Pitfall Planet

Pitfall Planet

Abstraction Games porta su Switch l'avventura di Bonfire Games. Chi non gioca in compagnia se ne vada via!

Uscito originariamente su Steam nel 2016, Pitfall Planet è un gioco d’avventura coop sviluppato da Bonfire Games che, a distanza di quasi tre anni, torna su Nintendo Switch grazie alla conversione a cura di Abstraction Games. La piccola casa indipendente ha provato a sfruttare al meglio la spiccata predisposizione al multiplayer dell’ammiraglia Nintendo per dar vita a un’esperienza di gioco più ricca e, se possibile, divertente dell’originale. Saranno riusciti nell’impresa? Scopriamolo insieme.

Pitfall Planet

NAUFRAGIO INTERSTELLARE

L’avventura di Pitfall Planet inizia senza troppi fronzoli, con un breve filmato mette che in scena un pretesto ancor più risicato e a tratti demenziale: una navicella spaziale su cui viaggia un gruppo di astro-bot ha un’avaria e precipita su una terra abbandonata e semi-distrutta. Una coppia di robot riesce tuttavia a salvarsi abbandonando la nave e lasciando andare, senza il minimo ripensamento, il capitano e il resto dell’equipaggio incontro a morte certa. Una volta sbarcati sul pianeta improvvisano una missione di ricerca per recuperare le risorse necessarie a rimettere in sesto la navicella e tentare di salvare i pochi superstiti, dispersi tra le caverne dell’inospitale pianeta minerario.

Le prime fasi sono dedicate a una serie di livelli molto semplici che fungono da tutorial e permettono di prendere dimestichezza sia con le meccaniche di gioco che con l’immediato sistema di controllo. Lo scopo di ogni stage è quello di raccogliere tutti i frammenti di carburante sparsi nella singola area sbloccando così il portale per il livello inferiore. Gli unici bonus disponibili sono costituiti dai diamanti, oggetti necessari ad acquistare alcuni copricapi che permettono, oltre che di personalizzare gli astro-bot, di potenziarli e renderli più resistenti alle insidie del pianeta. Tali potenziamenti si rivelano tuttavia pressoché irrilevanti ai fini del completamento dell’avventura e difficilmente ci si trova a collezionarli se non per pure velleità da completisti.

COLLEGHI ESSENZIALI

Per completare con successo i vari livelli è quasi sempre necessaria una certa dose di collaborazione tra i due robot, che possono afferrarsi a vicenda grazie a un comodo rampino, trasportarsi e addirittura lanciarsi per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. I nostri beniamini non sono infatti in grado di saltare (sebbene gli NPC che possiamo “trarre in salvo” nel corso del gioco siano spesso dotati di comodi razzi che permettono loro di volarsene ovunque con una tranquillità disarmante), ma solamente di arrampicarsi su dislivelli piuttosto bassi. Ben vengano perciò scalini, casse o arredi vari ma scordatevi di poter superare qualsiasi fenditura, per quanto piccola, senza l’aiuto del vostro compagno o del vostro fidato rampino.

Il livello di difficoltà rimane sempre abbordabile e non richiede grandi capacità manuali o riflessi fulminei: l’intuito sarà il vostro più grande alleato con l’avanzare dell’avventura e, a meno che non siate così masochisti da affrontare Pitfall Planet in single-player dovendo fare i conti, tra l’altro, con un sistema di controllo piuttosto macchinoso, poter condividere i due Joy-Con con un amico rende il tutto nettamente più divertente. Alcune sezioni necessitano infatti di una buona dose di coordinazione tra i giocatori e, sebbene per accedere all’area successiva sia sufficiente che un solo robot raggiunga il portale, raccogliere tutti gli oggetti con un solo personaggio è per lo più impossibile.

