Demon's Souls

Demon’s Souls, ecco perché è un remake perfetto

In che modo Bluepoint Games sta plasmando il soulslike per eccellenza.

Con la next-gen ormai alle porte l’hype per l’arrivo delle nuove console è ormai giunto a un punto di non ritorno, ma finalmente Xbox Series X/S e PlayStation 5 stanno per arrivare scaffali di tutti i negozi, lockdown permettendo, e di conseguenza nelle case di chi ha provveduto a prenotarle in tempo attraverso le catene specializzate. Sulla sponda Sony, sin dal D1 ci saranno ben due esclusive all’interno della line-up di lancio: Marvel’s Spider-Man Miles Morales e Demon’s Souls, la cui pubblicazione è prevista unicamente su console next-gen mentre il nuovo titolo dedicato al supereroe arriverà anche su PlayStation 4, sebbene con le dovute e inevitabili differenze tecniche.

Proprio il remake di Demon’s Souls, realizzato dalle esperte mani di Bluepoint Games, è l’oggetto del mio approfondimento di oggi, che ha l’intenzione di alleviare un po’ l’attesa che ci separa dall’arrivo dei nuovi hardware e lo farò parlando di un prodotto che sicuramente, per molteplici motivi, è uno dei più interessanti tra quelli in uscita questo novembre. Ma perché Sony ha optato per un remake come titolo di lancio? E cosa possiamo aspettarci dal titolo From Software originariamente approdato su PlayStation 3 circa nove anni fa? Ecco tutte le mie considerazioni, buona lettura!

Demon's Souls
Chi non ha mai avuto il piacere di giocare a Demon’s Souls avrà tantissime buone ragioni per recuperare il remake su PlayStation 5.

Un remake degno di questo nome

Demon’s Souls si può considerare il capostipite di un’era, l’inizio insomma di ciò che attualmente From Software rappresenta nell’immaginario videoludico collettivo. Nel momento della sua uscita sul mercato l’opera di Hidetaka Miyazaki ricevette un’ottima accoglienza, ma in un momento storico in cui le produzioni della software house giapponese non potevano considerarsi tanto mainstream quanto invece lo sono oggi. Per fare un semplice esempio, Elden Ring, la prossima fatica firmata From Software di cui si è visto solo un trailer, è uno dei titoli più bramati dell’intero settore, cosa assolutamente impensabile all’uscita di Demon’s Souls. Con l’avvento di Bloodborne su PlayStation 4 e successivamente di Dark Souls 3 su PC e console, il soulslike è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio genere a sé stante e non solo appannaggio di una fanbase ben circoscritta come invece era accaduto in precedenza.

Un processo figlio di una crescita e di una maturazione sostanziale da parte di From Software, e giocoforza in un panorama commerciale divenuto finalmente pronto a riceve la l’unicità delle opere di Hidetaka Miyazaki. Anche alla luce di questi aspetti, la scelta di Sony di affidare a Bluepoint Games il remake di un titolo come Demon’s Souls mi sembra particolarmente azzeccata almeno per due motivi molto solidi: da una parte la nuova ammiraglia Sony ha già Marvel’s Spider-Man Miles Morales, leggero, accessibile, molto potente mediaticamente ed esclusivo nella propria line-up, dunque l’affiancamento di Demon’s Souls, sicuramente più difficile e meno “pubblicizzabile” al grande pubblico, potrebbe rivelarsi una mossa più furba del previsto.

D’altra parte Bluepoint è ormai uno studio specialista delle rivisitazioni come ha dimostrato più di una volta negli ultimi anni, ed è capace di donare nuova luce a opere passate soprattutto senza comprometterne il valore originale. Non dimentichiamoci che oltre al al lavoro di rimasterizzazione in HD di Shadow of the Colossus su PlayStation 4, apprezzatissimo praticamente all’unanimità da critica e pubblico, il team statunitense ha curato tante riproposizioni di brand molto importanti tra cui God of War Collection e Metal Gear Solid HD Collection su PlayStation 3, ma anche Uncharted: The Nathan Drake Collection e Gravity Rush Remastered su PlayStation 4. Insomma, Bluepoint Games è una software house che in questo momento, pur non essendo un first party ma ancora completamente indipendente, gode di fiducia oserei dire cieca da parte di Sony, e aggiungerei assolutamente giustificata visti i risultati ottenuti fino a oggi.

La questione economica è un altro fattore importante da considerare nella scelta di Sony: è infatti fuori di dubbio che l’investimento per un remake o un remaster, per quanto possa essere curato, sia inferiore rispetto a una produzione che parte da zero. Si parte con più della metà del lavoro già fatto, un’operazione che dunque pesa sicuramente molto meno ma che può avere, se curata con i giusti crismi, un impatto non inferiore al lancio di una nuova proprietà intellettuale o di un sequel. Ecco quindi come la scelta di optare per un remake come quello di Demon’s Souls su una macchina senza base installata mi sembra molto lungimirante, e per certi versi relativamente poco rischiosa anche economicamente; mi verrebbe da dire che Demon’s Souls potrebbe essere il remake perfetto, e non vedo l’ora di poterlo scoprire una volta che il titolo arriverà sulle nostre PlayStation 5.

Demon's Souls
Niente ray-tracing? Nessun problema, il sistema di illuminazione dinamico di Demon’s Souls basta e avanza.

Anime demoniache

Dal punto di vista meramente ludico invece, Demon’s Souls è, per chi non lo conoscesse, il tipico lavoro che nasce dal connubio tra From Software e Miyazaki: difficile, davvero molto difficile, cupo, ma estremamente affascinante in quanto ossessivamente criptico nella lore dark fantasy e allo stesso tempo magnetico per quanto riguarda ambientazioni e art design. E in questo i ragazzi di Bluepoint sembrano aver rispettato molto ancora una volta la creatura originale, ma andando a intervenire in maniera intelligente sul comparto tecnico, riscrivendolo praticamente da zero. Da quanto emerso, ma andrà verificato controller alla mano, la struttura di gioco dovrebbe essere rimasta inalterata, come anche il gameplay se non per qualche leggero cambiamento riguardo le animazioni che però non dovrebbero mutare il moveset originale.

Diverso il discorso sul comparto tecnico, restaurato profondamente con un risultato e una gestione stilistica dell’intervento che mi hanno ricordato molto quanto fatto dalla stessa Bluepoint in Shadow of the Colossus. I modelli dei personaggi sembrano davvero eccezionali, con una mole poligonale densissima nonostante una caratterizzazione perfettamente in linea con l’originale Demon’s Souls, che diciamocelo, di certo non spiccava per il comparto grafico. Ad aumentare il valore dell’intervento è l’illuminazione, una delle più avanzate viste nell’ultimo periodo: si parla nello specifico dell’utilizzo della global illumination, una tecnica che permette di avere una gestione delle luci dinamica e completamente in tempo reale. Attenzione, tecnica che non è da confondersi con il ray-tracing, del quale Demon’s Souls è sprovvisto a dispetto di quanto annunciato inizialmente e che probabilmente avrebbe richiesto ulteriore tempo di sviluppo per essere implementato.

Insomma, mancano solo una manciata di giorni e finalmente avremo la nuova generazione sui nostri schermi, pronta a suscitare le prime emozioni con Demon’s Souls in prima linea per quanto riguarda l’esordio di PlayStation 5. Se volete sapere se tutte le buone impressioni vengano confermate sul campo, rimanete sintonizzati su queste pagine in attesa della recensione completa di Demon’s Souls, attesa a ridosso del titolo sul mercato il prossimo 19 novembre in esclusiva PlayStation 5.