A pochi giorni dall’uscita di The Last of Us: Part II vorrei portarvi indietro nel tempo, per la precisione a undici anni fa, per osservare da vicino l’altro aspetto dei virus nei videogiochi. Se infatti siamo da sempre abituati a combattere virus e zombie, proprio come in The Last of Us o in Resident Evil, il 12 giugno 2009 usciva in Europa un titolo, Prototype, che voleva rivoluzionare questa idea, mettendoci nei panni di un prototipo umano-virus.
Alex Mercer, il nostro protagonista, si risveglia in un obitorio mentre due medici stanno per effettuare un’autopsia, e dato che i morti di solito non si risvegliano, i medici scappano impauriti mentre il povero Alex, confuso e frastornato, cerca di uscire dalla struttura. È chiaro ci sia qualcosa sotto e che quelli non erano semplici medici, dato che sono corsi ad allertare dei soldati i quali si mettono subito sulle tracce di Mercer e, una volta trovato, scaricano una raffica di colpi sul nostro protagonista. Il signor Mercer, tuttavia, non sembra accusare più di tanto i colpi e anzi scappa facendo un salto piuttosto alto per essersi svegliato da un letto di obitorio qualche minuto prima.
Mercer riesce a fuggire dai soldati, non prima di aver scagliato un’automobile contro un elicottero, e scopriamo intanto l’elemento di gameplay e di trama su cui si basa l’intero gioco: Mercer può assorbire altri esseri umani (e non solo) per acquisire il loro aspetto, i loro ricordi e in alcuni casi i loro poteri. Così inizia il viaggio del protagonista per scoprire il suo passato, assorbendo via via personaggi chiave per far luce sulla sua storia e sul virus che affligge Manhattan, il Blacklight.
Cosa ci resta di Prototype undici anni dopo? Sicuramente una Manhattan divenuta un campo di battaglia. La Manhattan di Prototype è contesa fra l’esercito e gli infetti. L’esercito è formato dai Marine e dalla Blackwatch, una speciale unità creata per combattere minacce biologiche e che ha lo scopo di distruggere il virus e Alex; i comuni soldati non rappresentano una minaccia per Mercer, che può annientarli nei modi che preferisce e infine assorbirli per rigenerare vita, ma elicotteri e carri armati saranno per tutto il gioco una bella spina nel fianco, specialmente quando sono in gruppo.
Fortunatamente assorbendo soldati che sanno pilotare questi mezzi possiamo usarli a nostra volta, oppure possiamo decidere semplicemente di passare inosservati in mezzo alle fila dei Marine o, ancora, devastarli con i nostri poteri. Gli infetti sono composti perlopiù da civili infetti che serviranno a sfogare la nostra sete di sangue e mutilazioni spettacolari, ma tra le loro fila si insidiano potenti nemici come i Cacciatori, pericolosi esseri letali tanto in gruppo quanto da soli, specialmente nelle loro varianti avanzate. I Cacciatori li troveremo soprattutto a difesa degli Alveari, strutture dominate completamente dagli infetti che generano continuamente altri infetti e materiale genetico utile a Mercer per evolversi.
Parlando proprio di Alveari e zone occupate dagli infetti, aprendo la mappa noteremo come esistono due tipi di zone: le zone rosse sono zone occupate dall’infezione. Spesso possiamo osservare convogli militari che cercano di combattere e occupare gli Alveari e starà a noi decidere se aiutarli o meno; le zone blu invece sono zone ad alta concentrazione di Marine e Blackwatch con relative basi militari nelle quali possiamo acquisire nuovi ricordi o abilità riguardanti armi da fuoco, carri armati e così via.
Per entrare in una base militare è necessario innanzitutto cammuffarsi da soldato per superare il checkpoint posto sul perimetro esterno di ogni base, poi usando l’assorbimento stealth occorre prendere le sembianze di un ufficiale per entrare effettivamente all’interno della base. Ovviamente esiste sempre la scelta di fregarcene di tutto e distruggere sia i militari che la base, esattamente come accade con gli alveari, facendo perdere il controllo di quel territorio alla fazione contro cui stiamo combattendo.
Ma cosa rese davvero grande Prototype? Cosa è ancora rimasto nei cuori dei giocatori a undici anni dalla sua uscita? I poteri di Mercer e la distruzione che portano con sé.
La super velocità, super forza, super resistenza e le altre cose molto super sono solo un assaggio dell’arsenale a nostra disposizione. Ecco le abilità principali di Mercer:
- Claws: le dita si trasformano in enormi artigli che possono tagliare facilmente gli avversari. Poggiando la mano a terra è possibile far emergere una versione ingrandita di questi artigli, probabilmente la trasformazione più iconica dopo la Lama.
- Hammerfists: le mani vengono avvolte da biomassa indurita e creano enormi martelli con i quali distruggere facilmente i veicoli. Saltando molto in alto è possibile sfruttare il peso di questi martelli per creare delle onde sismiche.
- Musclemass: la massa muscolare viene aumentata e fortificata permettendo lanci più potenti e maggiore potenza nel combattimento a mani nude.
- Whipfist: il braccio destro si trasforma in una frusta elastica che può essere usata sia come rampino che per falciare orizzontalmente masse di nemici.
- Blade: il braccio destro si trasforma in un’enorme lama capace di tagliare qualsiasi cosa, unendo agilità e potenza. È il potere più iconico di Mercer per una ragione precisa.
- Shield: la mano sinistra assume la forma di uno scudo con il quale Mercer assorbe una quantità definita di danni; una volta raggiunto il massimo di danni assorbiti lo scudo si rompe e necessita di tempo per rigenerarsi.
- Armor: tutto il corpo viene ricoperto da biomassa rafforzata e permette di ridurre i danni subiti da ogni lato, a costo di avere velocità di movimento ridotta ed essere in generale molto pesanti.
Una categoria a parte di poteri sono i Devastators che, come suggerisce il nome, sono abilità uniche attivabili quando la nostra salute è particolarmente bassa o, viceversa, quando ne abbiamo in eccesso. Questi attacchi sono quanto di più potente abbiamo nel nostro arsenale e permettono di sbarazzarsi con facilità di tutto ciò che osa mettersi contro di noi. Si dividono in Tendril Barrage, tentacoli che escono da ogni dove, Groundspike Graveyard, spuntoni che escono da sotto terra e Critical Pain, un fascio di biomassa che colpisce un singolo nemico arrecando enormi danni.
A tutto ciò si devono aggiungere le varie abilità e combo sbloccabili con l’avanzare del gioco che vanno a potenziare e migliorare il combattimento e il movimento, come nel caso della Cannonball, un’azione che permette a Mercer di scagliarsi con potenza e velocità contro un nemico mentre si trova sospeso a mezz’aria. Insomma siamo un’arma dalle mille risorse e sta solo a noi decidere il giusto mezzo con il quale distruggere il prossimo nemico. Oggi come undici anni fa l’adrenalina derivante dall’enorme potere nelle nostre mani è il tesoro più grande di Prototype.
Combattere il virus ha il suo fascino e non vediamo l’ora di mettere le mani su The Last of Us: Part II, ma a volte anche stare dall’altra parte della barricata ha i suoi lati positivi, basti pensare a personaggi come Venom (un gioco di Venom come Prototype è chiedere troppo?). Questi particolarità vengono esaltate in modo egregio da questo titolo che ci mette nei panni di un uomo che della sua vita non ricorda granché, ma ricorda bene come distruggere tutto ciò che gli si para davanti. E a noi piace così.