10 è il numero perfetto (e lasciamo che sia tale)

Perfezione o imperfezione? Questo è il problema!

Quando penso al numero 10 mi vengono in mente sostanzialmente tre cose: il punteggio più alto in una scala che va da zero a dieci, la perfezione e quante ragazze sarebbero bastate a Lucio Battisti nella sua famosa canzone. In ambiti e culture differente questa cifra può anche assumere significati diversi, lo stesso vale per le persone che magari reputano il 10 numero fortunato o tutto il contrario. Di norma a quest’insieme di due numeri è legato un giudizio, come ben ci ha insegnato il simpatico Alessandro Borghese e il suo “voto diesci”. Il 10 è come il potere, logora chi non ce l’ha (e chi non lo assegna!).

Nello sport più popolare al mondo indossare la maglia numero 10 è piuttosto uno status symbol da onorare con giocate d’alta classe, assist sopraffini e gol da cineteca. Perché a discapito di quell’uno e quel zero nel calcio esistono fuoriclasse assoluti ma non calciatori perfetti: non lo era Maradona anche se ci è andato molto vicino e stessa cosa dicasi di Pelè che invece non ha mai avuto il coraggio di giocare in Europa, mentre Messi quando gioca nella nazionale dell’Argentina pare il cugino scarso di quello ammirato al Barcellona.

The Last of Us: Part II
The Last of Us: Parte 2 è un gioco da 10? Noi l’abbiamo comunque premiato con un meritatissimo 9,5.

Nel mondo videoludico il 10 trova un largo uso quando c’è da esprimere un voto su un gioco in fase di recensione, anche se c’è chi usa ben altri metodi come stelle (da uno a cinque) o propende per una scala da zero a cento che in fondo non stravolge più di tanto le cose. Poco più di un mese fa sono fioccati diversi punteggi perfetti all’indirizzo di The Last of Us: Parte 2, premiato con una sfilza di 10 a sottolineare la caratura dell’ultima, mastodontica produzione realizzata da Naughty Dog. Meritati? Assegnati forse con troppo entusiasmo? O dietro ad alcuni di essi si nasconde qualcos’altro?

Premetto che non c’è assolutamente voglia di far polemica, ma non sono nato ieri e certe dinamiche “oscure” ho imparato presto a riconoscerle, ma non è questo il punto. Non avendolo ancora giocato non posso esprimere un mio giudizio sull’esclusiva Sony, però rimane la questione del “perfect score” da cui è poi nata questa personale elucubrazione mentale. Se lo 0 indica una schifezza di gioco e il 10 un capolavoro su tutti i fronti, in quest’ultimo caso si può parlare di un gioco perfetto pur con uno o più difetti conclamati (volendo di tipo tecnico)? Il 10 rappresenta o no la perfezione?

Le recensioni, e con esse i voti, non saranno mai una questione interamente oggettiva perché come diceva Protagora “l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono”. Ma l’ellenico pensatore converrebbe con me che la matematica non è un’opinione, figuriamoci una nozione filosofica, non a caso il suo-quasi-omonimo-Pitagora intravedeva nel dieci la perfezione fatta numero. La questione dei voti e delle scale di giudizio è come il Tamagotchi, torna di moda a fasi alterne ed è oggetto di discussioni anche serrate, feroci e che coinvolgono anche voi lettori che certe volte ci rimproverate se un voto è troppo alto o meno.

Ma affibbiare, appioppare, regalare, assegnare, chiamatelo come più vi pare e piace, un 10 è un’azione che dovrebbe essere ben ponderata, e più che con il cuore dovrebbe essere fatta con la testa, almeno secondo me, uomo razionale. Questo vale chiaramente per noi redattori che siamo chiamati come il buon Borghese a “gustare” un prodotto, elaborare il suo “sapore” e redigere una recensione dove il voto esprime numericamente il nostro personale giudizio, che oscilla tra l’oggettivo e il soggettivo.

Red Dead Redemption 2
Red Dead Redemtpion 2 è un capolavoro, ma anche l’epoea western di Rockstar Games ha i suoi difetti.

