Warframe: Il Viaggio del Tenno

È possibile supportare un gioco online gratuito per tanti anni, innovandolo costantemente? Questa è una domanda che molti team di sviluppo hanno provato a chiedersi, rendendosi però subito conto della reale difficoltà nell’attuazione di tale progetto. Qualcuno ha invece avuto il sorprendente coraggio di lanciarsi nell’impresa, riuscendoci sfruttando una forte idea originale. Tra questi fortunati campioni, l’apoteosi della qualità e del supporto continuativo è stata raggiunta da Digital Extremes e la loro creatura: il frenetico Warframe.

Nell’ormai lontano 2013 venne alla luce quello che sarebbe stato uno shooter in terza persona ambientato nello spazio, nel quale i giocatori potevano impersonare strane creature definibili come ninja ultra tecnologici in grado di usare poteri occulti e muoversi sui muri alla velocità della luce. La formula era piuttosto semplice, infatti vi si chiedeva di scegliere l’unità Warframe di proprio gradimento e andare in giro per il sistema solare a caccia di razze aliene da ammazzare, senza troppi fronzoli o inserti narrativi.

Oggi, nel 2018, il gioco è enormemente mutato dalle sue origini, diventato un altro prodotto tutto nuovo, quasi stravolto rispetto al concept di base. Dalle missioni ristrette in anguste navi anonime siamo riusciti a raggiungere delle vaste sezioni open-world, dall’assenza di un comparto narrativo siamo arrivati ad avere una lunga catena di quest cinematiche con tanto di una profonda backstory. Infine, come ultimo atto prima della tempesta in arrivo, abbiamo schiuso il guscio della nostra corazza da battaglia, scoprendone l’immensa umanità al suo interno. Gameplay, estetica, trama, tutto è dunque ormai triplicato rispetto alle caratteristiche di lancio e, quest’oggi, vogliamo ripercorrere un po’ la storia di Warframe per dimostrarvi come il titolo in questione sia davvero incapace di invecchiare.

IL SECONDO SOGNO

Come accennato qualche riga sopra, il cambiamento più evidente per tutti i giocatori di vecchia data è proprio la presenza di una lunga linea narrativa precedentemente assente. Mentre il gameplay è rimasto sostanzialmente quello a cui eravamo tutti abituati, sebbene con una formula più ricca, il comparto della storia è stato inserito solamente in una fase avanzata del gioco in maniera graduale.

Tutto ebbe origine dall’introduzione delle cosiddette “missioni”, in precedenza piccole indicazioni per permettere ai nuovi giocatori di raccapezzarsi con il mondo di gioco e avere un obiettivo da perseguire. Infatti alle origini del progetto tutto ciò che si puntava a fare era sbloccare i diversi pianeti del Sistema Solare, ancora oggi necessario per proseguire nell’avventura (seppur con un certo ridimensionamento). Queste missioni ruotavano sull’arrivare in un determinato nodo, o area di gioco per intenderci, e uccidere il classico boss con un dialogo unico che dava spiegazioni sull’eterna faida che i Tenno – lo schieramento alleato – e i Grineer: il crudele esercito di orridi cloni invasori.

Sebbene l’attenzione del team di sviluppo fosse totalmente rivolta all’azione e al puro gameplay, più e più persone iniziarono a chiedersi se non fosse meglio dare quantomeno una ragione valida per combattere il conflitto, oltre che per il puro piacere di ammazzare orde di nemici con poteri sovrumani. Oltretutto, chi o cosa erano i Warframe? Chi era la donna che si identificava come Lotus e perché ci guidava costantemente? Tutti interrogativi che alimentavano la fame di conoscenza sia della community più hardcore che dei giocatori meno assidui.
Per rispondere a questo bisogno, Digital Extremes fece una mossa che nessuno si sarebbe aspettato da una compagnia indipendente con un titolo gratuito: introdurre una serie di eccellenti “Quest” accompagnate da cinematiche, nuovi personaggi, nuovi filoni secondari e tanti colpi di scena.

