Desperados 3

Desperados III

Pistole, banditi e tanta strategia nel nuovo capitolo della serie sviluppato da Mimimi Games.

Sul finire del 2016 l’uscita sul mercato di Shadow Tactics: Blades of the Shogun ha portato alla ribalta la software house tedesca Mimimi Games, capace di realizzare un ottimo strategico in tempo reale sulla scia di titoli come Robin Hood: La leggenda di Sherwood o quelli appartenenti alla serie Commandos. Tre anni assistiamo invece all’arrivo di un nuovo capitolo di Desperados, altro RTS che lo studio di sviluppo ha ovviamente preso come riferimento anche per la realizzazione del terzo episodio della serie (il quarto se contiamo anche Helldorado).

Desperados III, disponibile dal 16 giugno per PC, PlayStation 4 e Xbox One, è la nuova produzione targata Mimimi Games che tanto ci aveva ben impressionato dopo averlo provato in anteprima alla Gamescom 2019. Grazie a un codice fornito da THQ Nordic e dagli sviluppatori ci siamo tuffati nuovamente nello spietato West ideato dalla software house teutonica, grazie al quale ci siamo riscoperti fini strateghi in compagnia di John Cooper e la sua sgangherata gang.

Desperados III
Il primo, storico incontro tra Doc e Cooper.

UN RITORNO ALLE ORIGINI

Di storie di vendetta e redenzione ambientate nel Far West ne abbiamo viste e vissute tante e quella raccontato da Mimimi Games rientra pienamente in quel canone narrativo. A discapito del nome, Desperados III è infatti un prequel del primo, indimenticabile capitolo della serie e ruota intorno al primo incontro tra John Cooper, Kate O’Hara e Arthur “Doc” McCoy, tre vecchie conoscenze per i veterani della saga, ma che vede protagonisti anche il cacciatore Hector Mendoza e una donna misteriosa di nome Isabelle Moreau. Guidati da Cooper il quintetto viaggerà tra la frontiera americana e messicana per risolvere i propri problemi e aiutare John a risolvere una vecchia disputa che va avanti da ormai tanto, troppo tempo.

Tra flashback e rocamboleschi piani per sovvertire chiunque tenti di fermare la banda di John Cooper, le vicende di Desperados III si rivelano piuttosto interessanti da seguire e non disdegnano una buona dose di umorismo potendo contare su personaggi che non lesinano di sfoggiare il proprio carisma. Questa volta il team di sviluppo ha deciso di affidarsi al motion capture per la realizzazione dei filmati di gioco, con risultati molto buoni, su cui svetta un taglio maggiormente cinematografico e che strizza l‘occhio proprio al primo capitolo della serie, rimanendo comunque fedele al tipico stile grafico isometrico anche durante fruizione delle cut-scene.

PIANIFICARE È MEGLIO CHE MORIRE

Quasi vent’anni separano Wanted Dead or Alive da Desperados III, eppure se guardiamo agli albori della serie è possibile notare che il capostipite della saga aveva dalla sua alcune di meccaniche di gameplay all’avanguardia, che ritroviamo nel nuovo strategico in tempo reale realizzato da Mimimi Games. Tutti elementi ripresi e riammodernati dapprima in quel Shadow Tactics: Blades of the Shogun che tanto ha fatto parlare di sé, positivamente, e la nostra recensione pubblicata all’epoca ne è un chiaro esempio. In Desperados III la sostanza non è cambiata e i giocatori si troveranno a dover controllare uno o più personaggi all’interno di scenari piuttosto estesi, facendo attenzione a non finire nel campo visivo dei nemici se proprio ci tengono a non far scattare l’allarme ed essere bersagliati senza pietà.

Questi saranno ovviamente dislocati in gran numero e pattuglieranno dei punti fissi o compiranno percorsi prestabiliti, quindi diventa di importanza vitale evitare di addentrarsi nel loro cono visivo, dove il verde rappresenta la zona in cui i nemici noteranno sempre la nostra presenza, mentre le aree tratteggiate potranno essere attraversate a patto di muoversi dopo essersi abbassati. Vi verrà chiesto sempre e comunque di agire in maniera furtiva e colpendo i bersagli (decidendo se ucciderli o stordirli) alle spalle o sparandogli, ma quest’ultima opzione è decisamente più rumorosa e potrebbe attirare attenzioni indesiderate. Bisognerà poi aver premura di nascondere i corpi dei nemici o attirarli in punti specifici, il tutto ricorrendo alle abilità dei personaggi o sfruttando in alcuni casi impronte lasciate nella sabbia o nel fango.