Pitfall Planet

L’OCCHIO NEL CIELO

L’utilizzo di una visuale isometrica pare essere stata una scelta ponderata e consapevole che, oltre a offrire un colpo d’occhio piuttosto ampio dell’area di gioco, ha consentito agli sviluppatori di nascondere, spesso sapientemente, oggetti e insidie dietro agli angoli ciechi offerti dalle strutture sotterranee. Tale scelta dimostra tuttavia quanto l’avventura sia stata essenzialmente concepita per essere affrontata in multiplayer: muovere contemporaneamente e con precisione entrambi i personaggi, i quali si trovano spesso in zone opposte della mappa, si rivela impresa oltremodo ardua da gestire in singolo e costringe, almeno nelle fasi più concitate, a caricarsi il proprio inerte compagno sulle spalle.

Sebbene alcune sezioni possano essere affrontate con tranquillità e permettano di pianificare con largo anticipo le proprie mosse, altre necessitano d’improvvisazione e di acutezza mentale per essere portate a termine al primo colpo. In caso contrario, l’infallibile testardaggine e un approccio trial & error costituiscono come spesso accade l’alternativa migliore, ma si tratta a ogni modo di casi piuttosto sporadici e isolati.

GIÙ NEL PROFONDO

Il level design di Pitfall Planet risulta in generale altalenante e solo in alcuni casi riesce a sorprendere i giocatori più smaliziati con scelte brillanti e ispirate. Spesso ci si trova tuttavia ad affrontare sezioni piuttosto piatte e carenti d’inventiva, in cui la componente puzzle lascia spazio alla semplice esplorazione bidimensionale le cui uniche insidie sono costituite per lo più da mostri meccanici quasi impossibili di eliminare. Nemmeno gli sporadici boss di fine livello riescono a ribaltare la situazione e il risultato, sebbene comunque godibile nel complesso, rende l’esperienza sbilanciata a favore delle sezioni puzzle, decisamente più divertenti rispetto a tutte le altre.

L’hub di gioco, costituito da un’area piuttosto ampia da esplorare a piedi o a bordo di un veicolo non facilissimo da governare, funge da sovrastruttura attraverso la quale accedere ai vari livelli che, purtroppo, non sempre brillano in quanto a varietà e caratterizzazione. In generale si avverte come l’impressione che gli sviluppatori abbiano voluto attenersi sin troppo all’ambientazione mineraria senza voler osare troppo dal punto di vista artistico. Dal punto di vista tecnico la conversione si presenta comunque solida, non richiede spazio eccessivo nella memoria interna della console e risulta fruibile sia in mobilità che sullo schermo della TV.

La colonna sonora ci ha lasciato invece perplessi: buona l’idea di utilizzare della musica ambient che, sebbene a volte passi sin troppo in secondo piano rispetto ai rumori ambientali, conferisce comunque un’atmosfera eterea alla produzione. Tuttavia, una volta spenta la console anche dopo lunghe sessioni, le nostre orecchie si sono immediatamente liberate della colonna sonora, fatto positivo per la sanità mentale dei giocatori ma indice della totale assenza di un qualsiasi motivetto riconoscibile o di richiamo a cui poter associare immediatamente questo Pitfall Planet.

Pitfall Planet
Pitfall Planet
GIUDIZIO
L'ultima fatica di Abstraction Games costituisce un'aggiunta piuttosto controversa alla libreria di Nintendo Switch. Quasi privo di trama e dotato di un game design a tratti altalenante, presenta comunque spunti interessanti soprattutto nelle sezioni votate alla risoluzione di rompicapi. Divertente e spensierato da giocare in compagnia di un amico, diventa presto noioso e macchinoso se affrontato in solitaria, indice palese delle intenzioni degli sviluppatori ma che rende a conti fatti l'ammiraglia Nintendo, in virtù della natura spiccatamente votata al multiplayer della console, l'ambiente più adatto a tutti coloro che volessero tuffarsi nelle profondità di Pitfall Planet.
GRAFICA
6
SONORO
6
LONGEVITÀ
6.5
GAMEPLAY
6.5
PRO
Alcuni enigmi risultano particolarmente convincenti
Buona quantità di aree esplorabili
Divertente da giocare in compagnia...
CONTRO
...non altrettanto se affrontato in singolo
Level design non sempre ispirato
Colonna sonora impersonale
6.3
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