Sekiro: Shadows Die Twice

Sekiro: Shadows Die Twice, tutto quello che sappiamo finora

Facciamo il punto sull'attesissima nuova IP sviluppata da From Software.

Dopo averlo provato con mano nel corso di Gamescom 2018, torniamo a parlare di Sekiro: Shadows Die Twice a un mese dal suo debutto sul mercato attraverso un accurato riepilogo di tutte le informazioni che sono state condivise fino a oggi sul titolo.

L’attesa cresce ogni giorno per la nuova IP di From Software e, prima della sua uscita su PC, PS4 e Xbox One prevista per il prossimo 22 marzo, vi vogliamo raccontare tutto ciò che sappiamo!

Sekiro: Shadows Die Twice
Sekiro, o “lupo senza un braccio”, è il soprannome del protagonista del nuovo prodotto di Miyazaki.

Sekiro: Shadows Die Twice – Le influenze e l’ambientazione

Quando si parla di From Software, la popolare software house diretta da Hidetaka Miyazaki, il richiamo a Dark Souls e Bloodborne è pressoché immediato ma in questo caso, parlando del nuovo brand pubblicato da Activision, appare quasi del tutto fuori luogo. Sì perché, se proprio volessimo trovare una connotazione storica a questo atteso Sekiro: Shadows Die Twice, lo si potrebbe definire come una sorta di erede spirituale di Tenchu, serie di videogiochi uscita a partire dal 1998, al quale si rifà per diversi aspetti.

Nei confronti invece dello stile fantasy gotico e medievale di Bloodborne e della serie Dark Souls, gli elementi in comune sono ancora più ridotti in termini numerici. La direzione artistica e la struttura del gameplay si allontanano in maniera netta dallo stile di gioco che oggi si accomuna sotto l’etichetta di soulslike in virtù di un’esperienza un po’ più tradizionale. Il legame con la storia è stretto a doppio filo con il periodo Sengoku del Giappone, alla fine del XVI secolo. Si tratta di un periodo particolarmente critico per la storia nipponica, fatto di sanguinose guerre e di incertezze politiche. Il giocatore è chiamato a interpretare un mercenario del Giappone feudale che, dopo essere stato gravemente ferito e persino creduto morto, si incammina in un lungo e pericoloso percorso verso la vendetta.

Impersoniamo dunque uno shinobi, che non è un semplice mercenario come siamo abituati a intenderlo in occidente ma piuttosto un ninja, una sorta di agente dell’ombra capace di infiltrarsi, sabotare o assassinare bersagli nel silenzio più assoluto. Nel nostro caso poi, possiamo contare anche su capacità sovrumane grazie alla speciale protesi applicata a un braccio. Il soprannome di “lupo senza un braccio” infatti non ci è dato a caso ma fa proprio riferimento alla tanto peculiare quanto letale protesi costruitaci da un misterioso Busshi ovvero uno scultore di quel periodo storico: quindi non solo un braccio e una Katana ma anche tanta agilità e senso della strategia.

Sekiro: Shadows Die Twice – Il sistema di gioco

Chiaramente, questa forte connotazione storia e di design non può che riflettersi plasmando uno stile di gioco peculiare e piuttosto distante da quello a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Innanzitutto, Sekiro non è in alcun modo un GdR come lo erano gli altri titoli celebri dello studio pertanto scordatevi di creare il personaggio o di poter personalizzare alcuni aspetti. La struttura è quella di un’avventura che per certi aspetti si avvicina a meccaniche action assolutamente peculiari. Nonostante sia intenzione del gioco lasciare sempre grande libertà al giocatore grazie a una consistente verticalità delle mappe, a un level design mai banale e a un combat system vario che premia e favorisce una molteplicità di approcci, non si può ignorare l’idea e la caratterizzazione che c’è dietro un protagonista di questo tipo. Si tratta come detto di un ninja, di un agente dell’ombra che agisce nel silenzio pertanto ci aspettiamo che il titolo ripieghi spesso e volentieri o addirittura premi l’approccio stealth.

Come scritto e come constatato dal nostro Giovanni in occasione della prova alla Gamescom di Colonia, le mappe godono di una discreta verticalità pertanto l’utilizzo del braccio con funzione di rampino sarà fondamentale per schizzare da un tetto all’altro, intenti a scrutare le pattuglie di nemici e le loro ronde prima di affondare il nostro colpo. Una volta usciti alla scoperto però, quello cui ci troveremo dinanzi è un sistema di combattimento rodato da una parte e inedito dall’altra. Com’è evidente nel gioco si predilige la lotta all’arma bianca: si tratta di uno stile di combattimento ben diverso rispetto a quello più solido di un Souls o a quello più frenetico e ferale di Bloodborne. Assume ancora più rilievo la tecnica del parry, già vista in altre produzioni ma assolutamente più centrale in questo Sekiro. Già perché per restare in piedi e tenere testa ai nemici e ai loro affondi sarà necessario deflettere i loro attacchi e spingerli a scoprire un fianco per poter colpire con forza. È quindi una questione di tempismo, coordinazione, agilità e strategia che sembrano rendere ogni lotta mai banale.

