Negli anni la campagna di conquista del Sol Levante da parte di Microsoft con Xbox ha assunto tutti i contorni fallimentari di una Caporetto annunciata, considerato che per il brand americano imporsi in un territorio come quello giapponese, già conteso e monopolizzato dai colossi nipponici Nintendo e PlayStation, sarebbe stata per chiunque un’impresa degna di tale nome. Ma fu così che nel 2004 l’esclusiva Metal Wolf Chaos approdò unicamente in Giappone in esclusiva per su la prima Xbox, con l’azienda di Redmond che si avvalse della collaborazione di FromSoftware, team dietro alla quale si deve anche lo sviluppo della serie Armored Core, proponendo al pubblico giapponese un titolo simile a esso. Come è facile immaginare questa mossa si rivelò fallimentare: l’estrema americanizzazione degli elementi di contorno non riuscì fare colpo sui giocatori giapponesi, e più che un fratello minore di Armored Core, Metal Wolf Chaos finì per essere visto come il cugino poco sveglio.
Dal 2004 poi ci spostiamo al 2016, dove un tweet di quei simpatici ragazzi di Devolver Digital in favore di Metal Wolf Chaos diventò virale e sancì l’inizio delle trattative per la produzione di un remake del gioco originale. In fin dei conti se un publisher fuori di testa (nel senso buono del termine) come quello texana si era detto interessato a riportare in auge un gioco così stravagante il motivo è presto spiegato. Infine ritorniamo al presente, più precisamente al 6 agosto, giorno in cui Metal Wolf Chaos XD è arrivato ufficialmente in ogni parte del globo su PC, PS4 e Xbox One, superando un’esclusività ad appannaggio del mercato giapponese durata quasi quindici anni. Dopo aver salvato gli Stati Uniti a bordo di un mecha armato di tutto punto siamo pronti a sciogliere le riserve su Metal Wolf Chaos XD con la nostra recensione.
PRESIDENT (OF) AMERICA: CIVIL WAR
Verso la fine del primo quarto del 21° secolo, un colpo di stato architettato dal vice presidente degli Stati Uniti, Richard Hawk, ai danni del deposto presidente Michael Wilson segna l’inizio di una sanguinosa guerra civile. Tocca così al quarantasettesimo presidente americano riunire il suo paese e scongiurare un masochistico conflitto nucleare interno. Quale politica adottare per rendere nuovamente gli Stati Uniti “la terra degli uomini liberi e la patria di quelli coraggiosi”? Semplice, quella del seminare morte e distruzione a bordo di un mecha, il Metal Wolf, equipaggiato con fucili d’assalto, lanciamissili e ogni arma necessaria per ripristinare l’ordine in quelli che prima erano gli Stati Uniti, poi divisi dal brutale conflitto che vede contrapporsi i due nuovi sfidanti per la poltrona della Casa Bianca.
A guidare Wilson nella sua fitta rete di impegni presidenziali c’è la graziosa assistente Jody, spalla (comica) che fornirà di volte in volta preziose informazioni sulle mosse dei nemici e le distruttive strategie da seguire per ripristinare l’ordine. Nel fantapolitico conflitto americano del futuro si viaggia tra il kitsch, battute pregne di umorismo patriotticamente americano e perfino fucili in grado di sparare bigliettoni in pieno stile Saints Row. Da Nord a Sud, da Beverly Hills a New York, passando per il Grand Canyon e le principali metropoli americane, la campagna si snoda in quattordici livelli che tengono impegnati per meno di una decina di ore, attraverso un tour in lungo e in largo del Nord America.
GIUSTIZIA A STELLE E STRISCE
Dopo una breve sessione di gameplay che funge da introduzione, in cui il protagonista è costretto a fuggire dalla Casa Bianca, la follia di Metal Wolf Chaos XD ha inizio. L’assenza del tutorial è giustificata da un gameplay tanto basilare quanto appagante e divertente, che invita i giocatori a colpire in serie i nemici per far aumentare il contatore dei punti rapidamente e ovviamente schivare i numerosi attacchi che arriveranno da ogni direzione. Al contrario di Armored Core, è possibile spostarsi solo sul piano orizzontale, effettuando all’occorrenza delle schivate laterali, brevi salti o muoversi in volo per pochi secondi. Azioni come l’attivazione dei post-bruciatori portano il robot a muoversi più velocemente consumando però parte degli scudi che proteggono le celle energetiche del Metal Wolf. Lo spostamento rapido va quindi ponderato soprattutto nelle situazioni dove il fuoco nemico è più intenso, per evitare dunque di subire danni che possono compromettere il buon esito della missione.
Per il resto ci troviamo di fronte a uno sparatutto in terza persona sorretto da un gameplay che più arcade non si può, con due attacchi differenti gestiti di default dai grilletti posteriori che adempiono anche alla scelta tra le armi con cui fare fuoco, sfruttando il sistema automatico di aggancio dei nemici se questi sono a portata di tiro. Scattare in avanti è utile anche per spazzare via la fanteria leggera e dopo aver saltato è possibile eseguire un attacco in picchiata, che di fatto rappresenta un ottimo modo per non sprecare munizioni ed effettuare un ingente quantitativo di danni a soldati, veicoli e installazioni militari. Eliminando le minacce vedremo il contatore dell’attacco speciale Blaze riempirsi: una volta riempito, potremo scatenare una devastante pioggia di missili particolarmente utili anche durante gli scontri con i boss più impegnativi.
