For Honor
Versione testata: PS4

For Honor

In un mercato caratterizzato da tanti, troppi giochi simili tra loro, For Honor ha da subito catturato l’interesse del popolo videoludico grazie a uno dei combat system più interessanti degli ultimi anni e un setting decisamente affascinante come quello degli scontri all’arma bianca tra cavalieri, vichinghi e samurai. 

Con delle premesse così interessanti era lecito aspettarsi una modalità single-player ben confezionata e in nessun modo secondaria come spesso accade in altri titoli che fanno del multiplayer il cuore pulsante dell’intera esperienza.

A frenare gli entusiasmi però ci ha pensato la funzione “always online” che, come nella precedente fatica targata Ubisoft (il tanto discusso Tom Clancy’s The Division), ha creato diversi malumori e incertezze, figlie di una caratteristica non tanto amata dall’utenza. Non che si trattasse di un deterrente, ma l’obbligo di essere sempre connessi anche per giocare il single-player ha ben presto fugato i dubbi sull’effettiva qualità di questa in favore del comparto multiplayer. Sarà bastata un’ambientazione così interessante a regalarci una modalità storia degna di questo nome?

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C’ERANO UN VICHINGO, UN SAMURAI E UN CAVALIERE…

Tre dei guerrieri più amati e influenti della storia sono stati scelti da Ubisoft come protagonisti del nuovo brand in uno scenario fantasy medievale. Questa volta la software house francese ha adottato una struttura episodica, concentrandosi su ognuna delle tre fazioni presenti in un tripudio di assedi, sangue e violenza che rafforzano la legge del più forte. I tre capitoli, ognuno dedicato alle fazioni contrapposte presenti nel titolo, sono suddivise in sei brevi missioni che raccontano i brutali ed epici scontri tra vichinghi, samurai e cavalieri. Di volta in volta prenderemo il controllo di alcuni degli eroi delle tre fazioni, il cui racconto delle loro epiche gesta viene narrato dal villain di turno, Apollyon.

Ed è con queste ottime premesse che abbiamo affrontato le missioni selezionando il livello più alto di difficoltà (realistico) tra i quattro disponibili, che innalza la difficoltà degli scontri con la rimozione dell’indicatore di attacco/guardia nemica e un minore numero di checkpoint, aspetto che ci ha costretto più di una volta a ripetere intere sezioni una volta andati nel Valhalla, al netto di un’IA senza infamia e senza lode. Quello che ne viene fuori è un’esperienza positiva, ma non indimenticabile, frutto di una trama sicuramente ben raccontata ma che poteva assumere contorni decisamente più epici se maggiormente curata. Se c’è un aspetto su cui For Honor non brilla particolarmente è la varietà di situazioni: fatta eccezione per un inseguimento a cavallo o una piccola sezione nei panni di ballista, il gioco si conferma piuttosto lineare nell’esposizione della campagna. Tra un fendente e una schivata però è impossibile rimanere impassibili davanti agli incantevoli scenari che fanno da sfondo agli scontri: gli imponenti castelli medievali, le selvagge terre del freddo Nord e le stilose pagode orientali rendono molto più piacevole menare spadate a destra e manca.

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For Honor ci ha tenuti impegnati per circa dieci ore alla massima difficoltà (qualche ora in meno abbassando il livello di difficoltà) e nonostante la presenza di due tipi di collezionabili non offre ulteriori spunti per rigiocare nuovamente le diciotto missioni della campagna, a meno di non voler ambire al trofeo di platino. Per gli amanti delle esperienze cooperative, è possibile affrontare l’intera storia in compagnia di un amico giocando online (ma sfortunatamente non in locale), un modo ancora più piacevole di affrontare le diciotto missioni che compongono la storia.
 Additare la campagna come una sorta di tutorial romanzato per il multplayer ci è sembrato quindi un tantino azzardato ma la sensazione è che con un pizzico di varietà in più e una trama più articolata e longeva ci saremmo potuti trovare di fronte a un prodotto più completo, capace di soddisfare anche gli amanti del single player.

PICCHIADURO A CHI?

