massimo delle prestazioni su ogni dispositivo possibile.

La GPU di Google Stadia è capace di erogare più potenza di quelle di PS4 Pro e Xbox One X messe insieme.

CI GIRA CRYSIS?

Per dimostrare al mondo che Google fa sul serio, l’azienda ha coinvolto anche un team del calibro di id Software, che nella persona di Marty Stratton ha sottolineato come lo scetticismo iniziale nei confronti dell’infrastruttura cloud si sia ben presto tramutato in meraviglia una volta messe le mani su Stadia. Stratton ha svelato che il prossimo DOOM Eternal sarà pienamente giocabile su Stadia in 4K nativi, con il supporto a HDR e 60fps. Il tutto sarà gestito da una singola GPU di Stadia, mentre sul palco Harrison mostrava le differenze nell’utilizzo di una singola scheda grafica e di molteplici GPU di Stadia, con vantaggi notevoli che daranno modo agli sviluppatori di esprimersi al massimo potenziale senza preoccuparsi della potenza.

Potenza che non si manifesterà solo sul lato grafico, ma anche per quanto riguarda la portata di giochi come i battle royale, che grazie a Stadia potranno includere fino a migliaia di giocatori in un singolo match eliminando diversi elementi dall’equazione che, fino a ora, parte dal giocatore, passa per la console e per il provider di rete, transita in giro per il mondo fino al provider cloud e ai server di gioco. Con Stadia, dal giocatore gli input saranno trasmessi direttamente al provider di rete, e da lì al data center di Google, che funge anche da client e server. I battle royale potranno passare da centinaia a migliaia di giocatori, contando sul supporto di Google per bloccare fenomeni nocivi come cheating e hacking. Per non escludere nessuno dalla possibilità di giocare con Stadia, Google ha assicurato il cross-platform con altre piattaforme, così come il supporto al cross-saving e cross-progression. Ed è a questo punto che uno dei lead designer dell’azienda, Erin Hoffman-John, svela un prototipo realizzato in poche settimane, che voleva testimoniare le potenzialità di Stadia in un mondo creato per ospitare centinaia di giocatori in multiplayer e totalmente distruttibile.

STREAM CONNECT E STYLE TRANSFER ML

Non finisce qui: secondo Google, Stadia può contare su alcune tecnologie esclusive che lo rendono perfetto per creare esperienze di gioco differenti, e tra queste spicca certamente una feature come il couch multiplayer, che cerca di far riavvicinare i giocatori anche nel caso di gioco non creato per offrire una tradizionale esperienza split-screen. Grazie all’infrastruttura di Stadia e alla tecnologia di Stream Connect, sarà possibile sfruttare dei display aggiuntivi per offrire una nuova forma di split-screen, creando addirittura un centro di controllo dove tre giocatori possono giocare insieme e un quarto giocatore può coordinare il tutto dal suo schermo.

Una delle sorprese più inaspettate è stata la presentazione della tecnologia Style Transfer ML, che ha visto Luz Sancho di Tequila Works (autori di RIME) mostrare come tramite una pratica come il machine learning, Stadia per trasferire lo stile di una qualsiasi sorgente, ad esempio un quadro o un gioco come Pacman, per trasformare in pochi istanti l’esperienza di gioco adattando la palette di colori e lo stile. Sembra quasi di utilizzare i preset e stili di Instagram per cambiare radicalmente l’aspetto di un gioco, e ciò permetterà ai team che aderiranno al programma di Stadia di accedere a un vasto catalogo di opzioni e stili pronto per l’uso.

Altro giro, altra tecnologia: Dylan Cuthbert di Q-Games ha presentato State Share, un servizio che permette di condividere i salvataggi di gioco (!) tramite un semplice link, una tecnologia utile allo stesso tempo per sfidare un altro giocatore o per riprendere la propria sessione dall’altra parte del mondo. Questo può spingere gli sviluppatori a creare nuove esperienze di gioco, realizzando sfide appositamente studiate per questa funzione che saranno condivisibili tramite un semplice link. Ed è proprio il caso di Q-Games, che è al lavoro su un gioco che ruota attorno a questa funzione, sul quale però vige attualmente il massimo riserbo.

