Call of Duty: Black Ops Cold War

Call of Duty: Black Ops Cold War

La guerra fredda come non l'avevate mai vista, ora anche su console nex-gen!

Anni ‘80, Unione Sovietica da una parte e Stati Uniti dall’altra. La battaglia non è più sul fronte ma dietro le quinte, meno cruenta e crudele però più sottile, cattiva, subdola e piuttosto lunga. Spionaggio e intrighi internazionali, doppiogiochisti che muovono le pedine del potere mondiale e degli equilibri tra nazioni senza soluzione di continuità. Call of Duty: Black Ops Cold War è, per Raven Software e Treyarch, un vero e proprio ritorno alle origini, con alla base uno degli spunti narrativi che hanno ispirato più volte la due software house, e che giocoforza hanno usato nelle produzioni degli ultimi anni con il franchise Call of Duty, ovvero la guerra fredda.

Un capitolo, Black Ops Cold War, che torna a proporre una campagna single player a differenza di quanto fatto da Call of Duty: Black Ops 4, che era completamente multiplayer centrico, con una cura come non se ne vedevano da un po’ nella saga prodotta da Activision. Ecco dunque il mio resoconto completo della versione Xbox Series X, che peraltro beneficia di una patch dedicata alle console next-gen e che dunque comincia a sfruttare la potenza dei nuovi hardware. Vediamo insieme com’è andata!

Call of Duty: Black Ops Cold War
Alcuni dei carismatici personaggi del primo capitolo dello spin-off compariranno anche in Black Ops Cold War.

GUERRA FREDDA

Non a caso in apertura ho parlato di ritorno al passato per Raven Software e Treyarch,, dato che Call of Duty: Black Ops Cold War è a tutti gli effetti, narrativamente parlando, il seguito del primo Black Ops, con tanto di ritorno di Adler in grandissimo stile. C’è però una grossa differenza sostanziale all’interno della campagna: il protagonista impersonato dal giocatore infatti è completamente personalizzabile tranne per il nome in codice, che sarà per tutti Bell, con caratteristiche che influenzano gameplay e approccio delle missioni. Niente di trascendentale, ovviamente, non si tratta di un gioco di ruolo, ma per esempio oltre alla scelta del sesso, del nome e del cognome, se avete intenzione di affrontare spavaldamente le missioni vi converrà scegliere una classe arrembante e ottenere bonus come la resistenza alle granate, mentre se prediligete un sistema di attacco più conservativo dovrete spingere sul perk dedicato al bonus danni dei proiettili. Insomma una serie di personalizzazioni che, nonostante le circa sei ore necessarie per portare a termine l’avventura (giocata a al livello di difficoltà esperto), consentono alla campagna di assumere un tono meno scontato del solito anche perché nel corso delle missioni troverete alcune scelte morali da dover compiere.

Senza anticiparvi nulla, posso però dire che tali scelte andranno a influenzare il cammino di Bell e la ricerca della spia russa comunista con nome in codice Perseus, cambiando anche il finale a seconda di quanto deciso a un certo punto della storia. Si tratta di una campagna breve ma molto intensa, capace di tenere incollati allo schermo anche grazie alle numerose cut-scene che precedono le missioni e che contribuiscono in maniera determinante all’immersione del giocatore. Dal punto di vista della struttura, a parte una sequenza a metà tra uno stealth e un’investigazione comunque molto divertente, la campagna di Call of Duty: Black Ops Cold War mantiene lo standard a cui ci ha abituato la serie negli ultimi anni, proponendo il solito gameplay molto frenetico tra arrembaggi, infiltrazioni e tanta spettacolarizzazione. Peccato solo per un’intelligenza artificiale non propriamente di alto livello, che in più di un frangente mostra una routine comportamentale abbastanza limitata.