Personalmente volete sapere come la penso? No? E se poi ve ne pentite? Io ve lo dico ugualmente, tiè! Rimango fermamente convinto che un capolavoro rimanga tale pur senza raggiungere la perfezione, che è mio avviso qualcosa che in tanti, non tutti, cerchiamo di raggiungere ma che sfuggente vola via. La perfezione è pura utopia, un’astrazione che sappiamo che non ci appartiene ma che rincorriamo per avvicinarci a essa o che dovrebbe spronarci a fare meglio.

Mi direte che un cerchio può essere perfetto, e leggenda narra che Giotto riuscisse a disegnarli in maniera impeccabile a mano libera (altro che compasso!), o anche che tutti abbiamo visto Homer Simpson portare a termine una partita perfetta di bowling. Va bene, volendo la perfezione si può anche raggiungere ma, badate bene, basta una piccola sbavatura, che la perfezione va a farsi benedire. Questo attenendoci alla definizione della parola, che non ho di certo ideato io ma in cui credo fermamente.

Rimane il fatto che una cosa più è articolata e maggiori saranno le difficoltà nel renderla perfetta. A priva di errore. Il videogioco è strutturalmente complesso, nessun dubbio a riguardo, eppure talvolta riesce a mettere d’accordo più teste, possibile mai che in alcuni casi riesce a essere considerato perfetto da uno, dieci, cento individui? Può darsi che lo sia, d’altronde vox populi vox dei, ma ho imparato anche che a volte la voce del popolo può essere stonata o non del tutto veritiera.

Death Stranding
I voti, coerenti o meno, al ribasso o pompati, giusti o sbagliati, sono comunque personali e vanno rispettati in quanto tali.

Il punto è proprio questo, non c’è via d’uscita. Se il dieci rappresenta il perfect score (da una scala da uno a dieci, ovvietà delle ovvietà) ma poi almeno un paio di difetti minori saltano fuori, allora qual’è il senso di assegnare un numero perfetto a un gioco imperfetto (seppur con qualche piccola macchia che non pregiudica l’esperienza ludica)? Lungi da me dall’essere polemico con l’intero sistema editoriale a cui comunque appartengo, ma se leggo che al gioco X viene assegnato un 10 dal redattore Y affermando esplicitamente che il gioco non è perfetto, allora ecco che razionalmente quel voto non ha poi così tanto senso.

Vuoi vedere invece che il problema non è se assegnare dieci a un gioco perfetto/imperfetto, ma è invece è la mia rigidità mentale nel vedere assegnare quel voto? Potrebbe anche darsi, io di certo non mi farei problemi a premiare un gioco con il massimo dei voti se lo reputo degno di tale onorificenza, di certo però sarei razionale nello specificare che a mio avviso quel gioco non ha la benché minima sbavatura. La mia è un’osservazione generale che a prescindere lascia il tempo che trova, perché in una recensione conta il contenuto principalmente, e poi è giusto che ognuno dia un proprio giudizio (condivisibile o meno) e che questo venga rispettato.

Disco Elysium
Disco Elysium non è forse meritevole di un 10 come The Last of Us : Parte 2?

In chiusura vorrei però sottolineare come un gioco può essere definito un capolavoro o qualcosa di eccezionale anche se non viene premiato con il dieci in pagella, così come che certe produzioni indipendenti incredibili potrebbero essere esaltate quando lo meritano. Ho fatto qualche ricerca in giro e praticamente sono i grandi publisher a vedere i loro prodotti essere giudicati con il massimo dei voti, e ci può stare, ma davvero non ci sono indie da 10 e lode a questo mondo? O perché la maggior parte delle testate non li premia con il massimo dei voti?

Eppure sono sicuro che voi lettori, se interpellati, potreste elencarmi cataste di titoli che davvero meritano un 10 o che sono comunque in grado di rasentarlo, di andarci vicino come quando al bocciodromo comunale un vispo pensionato lancia la sua boccia e per questione di millimetri non tocca il pallino. Toh, il lancio in questione poteva essere perfetto e invece… voto 9,5. Peccato, c’era quasi signor Rezzonico, sarà per la prossima volta. Quindi, cari amici di VGN.it e stimati colleghi (e non) del medium videoludico, ricordate che il 10 è il numero perfetto e lasciamo che sia tale.


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