SIGIL

SIGIL, un glorioso ritorno per John Romero nel sequel spirituale di DOOM

La nuova opera di Romero Games ci fa sprofondare nelle viscere dell'inferno, in un omaggio a uno degli sparatutto più amati di sempre.

Il 31 maggio 2019 rappresenterà per sempre una data importante per il mondo dei videogiochi. Da qualche giorno, stiamo vedendo crescere intorno a noi un’incredibile e a tratti inspiegabile attesa per quelli che sono dei semplici annunci di giochi che usciranno nei mesi (o forse anni) futuri. Tale aspetto rappresenta oramai una consuetudine, ma proprio di recente con Death Stranding la cosa ha assunto proporzioni mai viste finora. Tuttavia non siamo qui per parlare di trailer, di annunci o di mani che, unendosi sullo schermo, vanno a mostrare lentamente la nuova opera di un designer visionario: al contrario, siamo qui per celebrare l’uscita di un videogioco “vecchio”, o meglio della sua espansione, che è poi un’estensione del gioco stesso.

Per gli amanti del retrogaming, oggi è il giorno di SIGIL. Il nuovo progetto creato da una leggenda del calibro di John Romero era stato annunciato, lo abbiamo atteso e dopo tante promesse, arriva finalmente per deliziare gli amanti di DOOM e dei brutali sparatutto old-school. Disponibile per il download gratuitamente, SIGIL può essere giocarlo in tutta tranquillità riprendendo DOOM proprio da dove lo avevamo lasciato anni fa, cioè alla fine dell’E4M8 (episodio 4, missione 8): morto.

SIGIL

SIGIL è il sequel spirituale di DOOM, del primo, storico, unico, fantastico DOOM. La storia riparte da là e voi, nei panni del Marine più tosto del mondo videoludico, dovrete vedervela ancora una volta coi nemici di sempre, dal momento che il portale che avrebbe dovuto riportarvi sulla Terra ha ben pensato di spedirvi ancora più nelle profondità dell’Inferno. E quale miglior comitato di benvenuto di una colonna sonora a opera di Buckethead, della quale vi proponiamo una pratica versione MIDI realizzata da James Paddock. Basterà una Sound Blaster a salvarci tutti.

SIGIL offre nove livelli inediti, tutti partoriti dallo stesso genio creativo che ha dato vita al design del primo e leggendario DOOM oltre 26 anni fa. Da un primo rapido sguardo ci troviamo di fronte a un nuovo livello di complessità degli scenari, che tra giochi di luci e ombre, cadute spaventose, fosse di lava, piattaforme strette e semoventi, lascia trasparire il carattere di Romero da ogni singolo poro. Tutto il pericolo conosciuto è elevato all’ennesima potenza: Romero è arrabbiato con noi, al punto da divenire egli stesso Baphomet e trascinarci giù all’inferno più profondo che si sia mai visto da 26 anni a questa parte.

SIGIL è importante, dicevamo in apertura, perché ci porta a giocare ancora una volta (anche se, in realtà, non avevamo mai smesso) a DOOM, ci dà lezioni di level design, ci terrorizza ancora oggi che siamo mossi da decine di GB di RAM e processori quad, octa, pentacore. Lo fa ancora con lo stesso carattere di un tempo, quando bastavano 4MB di RAM e un processore 486 per scendere negli inferi e il tasto Turbo sul case del PC era perennemente premuto, perché così doveva essere. SIGIL è qui: sfoderate dunque la vostra tastiera migliore, disattivate il salto e il mouselook, e tornate a esercitare le dita sulla nuova opera di Romero. E se proprio ci tenete, nel Megawad sono inclusi anche nove livelli deathmatch per mostrare al mondo dove tutto era iniziato.

SIGIL ci dimostra come John Romero sia una persona che metta l’anima in tutto ciò che fa, la stessa anima che ha probabilmente già perso e recuperato più volte scommettendola mentre sfidava il demonio stesso in deathmatch. Anima che perderà comunque ancora una volta e che ritroveremo nella mitologica Icon of Sin al termine di DOOM 2. Ma questa è un’altra storia…

SIGIL

SIGIL è disponibile gratuitamente per tutti coloro volessero dargli una chance. Qualche tempo fa è stato possibile acquistare alcune edizioni speciali in versione retail, ma sono andate tutte esaurite nel giro di qualche giorno. Potete fare questo viaggio nel profondo degli inferi in veste gratuita solo scaricando il file WAD (Where’s All the Data) e utilizzare ad esempio GZDOOM (software disponibile per PC e Mac). Ovviamente, dovete essere in possesso di una copia registrata originale di DOOM (da non confondersi con quella shareware), parola praticamente in disuso al giorno d’oggi a favore di una più altisonante “in-app purchase” e, no, SIGIL non è un pay-to-win. Certe cose cambiano nome per adattarsi ai tempi… altre invece non cambiano mai, e le ritroviamo tutte in SIGIL.

SIGIL ci riporta indietro, non solo all’inferno ma anche in un mondo, quello di quasi trent’anni fa, che oggi sembra completamente diverso. Un mondo senza monitor piatti, senza tastiere e mouse wireless, senza smartphone e soprattutto senza distrazioni. Ci riporta a un tempo in cui i giochi non facevano paura alla stampa generalista, in cui le edicole erano la loro unica fonte di sopravvivenza.

Quando il videogioco era un hobby e non un disturbo da studiare, quando c’erano le avventure grafiche ad aspettarti fuori dalla cartella C:\GIOCHI\DOOM. In quei pomeriggi a caccia di floppy, DOOM è stato capace di farci essere dei bambini felici, ci ha insegnato che esiste un limite tra il videogioco e la realtà e che passa per una scuola di nome Columbine, ci ha fatto appassionare esattamente come oggi, per una cosa così piccola e semplice che in tre lettere, WAD, ci riportano indietro all’inferno di DOOM, ma che ci fanno capire che, alla fine, quello che non è mai cambiato è il fatto che l’inferno sia qui, sulla Terra, proprio come suggerisce il titolo di DOOM II: Hell on Earth.

SIGIL è il metro di misura della civiltà, come il sapone per Tyler Durden.