Call of Duty: Modern Warfare

Call of Duty: Modern Warfare

Lo sparatutto di Activision è tornato con una nuova, rinnovata formula, che si dimostra incredibilmente convincente.

Meglio tardi che mai. È questa l’affermazione che in tanti, al reveal di Call of Duty: Modern Warfare, hanno esclamato dopo aver appreso la scelta di Activision di affidare a Infinity Ward il soft reboot con cui rilanciare la serie dopo anni di grigiore. Una tale attesa per un nuovo capitolo della famosa saga non si vedeva da anni in effetti, nonostante milioni di copie vendute che però hanno portato il publisher americano a valutare una sorta di rivoluzione che ha coinvolto numerosi aspetti del brand, partendo dal punto di vista contenutistico e finendo per rinnovare anche un motore grafico ormai non più all’altezza.

Il 25 ottobre è poi arrivato e Call of Duty: Modern Warfare è approdato su PC, PS4 e Xbox One, dando a molti giocatori la possibilità di rivivere di nuovo le emozioni dei conflitti moderni. Lecito quindi chiedersi se questo stravolgimento di fronte operato dalle mani esperte di Infinity Ward, proprio la software house che si è occupata della serie Modern Warfare, abbia dato i risultati sperati, rinnovando una formula di gioco che iniziava a far sentire il peso degli anni. Per scoprire se questo cambio di rotta si è rivelato vincente non vi resta che leggere la nostra dettagliata recensione di Call of Duty: Modern Warfare, il nuovo sparatutto di casa Activision.

Il Capitano Price si conferma come uno dei personaggi più carismatici e riusciti della serie.

IL RITORNO DEL CAPITANO PRICE

Anacronisticamente, l’assenza della campagna single-player in Call of Duty: Black Ops 4 ha rappresentato uno strappo alla regola che difficilmente rivedremo nel futuro del franchise, vista l’importanza di questa modalità. A distanza di un anno la campagna non solo è tornata, ma ha anche portato con sé alcuni dei personaggi più amati della serie, tra tutti l’iconico Capitano Price, soldato carismatico ed eccellente guerriero delle forze speciali britanniche SAS (Special Air Service). Il ritorno di una figura così importante avviene sullo sfondo di una nuova minaccia globale terroristica, con i protagonisti pronti a combatterla ovunque sia necessario farlo. Il ritmo della narrazione si fa quindi subito serrato e di conseguenza si passa da un capo all’altro del mondo, giocando nei panni di Alex, agente sul campo della CIA, Farah Karim, leader delle forze ribelli per la liberazione dell’Urzikistan, e infine Kyle Garrick, soldato delle forze speciali SAS.

Infinity Ward è riuscita perfettamente bilanciare missioni in notturna in cui si opera alla maniera dei soldati d’élite, dove viene esaltato l’uso di uno strumento come il visore notturno, ad altre dove è necessaria una gran quantità piombo per aprirsi un varco tra le difese nemiche, con situazioni studiate a puntino per non annoiare mai i giocatori. In sostanza quella di Modern Warfare è la campagna single-player che più di ogni altra ha saputo mantenere un’impronta cinematografica e un alto tasso di spettacolarità senza quell’iperbole esagerata con situazioni poco realistiche. E la varietà di certo non manca tra sessioni di cecchinaggio, fasi stealth e bombardamenti dall’alto a bordo di velivoli, sebbene le missioni a bordo di mezzi di trasporto sono state di gran lunga limitate rispetto al passato.

