Remothered: Tormented Fathers
Versione testata: PS4

Remothered: Tormented Fathers (PS4)

Dopo il grande successo della versione PC, Remothered: Tormented Fathers approda anche su console, permettendo ai possessori di PS4 e XboxOne di godere dell’emozionante avventura “made in Italy” ideata da Chris Darril e realizzata dai team di Darril Arts e Stormind Games. Per chi non fosse ancora riuscito a provarlo, ricordiamo che stiamo parlando di un survival horror vecchio stampo – erede legittimo del noto Clock Tower – caratterizzato da elementi sonori e scenografici degni dei più grandi classici videoludici e cinematografici, con riferimenti artistici impossibili da lasciarsi sfuggire.

Remothered: Tormeted Fathers è il primo capitolo di una accattivante trilogia che abbiamo seguito sin dal nostro test alla Milan Games Week 2017. Oggi analizzeremo insieme la versione console, immergendoci nuovamente nei panni della bellissima Rosemary Reed ed esplorando la tetra villa Felton.

Remothered: Tormented Fathers

LE ORIGINI DEL MALE

Un’altalena che dondola, un furgone bianco, ed il fumo della sigaretta di Rosemary: poi il dualismo, il calare del sole e la Villa Felton, che, abbracciata dalla notte, cambia volto proprio come il suo proprietario, il Dottor Richard Felton. È proprio da qui che inizia l’avventura di Rosemary Reed, che si reca alla residenza dell’ormai ex-notaio Felton sotto false spoglie. Prendendo coraggio, Rosemary suona il campanello e ad aprirle è Gloria, l’infermiera che si occupa del Signor Felton, affetto da anni da disturbi psichici e da una grave e misteriosa malattia. Rosemary riesce a ottenere un colloquio con lui, presentandosi a nome dell’Istituto in cui lo stesso era in cura, ma la vera origine della sua visita non tarderà a rivelarsi.

Infatti, come si intravede dalla prima cut-scene, è chiaro che lo scopo della visita di Rosemary sia completamente diverso: indagare sulla scomparsa della figlia dei coniugi Felton, Celeste. Non appena Rosemary stessa inizierà a fare domande scomode e renderà chiara la vera origine della sua visita, il Dottor Felton darà un piccolo assaggio del mostro che si cela nel suo “io” più profondo, intento a sotterrare tutti i segreti che avvolgono la sua famiglia, comprese sua moglie e sua figlia. Cacciata dalla Villa, Rosemary, protagonista dal carattere forte, non si darà per vinta: approfittando della copia delle chiavi nascoste da Gloria, si intrufola nella residenza in cerca di risposte. Riuscirà ad ottenerle? E soprattutto, riuscirà a sopravvivere?

RUN, BABY, RUN!

Sopravvivere: è il termine migliore che descrive in maniera accurata l’esperienza di Remothered: Tormented Fathers. Stiamo infatti parlando di un survival horror in terza persona, in cui l’obiettivo principale è, oltre alla continua ricerca di risposte, quello di sopravvivere ai vari nemici. Non esiste infatti nessun modo per neutralizzare gli “avversari”, poiché non è mai presente un vero e proprio scontro con essi; pertanto, l’unico metodo per arrivare fino alla fine e godersi i titoli di coda, sarà quello di nascondersi e, nel caso i nemici riuscissero a scoprirvi, di scappare il più velocemente possibile e sfruttare i vari nascondigli piazzati in giro per la Villa.

Remothered richiede essenzialmente un approccio stealth, dal camminare accovacciati per non far rumore al controllare sempre attraverso le porte prima di entrare in una nuova stanza, approccio che nasce e si protende in maniera molto naturale, sia per via del chiarissimo incipit dato all’inizio del gioco – ricordiamo che Rosemary si è introdotta nella Villa Felton di nascosto – sia per via dell’ambientazione di gioco. Dai vari oggetti disseminati sin dalle stanze iniziali, è chiaro inoltre che i diversivi saranno gli unici strumenti che, insieme alle pochissime armi da difesa, saranno a disposizione per evitare la nostra cattura e inevitabilmente la morte. In questo caso, sarete costretti a ripartire dall’ultimo checkpoint.

Remothered: Tormented Fathers

Proprio per questo motivo è essenziale esplorare la Villa il più accuratamente possibile, per poter memorizzare la posizione degli specchi – punti di salvataggio e di ripristino della salute – delle armi di difesa e dei vari diversivi.
Soprattutto questi ultimi saranno fondamentali per chi decide di attuare un approccio più dinamico per spezzare il tono di alcune fasi di gioco, poiché consentiranno di distrarre i nemici mentre, ad esempio, si corre al piano superiore oppure fino al punto di salvataggio. Esistono due tipi di oggetti: quelli da lanciare con la combinazione di tasti L2 (per mirare) e R2 (per lanciare), e quelli che possono essere piazzati a mo’ di trappola tramite l’uso del tasto Quadrato.