Alcune azioni come queste porteranno il cono visivo dei nemici a tingersi prima di giallo e poi di rosso, facendo scattare l‘allarme e richiamando in campo altre minacce pronte a darvi la caccia. Desperados III vive di pianificazioni non solo quando c’è da agire controllando i personaggi in tempo reale, ma anche questo titolo si avvale di una modalità in cui poter mettere in gioco in pausa e impartire con tutta calma ordini ai membri della squadra. Chiamata per l’occasione Resa dei conti, questa caratteristica era già presente nella precedente produzione di Mimimi Games e permette sostanzialmente di pianificare i movimenti, gli attacchi e l’uso delle abilità del team in modo da dare vita ad azioni sincronizzate altamente spettacolari. Premendo l’apposito tasto i personaggi selezionati compiranno così le azioni predesignate, premiando le nostre capacità di pianificazione o costringendoci a dover perfezionare ulteriormente una mossa che ritenevamo a prova di fallimento.

In generale è consigliabile sempre e comunque affidarsi ai tre slot di salvataggio rapido per caricare la partita in caso di problemi: premendo il touchpad del DualShock 4 salverete all’istante la sessione di gioco, scegliendo poi quale riprendere. Tre slot per di salvataggio potrebbero sembrare pochi, specie in un titolo come questo che non esiterà a mettervi in difficoltà, tuttavia potrete salvare le vostre sessioni nell’apposito menu anche se non in maniera così rapida.

Desperados III
Al termine della missione potrete consultare le statistiche e assistere a un riepilogo dettagliato delle vostre azioni.

LA BANDA DI JOHN COOPER

Il passaggio dal Giappone feudale al Far West non ha dunque stravolto le carte in tavola, e francamente sarebbe stato controproducente il contrario. Desperados III riparte quindi dalle solidissime basi del sorprendente Blades of the Shogun e, oltre al cambio di ambientazione, presenta ovviamente cinque differenti personaggi che offrono una serie di abilità peculiari. Il già citato John Cooper ci viene presentato come un personaggio equilibrato che può contare su un doppio revolver con cui far fuori due nemici alla volta, all’occorrenza attirando l’attenzione dei pistoleri antagonisti lanciando una monetina. Doc invece si rivela ben presto letale dalla distanza con la sua pistola dotata di ottica e lanciando delle fiale in grado di stordire gruppi di nemici, a cui va aggiunta la sua borsa che può attirarli in un punto specifico e metterli fuori causa per qualche secondo, mentre Kate può sfruttare alcuni travestimenti per muoversi indisturbati negli scenari, per poi colpire con la sua rivoltella, o lanciare uno speciale rossetto che offusca per qualche secondo la visuale dei nemici.

Ai tre personaggi in questione sono stati affiancati due volti nuovi come Hector Mendoza e Isabelle Moreau. Il primo è un energumeno messicano in grado di attirare a sé i nemici con un potente fischio, magari indirizzandoli verso la sua Bianca (una letale trappola per orsi) oppure usare il suo fucile a canne mozze. Isabelle è senza dubbio uno dei personaggi più appaganti da usare grazie alla sua conoscenza dei riti voodoo. Innanzitutto può prendere il controllo di un nemico e costringerlo a eseguire azioni come recuperare chiavi o attaccare i suoi simili, ma è la possibilità di creare un collegamento tra due avversari (dove alla morte del primo verrà replicata quella del secondo) l’abilità più interessante di tutte, a cui si aggiunge quella in grado di distrarre i nemici per alcuni secondi grazie al suo gatto.

Tutti diventano utili alla causa e imparare a sfruttare bene le abilità, i limiti e i punti di forza di ogni membro della squadra diventa fondamentale se si vuole portare a termine la missione senza troppi patemi. Ad esempio Hector può trasportare due corpi alla volta ma non può arrampicarsi o nuotare, azioni che invece possono compiere John e Isabelle, mentre Kate può soltanto immobilizzare i nemici ma non legarli. In più alcuni personaggi possono curarsi tramite abilità proprie o usando alcune bende, evitando così di finire i punti vita e costringervi a ricaricare un precedente salvataggio. Ricorrere al trial and error, nonché alla possibilità di pianificare ogni mossa dei personaggi mettendo il gioco in pausa grazie alla modalità Resa dei conti. Tra l’altro pensare fuori dagli schemi spesso e volentieri vi aiuterà a trovare modi più semplici di eludere i nemici o mandarli al tappeto senza destare sospetti.