Tutto è comunque molto bello e incredibilmente intenso, sebbene la durata esigua rappresenta ormai una consueta limitazione per la controparte single-player della serie, che in questo capitolo non si spinge oltre le sei ore totali. Parlando dell’intelligenza artificiale nemica, questa si dimostra lacunosa e poco caparbia nel tentare di sopraffare il giocatore con manovre d’accerchiamento o sfruttando come si deve le varie coperture, con i cinque livelli di difficoltà che modificano sostanzialmente la quantità di danni che è possibile subire prima di andare al tappeto. A ogni modo il finale di gioco lascia aperte diverse porte per il futuro del filone dedicato alla guerra moderna, segno della volontà di Activision di dare seguito al soft reboot in questione con nuovi episodi in cui presumibilmente ci sarà spazio anche per gli altri comprimari che si sono avvicendati nei precedenti tre capitoli dello spin-off Modern Warfare.

GLI ORRORI DELLA GUERRA MODERNA

I rimandi alle pellicole di genere sono numerosi e un occhio attento non faticherà a cogliere situazioni e ispirazioni tratte da produzioni come Zero Dark Thirty e 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi, ma i riferimenti al cinema bellico omaggiati da Modern Warfare non si limitano soltanto a questi due film. Non è un caso che in occasione della rimpatriata tra personaggi storici della serie come Price e Nikolai la sensazione sia proprio quella di essere spettatori di un grande blockbuster hollywoodiano ricco di esplosioni e proiettili. E questo ha portato in dote una sceneggiatura di alto livello, ben scritta e non senza colpi di scena, flashback e momenti drammatici, in cui il giocatore è chiamato ad affrontare un paio di questioni moralmente importanti.

Gli sviluppatori hanno spesso parlato di come la campagna sia stata influenzata dalla discussa missione “No Russian” di Call of Duty: Modern Warfare 2. Quella del rinnovato Modern Warfare è una brutalità a cui si assiste in prima persona, è il caso dei flashback che coinvolgono la protagonista Farah, o l’attentato da parte dei terroristi della cellula Al-Qatal che barbaramente colpiscono vittime civili nel cuore di Londra. Appare poi chiaro come la nazione fittizia, quell’Urzikistan che condivide con l’Afghanistan la stessa occupazione da parte dell’esercito russo, rappresenti anche il dramma siriano dei giorni nostri. Certo, non manca il patriottismo angloamericano che sistematicamente vede nella Russia e nel Medio Oriente i nemici principali della libertà occidentale, calcando un po’ la mano sull’eroismo made in U.S.A. che non rappresenta dunque una novità per la serie. Insomma, i temi trattati sono di stretta attualità e vengono trattati senza filtri, veicolando il messaggio in cui si sostiene che “per tenere pulito il mondo c’è bisogno di qualcuno pronto a sporcarsi le mani”.

UN MULTIPLAYER DI QUANTITÀ E QUALITÀ

Se sulla campagna gli autori del gioco hanno centellinato le informazioni per non esporsi troppo sulle vicende di Price e compagni, sul multiplayer hanno invece giocato d’anticipo proponendo più sessioni per raccogliere feedback ed eseguire test vari, riscontrando tra l’altro un’accoglienza positiva. Le sensazioni erano ottime allora e sono state confermate anche nella versione finale, mettendo in mostra il solito, esagerato quantitativo di mappe e modalità che per un anno o più intratterranno i fan della serie. Alle modalità classiche a cui la saga ci ha abituato ne sono state aggiunte di nuove, tutte funzionali al gameplay più realistico abbracciato dalla serie. Se Duello mette di fronte due coppie di giocatori in una modalità che sposa in pieno il movimento eSports, Attacco Informatico permette di rianimare i compagni caduti mentre con il proprio team si cerca di piazzare un ordigno prima che quello avversario faccia lo stesso, con continui ribaltamenti di fronte.

Ma la novità in assoluto più rilevante è rappresentata dalla modalità Guerra Terrestre che porta sessantaquattro giocatori, che per bocca degli sviluppatori potranno diventare cento con i successivi aggiornamenti previsti nelle prossime settimane, su mappe di dimensioni importanti e corredate di mezzi di trasporto come elicotteri, quad e carri armati. Fa un certo effetto vedere la serie addentrarsi nel territorio del rivale Battlefield, eppure questa deriva da guerra su vasta scala riesce a suo modo a divertire pur offrendo un’esperienza chiaramente meno profonda dello sparatutto di Electronic Arts. A tal proposito è importante sottolineare come alcune criticità del recente passato come un level design delle mappe non sempre brillante e arene poco articolate, non rappresentano più un problema capace di guastare in parte l’esperienza di gioco.

