Vi siete mai chiesti da dove provengono alcuni oggetti iconici visti in un particolare videogioco? Quegli oggetti in grado di catturare l’attenzione, tanto da spingerci a condurre una ricerca forsennata su Internet per capire cosa si celi dietro? Alcuni di questi oggetti nascondono radici profonde nella realtà, altri invece sono dei sublimi richiami a opere letterarie o cinematografiche.
Con un catalogo di prodotti presenti sul mercato ormai fuori controllo, le figure iconiche e i reperti potenzialmente interessanti sarebbero davvero tanti, e il bello, se vogliamo, è proprio questo: continuare a curiosare su libri, siti o qualsiasi altro tipo di fonte, accrescendo il proprio bagaglio culturale per scoprire le origini di uno dei manufatti visti nel vostro videogioco preferito, e magari urlare scherzosamente: “Quello appartiene a un museo!”.
In questa puntata inaugurale della nuova rubrica di VGN.it, non potevamo non iniziare dalla saga che ha accompagnato i fan PlayStation per dieci lunghi anni, portandoli nelle più sconosciute regioni del mondo alla ricerca di leggende e tesori. Stiamo parlando di Uncharted, più precisamente del secondo capitolo Il covo dei ladri, e del mitico pugnale nepalese, il Phurba. Pronti a scoprire tutti i segreti dell’antico cimelio? Benvenuti su Museo Videoludico!
Dopo un rocambolesco colpo nel museo di Istanbul, il protagonista Nathan Drake scopre le tracce di una antica spedizione perduta nelle giungla giavanese legata alla figura di Marco Polo che, dopo il naufragio della sua flotta, racconta di come gran parte di essa sia stata spazzata via e di come il carico proveniente da Shambala sia andato distrutto. Tradito dal suo compare, Drake intraprende una missione di recupero dei beni dispersi tra le montagne del Borneo. Ed è qui che trova una mappa unica e il leggendario Phurba.
Un oggetto strabiliante, dalla manifattura incredibile. Drake ci avverte subito che quella in suo possesso non è una volgare arma bianca, bensì un pugnale rituale volto a superare ostacoli spirituali. Il viaggio verso Shambala, nota ai più come Shangri-La, è appena iniziato.
Il Phurba di Uncharted 2 ha una forma classica: concavo sulla lama, con tre lati identici e tre facce sull’impugnatura. Il particolare che salta subito all’occhio è la pietra bluastra posizionata su ogni fronte: si tratta, probabilmente, di un pezzo finemente intagliato della Pietra Cintāmaṇi, enorme minerale a cui è associato il mito dell’immortalità. Dopo aver raggiunto la città sacra e aperto la porta del tempio grazie alla “Chiave d’Oro“, Drake capisce che per vivere in eterno il prezzo da pagare è troppo alto.
La composizione del pugnale può variare da esemplare in esemplare. Spesso possiede la forma classica descritta in precedenza, seguendo un modello basato sul numero 3 e sul numero 9. Altre volte presenta sulla sommità modelli di altre divinità o creature. La realizzazione è varia e il materiale utilizzato può essere legno, ottone, ferro e persino corno. Un particolare importante risalta all’occhio se si osserva la lama: due linee serpentiformi si intrecciano lungo le tre superfici, peculiarità che per certi versi porta alla mente il bastone Caduceo, simbolo della medicina nel mondo.
In realtà, il pugnale Phurba è solo un nome fittizio, una traslitterazione data dal professor Wylie, il quale elaborò nel 1959 un modo per tradurre le lettere sanscrite in inglese. In realtà, il vero nome tibetano del pugnale è “kīla“, o “kīlaya“, il quale deriva dalla dea rappresentata sul pomo in tre espressioni differenti: Vajrakīlaya. Una temibile divinità dotata di tre facce: la prima, gioiosa, fa da contraltare a quella riappacificata e a quella infuriata, con sei braccia che contribuiscono a renderla decisamente poco rassicurante. La stessa divinità compare nuovamente nella cittadina nepalese di Uncharted 2, con una statua che viene scalata da Drake per risolvere un puzzle che condurrà l’eroe alla scoperta di una mappa sotto al tempio.
Kīlaya tuttavia ha un significato decisamente più profondo che richiama l’idea data dal pugnale. Lo scopo dell’utilizzo di questa arma, che ricordiamo avere scopi tutt’altro che offensivi, è quello di trafiggere la terra, purificandola con energia terribile e acuta. Il rituale sciamanico himalayano, nel quale si usa prevalentemente un phurba ligneo, prevede come gesto simbolico la penetrazione verticale di un paniere o di un ciotola di riso. In questo modo, il pugnale assume la valenza di Axis Mundi, o Asse del Mondo, a testimonianza del collegamento tra l’aldilà e la sfera terrestre.
La nostra avventura odierna termina qui. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e cosa vorreste vedere in futuro. Museo Videoludico torna il prossimo mese con una nuova analisi e tante curiosità.