Lontano da armature volanti e demoni da picchiare, il mondo di The Elder Scrolls Online continua imperterrito il suo cammino verso la prossima grande espansione: Elsweyr. L’ecosistema del gioco di Bethesda e Zenimax è ormai incastonato nella sua nicchia e funziona molto bene, nonostante il rumore mediatico delle sue novità venga sovrastato dal brusio delle nuove uscite. Quest’oggi siamo qui proprio per parlarvi del primo passo contenutistico della Stagione del Drago, il quale ci invita ad esplorare due nuovi dungeon nel tentativo di recuperare le due metà di una tavoletta tanto antica quanto potente.
The Elder Scroll Online: Wrathstone, questo il nome del nuovo DLC disponibile nel Crown Store, è stato lanciato su PC in concomitanza con un update votato ad arricchire e a semplificare l’esperienza per i nuovi utenti.
Ogni “zona” o “regione” avrà infatti una sorta di menù sussidiario che vi aiuterà a vedere quali missioni e attività vi servono per completare il filone principale specifico per quella location, includendo anche eventuali dungeon o istanze presenti in esse. Nel caso di Wrathstone, vediamo l’aggiunta di Frostvault e Depths of Malatar.
IL MISTERO DEI DWEMER, FROSTVAULT
Tutti i giocatori di The Elder Scrolls Online e della serie in generale sapranno ormai molte cose dell’antica popolazione dei Dwemer o di quella nanica. Da una parte Clockwork City ha già approfondito moltissimo sulla tecnologia da essi impiegata, intrecciandosi con la trama di Sotha Sil, dall’altra ha spesso utilizzato nei design dei dungeon trappole e costrutti tipici di questa cultura perduta. Ancora una volta siamo dunque chiamati a esplorare un antico complesso sigillato da moltissimi anni, cercando di trovare la prima metà della mistica Wrathstone. La nostra spedizione è sponsorizzata da una compagnia di avventurieri dediti a questa ricerca, i quali ci accompagneranno in entrambi i nuovi dungeon e daranno una mano nel superarne le varie peripezie e trappole.
Ed è proprio sugli ostacoli e sui tranelli che si basa Frostvault, lasciando che il gruppo di quattro giocatori non si destreggi con la propria forza o magia ma con la materia grigia nella loro testa. Di volta in volta, gli incontri principali saranno scanditi da meccaniche molto particolari, le quali richiederanno un’attenta osservazione del terreno e una coordinazione quantomeno corretta dei vari ruoli. Il dungeon non è infattibile con un gruppo casuale ottenuto attraverso il Dungeon Finder, tuttavia è indubbio che in questo specifico caso aiuti portarsi un team di amici attenti alle meccaniche dei Boss.
Durante lo svolgimento dell’attività il design vi fornisce tutti gli strumenti attraverso alcune sezioni precedenti ai combattimenti e utilizzate quasi come tutorial per le azioni da svolgere in battaglia. In Frostvault tornerete anche a utilizzare i piccoli ratti meccanici visti in Clockwork City, nel tentativo di abbattere l’ultimo ostacolo tra voi e la prima metà della tavola.
Gli incontri sono ottimi e ben bilanciati, lasciando ampio spazio al ruolo del Tank di turno. L’unica nota stonata di questo ingranaggio è proprio lo scontro finale, il quale presenta alcune soluzioni di dubbio gusto e un sistema di respawn decisamente poco clemente. L’ambientazione però è molto suggestiva e si è fatto un buon lavoro nell’approfondire il rapporto tra i suoi occupanti decisamente ostili. Il giocatore potrà infatti incappare in scontri lontani dalla sua sfera, lasciando che goblin e orde meccaniche si diano battaglia tra loro. Il più delle volte però, tali lotte sono per lo più estetiche e vi toccherà comunque pulire tutti i guerrieri che vi troverete a fronteggiare. L’aspetto positivo è che vi aspettano nuovi set d’equipaggiamento e ricompense cosmetiche a tema, divisi in base al livello a cui vorrete affrontare Frostvault.
ANTICHE ROVINE RISVEGLIATE, DEPTHS OF MALATAR
Il secondo dungeon è invece ambientato all’interno di un antico tempio trovato dalla nostra spedizione di coraggiosi avventurieri. Lontano dall’ingegno nanico e dalle sue trappole, i giocatori si ritroveranno a combattere contro antichi spiriti e manufatti provenienti da eoni passati. La caratteristica più evidente è la maggiore attenzione al background narrativo della missione a corredo, sottolineata soprattutto dai molti dialoghi e dagli scritti presenti all’interno di quasi ogni stanza.
Se da un lato abbiamo un’esperienza più in linea con lo spirito fantasy dietro il marchio di The Elder Scrolls, dall’altro lato Depths of Malatar risulta meno propenso a proporre meccaniche di spessore come l’altro dungeon disponibile in Wrathstone. Nonostante incontri più impegnativi e minion di maggiore spessore, solo un boss nello specifico utilizza delle meccaniche molto interessanti e impossibili da superare senza un attento coordinamento tra il tank e i DPS. La semplicità però non significa meno valenza: a Malatar troverete infatti delle eccellenti boss fight dal punto di vista estetico e ambientale, dando davvero quel senso di epicità tanto decantato in alcuni dei migliori dungeon offerti dal gioco.
Allo stesso modo, le ricompense in esso rappresentano sono decisamente succose soprattutto per chi vuole diventare lo scudo della squadra, grazie alla possibilità del set Pesante di poter aumentare le risorse primarie e farle recuperare fuori dal conteggio naturale. Naturalmente c’è una parte dedicata a nuovi tesori estetici, accessibile alla difficoltà Veteran. In entrambi i dungeon è sicuramente molto difficile completare questa variante più impegnativa, soprattutto perché spesso i meccanismi dei boss risultano gravemente punitivi verso il minimo errore (come sottolineato dal raggio letale dell’ultimo Boss di Frostvault). Tuttavia è bene sottolineare come non siano affatto ingiusti, bensì richiedano un’attenta strategia sia nel combattimento che nella preparazione attraverso le abilità e gli oggetti. Ancora una volta il design si dimostra stellare e mai ripetitivo, rendendo l’esperienza dei dungeon uno dei migliori modi per vivere The Elder Scrolls Online insieme ai propri amici o ad altri giocatori sconosciuti.
La differenza che distingue Wrathstone dagli altri pacchetti è, in definitiva, il modo in cui non si presenti come un’avventura indipendente ma bensì crei un continuum coerente con la narrazione interna ed esterna alle missioni, evitando quell’effetto di distacco che viene da una missione di un dungeon a caso totalmente fuori dal setting vissuto dall’utente e che porta quindi a non farlo interessare agli eventi narrati in esso.
Invece, come dimostrato da queste due nuove aggiunte, è possibile creare un’esperienza collegata senza sacrificare la libertà di espressione e creazione del team di sviluppo, facendo funzionare la trama in base alle esigenze della più vasta macro-storia in arrivo con Elsweyr e la Stagione del Drago.