Journey to the Savage Planet

Typhoon Studios ci mostra la fantascienza da un punto di vista tutto nuovo, come non l'avete mai vista.

Quante volte abbiamo alzato gli occhi al cielo immaginando cosa ci potesse essere al di là di quella cupola stellata che avvolge il nostro pianeta? Scrittori, sceneggiatori e sviluppatori di videogiochi hanno spesso provato a dare una risposta a questa domanda, immaginando talvolta creature aliene pronte a tutto pur di difendersi dalla minaccia rappresentata dagli uomini inviati a colonizzare il loro pianeta.

Con Journey to the Savage Planet, i ragazzi di Typhoon Studios hanno messo in piedi un mondo coloratissimo e popolato da strane creature all’apparenza pacifiche, salvo poi rivelarsi talvolta ostili. Un pianeta tutto da esplorare e che non si discosta più di tanto dal nostro, un mondo nel quale ben presto ci accorgeremo di non essere stati i primi a mettere piede.

In Journey to the Savage Planet è possibile imbattersi in biomi ottimamente caratterizzati e paesaggi strepitosi.

UN ATTERRAGGIO (S)FORTUNATO

Le premesse narrative di Journey to the Savage Planet sono di facile intuizione, come suggerito anche dal titolo stesso scelto dagli sviluppatori. Un mondo, quello terrestre, privo ormai di risorse e al limite della vivibilità e governato da quattro compagnie di esplorazione internazionale, ha portato gli uomini alla ricerca di nuovi pianeti da colonizzare. Si dà il caso che il nostro alter ego lavori proprio per una di queste compagnie: la Kindred Aerospace, quarta in ordine di importanza. L’avventura ha inizio con un atterraggio decisamente brusco, nel quale la nostra navicella riporta ingenti danni, tanto da non essere più in grado di ripartire. Si parte così alla ricerca dei materiali necessari per riparare la nostra nave spaziale e riportarci alla base con tutti i dati raccolti nelle varie spedizioni.

Mossi i primi passi su AR-Y 26, questo il codice identificativo del nuovo pianeta su cui siamo atterrati, diviene subito chiara il tipo di esperienza che andremo ad affrontare: l’esplorazione è l’elemento su cui si basa interamente il titolo di Typhoon Studios. Spostarsi in lungo e in largo attraverso i vari scenari è essenziale per progredire nell’avventura, risultando al contempo anche piacevole, tanto da far emergere nei giocatori la voglia di visitare tutti quei luoghi che attirano le loro attenzioni grazie a un impatto visivo accattivante.

L’esplorazione però non è del tutto libera come può sembrare in un primo momento, ma è sapientemente strutturata in modo tale da farla sembrare tale. Non si avverte dunque quel senso di progressione forzata nel seguire le indicazioni suggerite dal nostro EKO, un’intelligenza artificiale che ci accompagna assegnandoci le varie missioni. Questo perché l’intera componente esplorativa segue la struttura ormai consolidata del genere metroidvania, ovvero un mondo di gioco caratterizzato da vari ambienti che saremo in grado di esplorare solo dopo un’attenta crescita del nostro personaggio, che svilupperà le abilità e gli strumenti necessari per andare avanti completando le varie missioni legata alla missione principale.

PICCOLI ASTRONAUTI CRESCONO

Gli sviluppatori hanno dunque creato un efficace e altrettanto basilare sistema di progressione del personaggio e della sua attrezzatura, basato essenzialmente su progetti di upgrade per i quali è necessario ottenere i materiali da recuperare nel mondo di gioco (carbonio, alluminio e silicio), servendosi così di un aspetto fondamentale come l’esplorazione degli scenari. Non sarà raro inoltre, tra una grotta e l’altra, imbattersi in particolari vegetazioni che, se mangiate, ci permetteranno di migliorare il nostro piccolo astronauta, potenziandone quindi i valori di salute ed energia, essenziali per sopravvivere e compiere una serie di azioni. Queste spaziano dai salti alla scalate, fino ad arrivare alle schivate, di fondamentale importanza durante i combattimenti.

Tramite questi potenziamenti saremo presto in grado di sviluppare le abilità e la tecnologia necessaria a esplorare aree di mondo prima inaccessibili. Tra i potenziamenti più importanti troviamo senza dubbio il salto (doppio, triplo e quadruplo) che ci permetterà di raggiungere altezze sempre maggiori. Qualora questa abilità dovesse non bastare, ecco che potremo far affidamento sul nostro fedele rampino, oggetto che ci permetterà di appenderci in appositi punti per compiere agili spostamenti in pieno stile Uomo Ragno, e anch’esso potenziabile per ottenere miglioramenti in termini di funzionalità.

Come il rapino anche gli altri equipaggiamenti saranno potenziabili secondo lo stesso procedimento. In primis la nostra pistola, la quale potrà essere migliorata riducendo, ad esempio, i tempi di ricarica, oppure aumentando il danno inflitto dal singolo colpo. Queste due cose saranno di fondamentale importanza nel superamento di determinate sessioni di gioco caratterizzata da un numero elevato di creature ostili.

