L’invasione delle sottoscrizioni da gaming- quanto costa davvero abbonarsi a tutti i servizi

L’invasione delle sottoscrizioni da gaming: quanto costa davvero abbonarsi a tutti i servizi

Apple Arcade, Google Stadia, Project xCloud e Uplay+ sono solo gli ultimi di un elenco che continua a crescere vertiginosamente. Analizziamo insieme questo fenomeno.

Era solo questione di tempo prima che il fenomeno delle sottoscrizioni si abbattesse con prepotenza sull’industria dei videogiochi. La crescente diffusione di servizi come Netflix e Spotify ha sdoganato l’idea di pagare un abbonamento mensile per usufruire di servizi sulla carta vantaggiosi, ma che a lungo andare corrono il rischio di sfociare in un dispendio economico non indifferente, specialmente se accumulati. Negli ultimi anni, dopo l’intuizione di Electronic Arts con la piattaforma EA Access, le big dell’industria si sono impegnate nel cercare idee simili e alternative più o meno valide realmente capaci di convincere l’utente finale a investire una quota (su base mensile o persino annuale) e abbonarsi al proprio servizio.

La situazione, però, è rapidamente degenerata negli ultimi mesi: l’idea di EA Access ha spinto Microsoft a offrire un servizio simile, ma esteso a un catalogo di giochi first-party e third-party in costante aumento, sulla falsariga di Netflix. Concept replicato di recente da Ubisoft col suo Uplay+, che alla stregua del servizio di Electronic Arts fornirà l’accesso totale a tutti i prodotti della software house. Nel mezzo, ci sono decine di piattaforme di vario genere: abbonamenti necessari per giocare online, piattaforme che garantiscono la possibilità di scaricare un certo numero di giochi e utilizzarli senza limiti, servizi cloud che consentono di giocare in streaming, e via dicendo.

L’invasione delle sottoscrizioni da gaming: quanto costa davvero abbonarsi a tutti i servizi
Uplay+ è solo l’ultimo caso di sottoscrizioni che offrono una serie di vantaggi a fronte di un esborso mensile.

LE ORIGINI

Non che gli abbonamenti in ambito videoludico siano poi così recenti, intendiamoci: la prima azienda a tentare di imporre questa strada è stata la stessa Microsoft, che con la piattaforma Xbox Live ha ispirato poi Sony e Nintendo a proporre alternative simili per non perdere l’occasione di ottenere introiti continui, grazie ai quali mantenere le spese di gestione delle proprie infrastrutture di rete. Nel caso di Xbox Live, l’idea di offrire un certo quantitativo di giochi gratuiti al mese come parte dell’investimento necessario a poter giocare online o usufruire di funzioni “premium” come i Party online ha ispirato le rivali giapponesi a replicarne la strategia con i vari PlayStation Plus e Nintendo Switch Online. Entrambi i servizi sono necessari per poter godere del multiplayer online su PS4 e Switch (free-to-play esclusi) e offrono dei vantaggi in cambio dell’esborso mensile.

Servizi del genere sono diventati “quasi obbligatori” quando si acquista una console, vuoi perché quasi tutte le produzioni più importanti dispongono di un comparto online, vuoi perché in cambio di una “piccola quota mensile” si ottiene comunque accesso a un catalogo di giochi “gratuiti” che è possibile utilizzare fintanto che si continua a pagare l’abbonamento. Ed è proprio da quest’idea che arriviamo al tema di questo articolo: ma quanto costa, davvero, abbonarsi a tutti i servizi presenti sul mercato? Per scoprirlo, ho trascorso qualche ora per ricercare i prezzi di tutte le piattaforme attualmente esistenti (o quelli semplicemente noti, aspettando di scoprire la proposta di Apple con Arcade o i costi definitivi di Project xCloud e GeForce Now) e ragionato in modo probabilmente un po’ troppo paradossale, da utente finale che dispone di PC, PS4, Xbox One, Switch e una serie di dispositivi smart Android e iOS.

L’invasione delle sottoscrizioni da gaming: quanto costa davvero abbonarsi a tutti i servizi
Ai tempi della prima Xbox, Microsoft aveva già intuito il potenziale di questa formula e ha proposto ai suoi utenti l’infrastruttura di Xbox Live.

I PREZZI DEI SINGOLI SERVIZI

Ecco, dunque, uno schema pratico che riassume i costi di ciascuna piattaforma (oltre ai vantaggi economici nello stipulare un abbonamento annuale, anziché mensile).