LE INTEGRAZIONI CON YOUTUBE

Dopo aver parlato delle potenzialità a livello di sviluppo e gaming, è stato il turno di Ryan Wyatt, il responsabile di YouTube, che ha voluto parlare dei benefici di Stadia per i Content Creator. Come avrete potuto immaginare, grazie a Stadia potrete fare istantaneamente livestream, capturing e creare highlight senza l’uso di dispositivi esterni o periferiche di acquisizione. Tuttavia, Google sta puntando a nuovi modi per coinvolgere gli spettatori, permettendo grazie al Crowd Play di giocare con i propri beniamini in pochi, semplici passi. Seguendo una trasmissione in diretta su YouTube, infatti, sarà possibile accedere all’opzione “Unisciti alla partita“, con tanto di coda virtuale prima che arrivi il proprio turno, al termine della quale avrete la possibilità di entrare in partita con uno dei vostri Content Creator preferiti.

A puntare particolarmente su questi nuovi modi di intendere l’interazione con il pubblico ci ha pensato MatPat, Creator da 11 milioni di iscritti, che ha parlato delle potenzialità di Google Stadia e in particolare di State Share, che a suo modo di vedere permetterà loro di diventare “sviluppatori” e dar vita a sfide per tentare di coinvolgere la propria community in modi sempre nuovi.

Un altro punto con il quale Google punta a rivoluzionare l’industria è la totale integrazione del suo Google Assistant all’interno di Stadia e del gameplay dei titoli che supporteranno tale piattaforma: il giocatore potrà ad esempio premere un pulsante durante una sessione di gioco in compagnia di Shadow of the Tomb Raider, chiedere all’assistente di Google la soluzione risolvere un enigma e in un battibaleno visualizzare il video più indicato per la risoluzione del puzzle desiderato, con il video che mostrerà l’esatta porzione di gioco senza dover cercarla da sé. Una feature che sembra quasi rivoluzionaria.

LO STUDIO FIRST-PARTY

Sul finire della presentazione, Harrison ha preso nuovamente la parola per fornire gli ultimi dettagli ai presenti in sala: Google Stadia includerà ovviamente le più comuni funzioni di parental control, dando ai genitori la possibilità di controllare a cosa giocheranno i figli, e soprattutto con chi e dove lo faranno. Sicurezza, non solo per le famiglie, ma anche per la stessa Google, che ha annunciato la creazione di un nuovo studio first-party chiamato Stadia Games and Entertainment: il team sarà supervisionato da Jade Raymond, ex-Ubisoft ed EA Motive recentemente entrata a far parte della casa americana, che guiderà la divisione occupandosi sia di realizzare produzioni triple-A che di portare la tecnologia di Google Stadia a partner di terze parti, grandi o piccoli che siano. Google ha già avviato due iniziative a tal proposito: Stadia.dev permetterà agli sviluppatori di ottenere tutti i tool per la realizzazione di giochi basati sull’infrastruttura di Google, mentre Stadia Partners darà ai team le risorse per collaborare con Stadia, presumibilmente per portare sulla piattaforma tutti i giochi già esistenti.

LA DATA DI LANCIO

Infine, i dettagli principali in merito al lancio della tecnologia: Google Stadia sarà lanciato entro la fine del 2019, inizialmente solo negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito ed Europa (non sappiamo se anche in Italia al day-one o in un secondo momento). Tuttavia, al momento mancano dettagli più concreti sul prezzo, che sarà certamente ciò che farà la differenza tra un servizio riuscito e un flop colossale. Queste e altre informazioni, come la data di lancio finale e le modalità di sottoscrizione al servizio, saranno svelate durante l’estate, probabilmente a cavallo tra l’E3 2019 e la Gamescom di Colonia. Noi di VGN.it parteciperemo a entrambe per tenervi sempre aggiornate su tutte le novità legate a Google Stadia, restate sintonizzati sulle nostre pagine per ulteriori approfondimenti che arriveranno nei prossimi giorni.