La varietà di situazioni è più che sufficiente per quanto riguarda la tipologia di nemici, meno per gli obiettivi da completare. Quasi sempre gli ordini saranno quelli di liberare gli scenari dalla presenza di soldati, elicotteri e postazioni nemiche o distruggere obiettivi sensibili, talvolta tenendo conto di un tempo limite da rispettare. La presenza di civili da liberare all’interno degli stage può essere vista come una piccola variazione sul tema, così come la raccolta di munizioni di armi, e renderli liberi avrà effetti non indifferenti come lo sblocco di nuove musiche o l’accesso ad armi speciali. Poca roba insomma, ma bisogna pur tenere conto dei quasi quindici anni che il gioco ha ormai sul groppone.
MECH AMERICA GREAT AGAIN
La matrice nipponica viene prepotentemente fuori quando le prestazioni del giocatore vengono giudicate al termine di ogni missione con il classico sistema di punteggio in lettere, che tiene conto di alcuni parametri come il conteggio dei danni inflitti ai nemici, e concatenazioni di attacchi andati a segno. Non è possibile agire direttamente sul Metal Wolf del presidentissimo ma raccogliendo degli oggetti specifici, chiamati Energy Pod, vedremo migliorare alcune delle sue caratteristiche come un maggiore numero di celle energetiche. I numerosi big money e i metalli rari guadagnati con le missioni potranno invece essere investiti nello sviluppo di nuove armi, in gran numero e suddivise per categoria, che successivamente andranno acquistate e poi equipaggiate negli otto slot (quattro per braccio meccanico) dell’equipaggiamento attraverso un apposito menu prima di iniziare ogni missione. L’armamentario messo a disposizione spazia dai fucili d’assalto alle mitragliatrici, senza dimenticare lanciagranate e missili a ricerca, ma non mancano railgun e armi segrete totalmente fuori di testa capaci di lanciare palloni da football esplosivi o bolle di sapone incendiarie, facendo di Metal Wolf Chaos una sorta di precursore della serie Saints Row in fatto di armi strambe.
Quando si parla di FromSoftware è lecito aspettarsi una difficoltà tarata verso l’alta, vedi Sekiro: Shadows Die Twice, ma in questo caso la situazione è di norma più tranquilla per gran parte del tempo, tranne per alcune boss fight che innalzano il livello di difficoltà sopra la media fatta registrare nel corso dell’avventura. Carri armati ed elicotteri da combattimento armati di tutto punto, mecha che sembrano usciti fuori da qualche anime giapponese e imponenti ragni robot andranno affrontati con un minimo di strategia e facendo attenzione a schivare i letali attacchi capaci anche di togliere gran parte dell’energia. Niente a che vedere con il filone dei souls quindi, ma il picco di difficoltà in alcuni frangenti e l’assenza di qualsivoglia checkpoint (che costringe a ricominciare dall’inizio i seppur brevi livelli) vi garantiranno qualche momento di frustrazione. Se poi tenete proprio a farvi male potrete rigiocare l’avventura una volta completata selezionando un livello di difficoltà più elevato o provando a ottenere punteggi migliori nei livelli già completati, provando a scalare la classifica online.
REMAKE O RIEDIZIONE?
Non vi sono dubbi che rimasterizzare un gioco sia meno dispendioso che rifarlo da zero, ma è altrettanto vero che spesso e volentieri sono le operazioni di remake quelle capaci di brillare di più dal punto di vista qualitativo. Nel caso di Metal Wolf Chaos XD l’opera di restauro purtroppo è riuscita solo in parte a dare una svecchiata a un comparto tecnico vecchio di oltre dieci anni, nonostante una risoluzione che sulle console mid-gen riesce a raggiungere anche i 4K. Come in questi casi a beneficiarne maggiormente sono i video di raccordo tra una missione e l’altra, anche se a onor del vero non sono stati ritoccati più di tanto. La distruttibilità di gran parte degli scenari di gioco nel 2004 rappresentava una caratteristica di una certa importanza in Metal Wolf Chaos che, per quanto grezza e semplificata, riesce a farsi apprezzare ancora oggi pur non strabiliando più di tanto. Il peso degli anni dunque si avverte tutto soprattutto quando il presidente Michael Wilson è impegnato a liberare gli Stati Uniti con la forza bruta, e texture ed effetti visivi pur avendo subito una rinfrescata appaiono vecchi di almeno un paio di generazioni.
Non se la passa poi tanto meglio il comparto sonoro, che offre per filo e per segno le medesime musiche e un doppiaggio in inglese altamente discutibile oggi come allora (ma proprio per questo molto divertente), con tanto di livelli audio sfalsati tra i dialoghi in gioco e i filmati. A detta degli sviluppatori il riutilizzo della gran parte degli asset e file audio originali è stata pensato per mantenere un certo feeling con il gioco originale, ma si tratta di una dichiarazione condivisibile a metà, perché Metal Wolf Chaos mantiene effettivamente lo stile e la follia dell’originale, titoli come Crash Team Racing: Nitro-Fueled insegnano però che le atmosfere originali possono essere evocate anche con un comparto grafico migliorato o nuovo di zecca. Ecco perché il titolo di FromSoftware viaggia sul sottile equilibrio tra remake e riedizione, nonostante il supporto al 4K e alla risoluzione 16:9. L’impressione è di trovarsi di fronte a un prodotto volutamente limitato in termini di budget, considerando anche l’assenza di una localizzazione differente da quella inglese (il gioco è stato tradotto interamente dal giapponese), proposto proprio per questo a un prezzo tutt’altro che esorbitante e in linea con l’offerta complessiva.