Buttarsi a capofitto sul campo di battaglia in mappe come St. Petrograd e Arklov Peak risulta piacevole proprio per la moltitudine di percorsi da imboccare per aggirare in nemico, con scambi di proiettili che si sviluppano anche sul piano verticale. Non tutte però risultano entusiasmanti da giocare, come nel caso di Piccadilly che, per quanto sia ben curata nei dettagli, mostra una struttura troppo semplificata e che predilige una certa staticità negli scontri tra i due team. Le mappe di Guerra Terrestre invece offrono una buona varietà di situazioni proprio grazie alle loro dimensioni generose, che accontenteranno chi è alla ricerca di un’esperienza di gioco diversa dal solito.

Call of Duty: Modern Warfare
Recandosi nella sezione dedicata all’Armaiolo è possibile montare sulle proprie armi accessori come mirini, impugnature, silenziatori e tanto altro ancora.

UN SALTO DALL’ARMAIOLO

Con mappe più ampie e che richiedono un approccio più tattico, a guadagnarci è stato anche un gunplay in parte rivisitato per accogliere al suo interno nuove azioni come la ricarica tenendo il fucile puntato nella direzione desiderata, far sporgere l’arma da angoli e muri per aumentarne la stabilità o la possibilità di sbirciare tra le porte invece di fare irruzione al loro interno. Sposando questa nuova filosofia incentrata su elementi che favoriscono il realismo, senza però sacrificare il divertimento, la serie ha dato anche una svecchiata necessaria al suo tipico gameplay. Sì, perché alla base Modern Warfare è il Call of Duty che i fan conosco bene, con serie di uccisioni da cui attingere per avere vantaggi sul campo da battaglia, perks da scegliere e loadout da creare per far fronte a ogni evenienza.

Il lavoro svolto dalle bocche da fuoco è stato poi notevole, sia nella riproduzione estetica e sonora delle armi, ogni dettaglio è al posto giusto, sia negli aspetti come il rinculo e la stabilità. Non si ha più l’impressione di avere a che fare con armi simili tra loro in termini di feeling ma si avvertono le differenze anche sul lato pratico, modificando poi queste nell’apposita sezione chiamata Armaiolo, con oltre cinquanta accessori che agiscono in maniera netta sulle caratteristiche e offrono bonus e malus che bilanciano al meglio i differenti parametri come il danno inflitto, la velocità in cui si passa in modalità mirino, la stabilità dell’arma e così via.

IL CORAGGIO DI SAPER CAMBIARE

Ci sono alcuni aspetti del bilanciamento che andranno tenuti d’occhio, tra tutti un TTK (time to kill) che non permette quasi mai di rispondere al fuoco nemico una volta presi di mira, ma il cosiddetto meta in fatto di armi, perks e via discorrendo, potrà essere definito quando nelle settimane a venire verranno fuori i feedback della community. La rimozione della bussola con il ritorno della mini mappa francamente mina un po’ quell’approccio ancora più tattico su cui la serie ha virato, soprattutto considerando l’alta frequenza in cui si susseguono richieste di UAV e radar personali. Un passo indietro da parte del team di sviluppo che per fortuna può essere arginato scegliendo la modalità Realismo, o in alternativa rivolgendosi a quella Veterano, che di fatto elimina l’HUD e migliora sostanzialmente il senso di immedesimazione.