Nel corso del tempo ci sono state diverse aggiunte alle storie disponibili tra i vari pianeti, ma indiscutibilmente quest’ultime vedono al loro centro le tre missioni principali dell’esperienza: Il Secondo Sogno, La Guerra Interna e la futura Il Sacrificio. Questo trittico è mirato a raccontarci le origini dei Warframe e dei Tenno, svelando cosa controlla le armature e spiegando quali poteri realmente possiedono. Il percorso poi si evolve, portandoci direttamente all’interno delle basi dei capi nemici, che a questo punto diventano ben più che spugne per proiettili, ma piuttosto vere e proprie nemesi che hanno la loro agenda e un background collegato alla fazione dei “buoni”.

L’universo viene dunque arricchito, rendendolo pieno di spessore e percorsi da seguire, uno stile molto lontano dalla semplice risoluzione d’incarichi. In un certo senso, questa è stata la seconda nascita del titolo, la quale ha messo di nuovo in risalto le doti di Warframe insieme a tutti i cambiamenti radicali che si sono susseguiti fino all’introduzione dell’esperienza cinematica. Non a caso, le patch del Secondo Sogno e della Guerra Interna (insieme alle Pianure di Eidolon) sono state quelle più importanti per il gioco, proprio per la mole di novità che portavano con sé.

NON SOLO LEGGENDE

Oltre alla narrativa, ciò che cambiò in meglio nel passare degli anni è stata l’offerta da endgame, coordinata con le modifiche estetiche e la modalità PvP (prima il gioco era solo PvE). Mentre il Sistema Solare ancora permane come campo per le varie missioni sparse per requisiti di livello, l’aggiunta di nuovi territori speciali dedicati ad attività più toste è stata una manna dal cielo. Zone come Il Relitto Orokin o Il Void sono state strutturate per tutti quei giocatori che vogliono spingere le proprie abilità al limite, cercando di superare intense fasi di gameplay per ottenere i bottini più rari che Warframe possa offrire. Tale sistema si basa principalmente su due cardini che, a dirla tutta, sostengono proprio tutto l’apparato ludico dell’opera di Digital Extremes.

Il primo è la gestione del loot e di tutti gli oggetti presenti sia nello store che nelle varie missioni. Warframe ha infatti due metodi paralleli per ottenere ciò che si vuole: uno è derivabile dal semplice gioco, acquisendo diversi materiali più o meno rari da utilizzare per gli schemi della Fucina, mentre l’altro è la classica valuta premium acquistabile con il denaro reale e che permette di ottenere praticamente tutto quello che si vuole. L’idea vincente del team di sviluppo è stata quella di dare a quest’ultimo conio un valore secondario e quindi accessibile anche senza spendere un soldo. L’evoluzione fatta in questo senso è stata quella di favorire il libero mercato tra i giocatori, permettendo a chiunque di poter ottenere Platino semplicemente commerciando nelle grandi aree social introdotte qualche anno dopo il lancio.

Lasciando la libertà di utilizzare il credito reale come oggetto da sfruttare negli scambi è stato possibile alimentare un ecosistema che avvantaggiava i giocatori più assidui, garantendo una lauta ricompensa per quel lussuoso bottino che riempiva i loro inventari. Naturalmente ci sono anche opzioni esclusive per chi ha intenzione di supportare Warframe con le proprie finanze, ma in generale è opinione comune che il 99% dei contenuti sia accessibile gratuitamente e senza barriere pesanti che costringono a mettere mani al portafogli.

La seconda colonna portante del gameplay del gioco è senza dubbio il sistema della personalizzazione, sia estetica che relativa alle statistiche. Il vostro Tenno e i suoi armamenti saranno così vasti da lasciarvi confusi al primo avvio, cercando di capire cosa significhino tutti quei termini strani come Syndana, Kubrow e via dicendo. L’aspetto esteriore e l’arsenale dispongono equamente di molte opzioni che vanno incontro sia al proprio stile di gioco che al gusto personale. Il gameplay è infatti altamente personalizzabile, proprio per via del fatto che ogni Warframe ha il suo set di abilità che cambia drasticamente l’approccio alle missioni, per esempio passando da fasi Stealth a tattiche degne di Rambo a seconda dell’armatura utilizzata.

