Assassin's Creed Chronicles Russia

Assassin’s Creed Chronicles: Russia

È ormai passato più di un anno dal giorno in cui Ubisoft ha inaugurato la mini-trilogia di Assassin’s Creed Chronicles e gli spin-off che la compongono, per quanto lontani dalla perfezione, hanno comunque rappresentato una pregevole distrazione per chiunque desiderasse osservare questa saga da una nuova e inedita prospettiva. Sia China che India hanno infatti proposto esperienze tutto sommato meritevoli di essere vissute, e questo ci porta dunque all’inevitabile domanda: Assassin’s Creed Chronicles: Russia sarà riuscito a chiudere la trilogia nel migliore dei modi?

LA LETALE MADRE RUSSIA

Incentrato sulle vicende dell’assassino Nikolai Orelov nel vivo della Rivoluzione Russa, il titolo propone una struttura non troppo dissimile da quella dei suoi due predecessori, regalandoci un’esperienza come sempre all’insegna dello stealth in cui l’approccio diretto non è solo sconsigliato, ma profondamente inefficace in gran parte delle situazioni proposte.

Attraversando le cupe ambientazioni bidimensionali proposte, il vostro obiettivo sarà dunque quasi sempre quello di sfuggire alla vista dei nemici sempre più numerosi cercando nel frattempo di completare gli obiettivi più diversi, ma questa volta, per fortuna, l’esperienza ha evidenziato una varietà di fondo senz’altro superiore alle attese. Complici diversi cambi di ritmo e un secondo personaggi giocabile che vi lascerò il piacere di scoprire personalmente, Chronicles: Russia regala infatti una progressione sensibilmente più solida rispetto a quanto visto in China e India.

I difetti storici di questa trilogia ovviamente sono riscontrabili anche in Russia, primi fra tutti il discutibile comportamento dei nemici animati da un’IA non proprio eccezionale e un level design che non permette chissà quale libertà di approccio, ma ciò non toglie che tutto risulti più godibile e soprattutto divertente, nonostante l’esperienza si confermi di chiaro stampo trial & error. Il rischio di incorrere in qualche momento di enorme frustrazione dunque non manca, ma nel complesso è presumibile che appassionati e non trovino più di un motivo per non abbandonare il prodotto una volta portata a termine la modalità principale.

E a tutto questo, infine, si aggiunge un comparto tecnico di pregevole fattura che incarna alla perfezione l’essenza del periodo storico a cui il titolo si ispira, mostrando un’inconfondibile predominanza di colori scuri alternati all’immancabile rosso, che tendono a esaltare i tratti netti e decisi che contraddistinguono ogni elemento di gioco. Un netto cambio di rotta dunque rispetto ai colorati e suggestivi scenari visti in China e soprattutto in India, capace però, come prevedibile, di accrescere il realismo e l’intensità di un’esperienza tutto considerato più che gradevole.

GIUDIZIO

Nonostante gli storici limiti di questa controversa trilogia siano ancora ben visibili, Assassin’s Creed Chronicles: Russia si dimostra senza dubbio il migliore tra i titoli creati dai ragazzi di Climax Studios nell’ultimo anno.