Nintendo LABO VR Kit

Nintendo LABO VR: la realtà virtuale a misura di bambino

Il nuovo esperimento dell'azienda giapponese nell'ambito della realtà virtuale, tra luci e ombre.

Fin dal suo annuncio, il progetto LABO di Nintendo ha suscitato molte critiche da parte degli utenti di Switch. I cosiddetti hardcore gamer, in particolare, hanno da subito guardato all’esperimento con una certa diffidenza, sebbene in realtà era ben chiaro già dagli albori che LABO fosse indirizzato a un pubblico differente e che, per quel pubblico, poteva rappresentare un bel modo di approcciarsi in modo differente ai videogiochi e stimolare la creatività.

La decisione di entrare nel mondo della realtà virtuale con un kit LABO ad hoc è una dichiarazione di intenti da parte di Nintendo: non aspettatevi un’esperienza simile ai visori concorrenti, dato che quello proposto dalla casa di Kyoto non intende assolutamente entrare in competizione con i vari Oculus Rift, HTC Vive e PSVR, bensì focalizzarsi su una esperienza di gioco più pura e semplice. Con l’entusiasmo di un bambino, quindi, ci siamo lanciati in una prova della realtà virtuale per Switch.

Nintendo Labo: Kit VR
All’interno del Kit Base, troverete le lenti e tutto il necessario per assemblare il vostro headset VR.

DREAM BOX

Che si tratti di tutt’altro rispetto ai visori della concorrenza è chiaro fin da subito: la confezione del Kit Base sembra contenere tutto tranne che un headset VR. Al suo interno, infatti, si scorge una pila di cartoni che andranno a formare le parti del visore e del blaster, una scatola bianca al cui interno sono alloggiate le lenti e infine la scheda di gioco. A primo impatto ci si trova un po’ spiazzati: dover montare tutto da soli può sembrare difficile, ma è qui che ancora una volta entra in gioco il “fattore N”. La casa nipponica, infatti, ci guida passo passo: d’altronde, il target sono i bambini e la cartuccia di gioco, inserita nella console ibrida, ha il ruolo di guidare con chiarezza e semplicità i più piccini al montaggio del visore e alla creazione del blaster.

La prima cosa da fare è quindi l’assemblaggio del “cuore” di questo kit: il manuale d’uso, oltre alle indicazioni passo passo, mostra anche una durata stimata per finire il “lavoro”, e nel kit base sono presenti solo il visore e il blaster. Per il primo sono indicati 60 minuti, mentre nel caso del secondo ben due ore. Entrambi i tempi sono realistici, anche se il blaster corre il rischio di tenervi impegnati qualche minuto in più (a seconda dalla vostra dimestichezza con operazioni di questo tipo). Avvezzi o meno con il mondo LABO, quello che possiamo assicurarvi è che durante la creazione di ciascun oggetto tornerete bambini e proverete un sano divertimento nel corso dell’intero processo. Certo, il fucile ha un coefficiente di difficoltà decisamente superiore rispetto alle lenti, ma con la giusta calma e attenzione si riesce a montarlo senza troppi patemi. Alla fine del tutto, potrete contare su un solido supporto con lenti per Switch e su un Blaster dalle dimensioni non indifferenti, ma allo stesso tempo incredibilmente rifinito.

Per montare il tutto vi servirà un bel po’ di tempo e pazienza, ma il risultato finale è senza dubbio notevole!

LA VR SECONDO NINTENDO

Con il visore e blaster pronti all’uso, possiamo indossare i nostri occhialetti e andare a snocciolare le varie modalità a disposizione. Nella sezione Gioca, per chi possiede il solo Kit Base, si hanno a disposizione tre scelte: Piazza VR, Blaster e Sparafrutto. Nella piazza troviamo 16 minigiochi, non molto complessi, che servono per dimostrare le potenzialità della realtà virtuale della casa di Kyoto. Pur essendo molto semplici, alcuni di questi minigiochi sono fatti molto bene: in particolare, Rimpalli Esplosivi è una delle applicazioni più divertenti di tale tecnologia, e da solo può consentirvi di trascorrere dei piacevoli momenti di puro svago e immergervi in uno scontro calcistico 1vs1 nel quale dovrete difendere la vostra porta.

Nella modalità Blaster ci troviamo di fronte a minigiochi sicuramente più articolati e coinvolgenti, con sei livelli che ci mettono di fronte a dei mostri da sconfiggere con il nostro blaster. Sparafrutto, dal canto suo, consiste nel lanciare un frutto a degli ippopotami, l’ideale per chi desidera giocare in compagnia con il proprio fucile sfruttando la modalità multiplayer. Quello che caratterizza tutte le modalità è la semplicità d’utilizzo. Essendo concepiti per un pubblico più giovane, non è possibile trovarsi di fronte al classico game-over: l’unica sfida offerta dal software è la possibilità di stabilire dei record e migliorarsi di partita in partita.

Nintendo LABO VR Kit
L’unità centrale di Switch aderisce perfettamente nell’alloggiamento del nuovo kit di LABO.

I COMPROMESSI CON MARIO E ZELDA

L’aspetto principale quando si parla di un visore per la realtà virtuale è il senso di coinvolgimento che riesce a dare. E ancora una volta Nintendo non si smentisce. Con il visore agli occhi l’esperienza è gratificante: i vari minigiochi, con dei normali alti e bassi, sono tutti estremamente godibili e riescono a rendere bene nonostante i limiti hardware della console. Limiti che però si fanno sentire dal punto di vista grafico: sarà tutto molto sgranato e anche se ci si può passare sopra vista l’offerta ludica, non è piacevole.

Limiti che diventano sfortunatamente invalicabili quando si provano le modalità VR di Super Mario Odyssey e The Legend of Zelda: Breath of the Wild: la prima consiste nella raccolta delle classiche lune all’interno di vari mondi, mentre la seconda, ben più ambiziosa, rende tutta l’avventura di Link giocabile in VR. Se a conti fatti l’applicazione del visore in Super Mario Odyssey appare comunque godibile (anche se l’offerta non spicca certo per varietà e i pixel rappresentano il proverbiale pugno in un occhio), lo stesso non si può dire per Breath of the Wild. L’inquadratura fissa su Link dona un senso di nausea e mal di testa pressoché istantaneo. Che la fruizione in VR dell’avventura fosse a rischio motion sickness era prevedibile, ma sfortunatamente il risultato finale è così ingiocabile che non consigliamo a nessuno di acquistare il visore esclusivamente per questo motivo. Ritornando al software dedicato, però, non possiamo che parlare positivamente del kit creato da Nintendo. Unico appunto da fare, se vogliamo, è la mancanza di un supporto per le orecchie da applicare al visore, che a lungo andare diventa pesante già per un adulto – figuriamoci per un bambino.

Nonostante le enormi aspettative, la versione VR di Zelda: Breath of the Wild è (comprensibilmente) un pessimo modo di vivere l’avventura di Link.

TIRANDO LE SOMME

A conti fatti, il giudizio sul kit VR di Nintendo LABO è positivo: Nintendo raramente sbaglia un colpo, e anche con questo set riesce a fare centro proponendo a prezzo budget un’esperienza di realtà virtuale gratificante e divertente. In un’industria che punta sulla complessità e la completezza, la casa di Kyoto risponde con le stesse caratteristiche di sempre: semplicità e divertimento. Un tipo di offerta che rende il kit appetibile sia per un pubblico giovane che per coloro fossero incuriositi dalla realtà virtuale e desiderassero provarla a basso prezzo.