SERVIZIOCOSTO MENSILECOSTO ANNUALE
PlayStation Plus7,99 euro59,99 euro (4,99 euro al mese)
Xbox Live Gold6,99 euro59,99 euro (4,99 euro al mese)
Nintendo Switch Online3,99 euro19,99 euro (1,66 euro al mese)
Xbox Game Pass (X1)9,99 euro
Xbox Game Pass (PC)3,99 euro
Xbox Game Pass Ultimate12,99 euro
Discord Nitro Classic4,99 euro49,99 euro (4,16 euro al mese)
Discord Nitro9,99 euro99,99 euro (8,33 euro al mese)
EA Access3,99 euro24,99 euro (2,08 euro al mese)
Origin Access3,99 euro24,99 euro (2,08 euro al mese)
Origin Access Premier14,99 euro99,99 euro (8,33 euro al mese)
Uplay+14,99 euro
Google Stadia9,99 euro
PlayStation Now14,99 euro99,99 euro (8,33 euro al mese)

Mettiamo il caso che il sottoscritto, possessore di tutte le piattaforme succitate, decida di abbonarsi a tutte le piattaforme sopraelencate. Ciò include i tre servizi necessari per giocare online su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, ma anche le piattaforme per scaricare giochi gratuiti come Xbox Game Pass, Discord Nitro, EA Access e Uplay+, e siccome non ci facciamo mancare niente, anche Google Stadia e PlayStation Now (ora che ci penso, sono effettivamente abbonato a sette dei quattordici servizi. Aiuto!).

Per poter giocare online su tutte e tre le console, ogni mese tocca spendere 18,97 euro. Mantenendo una fatturazione su base mensile, giocare in multiplayer online su tutte e tre le piattaforme costerebbe 227,64 euro in un anno, situazione che migliora di molto optando per i più convenienti abbonamenti da 12 mesi, che richiederebbero così “solo” 139,97 euro all’anno per poter giocare in multiplayer su PS4, Xbox One e Switch. Con un rapido calcolo, acquistando i giochi al day-one e a prezzo pieno, mantenendo la formula di fatturazione mensile giocare online costa quanto il prezzo di 3,25 giochi tripla-A, che scende a 2 giochi tripla-A in caso di acquisto dell’abbonamento annuale.

L’invasione delle sottoscrizioni da gaming: quanto costa davvero abbonarsi a tutti i servizi
EA Access è stato il primo servizio moderno a inaugurare la moda delle sottoscrizioni: da allora, la proposta di EA è migliorata esponenzialmente, ma per godere del meglio serve abbonarsi alla più costosa piattaforma Origin Access Premier (solo su PC).

Passiamo adesso ai servizi che offrono la possibilità di ottenere giochi gratuitamente, e anche in questo caso, decidiamo di abbonarci a… tutto! Stipulando una sottoscrizione con fatturazione mensile a Xbox Game Pass (abbonamento separato su PC e Xbox, per il momento), Discord Nitro, EA Access, Origin Access e Uplay+, l’esborso totale sarebbe di 46,94 euro al mese (prezzo inferiore a quello di un singolo gioco) o 563,28 euro all’anno a fronte di un catalogo che include realisticamente più di trecento giochi da scaricare e provare senza limiti temporali. Optando per gli stessi servizi ma con la più conveniente formula annuale, il risultato migliora con “soli” 497,61 euro all’anno.

Ma c’è di più: grazie a Xbox Game Pass Ultimate, si può risparmiare ancora qualcosina e ottenere il meglio del servizio per PC e console a fronte di un unico abbonamento, che include addirittura Xbox Live. In questo caso, la spesa scende a 485,73 euro. Come dite? Giusto, non dimentichiamo che di Origin Access esiste una versione “Premier” che dà accesso all’intero catalogo di Electronic Arts. Il prezzo, però, sale nuovamente: si parla di 560,73 euro all’anno.

Nel primo caso, si tratta dell’equivalente di 8,05 giochi acquistati al lancio a un prezzo di 69,99 euro cad. (dunque, meno di un nuovo gioco al mese), mentre nel secondo caso con gli stessi soldi avreste acquistato 7,11 giochi al lancio a un prezzo di 69,99 euro cadauno. In entrambi i casi, dunque, l’esborso mensile/annuale giustifica ampiamente la mole di contenuti che gli abbonamenti consentono di giocare. Curiosamente, scegliendo la terza e quarta soluzione si assiste a situazioni diametralmente opposte: meno di 6,94 giochi acquistati al lancio a prezzo pieno nel caso di Xbox Game Pass Ultimate ma con la versione Basic di Origin Access, mentre 8,01 giochi acquistati al lancio a prezzo pieno nel caso in cui scegliessimo per il meglio attualmente offerto in termini di abbonamenti e cataloghi on demand.

All’E3 2019, Microsoft ha ufficializzato il lancio di Xbox Game Pass Ultimate: un solo servizio, tre abbonamenti, il tutto a un prezzo estremamente conveniente.

Ma, come avrete immaginato, c’è un’altra direzione verso cui aziende come Microsoft e la new-entry Google stanno spingendo con prepotenza, e quella è il cloud gaming, che promette di offrire un’esperienza da PC/console su qualsiasi dispositivo desideriate. Le aziende che attualmente permettono di offrire un’esperienza del genere sono quattro: la casa di Mountain View, con la sua controversa Stadia, ma anche Microsoft con Project xCloud e soprattutto le uniche che, attualmente, possono offrire una soluzione pronta e funzionante. Parliamo di NVIDIA, con GeForce Now, e Sony, con PlayStation Now. Allo stato attuale, però, il servizio dell’azienda che produce schede grafiche si trova in beta e non offre indicazioni sul prezzo dell’abbonamento, più o meno quello che succede con la proposta di Microsoft, che arriverà a fine anno.