PISTOLERI SILENZIOSI

Anche il selvaggio West di Desperados III richiede una certa propensione al tatticismo e alla pianificazione, elementi fondamentali per arrivare in fondo ai livelli. Questo è un aspetto che coinvolge sia l’esperto di strategici in tempo reale e sia chi non ha granché esperienza col genere. È però possibile modificare alcuni parametri per trovare il giusto equilibrio tra una sfida impegnativa e mai troppo frustrante, a meno che non decidiate di semplificarvi di gran lunga le cose optando per un livello di difficoltà basso o rendervi la vita un inferno selezionando quello più alto (con tanto di restrizioni alla modalità Resa dei conti, la riduzione della salute dei nostri personaggi e un numero limitato di salvataggi).

Inutile rimarcare che la nuova fatica di Mimimi Games non va affrontata a cuor leggero e richiede una certa lucidità mentale per venire a capo di situazioni intricate e all’apparenza insormontabile, da sbrogliare sfruttando tanto le abilità dei cinque personaggi quanto alcuni elementi degli scenari. Massi instabili, mitragliatrici Gatling, oggetti da far cadere ed esplosioni rappresentano il modo migliore per sbarazzarsi di più nemici ed essere esentati da sospetti. C’è inoltre una discreta varietà in quanto a tipologie di nemici, dove alcune non brillano di certo per intelligenza (come i semplici pistoleri) mentre altri scagnozzi non esiteranno a darvi del filo da torcere smascherando i travestimenti di Kate o non abboccando alle trappole piazzate da Hector o Doc.

Essere minuziosi nell’eliminare tutte le minacce presenti nello scenario richiede tempo, ma gli abili strateghi riusciranno a portare a termine il gioco senza troppi spargimenti di sangue. Infatti non tutte le missioni richiedono di eliminare determinati nemici e invece si snodano attraverso più step: si va dal raggiungere un determinato punto o compiere azioni di sabotaggio, oltre chiaramente a far fuori più bersagli o recuperare da loro importanti informazioni. Tocca poi a giocatori imbastire il loro piano d’azione potendo contare su differenti variabili per essere silenziosi e letali e non dare nell’occhio, perché è giusto rimarcare che in Desperados III le dinamiche stealth sono il cuore pulsante del gioco, ben più delle pistole fumanti tipiche del Far West.

A questo giro il fattore rigiocabilità è stato ulteriormente incrementato da un maggior numero di medaglie da collezionare superando alcuni obiettivi secondari, che spaziano dal tempo di completamento della missione al non usare armi da fuoco. Alcune di queste presentano però un grado di difficoltà davvero proibitivo, tanto da sfociare nel sadismo, ma non va dimenticato che ci troviamo di fronte a un’esperienza hardcore di prim’ordine. In più, a un certo punto della campagna un personaggio misterioso chiamato il Barone vi proporrà alcune sfide, piuttosto particolari da affrontare e in cui sarete chiamati a usare determinati personaggi per completare uno dei livelli della campagna oppure per riuscirci dovrete usare soltanto armi da fuoco. Si avranno dinanzi quindi oltre venti ore di gioco per portare a termine la campagna principale, che possono aumentare esponenzialmente per tutti quelli che mirano a completare il gioco in ogni suo aspetto, in attesa poi di mettere le mani sulle tre nuovi missioni incluse nel season pass.

UN MILIONE DI MODI PER MORIRE NEL WEST

Con scenari di gioco così ampi il ventaglio di approcci alle missioni non è certamente da meno, come da tradizione della serie del resto. L’unico tra questi altamente sconsigliato è quello di farsi unicamente strada a suon di fucili a canne mozze, rivoltelle e revolver, che spesso e volentieri condanneranno a morte certa Cooper e la sua banda. In termini di contesto generale Shadow Tactics: Blades of the Shogun potrebbe apparire più coerente considerando la natura stealth di ninja e samurai, mentre in Desperados III fa un certo effetto vedere un cowboy agire di soppiatto piuttosto che affidarsi alle sue fidate pistole. Tuttavia c’è comunque spazio per l’uso delle armi da fuoco a patto di non essere né visti e né sentiti da eventuali nemici nelle immediate vicinanze.