Molto Interessante invece mi è parsa l’introduzione di una serie di missioni secondarie, poche per la verità ma che consentono da una parte di approfondire ulteriormente la trama, e dall’altra di allungare un po’ la durata dell’avventura. Queste missioni sono selezionabili dal rifugio, in sostanza l’hub centrale della campagna in cui avvengono i meeting tra Bell, Adler e gli altri componenti del team e da cui il giocatore sceglie quali missioni giocare, nonostante non si abbia una libertà totale di scelta a parte proprio per le quelle secondarie che è possibile giocare quando si vuole, anche a campagna conclusa. All’interno del rifugio è anche possibile, attraverso la bacheca da dove vengono selezionate le missioni, approfondire gli indizi trovati: una sorta di fase investigativa che non cambia le sorti della campagna ma sicuramente aggiunge altro mordente alla campagna single player.

CHIAMATA ALLE ARMI

Inutile quasi precisarlo, ma è ovviamente il multiplayer online il cuore pulsante di Call of Duty: Black Ops Cold War, che offre per il gioco in rete un pacchetto veramente completo e corposo. Ma andiamo con ordine. La modalità multiplayer in senso stretto, e così chiamata all’interno del menù di gioco, è quella sicuramente più classica, dove al suo interno troviamo sei mappe giocabili in tantissime modalità tra cui le più note deathmatch a squadre, Tutti contro tutti e Dominio. Effettivamente le sole sei mappe potrebbero sembrare poche, e in effetti lo sono, ma Activision ha già confermato che il supporto post-lancio sarà corposo e completamente gratuito, quindi sicuramente il pacchetto da questo punto di vista è destinato ad arricchirsi.

C’è poi Call of Duty: Warzone che, nonostante sia una modalità free to play anche per coloro che non avessero acquistato Black Ops Cold War, questa volta è stato inserito direttamente all’interno della produzione, a significare l’importanza nell’economia del brand. Ovviamente Warzone rimane quello che è stato fino a ieri, ossia una sorta di spin-off battle royale della serie sviluppato non da Treyarch ma da Infinity Ward, che ha ottenuto un successo strepitoso forse anche oltre le aspettative iniziali di Activision. Infine, ma non ultimo di importanza, ritorna come da tradizione Treyarch la modalità Zombi, che finalmente rispetto al passato ha molta più continuità con la restante offerta multiplayer.

Questo perché tra questa modalità e il multiplayer classico non c’è più un muro virtuale, e la progressione e lo sblocco degli armamenti può essere portata avanti a piacimento giocando a una o all’altra modalità, utilizzando le stesse armi e gli stessi oggetti sbloccati. Si tratta di un passo avanti importante, e che senza dubbio motiva a giocarle entrambe senza privilegiarne una come spesso poteva succedere in passato. La struttura di Zombi è una miscela interessante tra le vecchie modalità realizzate da Treyarch, dove l’aspetto tattico è sicuramente quello più importante per riuscire a sopravvivere alle orde di non morti che vi troverete davanti. In questo senso è fondamentale imparare a piazzare le torrette fisse nei punti più strategici, e riuscire ad utilizzare gli spray criogeni nel migliore dei modi, sempre perfettamente coordinati con i propri partner.

TRA CROSS-GEN E CROSS-PLATFORM

Altra grandissima novità di quest’anno riguarda l’unione delle piattaforme di vecchia e nuova generazione su cui Call of Duty: Black Ops Cold War è disponibile, e il tutto è riconducibile a tre caratteristiche: cross-gen, cross-progression e cross-save. No, non è uno scioglilingua, ma una scelta ben precisa degli sviluppatori e chiaramente anche condivisa da Microsoft e Sony, che prevede la possibilità di giocare in multiplayer sugli stessi server tra tutti gli hardware su cui il titolo è stato pubblicato. Ma non si tratta solo di questo, infatti su qualunque piattaforma giocherete, anche successivamente al primo acquisto, potrete recuperare il vostro profilo e i vostri amici e continuare a giocare senza alcuna limitazione.