Per quanto riguarda le armi, invece, c’è da sottolineare il fatto che non saranno presenti in un numero eccessivo, inoltre potranno essere usate una volta sola; per di più, potranno essere potenziate tramite oggetti appositi in danno o resistenza, ma sarà possibile avere un solo potenziamento alla volta. Tutti gli elementi succitati rendono l’esperienza di gioco molto realistica, poiché rispecchiano un mix di comportamenti ben lontani dall’assurdo, come ad esempio la semplice ricerca di diversivi nei vari cassetti, o l’istinto nel nascondersi sotto a divani o negli armadi, e di dover mantenere la calma per non essere arrivati, oppure l’affaticamento di Rosemary in seguito a una lunga corsa dopo un inseguimento, come la vista appannata, l’affanno, i passi pesanti, unici tratti che indicheranno lo stato di salute della protagonista, vista l’assenza della classica barra della salute.

LE BASI E IL CONFRONTO

Il tempo necessario per completare Remothered si aggira intorno alle cinque ore, sebbene per la ricerca dei vari oggetti collezionabili che amplificheranno l’esperienza di gioco servirà almeno il doppio. La trama si sviluppa in maniera fluida e ricca di particolari, e anche se l’ultima parte risulta molto più rapida di quelle precedenti, la stessa non si appesantisce nel corso del tempo, ed è anzi caratterizzata da colpi di scena dai risvolti interessanti, alcuni dei quali ci accompagneranno fino ai capitoli successivi. Abbiamo già approfondito più volte il comparto tecnico dell’opera di Stormind Games, e in questo caso possiamo dire che la versione PS4, da noi testata su PS4 Pro, regge tranquillamente il confronto con la versione PC.

La combinazione dei comandi è stata adattata in maniera intelligente, comoda e molto intuitiva, poiché disposti in una maniera molto classica: l’analogico sinistro per camminare e abbassarsi, quello sinistro per ruotare la visuale e accendere la torcia, R1 per correre, L2 per mirare e R2 per lanciare i diversivi, più una serie di comandi che sarà visibile sin da subito e consultabile in qualsiasi momento. Nonostante non esista un vero e proprio tutorial, i comandi sono molto semplici e intuitivi, così come l’inventario (accessibile tramite il tasto Triangolo) e il diario; saranno presenti inoltre dei QTE, anch’essi molto semplici da superare.

Remothered: Tormented Fathers

Il gameplay, in generale, è molto fluido e richiama ancora una volta i grandi vecchi classici: la difficoltà del titolo e dei vari enigmi disseminati per la Villa non è mai estremamente elevata, ma di sicuro Remothered è uno di quei titoli che richiede attenzione e senso dell’orientamento, vista l’assenza della mappa, giustificata però da un’area di gioco ricca di dettagli ma estremamente semplice da memorizzare. Nonostante sia il gameplay che i comandi stessi siano anch’essi molto semplici, alcune volte – soprattutto nei momenti critici come, ad esempio, la fuga dai nemici – l’insieme risulta leggermente macchinoso, e rendono l’interazione con gli oggetti non sempre comoda. Le uniche pecche che abbiamo trovato, sono dei piccoli cali di frame-rate durante alcune cut-scene (soprattutto quelle finali) e qualche imprecisione nei sottotitoli.

A parte questo, Remothered: Tormented Fathers si conferma come un titolo indipendente validissimo non solo per PC, ma anche nelle versioni console – al momento disponibili in formato digitale al prezzo di soli 29,99 euro: un’avventura survival horror che si avvicina molto anche al thriller psicologico, coinvolgente anche per via di un sonoro studiato con i controfiocchi che ci accompagnerà per tutto il corso dell’avventura di Rosemary.

Remothered: Tormented Fathers
Remothered: Tormented Fathers
GIUDIZIO
Remothered: Tormented Fathers è un titolo indipendente imperdibile per gli amanti del survival horror e dei thriller psicologici. Con una trama ricca, piena di colpi di scena, di enigmi e di citazioni al grande cinema, e con un sonoro avvincente che viaggia di pari passo con le varie situazioni e atmosfere, la produzione di Stormind Games e DarrilArts approda su console in maniera strabiliante: nonostante i piccolissimi difetti, si riconferma come un "piccolo grande titolo", che alza decisamente l’asticella del "made in Italy".
GRAFICA
7.5
SONORO
9
LONGEVITÀ
8
GAMEPLAY
8.5
PRO
Trama ricca e ritmata
La versione console regge il confronto con quella PC
Gameplay semplice e intuitivo
Rapporto qualità/prezzo più che ottimo
CONTRO
Qualche calo di frame-rate nella parte finale
Comandi semplici ma non sempre precisi
Assenza di un vero tutorial, giustificato però dalla semplicità di comandi e interazioni
8.5
5495
ACQUISTALO ONLINE