L’E3 di Los Angeles è un posto che regala emozioni, ma ancor di più un’occasione in cui le sorprese sono davvero a portata di mano. Dopo la solida e impressionante demo di Anthem di casa BioWare, non pensavo di poter avere così tanti dilemmi nel formulare la mia personalissima classifica dei migliori giochi di quest’edizione, specie per l’insano sentimento che nutro nei confronti dei prodotti sviluppati da CD Projekt RED, che con The Witcher 3 mi hanno donato un mondo in cui ho trascorso centinaia di ore in compagnia dei suoi abitanti e delle sue storie.
Prima di vedere e poter toccare con mano i progressi fatti in Cyberpunk 2077, è stato naturale farsi milioni di congetture e forse aspettarsi un gioco simile al suo predecessore, dai toni cupi e romantici che hanno avvolto e condito con grazia la storia di Geralt di Rivia. Dopo il primo trailer ufficiale che ha chiuso la conferenza Microsoft all’E3 2018, avevo già intuito che qualcosa era cambiato, che ciò a cui stavamo assistendo, la classica schermata di errore di sistema fungeva da preludio a qualcosa di completamente diverso dagli scenari fantastici e medievali dello strigo e dei suoi compagni di avventure. Il trailer però non rende effettivamente giustizia a tutto ciò che CD Projekt RED è stata in grado di creare col suo nuovo capitolo di Cyberpunk: noi di VGN.it siamo stati tra i primi al mondo a vedere in azione il nuovo progetto della casa polacca, e siamo pronti a svelarvi tutti i suoi segreti.
BENVENUTI A NIGHT CITY
Quando siamo entrati nel piccolo bar allestito ad arte dal team polacco all’interno del Convention Center di Los Angeles, l’aria che si respirava era di un periodo lontano nel tempo, ma proiettato verso il futuro, un futuro molto remoto, fatto di decadenza e miseria. La storia di Cyberpunk parte proprio dalla data menzionata nel titolo, 2077. L’America è ormai in ginocchio, la crisi ha divorato ogni cosa e questo mondo misto di umani e androidi stenta a sopravvivere, proprio perché la convivenza è diventata ingestibile. Specie nella distopica e caotica Night City, dove alcuni di questi umanoidi hanno deciso di diventare dei veri e propri “cacciatori di taglie” perché, come ci suggerisce la stessa CD Projekt RED, “è il denaro a determinare chi ti sia amico e chi no”.
Avviata la demo, la casa polacca ci ha dato un’idea del complesso editor di personaggi, che ci permetterà di creare una versione maschile o femminile del protagonista. Nel nostro caso, il team ha optato la versione femminile di V, il personaggio che ci accompagnerà nel corso del il nostro lungo viaggio in prima persona all’interno di questo universo à la “Blade Runner” ed erede di tutta la cultura steampunk e futuristica conosciuta. La protagonista è un sicario su commissione e, come tutti gli umanoidi, si presenta come il perfetto mix tra una bellissima donna e una IA cibernetica che potrete controllare con un’inedita visuale in soggettiva.
Le prime battute di gioco sono da subito adrenaliniche: la demo si apre con uno scontro a fuoco che vede V e il suo compagno d’armi Jackie Welles combattere contro gli uomini di una gang chiamata Scavengers, nel disperato tentativo di salvare un’amica il cui corpo giace nudo ed esanime in una vasca piena d’acqua e ghiaccio, a causa di un virus all’interno del suo sistema vitale. Sarà proprio V a salvarla da morte certa, connettendosi a lei tramite un qualche tipo di connettore cibernetico e rianimandola in attesa dei soccorsi. L’uscita dal covo della gang però non è proprio delle migliori: il sistema di previdenza sociale nel mondo di Cyberpunk 2077 è gestito da un gruppo di paramedici militarizzati noto come Trauma Team, che prende in custodia il corpo della donna costringendo la nostra beniamina a ritirarsi per evitare uno scontro ad armi spianate. Di certo non sarà la prima né l’ultima volta che avremo a che fare con loro nel corso dell’avventura. E così, alla guida di un bolide a quattro ruote, il team ci ha portato a esplorare le strade di Night City, mostrandoci come in fase di guida sarà possibile alternare la visuale da soggettiva a terza persona. Dopo aver ingaggiato un inseguimento con una gang, ci siamo avvicinati verso la location della missione principale.
SPARATUTTO DI RUOLO
Al termine della cut-scene non possiamo non notare le differenze tra l’incipit di The Witcher 3 e Cyberpunk 2077. Quest’ultimo si rivela da subito un gioco dove la legge della pistola la fa da padrone, molto più sparatutto e action che gioco di ruolo come i titoli precedenti della casa polacca. Non ci sono spade medievali né segni magici: al loro posto c’è tutta una serie di dotazioni tecnologiche, perlopiù trafugate alla Militech, mega-corporazione militare che ci fornirà parte delle missioni. Sarà proprio la corporazione a dare il primo compito alla nostra protagonista attraverso la spietata agente Meredith Stout, con l’obiettivo di recuperare parte di un arsenale in mano alla gang dei Maelstrom capeggiata dal freddo Royce, cercando di interrompere la sua rete di contrabbando e prendere il possesso di tecnologie e risorse estremamente utili.