Non si ha a che fare quindi con un ibrido tra un gioco d’azione e uno strategico in tempo reale, ma sicuramente Desperados III si pone come un’esperienza che, grazie alla modalità Resa dei conti, ha qualche parvenza da sparatutto tattico. Per motivi di bilanciamento le munizioni non saranno infinite, ma sparse nei livelli è possibile trovarne alcune all’interno di alcune casse. La novità più marcata rispetto al precedente lavoro videoludico degli sviluppatori tedeschi è rappresentata dall’inserimento di alcuni livelli in cui i personaggi possono muoversi liberamente.

Questo implica che, se non compiremo azioni sospette, la squadra può esplorare diverse aree liberamente e sfruttare questa occasione per ascoltare alcune conversazioni che vi forniranno suggerimenti utili per completare la missione e vi daranno modo di poter colpire determinati bersagli interagendo con elementi dello scenario. Ad esempio avrete la possibilità di avvelenare una botte di whiskey o dando una spintarella a un’insegna fissata male così che travolga i malcapitati di passaggio, in modo che la dipartita di alcuni nemici venga bollata come una tragica fatalità.

Desperados III
Il colpo d’occhio generale è molto buono, avvicinando la visuale emerge qualche dettaglio poco rifinito.

UN DIORAMA WESTERN

La continuità tra il precedente progetto di Mimimi Games e quello attuale si palesa anche in un pregevole level design. Gli scenari che rimandano all’immaginario del lontano West poi ci sono tutti: dalle cittadine polverose alle rive verdeggianti del Mississippi, toccando anche luoghi come l’affollato centro di New Orleans o i paesaggi aridi del Colorado. In alcune di queste ambientazioni, che come dicevamo non si risparmiano in quanto a estensione, Cooper e soci potranno anche girare a piede libero e ascoltare alcuni dialoghi degli NPC per avere suggerimenti utili per il prosieguo delle missioni. Soffermandosi sul versante artistico non si può che apprezzare l’ottimo lavoro svolto nella realizzazione di quelli che appaiono a tutti gli effetti come dei diorami viventi, non a caso gli sviluppatori hanno modellato le varie ambientazioni su costruzioni scenografiche in miniatura.

Anche gli interni di alcuni edifici si lasciano apprezzare per un livello dei dettagli tutto sommato buoni, ma è nella visione d’insieme che Desperados III offre un colpo d’occhio eccezionale e davvero ispirato. Decisamente buono anche il comparto audio che propone un ottimo doppiaggio in inglese (manca quello in italiano ma è possibile attivare i sottotitoli) ed effetti sonori e musiche in linea con il contesto storico. Su PlayStation 4 Pro viene data inoltre la possibilità di scegliere un miglioramento della risoluzione di gioco, nemmeno tanto tangibile, o piuttosto di aumentare il frame-rate per una maggiore fluidità dell’azione di gioco. La gestione della telecamera isometrica non è esente da difetti, nonostante tutto però la mappatura dei comandi è funzionale anche nelle versioni console del titolo.

Desperados 3
Desperados III
GIUDIZIO
Desperados III conferma l'immenso talento di Mimimi Games nel concepire degli ottimi strategici in tempo reale su costume. Dopo il Giappone di ninja e samurai è toccato al Far West, declinato ottimamente grazie a un gameplay di grande valore sempre in grado di premiare la pianificazione e mai l'improvvisazione. Desparados III è un must buy per gli amanti del genere, e pur tendendo una mano a chi vuole avvicinarsi ai RTS non mostra pietà se affrontato con l'approccio sbagliato. La totale libertà di azione è uno dei punti di forza di un titolo che premia l'agire in modo furtivo, ma che sa essere divertente anche quando c'è da tirare fuori revolver e rivoltelle. In alcuni casi il tasso di sfida è però proibitivo anche per chi è cresciuto a pane e strategici in tempo reale, ma se non altro Desperados III vi garantirà tante ore di pianificazioni e strategie elaborate.
GRAFICA
8.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
9.1
GAMEPLAY
9
PRO
La quintessenza della pianificazione
I personaggi sono dotati di abilità interessanti
Con il giusto impegno anche i neofiti possono divertirsi...
CONTRO
...ma alcune sfide sono troppo punitive anche per i veterani
La gestione della telecamera non è impeccabile
8.8