Museo Videoludico #18 – Gli Helghast di Killzone

Un'unica nazione nata dal fuoco e dall'acciaio. Temibili combattenti e spietati assassini: chi erano gli Helghast?

Il dittatore tedesco Hitler credeva che il suo popolo fosse stato ingiustamente obbligato a pagare dei risarcimenti non dovuti dalla Germania, ma riuscì a risollevare l’economia e fare di sé il salvatore del popolo tedesco, e avrebbe portato avanti la sua filosofia se solo ne avesse avuto l’occasione, cosa che fortunatamente non è avvenuta. A questa pomposa ideologia si sono ispirati moltissimi sviluppatori e designer per la realizzazione dei loro videogiochi nei quali gli antagonisti erano proprio terribili autarchi e dittatori con manie di potere. Esattamente come i capi Helghast della serie futuristica di Guerrilla Games, Killzone.

L’episodio odierno di Museo Videoludico vi propone quella che è una delle fazioni videoludiche più intriganti di sempre, che si ispira alle spietate dittature del secolo scorso e che hanno messo i bastoni tra le ruote al governo terrestre per la conquista delle colonie extra-mondo. Signore e signori, ecco arrivare col suo pugno di ferro l’Impero Helghan.

Visari in un dipinto Helghast.

Gli Helghast, prima di diventare la forza distruttiva che tutti conosciamo, erano organizzati in un potente corporazione mineraria e industriale. Forte della sua posizione, la Corporazione Helghan, poi riorganizzata nell’Amministrazione Helghan, monopolizzò il traffico nella sua zona, imponendo pesanti tasse ai veicoli in transito. Negoziati falliti, blocchi navali e azioni militari portarono alla Prima Guerra Extrasolare, dove a venir sconfitta fu proprio l’Amministrazione Helghan, a causa di una potenza di fuoco inferiore rispetto alle forze UCA e ISA.

Ormai allo stremo, l’Amministrazione fu costretta a rifugiarsi sull’inospitale Helghan, pianeta di loro dominio fino a quel momento “abitato” da strutture automatizzate. L’adattamento al clima desertico del pianeta non fu facile, anche a causa di polveri tossiche e continue tempeste di fulmini. Alle future generazioni di Helghan servì infatti più di un secolo per ottenere la resistenza biologica necessaria al fine di sopravvivere senza maschere antigas. Tuttavia il colpo di grazia arrivò quando l’ISA impose forti sanzioni al governo, il quale si ritrovò a combattere una forte depressione economica.

È in quest’occasione che il carismatico Scolar Visari riuscì a far leva sul popolo soggiogato e desideroso di vendetta nei confronti dell’ISA e dell’Amministrazione Helghan, incapace di risollevare le sorti del popolo. Fu così che Visari orchestrò un colpo di stato ai danni del governo reggente, col quale riuscì a ottenere il potere, autodefinendosi “Autarca“. Sotto il suo comando Helghan divenne una potenza economica basata sul commercio diretto con i mercati neri, stipulando accordi con l’ICSA, l’alleanza dei sistemi indipendenti. Quest’ultimo accordo garantì le risorse necessarie per la nascita della milizia Helghast.

Da questo punto Visari iniziò il suo progetto nazionalista, mettendo al centro della sua ideologia la superiorità degli Helghast. Helghan divenne un indipendente stato militarizzato, tanto da riprendere le ostilità con l’ISA e tentare la conquista interplanetaria. Questa azione portò alla Seconda Guerra Extrasolare, ovvero gli eventi della trilogia originale di Killzone, dove Visari, Orlock e Stahl (questi ultimi due successori al titolo di Autarca dopo la morte del primo) combatterono contro le le forze ISA che alla fine vinsero la guerra irradiando tutta Helghan.

Stalin rappresentato come padre amorevole in una cartolina dell’epoca.

Sin dall’inizio della violenta storia degli Helghast, traspare una netta vicinanza a quella che era la situazione della Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale. Non a caso, gli stessi tedeschi erano stati pesantemente penalizzati sul piano economico e bellico dalla Società delle Nazioni dopo la sconfitta della Grande Guerra: cessioni di intere regioni, aviazione e flotta navale completamente smantellata e un debito di centinaia di miliardi di marchi furono la punizione estrema nei loro confronti.

Questi provvedimenti, oltre al mito dell “Pugnalata alle spalle“, ovvero la credenza per cui dei soldati fecero perdere la guerra in quanto “non nazionalisti”, fecero sì che il popolo tedesco ne risentì pesantemente nell’orgoglio. Questo rancore nei confronti dei vincitori del primo conflitto mondiale diede forza al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, capeggiato da Adolf Hitler. Quando nel 1933 i Nazisti vinsero le elezioni federali, il parlamento concesse pieni poteri a Hitler che si autonominò Führer, un termine fino a quel momento per nulla connotato politicamente.

Come Visari costruì un culto della personalità intorno alla sua figura, e lo vediamo nel gioco coi vari dipinti e statue, allo stesso modo i regimi totalitari della prima metà del ‘900 fondarono la loro forza sull’idealizzazione dell’uomo forte in grado di guidare una nazione. Fa capolino quindi la propaganda di Stalin o di Mao Zedong che li ritraeva come padri amorevoli che la patria necessitava, o dello stesso Hitler che ovviamente infiammò gli animi con i suoi accesi discorsi.

Considerato spietato, Goebbels era il braccio destro di Hitler.

Molto curioso è anche le somiglianze tra i volti noti di quell’oscuro periodo storico e gli antagonisti della serie di Guerrilla Games, a partire da Visari stesso, di cui il cognome prende spunto proprio dal nome originale di Stalin, ovvero Iosif Visarionovich Dzhugashilivi. Anche l’Ammiraglio Orlock, il secondo Autarca dopo Visari, ha una vaga somiglianza al leader russo, specialmente per quanto riguarda l’abbigliamento, caratterizzato da un cappotto nero/marrone scuro con pelliccia sul collo.

Ma è la figura di Jorhan Stahl a destare più curiosità quando andiamo a guardare le ispirazioni. Il terzo Autarca fu considerato forse il più radicale, specialmente a causa della sua ideologia incentrata sullo sviluppo e utilizzo di armi tecnologicamente avanzate. Stahl è parzialmente ispirato alla figura di Goebbels, in quanto entrambi facenti parte della cerchia ristretta del proprio leader. Col gerarca nazista, Stahl condivise anche l’intelligenza e la crudeltà che gli permise di scalare i ranghi senza sporcarsi troppo le mani. La figura dell’Helghast sarebbe ispirata anche da Ferdinand Porsche, il quale aiutò Hitler con la produzione bellica, oltre al fatto che la parola “stahl” in tedesco significa acciaio, il nome perfetto per un uomo dal carattere freddo e inflessibile.


La nostra avventura odierna termina qui: fateci sapere nei commenti cosa pensate dell’argomento di questo mese e cosa vorreste vedere nei prossimi episodi. Museo Videoludico torna il prossimo mese con una nuova analisi e tante curiosità.