Il campionato MotoGP di quest’anno, al pari di tutti gli eventi sportivi professionistici, è stato temporaneamente sospeso causa Covid-19 proprio pochi giorni prima del debutto della stagione, che sarebbe dovuta partire in Qatar sul circuito di Losail con la consueta prima gara notturna del motomondiale.
Le pesanti avversità di questo periodo pandemico sembrano però aver avuto meno effetti sulla software house italiana Milestone, che non ha mancato l’appuntamento annuale riuscendo comunque a lanciare sul mercato MotoGP 20, la nuova edizione del simulatore dedicato alle due ruote che quest’anno si preannuncia davvero ricco di novità.
Dopo un lungo test siamo pronti a dare il nostro giudizio definitivo e scoprire dunque se dopo il buon capitolo dello scorso anno Milestone è riuscita a migliorare ulteriormente le battaglie virtuali di Valentino Rossi, Marquez, Dovizioso e gli altri campioni.
MILESTONE C’È!
A dispetto di Codemasters e del suo Formula 1, ormai eccellenza nel genere corsistico da diversi anni a questa parte, l’iterazione motociclistica di Milestone non è mai riuscita ad eccellere soprattutto in due aspetti: la carriera e l’intelligenza artificiale. Queste due lacune si sono protratte per diversi anni senza vere e proprie rivoluzioni, con modifiche e aggiustamenti che mai sono riusciti a convincere fino in fondo. Dopo il capitolo dello scorso anno all’interno di Milestone deve esserci stato un cambio di rotta considerevole, dato che lo sviluppatore milanese ha concentrato i propri sforzi per risolvere quest’anno i punti deboli storicamente presenti, al fine di lanciare un prodotto finalmente più completo e curato sotto ogni aspetto.
Un cambiamento incentrato da una parte introducendo una modalità carriera più coinvolgente e credibile, dall’altra un’intelligenza artificiale sempre chiamata A.N.N.A. che, essendo basata su un sistema neurale, si assume il compito di scongiurare le palesi incongruenze che si verificavano fino alla scorsa edizione. Quello dell’intelligenza artificiale è infatti un cruccio che Milestone si porta dietro da anni, con problematiche piuttosto croniche come il consumo gomme, che pesava sempre e solo su chi gioca e con la l’intelligenza artificiale non interessata dal degrado, o la solita tendenza da parte dei piloti (controllati dalla routine comportamentale) di speronare il giocatore davanti buttandolo a terra. Difetti questi che, volenti o nolenti, hanno sempre compromesso l’esperienza complessiva della componente single player che troppo spesso risultava frustrante.
L’INTELLIGENZA DI A.N.N.A.
Grazie alla revisione di A.N.N.A. in MotoGP 20 le cose sembrano essere finalmente cambiate: intendiamoci, non è tutto perfetto, qualche speronamento avviene ancora, ma tutte le gare sono più fluide e soprattutto anche i piloti controllati dal gioco sono sottoposti al consumo di pneumatici e benzina, che dunque possono ritirarsi o cadere esattamente come il giocatore.
I piloti controllati da A.N.N.A., dal livello 80% in poi sul 120% totale, sono davvero veloci quindi per competere è assolutamente indispensabile conoscere i circuiti a memoria, e inoltre è quasi sempre necessario mettere mano al setup della moto, manualmente oppure facendosi aiutare dall’ingegnere di pista, per poter limare decimi o addirittura secondi assolutamente vitali per il proprio passo di gara.
Questo succede anche per quanto riguarda le sfide storiche, dove è possibile utilizzare piloti e moto del passato, da Biaggi a Stoner passando per Gibernau e Doohan, per non parlare delle “vecchie” versioni di Valentino Rossi, finalmente accorpati in competizioni uniche e non solo all’interno di piccole ricostruzioni di gare famose del passato; vi anticipiamo che per sbloccarli tutti dovrete sudare le cosiddette sette camicie.
UNA VITA DA PILOTA
La carriera è però uno dei focus principali di MotoGP 20, che come in passato comincia con la scelta del proprio alter ego virtuale partendo da modelli predefiniti (purtroppo con poche varianti a livello fisico), ma permette per la prima volta di creare un team completamente da zero, con tanto di livree dedicate alla moto per una personalizzazione pressoché totale. Questo è possibile sia iniziando dalla Moto 3 ma anche direttamente dalla MotoGP; ovviamente, progredendo con i risultati, potremo ricevere l’interessamento da parte dei team ufficiali e passare a mezzi decisamente più competitivi e performanti, oltre che completamente ufficiali.