La morte poi assume un ruolo interessante e inedito per le produzioni viste fino a questo momento: non è ancora chiaro il tipo di meccanismo o di lore che rende possibile e in che modo questa funzione ma al giocatore sarà data la possibilità (a quanto pare non sempre, ndr) di tornare immediatamente in vita nel punto in cui è stato appena uscito per cogliere di sorpresa i nemici che ignari di tutto si stanno allontanando dal nostro cadavere ancora caldo. Ciò rappresenta sicuramente una meccanica molto intrigante e che non vediamo l’ora di approfondire quanto prima: che sia la prima volta in cui si può parlare di una vera e propria “strategia per morire”?

Sekiro: Shadows Die Twice – L’importanza dell’equilibrio

Due degli elementi peculiari del gameplay di Sekiro, solo sfiorati durante la nostra prima prova, sono ora più chiari dopo mesi di informazioni diffuse con il contagocce da From Software. Una delle principali novità di Sekiro è infatti la presenza di una sorta di barra dell’equilibrio (che in inglese sarà chiamata semplicemente Posture), presente tanto nel protagonista (posizionata nella parte inferiore dell’interfaccia) quanto nei propri nemici (posizionata questa volta in alto), grazie alla quale sarà possibile rendere “vulnerabile” il nemico ad attacchi più potenti. Per riempire la barra è necessario concatenare un certo numero di attacchi, e la sua velocità di riempimento va di pari passo con il quantitativo di energia rimasto: maggiore la vita del nemico, maggiore sarà la velocità di ripristino del suo equilibro, aspetto che renderà più complesso portare a segno degli attacchi più potenti.

Si tratta della caratteristica di gameplay che più si distacca dal concept tradizionale del team di sviluppo nipponico e che verosimilmente potrebbe allontanare (o avvicinare ancora di più) chi ha amato Dark Souls e soprattutto Bloodborne. È anche un modo per From Software di creare un prodotto diverso dai brand precedenti, ma non per questo più accessibile. Già l’introduzione di una feature simile costringe a valutare strategie diverse per esporre l’avversario ad attacchi più potenti, e in combinazione con le altre peculiarità del gameplay descritte in alto potrebbe creare situazioni molto interessanti.

Sekiro: Shadows Die Twice
Colpendo un nemico con costanza, riempirete la sua barra “Posture”, esponendolo ad attacchi più potenti.

Sekiro: Shadows Die Twice – Le protesi speciali

Per fortuna, il nostro Sekiro può contare su una serie di “gadget” che torneranno molto utili nella nuova avventura concepita da Miyazaki. Un po’ come visto in Devil May Cry V, il protagonista ha dalla sua la possibilità di aggiungere al suo braccio meccanico delle protesi, che gli consentono di applicare degli effetti speciali alla katana, principale mezzo offensivo del lupo. Nella demo già provata in occasione della Gamescom da Giovanni, il gioco metteva di fronte a tre opzioni molto diverse tra loro, con un’imponente ascia, un lanciashuriken e addirittura un lanciafiamme. Ed è proprio il lanciafiamme che permetterà, ad esempio, di infuocare la katana per un periodo molto lungo e applicare degli effetti di stato sui nemici, così da mandarli al tappeto più velocemente.

Ciascuna protesi ha dei punti di forza e debolezze, e starà al giocatore trovare l’utilizzo migliore per avere la meglio sui nemici. Ad esempio, l’ascia pesante risulta particolarmente adatta contro i nemici armati di scudo, ma generalmente troppo lenta contro quelli più agili e scattanti. Tutto questo, sommato alla verticalità del rampino, alle parate e schivate e al sistema di equilibrio, non fa che rendere il gameplay di Sekiro decisamente più complesso di quanto non potesse sembrare a una prima, distratta occhiata.

Sekiro: Shadows Die Twice
Sfruttando alcune protesi speciali, come il lanciafiamme, potrete applicare degli effetti speciali alla katana e donarle un buff che infuocherà i nemici.

Sekiro: Shadows Die Twice – Le boss fight e l’hub di gioco

Per quanto riguarda la struttura del mondo di gioco e il susseguirsi delle ambientazioni, From Software non pare volere abbandonare il classico stile fatto di zone diverse che si ricollegano a un hub di gioco centrale. Il mondo di Sekiro quindi, in maniera simile alle ambientazioni dei Souls ruoterà attorno alle cosiddette rovine del tempio di Ashina, luogo nel quale potremo tornare e parlare con gli svariati NPC che ci aspettiamo di incontrare lungo il nostro sanguinoso cammino. Non ci sono lanterne o falò ma degli idoli di pietra, come si vede nel trailer, che svolgono la medesima funzione di spostamento rapido dalle varie zone. Ci basterà raccoglierci in preghiera di fronte a queste statue per recuperare salute e rimpinzare le nostre scorte con oggetti curativi o magici, oltre però all’inevitabile riposizionamento dei nemici.

