F1 2019

eSport e motori, gioie e dolori

I piloti delle due e quattro ruote si stanno sfidando a colpi di videogiochi, ma non sempre le cose vanno nel verso giusto.

Lo stop forzato causato dal Covid-19 ha di fatto immobilizzato le nostre vite dagli inizi di marzo, ma anche quelle di tutti gli atleti professionisti sono state stravolte da questa emergenza sanitaria, in modo anche più radicale di quanto si possa immaginare. Se gli ultimi due mesi in casa vi sono sembrati eterni, pensate ai piloti di F1 e MotoGP per esempio, abituati a un frenetico balletto in giro per il mondo, tra aeroporti, tracciati, nuove vittorie o sconfitte. Una calma insopportabile per ragazzi che vivono la vita tutta velocità e si nutrono di adrenalina pura.

Ed è così che in questi due mesi il fenomeno eSport si è fatto largo in maniera prepotente anche nel mondo sportivo. Certo, gli appassionati di simulazione di guida non saranno sorpresi, e saranno invece compiaciuti di vedere finalmente riconosciuta l’importanza e la serietà dell’ambito simulativo, che esprime i suoi contenuti con una certa validità da ormai più di un decennio ma che proprio negli ultimi cinque anni sta vivendo una vera e propria età dell’oro, con una grande quantità di titoli diversi, ognuno valido a suo modo.

Ma l’esplosione del fenomen degli sport virtualio non è da ascrivere solo all’offerta data dai titoli: le periferiche hanno subito uno sviluppo forse ancora maggiore, e con una spesa relativamente contenuta potrete godere di un’esperienza di guida piuttosto soddisfacente, arrivando ai prodotti top di gamma con tecnologia direct drive resi oggi più accessibili rispetto alle chimere del passato.

Dalle quattro alle due ruote

Per capire l’importanza delle periferiche basta seguire l’andamento degli eventi accaduti nel corso delle ultime settimane. Parte tutto dal circus della F1, che dopo lo smacco del GP d’Australia, annullato a poche ore dalle prove con tutti i team e i piloti già sul posto, è stata la prima a organizzare un evento virtuale per regalare ai fan di tutto il mondo un paio d’ore di svago in momenti difficili. La risposta dei piloti è stata pronta e convinta, soprattutto da parte dei piloti più giovani della categoria come Lando Norris, Alex Albon, George Russell, e naturalmente la stella di casa Ferrari Charles Leclerc. Assente ingiustificato invece il giovane pilota olandese di casa RedBull Max Verstappen, che pure è un assiduo frequentatore dei server iRacing, non soddisfatto della piattaforma di casa Codemasters, parliamo in questo caso di F1 2019, di stampo più arcade e non proprio un simulatore puro.

Polemiche a parte, questi tipi di eventi si sono rivelati un successo e non solo per la risposta del pubblico: i piloti si divertono comunque da matti e prendono la cosa molto sul serio, con quella spiccata attitudine alla competizione che caratterizza gli sportivi di alto livello. La MotoGP segue, è il caso di dire, a ruota, anch’essa con il titolo ufficiale su licenza prodotto dall’italiana Milestone, MotoGP 20. Anche in questo caso la risposta dei piloti non si è fatta attendere, ed è stata forse anche migliore, infatti partecipano tutte le star delle due ruote: i fratelli Marquez, Valentino Rossi, Maverick Vinales, Fabio Quartararo, Danilo Petrucci e Pecco Bagnaia.

Sportellate virtuali

Insomma tutti i piloti ufficiali o quasi hanno risposto all’appello, ma qui le cose sono andate meno bene, proprio per l’approccio al titolo che costringe i piloti a confrontarsi con una periferica non proprio adatta: al contrario delle quattro ruote, infatti, non esiste una periferica pensata per i titoli motociclistici, e l’unica alternativa è il classico joypad, che però non può certo restituire sensazioni veritiere. Dall’altro lato del paddock virtuale invece gli eventi virtuali aumentano, e i piloti reali crescono di numero, e sono sempre più coinvolti in un mondo che forse conoscevano poco.

Vi basterà seguire le dirette streaming di Charles Leclerc per vederlo impegnato in attività varie, dalle gare ufficiali organizzate da F1 (spettacolare è stato il GP del Brasile con un duello all’ultima scia con Alex Albon), alle vetture GT3 dell’ottimo Assetto Corsa Competizione, passando per le cose con i tosaerba sulla precedente versione di Assetto Corsa. Ma anche altri sportivi hanno subito il fascino del virtuale: le gare ufficiali di Formula Uno hanno visto nella lineup calciatori del calibro di Ciro Immobile, Alessio Romagnoli e Tibaut Courtois, che muniti di postazioni e di volanti all’ultimo grido sono riusciti a dire la loro tra i tanti piloti professionisti.

