Anthem

Anthem, i cinque punti per rilanciare il looter shooter di BioWare

C'è ancora speranza per il progetto di Electronic Arts? Sì, ma con i giusti accorgimenti.

In tempi non sospetti avevo redatto un’analisi sulle mosse più importanti effettuate da Electronic Arts in questa generazione, e tra le altre cose avevo definito Anthem come l’ultima chiamata per BioWare, alludendo all’importanza di questo titolo per il futuro della software house canadese. Come i nostri lettori ben ricorderanno, gran parte della redazione di VGN.it aveva riposto grandi speranze nel looter shooter di BioWare e la nostra Cover Story dedicata ad Anthem e lì a testimoniarlo.

Il fallimento di questo ambizioso progetto è purtroppo noto a tutti, e nel giro di pochi mesi i server di gioco hanno subito un drastico calo di utenti attivi, fino a far registrare numeri piuttosto impietosi e non soddisfacenti nemmeno in termini di vendite. Dal canto mio ho ripiegato invece The Division 2 e ho recuperato Anthem qualche mese fa a prezzo di saldo, considerando che ormai bastano una manciata di euro per portare a casa questo looter shooter incompiuto.

Ma BioWare ed Electronic Arts non hanno ancora gettato definitivamente la spugna, e così lo scorso febbraio Casey Hudson (general manager della software house canadese) ha confermato le voci riguardante il rework con cui stanno tentando di rilanciare Anthem. Si tratta di una mossa per tentare di risollevare un progetto che a mio avviso ha ancora dell’ottimo potenziale, proprio per questo voglio proporvi una lista di cinque punti da cui Anthem dovrebbe ripartire se vuole riconquistare la fiducia e l’interesse dei vecchi e nuovi giocatori.

Anthem - Come funziona il Cataclisma
Il Cataclisma doveva essere il pezzo forte dell’esperienza di Anthem invece si è rivelato una grossa occasione sprecata.

L’end-game, questo sconosciuto

Senza girarci troppo intorno la pochezza dell’end-game di Anthem è stato uno dei motivi che ha contribuito all’insuccesso del titolo sviluppato da BioWare, che non è riuscita a intrattenere i giocatori sul medio-lungo periodo, con un rapido e inesorabile svuotamento dei server. Infatti completata la campagna principale non restava poi molto da fare se non tentare di affrontare le missioni a un livello di difficoltà più alto per migliorare i propri strali con pezzi di equipaggiamento e armi migliori, indispensabili per completare le poche Roccaforti messe a disposizione. Contratti e missioni leggendarie e sfide giornaliere, settimanali e mensili non hanno poi spostato l’ago della bilancia a favore della longevità, non fornendo ai giocatori validi motivi di non abbandonare il gioco dopo aver raggiunto il livello 30.

Discutibilissima poi è stata la gestione dei Cataclismi che dovevano rappresentare un valido contenuto sotto ogni punto di vista, ma in oltre un anno di vita è stato aggiunto un solo Cataclisima, riproposto poi in un secondo momento ma orfano di alcuni contenuti. Alcuni eventi a tempo non hanno poi sortito l’effetto sperato e hanno visto i giocatori mostrare un flebile interesse nel ritornare su Anthem, mentre l’aggiunta di eventi casuali da completare mentre si esplora Bastion è parso un palliativo che non ha distolto i problemi relativi alla carenza di attività da svolgere.

Offrire un end-game povero di contenuti equivale in pratica a decretare la fine del gioco stesso, non a caso alcuni illustri colleghi di Anthem hanno vissuto un periodo di alti e bassi proprio perché orfani di attività da intraprendere una volta terminata la campagna principale. Anthem Next, o qualsiasi sarà il suo nome, dovrà proprio ripartire da uno dei suoi conclamati difetti principali e inondare i giocatori di attività per spingerli ad avviare il gioco dopo mesi passati lontani da Bastion. Mi aspetto quindi nuove Roccaforti ma anche eventi casuali mai visti prima, a cui prendere parte anche in compagni di altri giocatori. Con l’introduzione di nuovi scenari e attività da completare a giovarne sarebbe la longevità e la varietà di gioco, questo è un fatto assoldato. In futuro l’aggiunta di espansioni a pagamento, purché il costo non sia esorbitante, potrebbe fornire stimoli aggiuntivi per tornare di volta in volta a indossare uno strale.

Anthem
Il multiplayer competitivo potrebbe risollevare le sorti di Anthem.

L’introduzione del PvP

All’epoca non vedevo Anthem con un titolo in grado di ospitare una modalità competitiva, proprio non riuscivo a immaginarmi un’esperienza di gioco diversa dal PvE. Oggi però le cose sono cambiate, così come il mio punto di vista, quindi l’inserimento di una componente PvP potrebbe essere una delle novità che segnerebbero la rinascita del titolo. Alla base il gameplay di Anthem, dal sistema di volo alle fasi shooting, funziona egregiamente e mi ha regalato spesso belle soddisfazioni, perché quindi adattarlo per frenetici match multiplayer? Eventualmente ci dovranno essere dei bilanciamenti e modifiche ad alcune dinamiche di gioco, ma ad esempio manterrei il sistema di combo e inneschi elementali proprio per favorire il gioco di squadra.

In un certo senso Anthem già offre qualcosa di simile considerando che spesso e volentieri i giocatori affrontano altri lancieri in missioni della campagna o eventi casuali, con questi che si trovano di fronte a strali di tipo Tempesta o Guardiano. Sempre rimanendo nel campo delle eventualità tra le mi piacerebbe trovare, oltre al solito deathmatch a squadre, modalità di gioco a obiettivi come la difesa di punti strategici, la raccolta di pezzi di manufatti da contendersi con il team avversario e magari l’inserimento di una componente PvE alla The Division. Chiaramente la funzione del multiplayer dovrà essere comunque quella di accompagnamento come il Crogiolo di Destiny, fermo restando che l’esperienza focale di Anthem dovrà comunque essere incentrata sulle attività cooperative.

