Cinema e Videogiochi

Cinema e videogiochi, le relazioni pericolose

Film e videogame oggi non si amano più... ma era vero amore?

Mentre i fumetti sono ormai totalmente asserviti al cinema, i rapporti tra videogiochi e grande schermo restano molto tesi se non quasi inesistenti. Rare le occasioni in cui un “blockbuster” viene affiancato dalla sua controparte per console e PC, malgrado la base di appassionati sia spesso identica (almeno per generi come fantascienza e azione).

 Ma una volta non era così: come sanno i veterani di Commodore 64 e Amiga, per tutti gli anni ’80 e ’90 quasi ogni gioco in uscita aveva la sua “pellicola”. Che poi fossero degni di considerazione, questo è un altro discorso.

Se ricordate questi giochi, molto probabilmente cominciano a piacervi i cantieri.

VIDEOGIOCHI DA CASSETTA

Di fatto, l’80% dei suddetti “giochi da film” restava ben sotto la decenza, sia tecnicamente che a livello di contenuti. Per ogni Batman (C64) o Robocop 3 (Amiga) che stupivano pubblico e critica, c’erano tonnellate di obbrobri che del film originale avevano poco o niente. I vari Rambo, Rocky e Terminator dell’epoca diventavano regolarmente inutili operazioni commerciali, escluso qualche jingle orecchiabile o cover ben disegnata. La situazione è migliorata più di recente, nei rari casi in cui un videogame è riuscito a valorizzare l’omonimo film.

Mad Max è stato un buon gioco nonostante la ripetitività, pur restando ben lontano dal suo ispiratore Fury Road. Ricordate invece Ghostbusters del 2009? Sicuramente non fu un capolavoro, ma riuscì a ricreare l’atmosfera del primo film alla perfezione, grazie anche all’ottimo doppiaggio. Un altro esempio arriva da Alien: Isolation, tuttora considerato tra i migliori titoli horror della storia, e apprezzato all’unanimità dai fan della serie cinematografica. Creative Assembly si è davvero superata in quel caso, creando il perfetto “semi-seguito” al primo film di Ridley Scott.

Alien: Isolation è una mosca bianca, uno dei rari casi in cui un videogioco tratto da un film ha il successo che merita.

FILM SENZA CONTROLLER

Peccato che una simile cura venga applicata molto di rado e spesso non sia nemmeno necessaria, se c’è già una grossa base di pubblico. Lo stesso discorso rimane valido spostando il punto di vista sui film ispirati ai videogiochi. Qualcuno ha visto l’ultimo adattamento di Tomb Raider? Se poi andiamo a recuperare le serie Resident Evil o Hitman, è consigliabile un sacchetto per il vomito in stile aereo. In tutti questi casi, emerge chiarissima la volontà (delle case di produzione) di spremere a fondo un marchio celebre senza preoccuparsi dei contenuti. Proprio come faceva la benamata Ocean negli anni ’80 con i suoi videogame. 

Il problema di fondo, insomma, resta quello del poco rispetto esistente tra queste due “industrie”. Chi fa cinema non apprezza i videogiochi e non intende valorizzarli, mentre chi fa videogiochi non considera i film una buona fonte di ispirazione. Anche perché servono tanta passione e la profonda conoscenza del materiale trattato, non solo una valanga di soldi.

A suo modo, anche Ghostbusters del 2009 riuscì a colpire gli appassionati di cinema con un’atmosfera particolarmente fedele a quella del film originale.

SEPARATI MA QUASI AMICI

Nell’odierno panorama televisivo sempre più dominato dalle serie TV, la situazione videoludica non è cambiata molto. Basti vedere gi ultimi adattamenti di The Walking Dead, lontani parenti della serie omonima e raramente sopra la soglia della decenza. Può sembrare un problema di poco conto, ma guardando l’enorme produzione di telefilm non sarebbe male “riviverli” su console e PC. Esclusi i film interattivi di Telltale Games (non chiamatele avventure!) quasi nessuno ha considerato tale opzione.

Ormai, la maggior parte degli adattamenti cinematografici arriva oggi unicamente sui formati “casual” come smartphone e tablet. Lì gran parte delle uscite è un semplice passatempo e gli standard qualitativi restano limitati. 

Videogiochi e cinema, forse, non vanno d’accordo per una serie di errori compiuti con regolarità negli ultimi trent’anni. Perché la situazione torni agli antichi splendori (come quantità, non certo come qualità) servirebbe più impegno da entrambe le parti. Solo così avremmo film belli da vedere per chi ama la serie “giocata” e ottimi giochi per chi adora il cinema. 


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