Maneater

Maneater visto in anteprima all’E3 2019

Lo shark simulator di Tripwire è stata una delle sorprese dell'E3 2019, vi raccontiamo le nostre impressioni dopo averlo visto.

Quest’anno il PC Gaming Show è stato all’insegna di un numero impressionante di giochi annunciati e mostrati durante la conferenza, alcuni dei quali disponibili per un incontro più approfondito nel corso dell’E3 2019. Tra quelli che ci hanno colpito di più c’è anche Maneater, di Tripwire Interactive, che già a partire dal video di presentazione ha attirato la nostra attenzione così come quella dei presenti.

Dopo Depth e Killing Floor, la software house ha tirato fuori dal nulla un nuovo progetto che sembra avere tutti i crismi di un simulatore di vita marina dedicata agli squali, ma con uno stile decisamente più… particolare. Purtroppo, come già accaduto per numerosi giochi presenti a Los Angeles, anche Maneater non poteva essere provato direttamente in fiera, ma durante il nostro incontro con gli sviluppatori siamo riusciti a farci un’idea più che concreta sul loro nuovo lavoro, che non ha ancora una data di uscita ufficiale ma sarà lanciato in esclusiva temporale di dodici mesi su Epic Games Store.

DIVORA, CRESCI, EVOLVI

Maneater
Preparatevi a controllare uno squalo affamato, spietato e in grado di seminare il panico dentro e fuori dall’acqua.

Questo shark simulator in piena regola ci pone ai controlli di un baby shark (sì, proprio come il tormentone per i bimbi) da far crescere col tempo a suon di bagnanti divorati e lauti banchetti a base di pesce, tentando di non diventare cibo per i predatori acquatici più grandi che popolano le acqua della Costa del Golfo. Praticamente una routine tipica da squalo, ma proposta in Maneater con una certa inclinazione alla violenza, non per natura ma per una precisa scelta sadica.

E soffermandoci sull’evoluzione dello squalo va sottolineato come uno degli aspetti che caratterizzano Maneater è il suo sistema di progressione che si snoda in una più che discreta componente ruolistica: avanzando nel gioco avremo modo di potenziare lo squalo con effetti tangibili sulla velocità o la resistenza ai danni, senza dimenticare che il piccolo squalo indifeso potrà diventare una macchina di morte di dimensioni inaudite, attraverso vari stadi da raggiungere nel corso del tempo.

Maneater
Com’è ovvio che sia, la scia del sangue attirerà il vostro squalo.

Nella demo giocata dal team di sviluppo abbiamo visto all’opera il gameplay che di certo non è stato da meno in termini di divertimento, considerando che il nostro squalo potrà compiere delle vere e proprie evoluzioni tra avvitamenti multipli, acrobazie in pieno stile delfino ammaestrato, e attacchi che comprendono affondi di vario genere.

Azzannare un ignaro nuotatore, eseguire un tuffo carpiato, riemergere e scaraventarlo con un colpo di pinna contro un pilone di un ponte? In Maneater si può! E progredendo nel gioco queste “coreografie letali” diverranno sempre più numerose e spettacolari, perché lo scopo del gioco è anche divertire grazie a queste situazioni tra il macabro e l’ironico. Non essendo riusciti a provarlo direttamente non abbiamo l’assoluta certezza, ma il sistema di movimento sembra davvero molto fluido quando lo squalo è in acqua, con movimenti giustamente più impacciati quando la creatura si trova su imbarcazioni o il bagnasciuga.

Maneater
A caccia di prede mentre sullo sfondo si mostra una città colorata da futuristiche luci al neon.

GRAND THEFT SHARK

Maneater come Grand Theft Auto? Sono stati proprio gli stessi sviluppatori di Tripwire Interactive a parlarci del loro progetto paragonandolo al simulatore di vita criminale, facendolo col sorriso con le labbra, segno che la dichiarazione è stata volutamente esagerata e provocatoria. In effetti la comparazione non è del tutto fuori luogo con la serie campione d’incassi di Rockstar se guardiamo al tasso di violenza gratuita che accomuna le due produzioni e quelle situazioni fuori dal normale che divertono in relazione alla loro assurdità.

