Gaming in streaming, quale sarà la sua influenza sul mercato mobile?

Seppur non possa essere considerato come il pioniere, il colosso di Mountain View con il Google Stadia ha senza dubbio dato un profondo scossone al terreno, ancora poco battuto, del cloud gaming. A seguito dell’annuncio e della commercializzazione di un servizio che, agli occhi di molti, è apparso poco di un’anteprima delle potenzialità di Google Stadia, è seguita un crescente interesse verso il gaming in streaming che ha spostato l’attenzione anche verso altri interessanti progetti.

Dopo Stadia è stato il turno di Nvidia (già attiva in questo ambito ben prima di Google), che è scesa in campo con un servizio più maturo, GeForce Now, anche se parliamo di due concetti di giocare in streaming sostanzialmente diversi. Poi è toccato a Microsoft che, finalmente, ha mosso il primo passo di un percorso che vedrà la conclusione con il lancio di xCloud, anche se per ora dobbiamo accontentarci di giocare da remoto ai giochi installati sulla nostra console… a patto che sia accesa. I primi due servizi invece permettono di attingere da un catalogo digitale, proprietario per quanto riguarda Google Stadia, di terze parti invece per quanto riguarda GeForce Now, ma senza la necessità di possedere un accessorio dedicato o un hardware particolarmente performante.

Tre modi diversi, dunque, di vedere il concetto di giocare in streaming (anche se, torno a sottolinearlo, per quanto riguarda Microsoft la strada è ancora lunga e porterà a un’evoluzione paragonabile a quella di Google Stadia), ma che hanno in comune un unico obiettivo: permettere agli utenti di accedere ai maggiori titoli in ogni momento e, soprattutto, ovunque essi siano. Poco importa che abbiano a disposizione due ore di tempo libero, o soltanto dieci minuti, che siano comodamente seduti davanti a un televisore oppure su un treno in viaggio con soltanto uno smartphone tra le mani.

Purtroppo, a livello puramente tecnico, parliamo di poco più che bellissime premesse. Perché in concreto Google Stadia stenta ancora a decollare, GeForce Now deve risolvere non poche grane con i vari publisher, convinti più che mai a non far approdare i propri titoli sul servizio di streaming promosso da Nvidia, e Microsoft… beh, in quel di Redmond si discute ancora di Project xCloud. Ma è proprio per questa natura acerba di questi servizi che ancora possiamo divertirci a discuterne e a fare le più disparate previsioni sul futuro, come ad esempio quella che voglio sottoporvi all’attenzione oggi. Come cambierà il mercato del videogioco mobile quando i servizi di cloud daming diverranno finalmente una realtà concreta e funzionante?

Come sapete noi di VGN.it siamo sempre attenti al mercato videoludico per dispositivi mobili, a cui dedichiamo una rubrica bisettimanale nella quale vi consigliamo alcuni tra i giochi che ci hanno colpito di più nell’ultimo periodo. Proprio per questo ho deciso di soffermarmi un attimo a riflettere su quali potrebbero essere le strade che il mercato mobile potrebbe imboccare.

La migliore delle ipotesi è quella che segue la filosofia del “tutto cambia perché nulla cambi”, secondo la quale il gaming in streaming potrebbe non avere alcun tipo di impatto sul mercato mobile, lasciando di fatto alla moltitudine di titoli che invadono gli store digitali l’arduo compito di spartirsi il pezzo di torta. Questa a mio avviso è un’ipotesi poco plausibile, che non rispecchierà ciò che potrebbe verificarsi con l’avvento del cloud gaming. Di fatto, facendo un esempio abbastanza recente, perché dovrei scegliere di giocare a Call of Duty: Mobile quando allo stesso tempo potrei giocare a Call of Duty: Warzone?

Intendiamoci, stiamo ragionando in linea teorica, ma è proprio queste teoria che mi spinge a formulare una seconda ipotesi, a mio avviso più concreta e realizzabile della prima: il mercato mobile dovrà evolversi per non restare schiacciato dal peso dei servizi streaming, e non è detto che ciò accada, andando a rinunciare di fatto a una grandissima fetta della sua utenza, per rivolgere ai veri casual gamer tutta la propria attenzione.

Con l’avvento dei servizi di cloud gaming sarebbe inevitabile che l’interesse dei giocatori più sfegatati, che finora rivolgevano al mercato mobile uno sguardo secondario, siano sempre meno attratti da questa prospettiva, potendo dedicare ai titoli di spicco su console e PC quel tempo che prima erano impossibilitati a impiegare allo stesso modo. Tutto ciò grazie a un servizio (nulla di più) che permetterà loro di sfruttare la potenza di calcolo di hardware fisicamente lontani anche tramite un semplice smartphone, sempre connesso e sempre a portata di mano.

Se invece il mercato mobile deciderà di evolversi per contrastare questo fenomeno ci sarà da aspettarsi cose eccezionali anche da questo aspetto del mondo videoludico, grazie anche a smartphone sempre più potenti e capaci di supportare impostazioni grafiche di alto livello. Una plausibile strategia potrebbe essere, per le software house operanti anche nel mercato console e PC, quella di realizzare spin-off in esclusiva per smartphone, come era nell’idea di Blizzard al momento dell’annuncio del capitolo mobile di Diablo, immediatamente sommerso dalle critiche di fan e non solo, e che ancora deve vedere la luce,come Ubisoft ha già più volte fatto vedere con vari Assassin’s Creed e Rayman.

Ovviamente non ci si potrà accontentare della classica formula alla quale ormai i giochi mobile ci hanno abituato, ma servirà qualcosa di molto più maturo, qualcosa che sia in grado mettere lo smpartphone sullo stesso piano di una console, sia per qualità, sia per il format dei giochi. Qui inevitabilmente le strade del gaming in streaming e del mobile gaming andranno a convergere, e la differenza la farà soltanto l’abilità dei publisher di vendere i loro prodotti, da una parte proponendo un servizio innovativo, dall’altra alzando l’asticella qualitativa a un livello superiore.

Microsoft deve ancora giocare il suo asso nella manica: Project xCloud.

In tutto ciò, coloro che potrebbero giovare maggiormente da questa situazione sarebbero indubbiamente giocatori, che si troverebbero a poter scegliere tra una varietà importante di diverse situazioni… a portata di tasca. E voi cosa ne pensate dell’evoluzione che potrebbe avere il mercato mobile in merito alla diffusione dei servizi di streaming? Fatecelo sapere nei commenti.