Cyberpunk 2077

Tutto il Cyberpunk (2077) di Microchip Emozionale

Come un album musicale del passato ci parla di un videogioco, pubblicato nel presente, ambientato nel futuro.

Lo so, siamo un sito che parla di videogiochi e non di musica, e già dal titolo di questo articolo si potrebbe pensare di aver sbagliato a digitare l’indirizzo nel browser o di essere capitati, cliccando in qualche banner, in altre pagine. Invece no, siamo sempre noi di VGN.it, noi che vi vogliamo raccontare dell’album più cyberpunk della musica italiana. Un anno fa non c’era Cyberpunk 2077 ma ci sarebbe dovuta essere la prima data del concerto del Microchip Temporale Club Tour dei Subsonica, che avrebbe dovuto celebrare l’anniversario di Microchip Emozionale, storico album della band uscito allora 20 anni prima all’alba dell’incombente nuovo millennio. Sopravvissuto insieme a tutti noi al millennium bug, così come ad alcune apocalissi previste e rinviate per errori di calcolo che ancora attendiamo.

Ma torniamo indietro nel tempo. Italia, anno 1999. Il crescente terrore per l’incombente millennium bug, la possibilità che tutto finisca come in una profezia Maya, per colpa dei troppo pochi byte disponibili quando ancora si potevano contare. Incertezza sul futuro nonostante il mondo fosse oramai viziato da PlayStation e una grafica 3D che invecchierà malissimo, sognando PlayStation 2 e il nuovo millennio.

Cyberpunk 2077

Arriva Microchip Emozionale dei Subsonica che già dal titolo mette le cose in chiaro: la parola “microchip” porta il nostro pensiero al futuro che tanto ci piace e che la fantascienza ci ha venduto come prossimo. Un futuro, quello dell’incombente 2000, capace di stravolgere tutto secondo i tanti film, libri, fumetti che anni addietro lo descrivevano come un luogo fatto di luci al neon e macchine volanti intente a spostarsi tra colonne di fumo che salgono dalle città sottostanti. Una visione di un futuro che, ancora oggi, non è arrivato. Emozionale invece ci invia invece il segnale che, nel futuro, le emozioni scompariranno e per provarle sarà necessario un costoso impianto che ci farà provare quelle “vecchie” sensazioni che per ora, almeno sembra, riusciamo ancora a percepire.

L’argomento degli impianti cibernetici è un tema affascinante che da sempre ritroviamo nei videogiochi (o nei film, Nirvana di Salvatores, tanto per rimanere in Italia): Syndicate di Bullfrog ci permetteva di far reagire i nostri soldati in maniera diversa controllando tre differenti livelli di sostanze (droghe) che, iniettate nel corpo alteravano i comportamenti e il modo in cui reagivano agli stimoli esterni i componenti della nostra squadra. Uno dei primi esperimenti di intelligenza artificiale osservabile su computer parte proprio da questo esperimento di Bullfrog, che molti di noi ricorderanno con tanto affetto proprio per le sue ambientazioni cyberpunk e la possibilità di poter migliorare i propri soldati sostituendo il corpo umano con parti ben più funzionali, creando delle perfette macchine insensibili al dolore e capaci di portare ogni tipo di arma senza problema.

Ma perché Microchip Emozionale trova posto in queste pagine? Perché sarebbe potuto essere la colonna sonora di Cyberpunk 2077? Può forse un album come quello dei Subsonica prevedere il futuro così come le puntate dei Simpson?

Sonde era una traccia che già nel 1999 ci metteva in guardia su aspetti che ora sono sulla bocca di tutti. Se le prime telecamere di sorveglianza iniziavano a fare un’apparizione in massa sul territorio, proprio in quei tempi sembrava ancora lontano un futuro con un videocontrollo totale e la possibilità di essere collegati ai satelliti in orbita sopra le nostre teste. Ora non ci sono zone non monitorate da telecamere nelle città, siamo collegati a satelliti in orbita a migliaia di chilometri sopra di noi e sappiamo sempre dove andare grazie a precise indicazioni di zelanti navigatori, una volta costosi e pesanti, oggi invece pronti a consigliarci il fast food più vicino o a portarci alla stazione dei treni per non perdere la coincidenza. Gli stessi droni, oggi sempre più presenti negli store online, sono diventati protagonisti nei videogiochi come “aiuto da casa” per le situazioni più particolari. Lentamente da occhio discreto per spiare sono diventati portatori di morte, pronti a fornire fuoco di supporto a noi o al nemico.

Cyberpunk 2077

Aurora sogna è la perfetta descrizione della ragazza cibernetica mostrata a più riprese in Cyberpunk 2077, tanto che potrebbe essere proprio lei, Aurora. La vediamo per pochi attimi nel trailer, vediamo i suoi occhi, forse ancora umani, mentre si guarda allo specchio e si trucca sognando quella carne sintetica e quei nuovi attributi e un microchip emozionale che potrebbero regalarle emozioni e sensazioni. Ma ha bisogno di un bisturi amico perché, si sa, queste operazioni sono molto costose. E intanto sogna, non ancora pecore elettriche, ma labbra cromate e un nuovo impianto sessuale a completare quello che un microchip emozionale potrebbe farle sentire.