A proposito segnaliamo che le livree sono aggiornate al momento dell’ultimo test compiuto, ossia quando le moto e i piloti si sono visti durante l’ultimo appuntamento ufficiale, dunque le prossime variazioni verranno introdotte tramite patch a seguito della prima gara dell’anno (che purtroppo al momento non ha una data). L’altro aspetto inedito legato alla carriera riguarda l’introduzione di un aspetto gestionale dell’esperienza, costruito intorno allo sviluppo della moto. In pratica alla fine di ogni gara potremo assumere due figure chiave, il capo ingegnere e il telemetrista, specializzati in un preciso aspetto dello sviluppo tra i quattro disponibili: l’aerodinamica, il motore, il telaio e infine l’elettronica.
Ogni figura avrà ovviamente un costo per il team che dovrà essere gestito raccogliendo denaro in relazione ai risultati ottenuti, per potersi permettere dipendenti sempre più abili e utili per migliorare le prestazioni del proprio centauro. Si tratta di aggiunte che abbiamo davvero apprezzato, e che rendono la progressione della Carriera più stimolante e varia rispetto a quanto visto negli anni passati; inoltre è anche presente un nuovo sistema di danni, meccanici ed estetici, che condiziona le collisioni e le cadute, ed è in grado di aggiungere ulteriore imprevedibilità alle nostre gare.
“SE SEI INCERTO, TIENI APERTO!”
Fiore all’occhiello della produzione targata Milestone è da sempre il gameplay, e anche quest’anno MotoGP 20 non ha deluso le aspettative. L’impalcatura è come di consueto strutturata su tre livelli di fisica: arcade, normale e pro. Si tratta di una distinzione che permette di scegliere l’approccio desiderato, che ovviamente identifica laArcade come quello più facile e permissivo, mentre quello pro il più impegnativo e “realistico”, quando la fisica di MotoGP 20 può esprimere tutto il proprio potenziale. Intendiamoci, anche impostando il livello pro non si tratta di una simulazione pura, ma sicuramente un buon compromesso in grado di regalare grandi soddisfazioni una volta che il sistema di controllo viene perfettamente digerito.
Rispetto all’edizione passata, proprio il gameplay non risulta affatto un banale copia-incolla, anzi da questo punto di vista Milestone ha messo in piedi un vero e proprio azzardo dato che ha completamente stravolto l’ingresso in curva e di conseguenza la staccata. In pratica per un ottimale ingresso in curva è necessario modulare tantissimo la frenata per non rischiare di bloccare l’anteriore facendo alzare la ruota posteriore, e infine accompagnare il freno anche a moto piegata fino al corretto inserimento (occhio a non pinzare troppo!). Dimenticatevi dunque come si staccava in MotoGP 19 perché qui le cose sono completamente diverse e dobbiamo dire che, dopo un po’ di diffidenza inziale, stiamo apprezzando tantissimo il nuovo sistema di controllo che migliora ulteriormente l’esperienza di guida, e rappresenta a nostro avviso un concreto step in avanti.
MOTORE IRREALE
Dal punto di vista tecnico MotoGP 20 fa un altro balzo verso gli agguerriti competitor, senza raggiungerli, ma ugualmente sfruttando bene le potenzialità dell’Unreal Ungine 4 soprattutto per quanto concerne la gestione dell’illuminazione, unitamente all’implementazione dell’HDR se disponete di uno schermo che lo supporta. Piloti e moto sono dettagliatissimi, cosa apprezzabile nei replay e nella modalità fotografica (veramente eccezionale quest’anno), ma anche i bordo pista sono migliorati anche se in alcuni circuiti risultano ancora un po’ troppo grezzi e accompagnati da un pubblico un po’ troppo stilizzato. Molto migliorate appaiono le animazioni dei piloti, maggiormente personalizzate rispetto alle controparti reali, ed anche il rombo dei motori, impagabile da questo punto di vista il sound della Ducati sul rettilineo del Mugello.
Nelle impostazioni è possibile scegliere tra “frame rate elevato” e “qualità elevata”, a differenza di quanto successo lo scorso anno quando era stata implementata solo in seguito all’uscita tramite patch, cosa che riteniamo fondamentale soprattutto perché la prima delle due, privilegiando il frame rate a discapito della risoluzione (che comunque rimane molto alta sulla versione Xbox One X da noi testata), permette di correre a 60fps senza particolari incertezze se non in casi di estremo caos. Va specificato però che questa opzione è presente purtroppo solo su Xbox One X e PlayStation 4 Pro, relegando le sorelle minori ai “soli” 30 fps senza possibilità di scelta alcuna.
Un’ultima nota per la componente online, che seguendo già i buoni risultati dell’edizione 2019 risulta solida, sia per quanto riguarda la gestione delle stanze e sia per quanto concerne il netcode. Abbiamo fatto tante gare con giocatori italiani ed europei senza particolari problemi di sorta, a dimostrazione che anche in questo aspetto Milestone ha voluto proporre un prodotto all’altezza di ciò che si può trovare oggi sul mercato.