Incredibile poi come negli scontri in notturna l’introduzione del visore notturno abbia ripercussioni concrete sul gameplay, portando i giocatori a sacrificare la possibilità di mirare in modalità mirino e affidandosi ai laser per il puntamento, con i fasci di luce però visibili, o disattivando il visore ma col rischio di non riuscire a vedere i nemici che lo indossano. Nel rinnovamento generale la saga ha salutato il vecchio sistema di prestigi per affidarsi prima al classico sistema di progressione (unificato tra le tre modalità che il titolo offre), e poi a quello dell’Officer Rank. In soldoni, raggiungendo il livello cinquantacinque si ottiene accesso a un nuovo rango e la progressione non resetta armi, perks e accessori sbloccati, ma questa è legata a sfide specifiche e ricompenserà i giocatori con contenuti estetici, legati al susseguirsi delle varie stagioni che di fatto includeranno nuovi contenuti.

Contenuti che saranno totalmente gratuiti grazie all’abolizione del pass stagionale, da qui la promessa di Activision di supportare il suo sparatutto con aggiornamenti costanti e contenuti inediti, senza l’incombenza poi di casse premio e simili, almeno stando alle parole del publisher. Chiaramente l’implementazione del cross play rende ancora più appetibile questa nuovo episodio della serie, eliminando le barriere tra giocatori di piattaforme diverse, raggruppando opportunamente i giocatori secondo il tipo di periferica usato per lasciare che questi giochino ad armi pari. Insomma, non solo si è tornati ai fasti di un tempo, ma sono state effettuati cambiamenti che segnano un vero e proprio cambiamento epocale per lo sparatutto in questione.

OPERAZIONI (NON TROPPO) SPECIALI

Idealmente le Operazioni Speciali rappresentano un’estensione del single player, ma non ci sono limitazioni in tal senso ed è possibile accedervi anche senza aver completato la campagna principale. Si tratta di missioni giocabili in cooperativa, online o in locale, caratterizzate da una serie di obiettivi da completare su ampie mappe che prevedono anche l’uso di veicoli. A rendere questa modalità ancora più articolata ci pensano i sei ruoli, ognuno con un’abilità principale attiva e passiva unica, da combinare per avere maggiori possibilità di portare a termine gli obiettivi che prevedono sostanzialmente di eliminare nemici e far esplodere cose. Sulla carta è tutto molto interessante, peccato poi che con mappe così ampie e dispersive l’azione si concentra in determinati punti, lasciando intere porzioni di scenario completamente vuote.

Con la variante Sopravvivenza (in esclusiva temporale di un anno su PlayStation 4, una decisione che continua a far discutere) si torna invece alla cara e vecchia modalità a ondate in cui resistere agli assedi nemici sempre più agguerriti, acquistando poi potenziamenti e armi con i crediti accumulati. A queste due varianti se ne aggiunge una terza, Operazioni Speciali Classiche, che per il momento propone solo una missione in cui è necessario resistere a un assalto nemico, proponendo tra l’altro quanto visto in una delle missioni della campagna.

Allo stato attuale le Operazioni Speciali non riescono a entusiasmare più di tanto, e sarebbe bastato articolarle con più step di raccordo tra una missione e l’altra, riempendo meglio le ampie porzioni di mappa che tuttavia sono spoglie di nemici e obiettivi. Le altre due varianti invece funzionano decisamente meglio proprio perché proposte su scenari più ristretti e il ritmo dell’azione non viene mai spezzato da momenti morti.

Call of Duty: Modern Warfare
Call of Duty: Modern Warfare è uno spettacolo per occhi e orecchie, un’esperienza visiva e sonora che ricorderemo a lungo.

