Dishonored: La Morte dell'Esterno
Versione testata: Xbox One

Dishonored: La Morte dell’Esterno

Misteri, indizi, spirito d’osservazione. Stiamo parlando di Dishonored: La Morte dell’Esterno, la nuova idea di Arkane Studios – recentemente impegnati nello sviluppo di Prey – di lanciare sul mercato un’avventura dalle mille sfaccettature. Decisamente un’arma vincente, che punta a coinvolgere sia gli appassionati del franchise, sia coloro che si avvicinassero solo adesso alla saga: una mossa che ricalca quanto fatto da Naughty Dog con l’ottimo Uncharted: L’Eredità Perduta, dal momento che vengono ripresi solo alcuni dei filoni narrativi di Dishonored, oltre alle meccaniche di gioco e al level design, ambientando il tutto in un contesto inedito e con un protagonista differente.

La libertà di esplorazione, correlata alle varie situazioni di gioco affrontabili non necessariamente in maniera stealth, rendono il titolo versatile e coinvolgente, dalle circostanze sempre differenti.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

CACCIA ALL’ESTERNO

L’avventura de La Morte dell’Esterno si colloca successivamente alle vicende trascorse in Dishonored 2 nella linea temporale del franchise. Questa volta vestiremo i panni di Billie Lurk, l’enigmatica assassina al comando della Dreadful Whale, alla ricerca del suo vecchio maestro, Draud. Si sa, le voci viaggiano in fretta, e non tardano ad arrivare anche da Karnaca: si chiacchiera appunto dell’arrivo di un misterioso soggetto dai grandissimi poteri, ed è proprio per questo che la prima missione ci porterà in viaggio verso la città.

Una volta arrivati, combattuto contro cultisti e fanatici religiosi, e finalmente ritrovato Draud, ci troveremo di fronte a una piega inaspettata che caratterizzerà l’intera evoluzione dell’avventura: l’ex-sicario infallibile, giunto ormai alla fine dei suoi giorni, si spingerà decisamente oltre alla linea che separa l’uomo dalle divinità, decidendo di uccidere l’Esterno.

Sarà questa ricerca di espiazione che ci accompagnerà nei cinque capitoli della storia, una richiesta colma di sentimenti ed emozioni, che racchiude in sé rimorsi di errori accumulati per anni e voglia di compiere un ultimo gesto che riaccenda un barlume di luce in tutta l’oscurità che è andata a crearsi, poiché uccidendo l’Esterno andrebbe a disintegrarsi l’entità soprannaturale che lega gli uomini al buio.

SCAMBIO EQUIVALENTE

Tutti gli esponenti dell’Alchimia parlano di un concetto che, per chi solitamente non si avvicina ad argomenti del genere, può essere giunto in modo abbastanza semplice dal noto anime Full Metal Alchemist, che testualmente cita: “Senza sacrificio l’uomo non può ottenere nulla“. Per ottenere qualcosa è dunque necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. In alchimia, questo concetto è chiamato “principio dello scambio equivalente”. È proprio da qui che partiremo, poiché l’Esterno, avvicinandosi a Billie, deciderà di donarle i suoi poteri. Per riprendere il discorso iniziale, questo gesto comporterà una conseguenza decisamente non desiderata dalla protagonista, ovvero la perdita di un occhio e del braccio destro.

Billie accetta praticamente nell’immediato questo stravolgimento fisico, mossa dalla voglia di aiutare Draud, e dunque riconosce i benefici che ha acquisito; questi ultimi si affiancheranno ad armi (come quella voltaica), mine e varie abilità che sbloccheremo nelle prime ore di gioco, tra cui i poteri Dislocazione, Preveggenza e Somiglianza. Per primo, sbloccheremo Dislocazione: una sorta di teletrasporto che, premendo il grilletto sinistro, permetterà il posizionamento di una sagoma nella zona desiderata, che ci permetterà di spostarci direttamente in quel punto premendo nuovamente il grilletto, abilità che tornerà utile sia per superare gli ostacoli che per aggirare i nemici con un approccio stealth, o ancora per fungere da esca.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Successivamente sbloccheremo Preveggenza, che permetterà di fermare il tempo ed esplorare la zona circostante come se fossimo una proiezione, con l’opportunità di marcare gli oggetti da raccogliere o da esaminare – come ad esempio gli amuleti d’osso o il denaro necessario al miglioramento dell’equipaggiamento tramite il mercato nero – e anche sui nemici, individuando dunque i loro percorsi e ragionando sull’attuare il modo migliore per aggirarli.
Infine avremo modo di utilizzare Somiglianza, un’abilità che ruberà l’identità del malcapitato, privandolo dei sensi, e che ci permetterà di girare indisturbati per la città, senza allertare i nemici, per un periodo limitato.
A differenza dei capitoli precedenti, in questo spin-off la gestione del mana è completamente differente. Infatti, ritornando nuovamente a grandi linee sul discorso iniziale, Arkane Studios ha cercato di raggiungere una sorta di compromesso, limitando il numero dei poteri utilizzabili – aspetto che giova al giocatore, che spesso e volentieri non utilizza sempre tutte le abilità a disposizione ma ne predilige solo alcune – ma rimuovendo la necessità di dover utilizzare le fiale per ripristinare il mana, poiché esso si rigenera automaticamente in un determinato lasso di tempo.