Un vero salto nel futuro rispetto alle barriere viste fino a oggi, e che speriamo possa essere il preludio di una totale rimozione di vincoli non solo per la serie Call of Duty ma in generale per tutto il settore. Dal punto di vista dell’esperienza, Call of Duty: Black Ops Cold War non delude nemmeno nel multiplayer, proponendo un sistema di matchmaking efficacissimo e molto veloce, e che rasenta la perfezione dal punto di vista della latenza, ottimizzando al meglio anche le connessioni meno performanti grazie a ping ai minimi storici in tutte le modalità offerte. Il tutto è magicamente potenziato dalle capacità di Xbox Series X, che consentono caricamenti pressoché istantanei e passaggi da una modalità all’altra in veramente in pochi secondi.

Call of Duty: Black Ops Cold War
Su console next-gen la resa visiva è davvero incredibile, grazie anche alla presenza del ray-tracing.

TECNICA SUPERBA

Giocare Call of Duty: Black Ops Cold War su Xbox Series X è sicuramente uno spettacolo, e dei titoli di lancio è senza dubbio uno dei più impressionanti graficamente per la neonata console Microsoft, peraltro supportata sin da subito grazie a una patch di ottimizzazione dedicata. Attenzione però, tale patch è inclusa solo nell’edizione cross-gen, ossia quella iottimizzata per Xbox Series X/S; se invece avete acquistato il titolo per Xbox One per avere la versione next-gen potrete pagare 4,99 euro in promozione e aggiudicarvi la versione migliore, altrimenti potrete comunque godervi il titolo ma solo in retrocompatibilità e senza i benefici della patch dedicata.

Call of Duty: Black Ops Cold War gira a una risoluzione in 4K dinamici, 60 frame per secondo granitici e persino ray-tracing attivo, con la possibilità di disattivarlo per avere addirittura in multiplayer i 120 fps (ovviamente solo su TV che supportano i 120 Hz). Il ray-tracing, in ogni caso, è in realtà solamente parziale: in sostanza non lavora su tutta la scena ma solo sulle ombre, quindi migliora il realismo ma se ci si sofferma sui riflessi ci si accorge che questi sono realizzati in SSR (Screen Space Reflection), quindi pre-calcolati e non in tempo reale ma ugualmente molto efficaci. E’ ovvio che attivando il ray-tracing anche per i riflessi sarebbe stato impensabile ottenere le prestazioni che attualmente regala Xbox Series X che di fatto, ray-tracing a parte, offre risultati paragonabili a un PC di fascia alta.

Le capacità del monolite di Microsoft hanno permesso anche l’introduzione di un pacchetto texture dedicato, che migliora tantissimo la resa dei materiali e delle superfici soprattutto negli interni, dove tappeti, legno, metalli e marmi sprigionano un realismo che fino a oggi raramente mi è capitato di vedere, e solamente su PC di un certo livello. Insomma, un vero spettacolo per gli occhi e siamo solo ai primi titoli ottimizzati per le console di nuova generazione; a questo punto non vediamo l’ora di mettere le mani anche su motori grafici appositamente pensati per i nuovi hardware.

Call of Duty: Black Ops Cold War
Call of Duty: Black Ops Cold War
GIUDIZIO
Call of Duty: Black Ops Cold War è il miglior Call of Duty realizzato da Raven Software e Treyarch sotto tutti i punti di vista. Offre una campagna non troppo lunga ma molto avvincente e ricca di novità, accostata a un multiplayer come sempre impeccabile e finalmente molto più aperto che in passato, grazie alla possibilità di giocare online cross-platform e cross-gen, ossia tra le varie piattaforme su cui è disponibile. Tecnicamente superbo, con tanto di ray racing, Black Ops Cold War è uno dei migliori modi per iniziare a gustarsi le prestazioni di Xbox Series X e PlayStation 5; se poi vi piacciono gli sparatutto in soggettiva non pensateci un secondo, correte a comprarlo!
GRAFICA
8.8
SONORO
8.4
LONGEVITÀ
8.7
GAMEPLAY
8
PRO
Multiplayer solido e cross-platform
Tecnicamente notevole e caricamenti ridotti
Campagna ben costruita...
CONTRO
...ma al solito molto breve
Intelligenza artificiale un po' limitata
8.6