Definire For Honor un semplice picchiaduro in 3D sarebbe un errore madornale, sebbene alcune meccaniche possano ricordare questo genere di prodotti, ma grazie a un combat system innovativo e mai banale possiamo etichettare la nuova produzione di Ubisoft Montréal come un ibrido tra un gioco d’azione in terza persona e un picchiaduro. Il sistema di combattimento si basa su un concetto davvero interessante: selezionando la direzione di attacco/difesa con lo stick destro si danno vita a intensi e adrenalinici scontri, dove lo studio dell’avversario e il giusto tempismo possono fare la differenza tra una sonora sconfitta o una gloriosa vittoria. Per portare a segno un attacco con successo bisognerà quindi spostare la posizione dell’impugnatura verso la direzione lasciata scoperta dall’avversario, mentre la parata avviene automaticamente facendo combaciare la direzione di guardia con quello dell’attacco nemico, dando la possibilità di parare anche più attacchi lanciati contemporaneamente da due avversari.

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Quello che rende davvero speciale il combat system è la profondità unita alla semplicità: l’uso di due soli pulsanti per gli attacchi (leggero e pesante), uno per la schivata e un altro per spezzare la guardia avversaria. Molto facile nelle basi, ma tremendamente complesso da padroneggiare al meglio: con un po’ di pratica e pazienza si può dare vita a combattimenti spettacolari fatti di contrattacchi, combo devastanti e schivate che rendono ogni sfida molto emozionante. La presenza di dodici personaggi giocabili eleva all’ennesima potenza le possibilità che il sistema di combattimento è in grado di offrire dal momento che ogni eroe dispone di un set di movimenti e abilità ad hoc, in grado di ampliare ulteriormente le peculiarità che il combat system ha da offrire. A impreziosire ulteriormente le meccaniche di gioco ci pensa la modalità Vendetta: subendo colpi, bloccando oppure parando attacchi si riempirà un’apposita barra, che una volta al massimo, ci donerà una maggiore resistenza ai colpi e una maggiore potenza di attacco. In questo modo avremo una chance di tener testa a diversi avversari anche in inferiorità numerica.

Attenzione però, il buttarsi nella mischia a testa bassa porta quasi sempre a una sonora batosta ed è per questo che è consigliabile fare un po’ di pratica con i bot controllati dall’IA e dare uno sguardo ai vari tutorial prima di lanciarsi nelle sfide online.

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DOWNGRADE? NO, GRAZIE!

For Honor non è solo divertente da giocare, ma anche bello da guardare: sin dalla prima closed alpha siamo rimasti colpiti dal livello di dettaglio e dalla cura riversata su ogni singolo personaggio, senza dimenticare gli scenari mozzafiato che fanno da cornice a un sistema di combattimento ancorato a 30fps. Il titolo Ubisoft, spesso accusata di applicare il tanto famigerato downgrade ai suoi lavori, risulta impeccabile sotto ogni punto di vista in versione PS4: non solo i modelli poligonali, estremamente dettagliati come da tradizione della software house, ma anche le varie animazioni e gli effetti confermano la bontà del titolo dal punto di vista tecnico. Grande lavoro è stato fatto anche sull’audio che riesce a far immerge il giocatore sul campo di battaglia tra lo stridio dell’acciaio delle spade ed il tintinnio degli scudi.

E su PS4 Pro? Per ovvie ragioni di bilanciamento il frame-rate è bloccato a 30fps come sulla versione Standard, ma a trarre beneficio sono gli effetti e le texture che appaiono più definite e a una maggiore risoluzione. For Honor esalta la brutalità degli scontri tra scenari affascinanti e fiumi di sangue in cui la cura nei particolari esalta le qualità dell’ultima fatica di Ubisoft.