Lo stesso discorso si può applicare alle abilità generiche, ormai gestite direttamente tramite gli Amuleti d’Osso ottenibili esplorando le varie zone; il ritrovamento degli stessi è davvero molto semplice, poiché la presenza di un Amuleto è segnalato sia visivamente, tramite una scritta che apparirà sul lato sinistro dello schermo, sia tramite la vibrazione del pad, che si farà più frequente ad aumentare della vicinanza ad esso. È da precisare il fatto che gli Amuleti equipaggiabili sono solamente 5, il che darà la possibilità di sperimentare nuove combinazioni in seguito ai loro ritrovamenti.

LA CITTÀ VIVA

Si può dire che La Morte dell’Esterno punta, oltre al coinvolgimento emotivo e all’impatto grafico, alla libertà di esplorazione dell’ambiente circostante. Questo si può intuire soprattutto grazie all’introduzione dei Contratti, che ci spingeranno a esplorare ogni singola stanza degli edifici. Il tutto fa decisamente guadagnare longevità al gioco: tenendo conto che per completare i cinque capitoli dell’avventura principale si necessita approssimativamente di 5-6 ore, completando i contratti, le quest secondarie e andando alla ricerca dei vari indizi e oggetti, per una run completa si accumuleranno tranquillamente dalle 10 alle 12 ore di gioco. Ci sarà inoltre la possibilità di avviare, una volta completato il gioco, una New Game+, caratterizzata dalla piacevole possibilità di utilizzare i cari vecchi poteri.

Seppure si tratti di uno spin-off della serie, l’impegno utilizzato per la sua realizzazione non è stato di certo poco. Il level design è ottimo, le varie ambientazioni sono ben strutturate e curate anche nei più piccoli dettagli. Questo è un aspetto riscontrabile esplorando minuziosamente la città, che vive tramite le storie che ha da raccontare.
Karnaca è un luogo che racchiude quasi completamente l’essenza della società, una città che racchiude misteri, intrighi, problematiche sociali come l’arrivismo, l’egocentrismo, l’avidità e per ultimo, ma non per importanza, il cultismo. Sono tutte caratteristiche forti e interessanti, esaminabili tramite i vari libri o scritti disseminati nella zona di gioco, che rendono il titolo particolare (seppur non una novità). Nella versione Xbox One da noi provata non si sono riscontrati cali di frame-rate, le uniche pecche possono essere individuate nella troppa linearità dei primi capitoli, e nel potere decisionale delle azioni fatte in gioco, che influenzeranno prevalentemente il finale, ma non l’evoluzione della trama nell’immediato. Nel complesso, La Morte dell’Esterno è un’avventura che centra in pieno le aspettative, rendendosi appetibile anche a un pubblico nuovo: il suo ottimo rapporto qualità-prezzo, in questo senso, ne incentiva sicuramente l’acquisto.

Dishonored: La Morte dell'Esterno
Dishonored: La Morte dell’Esterno
GIUDIZIO
Dishonored: La Morte dell’Esterno è un’avventura standalone degna di nota, che spicca per la sua ricchezza di contenuti. Seppur non introduca delle sostanziali novità, i suoi punti di forza si identificano sicuramente nella caratterizzazione di una città che vive delle proprie storie, del suo popolo, dei suoi problemi; uno "scambio equivalente" che pone dei limiti solamente alle quantità, ma non alla qualità o alle possibilità, un racconto che emerge in un rapporto tra luce e buio per nulla banale.
GRAFICA
8.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
8
GAMEPLAY
8.5
PRO
Nuovi poteri
Level design ottimo
Storie secondarie ricche e differenti
CONTRO
L'influenza decisionale incide esclusivamente sul finale
Nessuna particolare novità
8.5
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