Vi starete chiedendo se, con un’importa maggiormente votata al genere FPS, avremo la possibilità di scegliere se affrontare la perfida agente o piuttosto puntare una pistola alla testa di Royce e fermare ogni negoziazione? Certo che sì. In linea col suo degno predecessore, Cyberpunk 2077 avrà un suo articolatissimo sistema di scelte, con cui deciderete o meno di affrontare o interagire con determinati personaggi. L’impronta ruolistica dunque è sempre il fulcro dell’esperienza di gioco, con bivi narrativi, decisioni che influenzeranno lo scenario e l’evoluzione della storia. Badate bene, però: alcuni nemici non saranno immediatamente semplici da sconfiggere, dovrete prima accumulare quanta più esperienza possibile, fino a raggiungere un livello tale da poterli fronteggiare. E non solo, bisogna che pensiate in fretta, perché alcuni di loro non saranno disposti ad aspettare un giorno intero per una vostra risposta, con conseguenze ben lontane dall’essere pacifiche.
Ma torniamo a V. Il personaggio è sin da subito completamente personalizzabile tramite un vastissimo editor in cui potrete persino scegliere il make-up del vostro personaggio, per renderlo affine a vostri gusti, mentre in base alle situazioni e missioni potrete optare per una delle classi disponibili (Netrunner, Techie o Solo, oppure un mix di tutte e tre) e ottenere bonus e abilità specifiche che torneranno utili in particolari situazioni. Uomo o donna che sia, V si troverà a muoversi nelle strade al neon di Night City, dove il pericolo non si nasconde neanche dalla luce del giorno e dove dovrete essere sempre pronti a rischiare per guadagnare ciò che vi serve per potenziare il vostro personaggio.
PROTESI CIBERNETICHE
A tal proposito, ci saranno diversi “mercanti” e “ripperdocs”, scienziati esperti di cibernetica come il buon Doctor Victor, da cui potrete recarvi per farvi impiantare tecnologie o power-up. Si tratta di cyberware che andranno progressivamente a espandere le potenzialità di V con accessori e gadget, come uno scanner con cui esaminare l’ambiente, hackerare i sistemi di altri esseri cibernetici o persino identificare le intenzioni dei personaggi, fornendovi quindi un vantaggio in un’eventuale contrattazione o combattimento. Ed è proprio in questo caso che la visuale in prima persona enfatizza il coinvolgimento: a ogni protesi implementata nel corpo della protagonista, l’HUD si adatterà per ospitare tutte le informazioni derivate derivate dalla protesi cibernetica.
La vera sorpresa, però, riguarda tutto il sistema di combattimento: abbandonata la visuale in terza persona dei progetti precedenti, Cyberpunk 2077 si propone come uno sparatutto in prima persona dove esibirsi in salti, wall-run, doppi salti e parkour per affrontare i nemici in modo imprevedibilmente spettacolare. V potrà contare su un set di armi hi-tech che andranno progressivamente ad ampliare le potenzialità offensive. Proiettili rimbalzanti, fucili a tracciamento automatico, shotgun futuristici e inalatori in grado di potenziare le abilità di V e fornire per un breve periodo una sorta di bullet time che permette di sbarazzarsi velocemente dei nemici. Non mancano poi le lame innestate nel corpo della protagonista, che possono essere utilizzate sia nel parkour (per aggrapparsi ed eludere i nemici dall’alto) che come vero e proprio mezzo offensivo. La varietà sembra decisamente notevole ed è scontato immaginare che questo sia solo un piccolo ma succoso assaggio di quelle che saranno le potenzialità di un sistema estremamente vasto e variegato.
TRA LUCI E OMBRE
Tante le certezze su questo nuovo gioco del team polacco, ma anche diversi punti interrogativi. Con The Witcher abbiamo vissuto avventure nel cuore di Kaer Morhen, Velen, Novigrad e navigando verso le isole Skellige, dunque in scenari lontani e diversi tra loro; viene spontaneo chiedersi se Night City rimarrà l’unica location disponibile o avremo modo di esplorare forse città diverse, o supporre che la città sia essa stessa una sorta di macro-universo in cui le diverse zone costituiscono mondi a sé stanti. Di sicuro possiamo confermare che, nonostante i toni molto colorati del trailer mostrato all’E3, la storia di Cyberpunk 2077 sarà cupa, dai toni scuri e decisamente maturi: non ci saranno, in questo senso, cambi di rotta eccessivi rispetto al classico storytelling della software house.
Qualche dubbio anche sull’interfaccia, che sebbene sia decisamente un work-in-progress (come sottolineato dallo stesso team di sviluppo) ha mostrato nuovamente una dimensione forse eccessivamente piccola dei testi di gioco, destando non poche perplessità. Già il team era incorso in una serie di problemi legati alla ridotta dimensione dei caratteri su schermo con The Witcher che rendeva poco leggibili menu e dialoghi. In Cyberpunk 2077 il testo dei dialoghi sembra essersi leggermente incrementato, ma la demo è stata in ogni caso presentata su un gigantesco schermo cinematografico, quindi resta da stabilire come sarà la resa su TV o schermi più piccoli utilizzando il gioco su console.
In ultimo, proprio l’esperienza di gioco in terza persona ha consacrato agli onori del pubblico il personaggio di Geralt di Rivia. C’è da chiedersi se la stessa empatia si potrà creare con V, data la natura in prima persona, di cui raramente vedremo un’immagine da un’altra prospettiva. A tal proposito, CD Projekt RED ha già aperto una petizione per stabilire se mantenere la visione originale, dunque con visuale in soggettiva, o ascoltare i fan che invocano a gran voce l’uso di una visuale in terza persona. Di certo, nel caso in cui il pubblico optasse per questa soluzione, c’è il rischio di incappare in tempistiche di sviluppo che potrebbero ulteriormente dilatarsi per dare al team il tempo di adattare gameplay e impostazione di gioco alla nuova visuale. Personalmente, trovo che la scelta di dare un taglio netto con il passato sia positiva, e dopo aver visto di persona quello che l’azienda è stata in grado di creare con Cyberpunk 2077, non vedo l’ora di mettere le mani sul controller e vivere in prima persona la storia di V e del mondo futuristico di Night City.