Anthem
Tra le altre cose Anthem avrebbe proprio bisogno di un sostanziale cambio di look dal punto di vista estetico e funzionale riguardo gli equipaggiamenti.

Modifiche alle ricompense e agli equipaggiamenti

A differenza di quanto visto nei due capitoli di Destiny e The Division, tutta la gestione relativa all’equipaggiamento Anthem non mi ha fatto per niente impazzire, tanto dal punto di vista estetico quanto da quello numerico. Non solo la quantità di armi e upgrade degli strali è decisamente esigua se rapportata a quella offerta dalla concorrenza, ma a dirla tutta in Anthem vige una certa anonimità sul versante della personalizzazione e delle varie armi, laddove il looter shooter di Bungie si è dimostrato un’icona di stile con bocche da fuoco dotate di caratteristiche interessanti e anche uniche dal punto di vista estetico.

È chiaro che le aggiunte postume hanno provato a migliorare le ricompense e a fornire nuovi modi di ricevere equipaggiamenti migliori, riuscendo solo in parte a mettere una pezza su un aspetto del gioco che andrebbe totalmente rivisto. È chiaramente un peccato perché Anthem ha un suo stile ma pecca di incisività, per cui sono sicuro che BioWare sia proprio al lavoro per rivoltare come un calzino per garantire ai giocatori maggiori soddisfazioni nel mettere le mani su ricompense di alto livello, meglio ancora se esclusive e legate a specifici eventi o attività end-game, oltre a rendere più funzionali e accattivanti le armi (magari con perk alla The Division o Destiny) e l’estetica degli strali.

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Ormai di Anthem non si hanno più notizie da tempo, sarebbe il caso di aggiornare i giocatori sullo stato dei lavori per rilanciare il titolo di BioWare.

Comunicare meglio e con maggiore frequenza

Aver interrotto le comunicazioni per mesi è stata un altro errore grave che ha portato i giocatori ad allontanarsi dal gioco, perché sostanzialmente il reiterato silenzio radio di BioWare ha assunto i contorni di una resa incondizionata da parte dello stesso team di sviluppo. In effetti anche il solo annuncio di Anthem Next, senza fornire ulteriori informazioni a riguardo, ci è sembrato davvero poca cosa dal momento che il titolo in questione avrà l’arduo compito di riconquistare i giocatori delusi e provare a farne avvicinare di nuovi.

Qualora il progetto Anthem Next dovesse mai prendere il largo, cosa che non darei per scontata, la comunicazione via social dovrà essere martellante, chiara e non potrà più prendersi lunghe pause come accaduto in passato. Uno dei modelli di comunicazione da prendere in considerazione da parte di BioWare è quello dei “cugini” di Respawn Entertainment che con Apex Legends hanno certamente svolto un ottimo lavoro. Servirà quindi uno sforzo maggiore di quello profuso nei mesi scorsi, ben oltre i live streaming con gli sviluppatori dedicato allo stato del gioco, magari iniziando a fornire nelle prossime settimane aggiornamenti sulle modifiche sostanziali su cui stanno lavorando e che interesseranno Anthem.

Purtroppo mi tocca rimarcare come sotto questo aspetto deficitario non ci siano stati passi avanti, nemmeno recentemente con l’edizione annuale dell’EA Play andato in scena qualche giorno fa. Durante l’evento digitale sono stati annunciati nuovi giochi e alcune novità su titoli già disponibili come Apex Legends, ma su Anthem non è stata spesa nemmeno una mezza parola. Un’occasione sprecata malamente, non c’è che dire. Ciò non toglie che qualcosa sta bollendo in pentola, ma avremmo gradito molto sapere cosa sta “cucinando” attualmente BioWare e se stavolta il piatto sarà più saporito e meno indigesto.

Anthem
Senza un supporto continuativo anche il nuovo corso di Anthem sarà destinato ad aver vita breve.

Idee chiare e un supporto impeccabile

Con Anthem non si può certo dire che BioWare abbia dimostrato di avere sempre e comunque di avere le idee ben chiare, soprattutto per quanto concerne un supporto post-lancio che ha evidenziato tutti i problemi della software house canadese. Un’operazione in stile Bungie e la pubblicazione di Anthem in versione free to play, con eventuali espansioni a pagamento, potrebbe rappresentare mossa giusta e intelligente, anche perché ormai Anthem viene proposto a prezzi bassi ovunque (anche a meno di una decina di euro) già da mesi. Ovviamente Electronic Arts dovrà avvallare questa scelta e finanche supportarla se vuole comunque che il suo progetto risalga la china e frutti al publisher americano altri profitti.

Ancora più importante dovrà essere il supporto che non dovrà garantire soltanto contenuti per l’end-game, come sottolineato in uno dei punti precedenti, ma anche per chi si avventurerà per la prima volta su Bastion. In caso di adozione del modello free to play questo aspetto sarà fondamentale e l’aggiunta di eventi stagionali potrà incentivare i giocatori a riempire i server; in aggiunta andranno anche inseriti contenuti estetici per dar modo a chi vuole di acquistare skin per gli strali e oggetti cosmetici. È consigliabile poi la pubblicazione di una roadmap dei vari aggiornamenti programmati per informare gli utenti dei piani di espansione per Anthem e le modifiche che subirà nel corso dei mesi.