Non è tutto oro ciò che luccica

Eppure non tutto è sempre filato liscio, anzi. Le polemiche dello scorso weekend di gare virtuali riecheggiano sul web, e vedranno le conseguenze di quanto accaduto protrarsi probabilmente molto a lungo. Certo, si erano già verificati episodi poco edificanti, come l’insulto razzista di Kyle Larson durante una gara virtuale della Nascar, costatagli il licenziamento da parte del team Chip Ganassi Racing. L’episodio dello scorso fine settimana vede invece protagonisti Lando Norris, giovane e talentuoso pilota di casa McLaren e Simon Pagenaud, addirittura campione della serie Indy nel 2016 e vincitore della reale 500 miglia di Indianapolis. Norris si trovava al comando della gara quando mancavano ormai poche tornate al termine quando Pagenaud, doppiato, alza il piede improvvisamente per lasciarsi tamponare da Norris e metterlo così fuori gara. Un semplice incidente? Una banale incomprensione? Ebbene, no. éè stato proprio il “campione” francese a dire nella sua diretta al suo ingegnere di pista di mettere fuori gara Lando!.

Una vicenda che seppur virtuale ha ben poco a che fare con lo sport, e le repliche, anche molto dure, non si sono fatte attendere, partendo proprio da Norris che ha definito Pagenaud un “perdente invidioso”. Anche Zak Brown, team principal del team McLaren ha voluto dire la sua dichiarando che quanto avvenuto non è quello che ci si aspetterebbe da un campione come lui. Considerata la grande attenzione del motorsport americano alla sportività e alla correttezza in pista, non è da escludere che vengano presi provvedimenti nei confronti di Pagenaud. Tutto questo a causa del danno d’immagine per la figura dello sportivo in generale ma anche e soprattutto per la categoria Indy, inficiando volontariamente e deliberatamente un evento trasmesso in diretta TV e per cui ogni partecipante si prepara comunque in modo maniacale con decine di ore di allenamento alla ricerca del giusto setup e della velocità necessaria.

Una vita da “Competizione”

Per fortuna, però , gli eventi incresciosi sono un’eccezione in un microcosmo fatto di gare belle ed entusiasmanti, ma soprattutto sostanzialmente corrette. L’ultimo esempio è la All Star Racing Night di qualche giorno fa, trasmessa in diretta su Sky con il commento d’eccezione di Carlo Vanzini e Guido Meda, voci identificative di F1 e MotoGP. Due mondi che si incontrano, in pista e fuori, perché impegnate nella gara di Misano su Assetto Corsa Competizione c’erano diversi piloti delle due categorie: (il solito) Charles Leclerc, Valentino Rossi, i due fratelli Albon, Mattia Pasini, Esteban Ocon, Pecco Bagnaia, Antonio Giovinazzi, Antonio Fuoco, George Russell, Matteo Bobbi ( attuale commentatore tecnico di Sky per la F1, ma due volte campione del mondo proprio nella categoria GT1 ), Federico Leo ( pilota ufficiale GT3 ) e altre presenze come il sim driver professionista Amos Laurito, o personalità dello sport come Alessio Romagnoli e Ian Poulter.

Una line-up da brivido dunque, che ha dato vita a una gara 1 molto intensa e combattuta, animata dall’ormai consueto duello virtuale tra Leclerc e Albon, e che ha invece visto il favorito Amos Laurito vedere infrangersi le sue speranze nel contatto violentissimo con un doppiato rimasto colpevolmente in traiettoria nel velocissimo curvone di Misano. Il contatto ha causato danni ingenti per la Ferrari 488 Gt3 di Laurito che ha terminato la gara nelle retrovie. Gara 1 che è si è contraddistinta per la ormai consueta vittoria di Leclerc e per il quinto posto di Valentino Rossi, partito in mezzo al gruppo ma autore di una splendida rimonta. Gara 2 è stata invece vinta dal pilota ufficiale Gt3 Federico Leo, dopo un contatto che ha visti protagonisti Mattia Pasini e lo sfortunato Amos Laurito. La seconda gara è stata però condizionata da diversi problemi di connessione già nelle prime fasi, che hanno costretto alcuni piloti di punta, tra cui Charles Leclerc, ad abbandonare prematuramente la corsa dopo solo pochi minuti.

Il successo della trasparenza

Uno dei tanti motivi di successo di questi eventi è certamente la partecipazione di personaggi così in vista del mondo del motorsport e sportivi in generale, ma non solo per la loro semplice presenza. Siamo abituati a osservare gli eroi dei nostri sport preferiti in azione, con addosso la tuta con i colori del proprio team o in un campo di calcio, con dichiarazioni e comportamenti spesso istituzionali e convenzionali. In queste settimane abbiamo potuto invece osservare dei ragazzi che pur essendo delle vere e proprie superstar nei loro ambiti, restano dei giovani di vent’anni o poco più, alle prese con i cellulari, con le chat su discord dove si scherza e si discute come in qualsiasi lobby multiplayer.

E se non ci credete provate anche voi a seguire qualche evento dai canali ufficiali di Leclerc o Norris, intenti a battagliare in pista, che sia con una F1 o un tosaerba, sempre e comunque allenandosi per provare a vincere, perché reale o virtuale, per questi ragazzi la competizione è l’unica cosa che davvero conta. Davvero un peccato in questo senso non aver avuto la possibilità di veder partecipare anche personaggi del calibro di Hamilton, Verstappen o Vettel, che avrebbero reso il tutto ancor più interessante. Ma in fondo c’è poco di cui lamentarsi, anzi, noi siamo già pronti a goderci il prossimo evento. Virtuale, almeno per ora.