Diciamo, dunque, che per il momento sceglieremo di abbonarci esclusivamente alle due piattaforme delle quali sono noti i prezzi: PlayStation Now, con i suoi 14,99 euro al mese (99,99 euro all’anno), e Google Stadia, la cui versione Pro richiede 9,99 euro al mese per godere di un’esperienza in 4K (mentre dal prossimo anno sarà offerta gratuitamente la versione in Full-HD). Nel primo caso, avrete accesso a un catalogo da oltre 600 giochi tra classici PS2/PS3 e nuovi giochi PS4, mentre nel secondo… beh, dovrete acquistare ciò che vi interessa come un normale gioco o accontentarvi dei giochi offerti gratuitamente su base periodica. Qualsiasi sia la motivazione che vi spinge a scegliere un servizio del genere, preparatevi a sborsare la bellezza di 299,76 euro (fatturazione mensile) o 219,87 euro (fatturazione annuale) ogni dodici mesi per giocare ovunque desideriate. Si tratta dell’equivalente all’acquisto di 4,28 giochi (3,14 giochi nel secondo caso) al day-one e a prezzo pieno.

PlayStation Now è la proposta di Sony in ambito cloud gaming: il servizio potrebbe migliorare ulteriormente con il lancio di PlayStation 5.

MA QUANTO MI COSTA?

Se comincia a farvi male la testa non preoccupatevi, è perfettamente normale. Ecco che arriviamo al momento di un pratico recap, che potrebbe spingervi nel migliore dei casi a riconsiderare l’effettiva utilità di qualche servizio al quale siete abbonati o a scegliere di abbonarvi a tutto, come nel caso del sottoscritto. Abbonandosi ai tre servizi per giocare online, a tutte le piattaforme di gaming on demand e ai servizi di cloud gaming, la spesa da affrontare equivale all’esorbitante cifra di 860,58 euro.

Questa cifra include gli abbonamenti a Xbox Live (tramite Xbox Game Pass Ultimate), PlayStation Plus e Nintendo Switch Online, le sottoscrizioni ai due Xbox Game Pass per PC e Xbox One (sempre tramite Ultimate), a Discord Nitro, EA Access, Origin Access Premier e Uplay+, e gli abbonamenti per giocare su Google Stadia e PlayStation Now. Tanti abbonamenti per tanti servizi differenti, che potrebbero costarvi però poco più di un gioco per console acquistato a prezzo pieno al day-one (dunque senza promozioni legate al pre-order o alla restituzione di uno o più giochi), esattamente 71,71 euro al mese.

Google Stadia
Google Stadia rappresenta il futuro: per giocare, basteranno un controller e un qualsiasi dispositivo, dagli smartphone a un semplice Chromecast.

A fronte di un esborso equivalente al prezzo di un gioco tripla-A al mese, i vantaggi non mancano: multiplayer online per i giochi che lo supportano, una serie di giochi gratuiti su base mensile e un catalogo praticamente sconfinato di vecchie glorie, giochi indie e blockbuster al lancio il cui prezzo effettivo supererebbe di gran lunga un prezzo che, di fronte a questi dati, appare effettivamente “irrisorio”. La questione convenienza, però, è decisamente soggettiva: quanti, effettivamente, acquistano un gioco tripla-A al lancio, a prezzo pieno, ogni singolo mese? Pochi. E quanti, realisticamente parlando, hanno la voglia (o semplicemente il tempo) di cominciare o portare a termine un gioco che, nella peggiore delle ipotesi, può richiedere dalle dieci alle sessanta ore per arrivare ai titoli di coda? Senza considerare, poi, che giochi online à la Destiny 2 e The Division sono a tutti gli effetti “produzioni infinite” che offrono sempre qualche motivo per giocare e sono quelli che, più di tutti, monopolizzano il poco tempo a disposizione.

Già, perché non dimentichiamo che non esistono solo i videogiochi: oltre allo studio o al lavoro, il tempo libero a propria disposizione viene generalmente suddiviso tra uscite con gli amici, binge-watching di serie TV o scorpacciate di film, e che tutte le aziende che cercano di convincervi a investire i vostri soldi in un abbonamento mensile competono in un singolo ambito: monopolizzare il vostro tempo libero. Che, giorno dopo giorno, è sempre più risicato, tra i vari Stranger Things 3 su Netflix, Spider-Man: Far From Home al cinema e, restando nel nostro ambito di riferimento, giochi come Sea of Solitude, Marvel Ultimate Alliance 3 o Wolfenstein: Youngblood.

La situazione continuerà a “peggiorare” quando, sul finire dell’anno, arriveranno anche i succitati Apple Arcade e Project xCloud: a quel punto, scegliere quale abbonamento sia effettivamente utile rispetto al tempo a disposizione e alle proprie necessità, diventerà probabilmente una condizione necessaria per evitare di sperperare il proprio denaro in servizi che difficilmente si sfruttano a dovere.