One Piece: Pirate Warriors 4 provato in anteprima alla Gamescom 2019

Dopo la delusione di World Seeker, Rufy e la sua ciurma ci riprovano con un nuovo Pirate Warriors: ecco le nostre impressioni dopo una prova su strada.

Gettando uno sguardo incuriosito sulla cronologia videoludica inerente ai giochi di One Piece ci si ritrova spiazzati dal numero di uscite dedicate al manga giapponese, tanto su console portatili quanto su quelle domestiche. Dal 2000 a oggi sono infatti più di trenta i videogiochi relativi alla saga che hanno visto la luce, segno che l’opera nata dalla matita di Eiichirō Oda riscuote un grandissimo successo anche a distanza di due decadi. Pian piano Bandai Namco si sta avvicinando a una cadenza quasi annuale per i giochi basati sul manga, basti pensare che soltanto un anno fa eravamo qui a parlarvi di One Piece: World Seeker dopo averlo provato a Colonia, con lo stesso action adventure che pochi mesi prima era stato preceduto dall’uscita di One Piece: Grand Cruise.

Alla Gamescom 2019, tra uno scontro epocale in Dragon Ball Z: Kakarot e un po’ di sano brivido in alto mare con The Dark Pictures: Man of Medan, abbiamo provato con mano la prossima avventura di Monkey D. Luffy e della sua sgangherata ciurma di pirati, protagonisti di One Piece: Pirate Warriors 4, in arrivo nel 2020 su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch.

POCHE NUOVE ALL’ORIZZONTE

Dopo aver girato il mondo in World Seeker con un episodio incentrato maggiormente sull’esplorazione e sui combattimenti nel segno dell’azione, Rubber si cala nuovamente nei panni dell’implacabile picchiatore in un musou fatto di combo e attacchi speciali presi da un repertorio facilmente riconoscibile da chi segue le avventure del pirata dal cappello di paglia. La demo consisteva in un breve spezzone di gioco intervallato da un tutorial che ci ha introdotto al semplicistico sistema di combattimento, ma che permette anche ai neofiti del genere di divertirsi nel prendere a calci e pugni intere fila di nemici come se non ci fosse un domani. Non manca ovviamente la possibilità di cimentarsi in serie interminabili di combo sia combattendo a terra che spostandosi poi gli scontri a mezz’aria, passando in rapida successione da un gruppo di nemici all’altro.

Tenendo premuto il tasto dorsale destro siamo stati in grado di accedere alle quattro mosse speciali (ognuna collegata a un tasto), gestite da un sistema che previene l’uso continuo di questi potenti attacchi azzerandone l’indicatore subito dopo aver eseguito la mossa. Prima di regolare i conti con Big Mom il molleggiante pirata è stato costretto a sbarazzarsi di due scagnozzi apparsi piuttosto in bambola e incapaci di rappresentare un motivo di pericolo per la nostra incolumità. Nulla di nuovo in effetti per chi è pratico del genere, e anche ci fossimo limitati a un selvaggio e casuale button smashing il risultato non sarebbe cambiato di una virgola.

ALLA SCOPERTA DI WHOLE CAKE ISLAND

La sessione di prova è giunta al termine dopo lo scontro con Big Mom, rappresentando di fatto il momento clou tra gli scarsi dieci minuti della build presente nello stand Bandai Namco, culminata appunto dopo aver sconfitto l’imponente boss. Oltre a tutti gli iconici personaggi ripresi dal relativo anime, siano essi comparsate da battere come Charlotte LinLin o quelli giocabili come Sanji e Jinbe, i giocatori ritroveranno anche scenari ripresi dal filone narrativo della saga di Whole Cake Island. Come da tradizione l’aspetto grafico riesce ad avvicinarsi molto alla rappresentazione visiva dell’anime, grazie anche al sapiente uso del consueto cel-shading. Luffy e Big Mom ricalcano in pieno le fattezze originali anche nell’uso di mosse e abilità viste nella serie animata, un aspetto che sicuramente piacerà molto ai fan di One Piece. Con un buon numero di nemici al schermo il motore di gioco si è comportato in maniera più che buona, senza particolari rallentamenti o fastidiosi cali di frame-rate.

Peccato che la stessa profondità non abbia avuto riscontri altrettanto positivi con il gameplay, che è quello di cui in certo senso ci lamentavamo l’anno scorso dopo aver provato World Seeker. Intendiamoci, come musou Pirate Warriors 4 funziona molto bene e dietro lo sviluppo c’è guarda caso un team (Koei Tecmo) assolutamente pratico con il genere, tuttavia non sono state apporte novità degne di tale nome. Con poche differenze sostanziali tra un capitolo e l’altro, se non pochi miglioramenti marginali, ecco spiegato il paragone con i piccoli passi avanti che ogni anno i simulatori calcistici spesso spacciano per grandi novità. In tal caso la distanza temporale è più ampia, l’episodio è stato infatti lanciato nel 2015, a conti fatti però la sostanza non sembra poi essere cambiata più di tanto. In fondo può anche andar bene così e dopo tutto in questo capitolo c’è quella buona dose di fan service che non guasta mai.

Basandoci su quello che abbiamo visto in fiera possiamo affermare che One Piece: Pirate Warriors 4 è una sorta di more of the same, con una serie di piccoli accorgimenti lato gameplay e la scelta di un differente arco narrativo in cui bastonare centinaia di nemici alla volta. Da qui al periodo di uscita, fissato al 2020, il team di sviluppo farebbe bene a concentrarsi sugli aspetti pensati soprattutto per intrattenere i fan del pirata Rubber e i Pirati di Cappello di paglia, appurato che il gameplay portato avanti in questo episodio seguirà per filo e per segno i canoni del più classico dei musou.