Il ritmo di gioco però è diverso da quello a cui potreste essere abituato: niente invasioni online o cooperazione con gli amici mediante quel (fastidioso, ndr) metodo proposto in Bloodborne per i dungeon o nella serie Dark Souls. Il gioco pertanto porterà anche essere messo in pausa, com’è giusto che sia, senza intaccare o pregiudicare in nessun modo il successo della nostra run. Una scelta quella di escludere le evocazioni, le invasioni e la coop che potrebbe far discutere ma che non ci sentiamo di condannare perché non si tratta altro che una presa di posizione del gioco e una autodeterminazione di quello che sarà il suo stile peculiare, pensando interamente per una esperienza per giocatore singolo.

Sekiro: Shadows Die Twice
Non sembrano mancare delle ambientazioni decisamente suggestive.

Come ogni mondo di fantasia messo in piedi da From Software, anche in Sekiro non mancheranno epiche boss fight e ambientazioni pregne di suggestione. Il mondo di gioco pare essere abbastanza vario e ricco per celare segreti e nemici di ogni tipo. Al giocatore sarà relegata come sempre la scelta di cosa esplorare e in che ordine, il che può significare una strada più o meno in salita in base a chi ci si parerà dinanzi. Ci saranno dunque boss fight di trama e combattimenti opzionali, non obbligatori ai fini del completamente dell’avventura. In termini di end-game il titolo potrà contare su finali multipli, come da tradizione, e su una modalità New Game Plus che alzerà sempre di più l’asticella della sfida proposta.

Nonostante per From Software non sia assolutamente facile riuscire a replicare quel capolavoro di level design fatto di intrecci e scorciatoie che è stato il primo Dark Souls, confidiamo in una ricca varietà di ambientazioni e di percorsi che si perdono per poi ritrovarsi. Inoltre, un po’ in chiave bloodborniana, è stata mostrata un’ambientazione inedita che sembra discostarsi dal mondo di gioco che abbiamo imparato a conoscere in questi ultimi mesi. Prende il nome di Hirata Estates e sembra essere un luogo ben infarcito di segreti e tanti altri elementi intriganti sia a livello estetico che di gameplay. Sono presenti pareti invisibili che ci permettono di accese a zone nascoste altrimenti irraggiungibili e svariate ricompense.

Si tratta di una location slegata da quella principale, con un clima molto differente da quello nevoso o autunnale intravisto fino a oggi ed è raggiungibile soltanto grazie all’interazione con un determinato oggetto. Non pare possibile accedere in altri modi a questo lungo perché, difatti, si tratta di un’ambientazione disposta su di un altro piano temporale, tre anni prima degli eventi di cui siamo protagonisti all’interno della nostra avventura. Non serve dirvi che da questa location, che per certi versi richiama alla mente specifiche zone di Bloodborne o di Dark Souls III, ci aspettiamo anche un ricco portfolio per quanto concerne la lore del gioco.

Sekiro: Shadows Die Twice – Versioni speciali, bonus pre-order e data di lancio

Sekiro: Shadows Die Twice sarà lanciato il 22 marzo 2019 in versione PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Tre le versioni previste al lancio: la Standard, che includerà il gioco base al prezzo di 69,99 euro; la Steelbook Edition, acquistabile su Amazon.it e caratterizzata da una custodia in metallo con il volto di Sekiro (Amazon la sta promuovendo allo stesso prezzo della Standard in versione PS4); infine la Collector’s Edition, esclusiva GameStop per l’Italia, che al prezzo di 109,99 euro offre il gioco, una Steelbook esclusiva, una statua Shinobi da 18cm, un artwork da collezione, la mappa dello scenario, la colonna sonora in formato digitale e una replica delle monete incluse nel gioco.

Sekiro: Shadows Die Twice
L’edizione da collezione non è niente male.

A livello di pre-order, non ci sono grandi incentivi da parte della software house: prenotando la versione digitale su PS4 otterrete due temi dinamici per personalizzare la vostra console.

Insomma, ormai ci separa soltanto un mese dall’uscita di Sekiro: Shadows Die Twice nei negozi e non vediamo l’ora di metterci sopra le mani. Purtroppo al momento non è prevista alcuna demo pubblica, pertanto non sarà possibile provare in alcun modo il gioco prima del suo debutto.

Come sempre, vi invitiamo a tornare su VGN.it per leggere la nostra recensione prima dell’arrivo del gioco sugli scaffali.