Dopo la guida dedicata ai quattro Strali, in questo nuovo speciale dedicato ad Anthem vi porteremo alla scoperta di quelli che sono stati i titoli che hanno particolarmente ispirato lo sviluppo del gioco o che, molto semplicemente, lo ricordano per una o più caratteristiche. La serie Mass Effect non è stata infatti l’unica fonte d’ispirazione per BioWare: sono diversi infatti i prodotti che presentano delle somiglianze che sono saltate fuori dopo aver testato la demo negli ultimi giorni. In questo articolo, abbiamo provato ad analizzare le similitudini tra Anthem e altri prodotti del passato più o meno recente, partendo dai metri di paragone più ovvi, quelli che sono costantemente rimarcati a ogni occasione, fino a toccare alcune tematiche che riguardano titoli probabilmente dimenticati nel tempo.
Che si tratti di design, elementi di gameplay o ispirazioni per la componente artistica, scopriamo gli otto titoli che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a rendere Anthem uno dei giochi più attesi del 2019.
MASS EFFECT DOCET
Chi ha provato Anthem nel corso di queste settimane, e può vantare una discreta conoscenza riguardo Mass Effect, avrà quasi certamente avvertito un senso di déjà-vu abbastanza marcato una volta avviata la versione di prova. Non si può negare che il precedente lavoro di BioWare abbia in parte influenzato quello nuovo, e chiaramente l’esperienza maturata in precedenza è stata riversata per creare un’esperienza di gioco senza eguali. Pur essendo ambientato in un universo narrativo differente, l’eredità lasciata da Andromeda è di tipo concettuale e pratica. Vedendo i dialoghi a scelta multipla, alcuni aspetti del gameplay e dell’interfaccia, il pensiero corre chiaramente al quarto capitolo della serie ruolistica.
Fortunatamente Anthem è abbastanza vario da non poter essere etichettato come una reskin di Mass Effect: Andromeda o una sua versione 2.0. Al momento non si hanno certezze sulla bontà della trama o se i dialoghi a scelta multipla possano effettivamente avere un impatto importante sulle vicende di gioco, fatto sta che la componente narrativa di Anthem dovrebbe ricoprire un ruolo importante nell’esperienza complessiva. D’altronde in BioWare pare abbiano imparato dai propri errori commessi in precedenza, come affermato dal general manager Casey Hudson, e in questo caso speriamo di non trovarci nella stessa situazione affrontata due anni fa. E con noi se lo augurano anche tutti quelli che aspettano Anthem con trepidazione. Dita incrociate!
A VOLO D’ANGELO
Il senso di libertà percepito mentre si vola tra gli splendidi scorci paesaggistici con il proprio Strale è una sensazione che può definirsi unica nel suo genere. Ma scavando a fondo nello sconfinato archivio videoludico, abbiamo recuperato un titolo che può considerarsi il precursore della nuova fatica sviluppata da BioWare. Era il 2010 quando sul mercato faceva il suo esordio un certo Dark Void, titolo che come vedremo ricorda Anthem molto da vicino. Già a partire della copertina, emergono infatti dei significativi punti di contatto, in primis grazie al protagonista di turno raffigurato mentre è in volo grazie a un jetpack.
l punto focale dell’esperienza del TPS sviluppato da Capcom era da ricercare proprio nel suo (all’epoca) rivoluzionario sistema di movimento. Dark Void proponeva infatti scontri a fuoco sia durante il volo che a mezz’aria, sfruttando in quel caso la spinta del jetpack. A causa di diverse limitazioni tecniche e una certa monotonia di fondo, però, il padre putativo di Anthem non fu esattamente un successo di vendite e critica, rasentando spesso e volentieri la sufficienza nelle recensioni. Un’occasione sicuramente sprecata a quei tempi, da qui il flop e la successiva caduta nel dimenticatoio, ma di fatto Dark Void rappresenta uno dei titoli che più si avvicina ad Anthem a livello concettuale. La speranza è che questa volta si possa assistere a un ottimo riscontro in termini di critica e vendite, per la gioia dei fan del titolo.
LA DIVISIONE DEL DESTINO
Sin dall’annuncio di Anthem all’E3 2017, si è perso il conto di quante persone, tra addetti ai lavori e appassionati di videogiochi, abbiano paragonato quest’ultimo a Destiny e The Division. I rispettivi titoli di Bungie e Massive Entertainment sono stati chiaramente una preziosa fonte di ispirazione tanto per BioWare quanto per altre software house. Non è quindi errato paragonare i tre shooter anche se questi ben si differenziano uno dall’altro, sia come esperienze che filosofia di gioco, ma di certo non mancano elementi che li accomunano. Destiny condivide con Anthem parte della sua struttura, dalle classi (vedi abilità e mosse speciali, con l’Intercettore che equivale per filo e per segno al Cacciatore) alla creazione di un universo a metà tra fantasy e fantascienza, mentre più sostanziali sono le differenze in termini di gameplay, avvallate anche dalla visuale in terza persona e non in soggettiva, come nello sparatutto di Bungie. Tant’è che in molti casi, pare che Warframe possa rappresentare il miglior metro di paragone con la produzione di BioWare.