Cyberpunk 2077

E intanto, chiusa al buio e lontana dai rumori della città e della realtà che ancora percepisce, continua a sognare fino a che può o almeno fino a che Tutti i suoi sbagli non la portino alla ricerca di quello schianto imminente. Dopo la continua e costante caduta libera a cui è sottoposta lei in quel mondo di sogni così, come le stesse persone che vivono in quei giorni che passano sempre più veloci alla ricerca di emozioni oramai sbavate da un futuro tanto sognato e raggiunto.

Mani in alto, fuori di qua! Ma non da una prigione bensì da un futuro fatto di consumo e consumismo, pubblicità che ci dicono cosa comprare e dove comprare. La necessità di una fuga è l’aspetto che potrebbe portare Liberi tutti a essere la colonna sonora di un inseguimento o di una fuga finale da una città che al di fuori non presenta niente, se non una desertica nuova realtà fatta di un abbandono di civiltà oramai lontane.

Una fuga:

“Da ciò che uccide te

E tutto ciò che ho intorno

Da ciò che uccide te

E tutto ciò che ho intorno

Da ciò che uccide te

E tutto ciò che ho intorno

Da ciò che uccide te

E tutto ciò che ho intorno

Da ciò che uccide te

E tutto ciò che ho intorno

Dall’uomo che non è

Padrone del suo giorno

Da tutti quelli che

Inquinano il mio campo

Io mi libererò perché ora sono stanco”

Salite in macchina con V verso questa fuga, fate partire Liberi tutti (traccia numero 7 dell’album) e alzate il volume. Vi ritroverete a scappare da tutto questo cantando insieme a lui con i pugni in aria “Liberi tutti, liberi tutti, liberi, liberi, liberi tutti”. Dissolvenza sul tramonto.

E poi arriva Strade, con quel ritmo che nel nostro distopico 2077 la fa sembrare una canzone degli anni ‘80 di oggi. E la ascolti con quel sapore di ricordi e di tempi spensierati e di quando ancora non avevi così tanti innesti nel corpo e, forse, eri veramente più felice e non ti serviva un microchip emozionale per fartelo capire.

Cyberpunk 2077

Strade sarebbe la perfetta canzone da titoli di coda: V sale in auto, la porta si chiude con il sibilo delle molle a gas che chiudono fuori i rumori della città e dalla radio parte la suddetta traccia. V alza il volume per coprire il rumore del motore della macchina e parte lentamente lasciandosi dietro una città caotica e piena di troppa tecnologia. Si allontana sempre di più senza voltarsi indietro, senza nemmeno osservare i palazzi diventare sempre più piccoli nel retrovisore dell’auto.

Dissolvenza al nero.

Disco Labirinto: se gli androidi sognano pecore elettriche possono sognare anche una discoteca labirinto? Nel dubbio possiamo sempre chiuderci all’interno del Lizzie’s Bar con la musica a tutto volume e trovare posto all’interno di infinite Braindance, come se stessimo ascoltando in loop l’intro di questa canzone, ancora e ancora.

Cyberpunk 2077

Perchè quasi quasi lo farei fino ad esagerare e fino ad avere il vomito una volta uscito da lì perchè si, mi sono sopravvalutato, ma solo quasi quasi. Meglio andare a vedere le Albe meccaniche dalle distese di Biotechnica o da Rattlesnake Creek, magari per intraprendere un viaggio introspettivo dentro di noi, dentro la nostra oscurità divisa tra parti umane e meno, carne, ossa, cuore, cenere, costole, acciaio, per la gioia della Arasaka. Il tutto filtrato dalle nostre ottiche Kiroshi di ultima generazione, prese ovviamente perché spinti dalla forte sponsorizzazione delle US Cracks.

Cyberpunk 2077

Un viaggio introspettivo che non può che portarci alla Depressione: ci manca Panam, ci manca Judy, River e Kerry. Nemmeno una dolls o un joytoy ci potrebbero salvare. Probabilmente ci vorrebbe uno dei drink di Claire, magari un Jackie Welles. Ma siamo distanti dall’Afterlife e nel cruscotto della nostra Thorton Colby troviamo solamente un po’ di Glitter, nulla a che vedere con antidepressivi, ansiolitici e tranquillanti ma… no, noi stiamo rincorrendo la Perfezione.

Neurotrasmettitori, sinapsi elettrochimiche, catene sequenziali, di acidi nucleici, mi parlano di te mi parlano di te mi parlano di te mi parlano, ormoni cromosomi, reazioni cellulari, fattori neurotrofici, di antigeni virali, mi parlano di te mi parlano di te mi parlano di te mi parlano… di patch.