Collegandoci proprio a quest’ultimo punto c’è da dire che Journey to the Savage Planet non offre ovviamente soltanto un ambiente da esplorare. Non mancano infatti delle situazioni di gioco in pieno stile sparatutto, che non sono per giunta comparabili ai capostipiti del genere, ma che comunque si rivelano gradevoli e ben strutturate. In questo frangente è possibile incontrare qualche difficoltà durante le boss fight, nelle quali sarà necessario studiare attentamente i pattern d’attacco delle speciali creature per trovare le giuste contromisure e metterle al tappeto. In alcuni casi ad esempio sarà necessario colpire determinate parti del corpo rese più vulnerabili a seguito di determinati attacchi, oppure nel contempo si schivano pericolosi attacchi infuocati saltando da una roccia sospesa all’altra. Inutile sottolineare che sono proprio questi i momenti in cui la presenza di una modalità cooperativa (rigorosamente online, di tipo drop-in/drop-out e con progressi legati all’account del giocatore principale) torna utile, anche se in alcuni frangenti la difficoltà si riduce un po’ troppo.

Gli Uccelli Palla sono soltanto alcune delle creature che incontrerete nel corso dell’avventura.

UN PIANETA PIENO ZEPPO DI STRANE CREATURE

Saltellando da un bioma all’altro il nostro lavoro non è limitato all’osservazione degli scenari ma impersonificheremo dei veri e propri biologi che, alla stregua del buon vecchio Darwin, si divertiranno a classificare le varie specie di animali e piante che incontreremo durante l’esplorazione. Per fare ciò potremo contare sull’aiuto di uno scanner che ci permetterà di dare un nome a quasi tutte le specie di flora e fauna presenti sul pianeta, aggiungendo delle simpatiche descrizioni caratterizzate da una sferzante ironia.

Esplorando i quattro biomi che compongono il pianeta, ottimamente caratterizzati dal punto di vista delle ambientazioni, ci imbatteremo continuamente in Uccelli Palla, simpaticissimi pennuti dai grandi occhioni, anche se non nascondo che avrei voluto vedere all’opera altre creature, magari legate ai quattro biomi. In ogni caso è pregevole lo sforzo di Typhoon Studios di voler ricreare su AR-Y 26 un ecosistema autonomo e funzionale, seppur con i limiti menzionati in precedenza. C’è da dire che tutti gli scenari di Journey to the Savage Planet sono ben strutturati, articolandosi sempre di più mano a mano che si prosegue nell’avventura, procedendo di pari passo con lo sviluppo delle nostre abilità e tecnologie.

Non mancheranno inoltre segreti e misteri nell’avventura sviluppata dal team canadese. Girovagando per il pianeta infatti non sarà raro imbattersi in aree in cui è possibile trovare risorse o materiali particolari. In aggiunta, di tanto in tanto ci verranno proposte delle situazioni in cui dovremo ingegnarci per risolvere determinati puzzle game, come ad esempio sbloccare dei bauli misteriosi, oppure attivare estrattori bloccati da un’ambra solidificata dai secoli. Anche in questo caso l’esplorazione risolverà gran parte dei nostri problemi, ma dalle volte dovremo essere particolarmente abili nel saper sfruttare al meglio le risorse che la natura ci mette a disposizione, utilizzando nella maniera più adeguata questa o quella pianta.

Il rampino può essere utilizzato per aggrapparsi a degli appigli, ma non mancano modalità più creative.

UNA NOTA STONATA

Tra gli aspetti meno riusciti di Journey to the Savage Planet troviamo il comparto sonoro che, se si escludono rari casi in cui determinati versi delle creature mi hanno strappato più di un sorriso, non brilla certamente per qualità, risultando spesso poco attinente al contesto, specialmente in quei frangenti in cui il ritmo di gioco avrebbe richiesto una colonna sonora più accattivante. Dal punto di vista grafico il gioco invece si difende bene proponendo degli ambienti colorati e ben caratterizzati; stesso discorso per il design delle creature, anche se in alcuni casi è possibile notare dettagli poco rifiniti e texture slavate sugli oggetti in lontananza. Il titolo comunque gira molto bene anche su Xbox One S, dove non ho riscontrato grosse problematiche legate al frame-rate.

Considerata la longevità del titolo, la cui quest principale è completabile in circa 10-15 ore, con la possibilità di arrivare a 20-30 ore completando anche le missioni secondarie e altri obiettivi, Journey to the Savage Planet offre anche un buon rapporto qualità/prezzo, visto che parliamo di un gioco venduto a prezzo budget. Inoltre c’è da considerare che il titolo verrà aggiornato con update futuri, oltre a essere giocabile online in compagnia di un altro giocatore.

Journey to the Savage Planet
GIUDIZIO
Journey to the Savage Planet è un titolo estremamente godibile e che prova a offrire un'esperienza sci-fi solare e autoironica, regalando al giocatore un'esperienza di gioco divertente e ricca di attività, capace di catturare nella sua modalità single-player e di dare il meglio in compagnia di un secondo giocatore. Il prezzo budget permette di digerire meglio un comparto tecnico non certo paragonabile a quello dei blockbuster più attesi, e vi consente per poche decine di euro di vivere un'avventura scanzonata e ricca di momenti divertenti.
GRAFICA
7.3
SONORO
6.5
LONGEVITÀ
8
GAMEPLAY
8
PRO
Senso di esplorazione sempre vivo e appagante
Tante attività da portare a termine
Comparto tecnico gradevole...
CONTRO
... ma dettagli poco rifiniti
Comparto sonoro non esaltante
7.5