A onor di questa varietà, ciò che regola definitivamente il proprio livello di potere nei riguardi delle statistiche – quasi a mo’ di RPG – sono le Modifiche. Inizialmente, questo componente era nettamente marginale, seppur avesse un’utilità definita all’interno dell’esperienza. Con il passare del tempo, le Mod hanno letteralmente inglobato molte altre parti del gameplay, diventando l’elemento che definisce la potenza del Warframe indossato.

Ogni modifica possiede una rarità diversa e il loro effetto ha un impatto così forte da essere al centro della creazione di quelle che nei giochi online vengono chiamate “build”. Effettivamente, special modo dopo i cambiamenti degli ultimi anni, le Modifiche sono diventate il bottino più ricercato dai giocatori insieme agli schemi per i nuovi Warframe che vengono aggiunti a cadenza regolare. Ciò, oltre ad aggiungere un livello di personalizzazione ancora più rilevante in termini di gameplay, rende più significativa e redditizia la ripetizione di contenuti – il cosiddetto farming – proprio per via dell’enorme varietà di oggetti potenti dalle basse percentuali di comparsa da ricercare.

Unendo questi due pilastri si ottiene la formula vincente che ancora oggi tiene unita la community di giocatori, contornati comunque da una serie di apparati molto approfonditi come: il sistema delle taglie, l’Archwing, le fazioni, gli eventi periodici, gli obiettivi secondari, il livello di maestria e tanti altri meccanismi che forniscono una mole enorme di “cose da fare” all’utente. Addirittura un po’ eccessiva secondo alcuni, infatti è una circostanza comune vedere i nuovi giocatori ritrovarsi spaesati e poco indirizzati verso ciò che si può fare, ma per fortuna il team di sviluppo è venuto incontro a questa esigenza negli ultimi tempi creando le Gilde, dei bot automatici ben funzionanti e una serie di altre iniziative che permettono l’aggregazione spontanea attraverso un sistema di matchmaking ben più che rodato.

LA SPERANZA FUTURA

Dopo tutto questo cammino, fatto di importanti novità sotto ogni punto di vista, la conclusione di questo articolo non può che rivolgersi al futuro del titolo. C’è molta attesa per quanto riguarda l’arrivo della missione Il Sacrificio, soprattutto per via dei tanti elementi lasciati volutamente oscuri da Digital Extremes, tra cui spicca il famigerato Umbra Excalibur. Non sarà trattato da meno l’aspetto open-world, che solamente di recente ha fatto capolino e che ha spinto il lato tecnico del titolo (che ricordiamo essere del 2013) verso nuove vette.

La carne al fuoco è già tanta ma, a ogni breve teaser del team di sviluppo, la fame per nuove aggiunte aumenta sempre di più. Questo perché siamo di fronte a un universo vivo in costante espansione dove i giocatori sono stati messi al centro dell’attenzione, focalizzando gli sforzi produttivi verso il divertimento, il loot significativo e l’attività cooperativa. Un’impresa non da poco, specialmente se paragonata alle recenti vicende che hanno colpito altri titoli online di alta caratura come Destiny 2. Digital Extremes dimostra, ancora oggi, di saper mantenere vivo e florido un titolo gratuito attraverso la semplice creazione di elementi funzionali e sistemi intriganti, aggiungendo di volta in volta esperienze così coinvolgenti o dinamiche da essere paragonabili ai maggiori prodotti dell’industria videoludica.

La domanda è: riusciranno a mantenere questo tenore anche in futuro, soprattutto dopo la conclusione del trittico cinematico? La risposta proveremo a darvela con il prossimo articolo dedicato a Warframe e a Il Sacrificio.