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SIC VIS PACEM PARA BELLUM

Con un combat system così ben realizzato, il fulcro di For Honor non poteva che essere il multiplayer in cui duellare con altri giocatori di tutto il mondo. Indubbiamente il titolo Ubisoft eleva alla massima potenza il suo impeccabile combat system negli scontri singoli, ma oltre al duello 1 vs 1 sono presenti altre quattro modalità che vanno dagli scontri 2 vs 2 alla già testata modalità Dominio, accompagnata da altre interessanti modalità 4 vs 4 come Eliminazione (il cui scopo è unicamente quello di eliminare il team avversario) o Schermaglia (che premia con un punteggio a ogni uccisione, limitando il respawn dei nemici una volta raggiunto il punteggio prefissato). Se negli scontri 1 vs 1 e 2 vs 2 la tecnica è alla base del gameplay, nelle altre modalità 4 vs 4 subentra anche un pizzico di strategia e confusione, ma nonostante match più caotici ci siamo divertiti ugualmente.

Una cosa però ci ha fatto storcere il naso: l’assenza di server dedicati a favore di un sistema peer-to-peer con host. Non abbiamo avuto particolari problemi durante le partite multiplayer, ma l’eventuale disconnessione da parte dell’host spezza quello che è il ritmo di gioco, obbligandoci poi a fronteggiare un bot dopo una seppur breve interruzione. Peccato davvero, perché il matchmaking è rapido e ben strutturato. Considerando anche la perfetta natura del titolo per la scena eSports, questa scelta ci è sembrata poco azzeccata ma la speranza è che Ubisoft possa ovviare a questi problemi in futuro, magari aggiungendo anche un sistema di partite classificate con leghe e leaderboard online.

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Le dodici mappe multiplayer, tratte interamente dai tre capitoli della campagna, sono molto ispirate e vantano un level design di prim’ordine grazie a una cura dei particolari a tratti maniacale. Dagli avamposti innevati tipici dei vichinghi alle fortezze cavalleresche, passando per i giardini zen dei samurai, le mappe di For Honor racchiudono perfettamente l’essenza dei combattimenti all’arma bianca; ognuna di essa presenta molteplici varianti che grazie al sistema meteorologico possono diventare fino a sessanta. La presenza di alcuni elementi come burroni fanno sì che i giocatori debbano prestare attenzione a dove mettere i piedi mentre si spostano, onde evitare di cadere nel vuoto, finire all’interno di una trappola, geyser o spuntoni che possono portare a una morte prematura.

Dodici sono anche gli eroi con cui affrontare spettacolari duelli, quattro per ciascuna fazione. Gli eroi sono divisi in quattro categorie: Avanguardia (ottimi sia in attacco che in difesa), Pesanti (dotati di un’ottima difesa ma lenti in attacco), Assassini (letali e rapidi ma estremamente fragili) e Ibridi (che combinano le varie caratteristiche delle altre tre classi). Al roster già visto nella beta si sono aggiunti il Giustiziere (abile nei contrattacchi e dotato di una corazza pesante) per i cavalieri, lo Shugoki (un vero e proprio tank decisamente lento, ma in grado di sferrare attacchi micidiali) per i samurai e la Valchiria (dotata di lancia e scudo) per i vichinghi. In linea di massima tutti gli eroi sono alla pari, anche se qualcuno necessita di piccole modifiche nell’ottica di un bilanciamento ottimale. Ogni eroe è caratterizzato da abilità speciali e da uno stile di gioco unico che necessita di studio meticoloso prima di esprimere tutto il suo potenziale.

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Per gli amanti della personalizzazione estrema è disponibile il mastodontico editor dedicato all’equipaggiamento degli eroi, a cui potremmo cambiare corazze, elmi, scudi e armi, ma anche abilità e provocazioni scegliendo tra tantissime combinazioni. Alcuni oggetti possono essere sbloccati alla fine di un match, mentre grazie alla valuta di gioco potremmo acquistare le cosiddette casse avvoltoio contenenti vari oggetti rari che potremmo decidere di equipaggiare o scartare in cambio di acciaio, la moneta in-game. Anche in For Honor include le microtransazioni, che avvantaggiano leggermente chi ne usufruisce in modalità 4 vs 4 ma non risultano fondamentali per godere al meglio del sistema di gioco, a patto di dedicare gran parte del vostro tempo ai match online o contro l’IA. A ogni modo è possibile ricevere un po’ di acciaio extra completando ordini secondari, combattendo con altri utenti o contro l’intelligenza artificiale.