A nostro avviso, il paragone migliore per Maneater sarebbe stato con Jaws Unleashed, che nel lontano 2005 proponeva alcuni degli elementi poi racchiusi all’interno di questo progetto, anche se dopo averlo fatto presente agli sviluppatori la loro reazione in merito non ci è sembrata tanto convinta. Personalmente continuano trovare delle somiglianze, il che non è necessariamente un punto negativo, visto che il sottoscritto all’epoca si era divertito (e anche parecchio) a seminare il panico nelle acque dell’isola di Amity.

Maneater
Due creature estremamente letali. Chi vincerà?

Tornando al presente, gli aspiranti re del mondo marino avranno a disposizione una mappa completamente esplorabile a piacimento e suddivisa in specifiche aree, con tanto di incursioni sul bagnasciuga gremito di ragazze in bikini o bagnanti alle prese con festini e falò vari. Ogni area prevede poi un boss da sconfiggere, e tutte saranno influenzate in parte dal ciclo giorno-notte in termini di affollamento in acqua. A far mantenere alta la guardia dello spietato predatore non saranno solo alligatori, altri squali o capodogli grandi quanto uno yacht ma anche umani chiamati a darci la caccia.

E qui si torna con maggiore convinzione al paragone con GTA, in quanto far tingere di rosso le acque con il sangue di bagnanti, nuotatori notturni o sub farà crescere il nostro livello di infamia e attirerà le attenzioni di coriacei cacciatori di squali, tra l’altro inseriti all’interno della narrativa in un reality sulla caccia ai pescecani, il che è tutto dire. Sparire dai sonar o scatenare l’inferno distruggendo imbarcazioni e facendo uno spuntino a base di carne umana? È una scelta che dovrete ponderare, così come quella di attaccare il boss di ogni area quando sarete abbastanza potenti, i cui relativi scontri non ci sono stati mostrati ma si preannunciano interessanti.

Maneater
Lo squalo si lancia con decisione verso un’ignara preda. Anni di Jaws non hanno insegnato nulla, a quanto pare.

FONDALI INESPLORATI

Data la natura open-world l’esplorazione dei fondali marini è molto importante per l’accumulo di risorse, ottenute non solo cibandosi ma anche in altri modi, come ad esempio la distruzione di alcune casse contenenti risorse da impiegare anche per migliorare le statistiche del proprio squalo. A rendere ancora più fuori di testa il tutto sono alcune delle mutazioni che il pinnato protagonista sarà in grado di sbloccare, tipo quella che vede il testone del predatore essere contornata da scariche elettriche, con un bel “vaffa” ai principi scientifici che vedono l’acqua essere un buon conduttore di elettricità.  

Grazie all’accordo tra Tripwire ed Epic Games, sempre più “piovra” nel mettere tentacoli su giochi per arricchire il suo catalogo, Maneater sarà esclusiva dello store per un anno, questo non dovrebbe però precludere in futuro l’approdo del gioco anche su altri store digitali, console incluse. Comunque, nonostante i lavori in corso che proseguiranno anche nei prossimi mesi, Maneater ci è parso già in buona forma sotto l’aspetto tecnico e quello del level design: alcune delle aree mostrateci sono caratterizzate secondo un tema ben preciso mentre in lontananza grattacieli illuminati o zone rurali rendono quasi poetico divorare una foca o un cacciatore di squali che avrebbe fatto bene a scegliere un lavoro diverso.

Tra le sorprese di questo E3 2019 Maneater è riuscito certamente a occupare un posto di rilievo, mordendo con forza una concorrenza che in questo senso non si è rivelata particolarmente agguerrita. Quello che abbiamo visto all’E3 2019 è stato un action-RPG che potenzia al massimo la formula di gioco che Jaws Unleashed aveva portato sulla scena videoludica anni fa (non ce ne vogliano i ragazzi di Tripwire), proponendo tuttavia aggiunte a suo modo intriganti.

Addentare poveri sub, dilaniare cacciatori di squali e procacciare la fauna marina sarà indubbiamente divertente, ma la componente ruolistica riuscirà ad avere un impatto primario sull’evoluzione dello squalo? Per il resto confermiamo le impressioni positive che Maneater aveva già suscitato dopo il trailer mostrato a Los Angeles, aspettando di riuscire a provarlo con mano e calarci nel ruolo di uno dei predatori acquatici più temuti in assoluto.