SINFONIA BELLICA

Anche non potendo contare sul non plus ultra della tecnologia come il ray-tracking, frame-rate sbloccato e una risoluzione fino a 4K disponibile nella versione PC, su PlayStation 4 Pro lo spettacolo offerto da Modern Warfare è comunque degno di nota. Merito ovviamente del nuovo motore grafico che torna a essere finalmente al passo con i tempi dopo anni in cui i tentativi di aggiornare quello usato in precedenza hanno prodotto risultati altalenanti. Lo sparatutto di Activision è davvero un bel vedere in ogni sua componente, dalla modellazione poligonale degli ambienti, assistita da un level design davvero eccellente, alle rinnovate animazioni dei personaggi principali e non, dove si notano in generale notevoli miglioramenti.

Il meglio dal punto di vista grafico viene dato però nei filmati di intermezzo che rasentano quel tanto osannato fotorealismo che si spera venga raggiunto con l’imminente nuova generazione. È in questi frangenti che si può notare uno dei migliori lavori di motion capture di questa generazione, merito anche della prova attoriale degli artisti chiamati a prestare voce, viso e corpo ai personaggi della campagna principale. La console mid-gen di Sony riesce a gestire senza problemi il frame-rate a 60fps, mantenuti con costanza in tutte le modalità di gioco, mentre la presenza dell’HDR è poi un valore aggiunto se consideriamo la continua riproposizione di esplosioni, fuoco e fumo, resi in maniera eccellente grazie all’impianto di illuminazione che gioca spesso e volentieri tra il concetto di buio e luce, e l’effettistica particellare che rende ogni esplosione un piccolo spettacolo per gli occhi.

Ancora più sorprendente è la resa audio che fa di Modern Warfare uno spettacolo anche per l’apparato uditivo, dove l’immedesimazione è totale grazie alla sinfonia bellica architettata dal team di sviluppo, con il suono dei proiettili e delle esplosioni che cambiano di intensità e tipologia tanto negli spazi aperti quanto in quelli chiusi. Con valori produttivi e qualitativi così alti ci saremmo aspettati un doppiaggio in italiano all’altezza, e vi conferiamo che le aspettative sono state rispettate: l’ottima espressività dei doppiatori si è riversata tanto nei protagonisti principali che nei numerosi comprimari che entreranno in scena nel corso della campagna. Al momento non è però possibile selezionare il doppiaggio originale, un vero peccato per chi avrebbe preferito godersi l’ottima campagna con le voci originali.

Call of Duty: Modern Warfare
Call of Duty: Modern Warfare
GIUDIZIO
Il tanto desiderato cambiamento che i fan chiedevano allo sparatutto di Activision ha impiegato un po’ di tempo per essere attuato, ma ne è valsa decisamente la pena. Call of Duty: Modern Warfare osa e vince, e lo fa aggiudicandosi lo scettro del miglior capitolo della serie in questa generazione e in generale si pone come uno degli sparatutto più divertenti e curati degli ultimi anni. Infinity Ward è riuscita a plasmare un FPS che rappresenta un ritorno alle origini ma sotto una luce diversa, rinnovata, soprattutto nella veste grafica e in termini di gameplay. Le novità come le modalità inedite, che proiettano la serie in territori mai esplorati prima, un’ottima campagna single player e un gunplay più orientato al realismo, rappresentano i punti di forza di un soft reboot che non lesina né sui contenuti né sulla loro qualità. Tuttavia qualche difetto è comunque presente e vanifica in parte lo straordinario lavoro di Infinity Ward, come la longevità risicata della campagna, qualche mappa multiplayer sottotono e una struttura delle Operazioni Speciali che mal si sposa con la filosofia della serie. Se negli ultimi anni avete snobbato la serie per via di una certa ripetitività di fondo, allora Call of Duty: Modern Warfare è quella ventata d’aria fresca che stavate aspettando.
GRAFICA
9
SONORO
9.2
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
9
PRO
Le novità al gunplay funzionano a meraviglia
Il multiplayer è di grande spessore
Comparto tecnico e sonoro di alta qualità
Campagna single player spettacolare...
CONTRO
... ma di breve durata
Le Operazioni Speciali sono riuscite a metà
Il time to kill è ancora troppo basso
9.1
7398