Museo Videoludico #19 – I Clicker di The Last of Us

Dalle formiche all'uomo, la mutazione del Cordyceps in The Last of Us.

Gli zombi videoludici hanno avuto, sin dall’alba dei tempi delle console, un ruolo di spicco per quanto riguarda la parte di temibili antagonisti. Ne abbiamo visti di tutti i tipi: veloci, lenti, ciechi, capaci di muoversi in branco o essere spietati cacciatori solitari. Tuttavia. pochi hanno saputo terrorizzare i giocatori di tutto il globo come i terribili e inquietanti Clicker, e tutti gli altri infetti, di The Last of Us.

In occasione dell’uscita del secondo capitolo (a cui dedicheremo una serie di speciali) della saga di Naughty Dog, per l’episodio odierno della nostra rubrica Museo Videoludico abbiamo deciso di fare un viaggio negli Stati Uniti post-apocalittici per scoprire di più sulla piaga fungina che ha stravolto le vite di milioni di persone e, soprattutto, quelle di Joel e Ellie.

Museo Videoludico #19 - Gli Infetti di The Last of Us
Il manifesto militare sugli stadi degli infetti.

L’origine dell’epidemia nel mondo The Last of Us va ricercata nell’America del Sud, in base a quanto riferito nel notiziario andato in onda durante gli eventi del prologo del gioco. Secondo le fonti, questa piaga è causata da una strana mutazione del fungo Cordyceps in grado di infettare il cervello umano e distruggere le cellule cerebrali tramite i suoi miceli. Il cervello viene così distrutto, lasciando vagare senza meta un corpo ormai vuoto e spinto da un istinto omicida. Un infetto ha quindi il solo scopo di diffondere le spore del fungo e lo fa anche una volta che l’ospite non è più in grado di sostenere il parassita. Un corpo morente si recherà quindi in un ambiente buio e umido, dove il fungo potrà continuare a crescere e rilasciare spore.

Nessuno è al sicuro nel mondo di The Last of Us, tranne qualche individuo che presenta una protezione genetica dal fungo. Gli sfortunati che vengono a contatto col parassita, o per scambio di fluidi corporei, ad esempio con un morso, o per aver respirato le spore, cominciano lentamente a perdere capacità cognitive e razionali, fino a quando non avranno più libero arbitrio e saranno, quindi, soggiogati dal Cordyceps.

Un infetto durante il suo ciclo di vita passa attraverso sei fasi, di cui le ultime due sviluppate negli anni che passano tra gli eventi di The Last of Us e il secondo capitolo. A mano a mano che il fungo si propaga e prende controllo dell’ospite, quest’ultimo diventa sempre più aggressivo e meno umano, tanto nel comportamento quanto nell’aspetto fisico.

Un Runner, prima fase dell’infezione, presenta ancora delle caratteristiche umane, emette gemiti e parole sconclusionate quasi come se stesse combattendo contro l’infezione. Lo Stalker ha perso totalmente la sua umanità e sfrutta gli angoli più bui per tendere imboscate al malcapitato. Il terzo stadio, quello di Clicker, il più famoso e iconico della saga, ha permesso al fungo di crescere anche esteriormente dal cranio dell’ospite, rendendolo difatti cieco, ma non per questo meno terrificante. I “click” tipici che emette, e che gli sono valsi il nome, non sono solo un mero mezzo per spaventare il giocatore, ma consentono all’infetto di spostarsi nell’ambiente. Il quarto stadio, più raro e più terribile, è quello di Bloater, un infetto gonfio e resistente a molteplici colpi di arma da fuoco.

Museo Videoludico #19 - Gli Infetti di The Last of Us

È innegabile che gli zombi abbiano sempre avuto il loro posto d’onore nell’immaginario horror, specialmente nei videogiochi, ma tra tutti i Clicker si sono meritati una menzione speciale per un motivo abbastanza valido. Mentre per la maggior parte degli altri infetti l’infezione è dovuta a virus realizzato in un laboratorio da società malvagie e occulte, quello di The Last of Us ci incute ancor di più perché basato su elementi reali, quali appunto i funghi parassiti della famiglia Cordyceps. Esistono due ceppi di questa famiglia di funghi, una meno comune e che attacca altri funghi, mentre l’altra, più diffusa, che colpisce insetti e ragni.

Museo Videoludico #19 - Gli Infetti di The Last of Us
Il corpo di una formica ormai infettato.

Il ciclo di vita del fungo parte dalla spora dispersa nell’ambiente. Questa può viaggiare per molti metri prima di attaccare il giusto ospite, tant’è che basta una singola particella per dare vita a una nuova colonia di Cordyceps. Il fungo, una volta in contatto con la vittima, la costringe ad arrampicarsi in luoghi sopraelevati e, una volta raggiunta una posizione adatta in termini di luce e umidità, a rimanervi ancorata mordendo la corteccia dell’albero o della foglia. Sull’ospite cominceranno quindi a crescere un reticolo di miceli e successivamente lo stelo del fungo, ricominciando di fatto il ciclo.

L’Ophiocordyceps unilateralis, la specie più nota, ha quindi un solo scopo, quello di propagarsi il più possibile e nelle zone pluviali trova terreno fertile per la sua ignobile missione. Gli scienziati però hanno dimostrato che il fungo, diversamente da come si può credere e da come è mostrato in The Last of Us, più che colpire il cervello vada a intaccare il sistema nervoso e muscolare della vittima, andando a formare un reticolo tubolare intorno ai muscoli. Inoltre è stato osservato che la vittima comincerà a comportarsi in maniera anomala, come l’allontanarsi dal gruppo nel caso delle formiche, le più colpite da questa infezione.

Museo Videoludico #19 - Gli Infetti di The Last of Us
I bachi utilizzati nella medicina orientale.

Da notare come tuttavia non tutti i funghi della famiglia Ophiocordyceps siano maligni. Sono infatti ben documentati due esempi in cui non compromette l’animale o addirittura lo aiuta. Nel primo caso va infatti segnalato un particolare baco che vede crescere un corno sulla parte superiore del corpo, utilizzato nella medicina orientale per trattare alcuni mali o usato come afrodisiaco. Nel secondo caso, invece, è stato studiato che in Giappone il fungo ha rimpiazzato un certa tipologia di batteri, entrando in simbiosi con le cicale locali e aiutandole a ottenere nutrienti.

Quello del Cordyceps però non è l’unico caso di “zombificazione” presente in natura. Anche qui siamo di fronte a cicli naturali quasi inarrestabili, come quello che avviene per il Nematomorpha, un verme acquatico che, quando viene ingerito da un grillo, ad esempio, lo costringe a suicidarsi in acqua. Lo stesso avviene con il Leucochloridium paradoxum: una lumaca infetta che viene mangiata da un uccello prima o poi espellerà i propri rifiuti che presentano il verme, con questi scarti che potranno essere poi mangiati da un’altra lumaca. Se siete rimasti scioccati da tutto ciò potete stare tranquilli in quanto nessun verme o fungo causa fenomeni simili nell’uomo… almeno fino a quando uno di loro muterà come in The Last of Us.


La nostra avventura odierna termina qui: fateci sapere nei commenti cosa pensate dell’argomento di questo mese e cosa vorreste vedere nei prossimi episodi. Museo Videoludico torna il prossimo mese con una nuova analisi e tante curiosità.