Discorso simile per The Division, dove il gunplay e la visuale in terza persona creano dei punti di contatto, ma la mancanza di coperture e il differente contesto in Anthem, rendono i due prodotti sufficientemente diversi l’uno dall’altro. Ma in virtù di questo, considerando anche l’uscita molto ravvicinata, The Division 2 si pone come il principale antagonista di Anthem, più staccato invece il secondo capitolo di Destiny. Come ribadito anche poco tempo fa nello speciale dedicato alle mosse più importanti di Electronic Arts in questa generazione, Anthem può e deve far tesoro dei feedback ricevuti da coloro che l’hanno preceduto, per evitare di incappare nei medesimi errori, e gettare alle ortiche un titolo interessante e dalle enormi potenzialità.
BESTIE FAMELICHE
Di Destiny abbiamo già parlato abbondantemente qualche riga più su e una delle diverse critiche mosse allo shooter di Bungie è quella di aver plasmato degli scenari completamente disabitati da un punto di vista prettamente faunistico. Una moltitudine di nemici e di risorse, ma di bestie e animaletti che scorrazzano liberamente per i pianeti nemmeno l’ombra. L’ecosistema di Anthem non farà di certo gridare al miracolo come quello di Red Dead Redemption 2, tuttavia offre al suo interno una fauna che popola le ambientazioni, tra creature innocue e altre decisamente più letali e aggressive, che rendono appunto più vivi gli scenari di quanto più di quanto non abbia fatto Bungie con Destiny.
Nulla a che vedere con le bestie e i mastodontici predatori di Monster Hunter: World sia chiaro, anche se le creature che popolano le lande al di fuori di Fort Tarsis potrebbero tranquillamente essere presenti nel bestiario dell’Action RPG di Capcom. In Anthem la fauna rappresenta spesso un pericolo da non sottovalutare, con tanto di boss mostruosi come nel caso del ragno gigante (la Regina dello Sciame) affrontato nella roccaforte messa a disposizione nella demo. Proprio in tal senso ci è venuto in mente Lost Planet, dove scontrarsi con bestie di ogni genere era all’ordine del giorno. La cosa migliore del secondo capitolo della serie era la possibilità di poter affrontare nemici armati di tutto punto e creature di vario genere in compagnia di altri tre amici, caratteristica tra l’altro presente anche in Anthem, che si propone proprio come un’esperienza che dà il meglio di sé se affrontata con un gruppo di amici.
ANTHEMFALL
Dopo aver posto la nostra attenzione su un buon numero di giochi che condividono feature più o meno evidenti con Anthem, è giunto il momento di ritornare al punto di partenza citando questa volta un titolo appartenente alla scuderia di Electronic Arts: stiamo parlando di Titanfall, serie di Respawn che può vantare una serie di punti in comune con l’ultima fatica di BioWare. Il gioco ha fatto di un gunplay spettacolare e frenetico il suo punto di forza, unitamente a un sistema di movimento estremamente dinamico. Rimanendo in tema di frenesia e spettacolarità, menzione d’onore anche per Vanquish, il gioco d’azione sviluppato ad PlatinumGames e prodotto da SEGA, che da lontano potrebbe ricordare la nuova scommessa di EA.
In Anthem il concetto di dinamicità è stato in parte ripreso, ad esempio con la classe Intercettore che può contare su tutta una serie di strafe e schivate ad alta velocità, rendendolo lo Strale ideale per chi cerca uno stile di gioco più frenetico, sulla falsariga di quanto proposto appunto nei due capitoli di Titanfall. Altra similitudine, questa volta estetica, riguarda un altro dei quattro Strali a disposizione del gioco: il Colosso, infatti, denota una certa somiglianza con alcuni dei Titan creati dagli ex-sviluppatori di Call of Duty, Ion e Tone su tutti. In termini di dimensioni ovviamente non c’è paragone, ma a guardarlo bene questo Strale è a tutti gli effetti un Titan in miniatura, potente e altamente resistente come i robottoni che hanno reso Titanfall uno dei migliori sparatutto sul mercato.
ANTHEM: LA COVER STORY
Questo approfondimento fa parte della nostra Cover Story su Anthem, dedicata interamente allo shooter di Electronic Arts e BioWare in arrivo il prossimo 22 febbraio. Ogni giorno proporremo una guida, rubrica o video dedicati ad Anthem, per cui vi consigliamo vivamente di aggiungere ai preferiti il nostro hub dedicato, al cui interno troverete tutto ciò che riguarda il gioco.