Merita una nota a parte la modalità cross-platform Guerra delle Fazioni, che abbiamo già potuto apprezzare durante l’ultima beta del titolo. Si tratta di una modalità che ruota attorno alle tre fazioni di gioco, che si danno battaglia per la conquista dei vari territori in cui è suddivisa la mappa. A seconda della fazione scelta potremo utilizzare le risorse di guerra guadagnate alla fine di ogni match per attaccare o difendere un territorio conteso tra i due o anche tre schieramenti. Questa modalità è strutturata in maniera molto interessante: ogni sei ore, infatti, si verifica un aggiornamento del territorio che determina la conquista/perdita dei vari settori a seconda delle risorse schierate dai giocatori. Ogni round dura due settimane, mentre per il completamento di una stagione sono richieste ben dieci settimane.

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Alla fine di ogni round verrà assegnato un punteggio alle fazioni mentre i giocatori riceveranno delle ricompense: quella che riceverà il punteggio migliore sarà proclamata vincitrice della stagione. Oltre a invogliare i giocatori a partecipare agli scontri online o contro l’IA, a ogni aggiornamento dei territori le mappe subiranno delle piccole modifiche estetiche a seconda della fazione che controllerà quel determinato settore.

UNO SGUARDO AL FUTURO

Bisogna ammettere che la politica DLC-free adottata da Ubisoft negli ultimi tempi si è rivelata azzeccata e molto apprezzata dai giocatori. Già con Rainbow Six Siege, infatti, abbiamo assistito a un vero e proprio cambio di rotta con continui update e tutta una serie di espansioni gratuite che includono mappe e nuovi personaggi giocabili che è possibile sbloccare semplicemente continuando a giocare. For Honor prosegue in questa direzione mettendo sul piatto sei eroi aggiuntivi, che saranno disponibili gratuitamente con una settimana di anticipo per i possessori del Season Pass ma acquistabili da tutti gli altri utenti tramite la valuta in-game (o le onnipresenti microtransazioni).

Rimane qualche perplessità sull’effettivo supporto post-lancio, ma ci auguriamo che Ubisoft possa aver appreso la lezione di The Division e Rainbow Six Siege e scelga di supportare a lungo For Honor con nuove modalità, mappe e nuove feature, come le partite classificate, tornei ed eventi multiplayer. Vista la nuova filosofia della casa di Montréal, non possiamo che essere ottimisti sul fatto che For Honor possa intrattenerci a lungo con quello che rappresenta uno dei più interessanti combat system mai lanciati sul mercato.

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GIUDIZIO
For Honor e il suo innovativo combat system ci hanno letteralmente rapito: valori come onore, coraggio e forza rappresentano alla perfezione quello che è il nuovo titolo di Ubisoft, un’altra coraggiosa scommessa vinta dalla casa canadese grazie a una realizzazione tecnica incredibile e un sistema di combattimento sopraffino, che offre il meglio di sé nel comparto multiplayer ben strutturato. Con una campagna single-player più complessa e spettacolare staremmo parlando già di un capolavoro unico nel suo genere, peccato anche per l’assenza di server dedicati che in qualche modo minano un po' l’esperienza online che rimane comunque di primo livello. Nonostante qualche piccolo difetto, For Honor rimane un ottimo titolo votato principalmente al multiplayer in grado di regalare epici ed entusiasmanti duelli all’arma bianca grazie a un combat system semplice da imparare, ma tremendamente difficile da padroneggiare. Lucidate le asce e preparate gli scudi, la guerra tra cavalieri, vichinghi e samurai è appena iniziata!
GRAFICA
9
SONORO
7
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
9
PRO
Combat system appagante e tecnico
Graficamente stupendo
Comparto multiplayer da applausi
Infinite possibilità di personalizzazione
CONTRO
La mancanza di server dedicati si fa sentire
Campagna piacevole ma non epica, una sorta di introduzione al multiplayer
8.5
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