Per ingannare l’attesa che ci separa dall’arrivo del nuovo capitolo inedito della serie, Nintendo ha avuto la bella idea di commissionare a Game Freak il nuovo Pokémon: Let’s GO, remake del buon vecchio Pokémon Giallo uscito nel 2000 in Europa e che torna in alta definizione sullo schermo touch di Nintendo Switch.
Senza dimenticare la parentesi Pokémon GO, l’app di Niantic che ha macinato miliardi di dollari, gli sviluppatori hanno scelto di rivoluzionare – almeno in parte – il canonico sistema di gioco, creando così un’esperienza semplificata e più vicina a quella vissuta su smartphone. Scopriamo insieme com’è andata!
IL TEMPO VOLA
Impostare e strutturare la recensione di un gioco come questo, che sprizza nostalgia e ricordi dell’infanzia da ogni singolo pixel, non è mai facile. È un terreno insidioso perché da un lato ci si può lasciar andare al gusto per la novità, per la grafica in alta definizione, che delinea il mondo di gioco come avremmo sempre voluto vederlo. Dall’altra invece, il passato si scontra con le scelte del presente, fatte per un pubblico diverso in un mercato completamente differente.
Rifiutare il futuro ancorandosi ai dogmi del passato è un comportamento controproducente: è sempre importante aprire la mente alle novità, a ciò che il presente produce e ci mette in mostra. È dunque inevitabile che, per sopravvivere in un mondo completamente differente da quello di venti anni fa, la serie abbia vissuto una palingenesi importante, atta a evolverne molti aspetti e ad attualizzarne di altri. Il risultato è questo nuovo Pokémon: Let’s Go, che dimentica quasi completamente il passato da gioco di ruolo per una più semplice e “comoda” avventura guidata, dove la tattica e la strategia nell’allenare la squadra passano in secondo piano rispetto alla gioia di catturare e collezionare i Pokémon.
Pokémon GO ha spinto dunque lo sviluppatore verso quello che molto probabilmente sarà un punto di non ritorno: in questo capitolo infatti, come nell’app per dispositivi mobili, non è possibile combattere contro i Pokémon selvatici. L’obiettivo dell’avventura, in maniera molto più evidente, è quello di catturare più mostriciattoli possibili piuttosto che creare una squadra di combattenti che non hanno paura di niente e di nessuno. Pertanto, ogni Pokémon selvatico incontrato lo si può approcciare soltanto con bacche (per semplificarne la cattura) e tante sfere da lanciargli contro fino al nostro successo o alla sua fuga. Un esempio lampante di questa tendenza è dato anche dal modo in cui si possono ottenere adesso i tre Pokémon starter: per ognuno dei quali è infatti richiesto da chi prima ce li regalava, un numero di catture oltre le cinquanta.
UN’AVVENTURA SU BINARI
La conseguenza principale di questa scelta riguarda l’esperienza e la possibilità di allenare la squadra. Come ormai abbiamo già avuto modo di scoprire negli ultimi anni, la condivisione dell’esperienza viene applicata automaticamente dall’inizio del gioco a tutta la squadra. Così facendo sarà più facile allenare i nostri compagni e avere un livello di forza più equilibrato tra tutti i componenti della squadra. Un po’ di esperienza la si ottiene anche catturando i Pokémon selvatici, ma la porzione maggiore la si può avere sconfiggendo gli allenatori sparsi per il mondo di Kanto.
Il problema più grande di questo capitolo però risiede proprio in questa meccanica di gioco e nelle conseguenze che ha sul sistema di gestione della squadra e dei livelli. Al netto delle catture che si possono fare, accumulare esperienza soltanto sconfiggendo gli allenatori significa che, tra un capo palestra e l’altro, il gioco ha calibrato e previsto nel suo codice che compiere quel percorso ci farà diventare abbastanza forti da essere in grado di sconfiggere il prossimo nemico. Così facendo, si perde completamente qualsiasi scelta tipica di un gioco di ruolo delegando piuttosto il miglioramento della nostra squadra al solo spostarsi da una città a quella successiva.
In questo senso, l’avventura diventa un qualcosa su binari con il gioco che spesso e volentieri ti trascina o teletrasporta da un punto all’altro per farti proseguire correttamente l’avventura. In questo senso, nonostante la comprensibile scelta di voler rendere il gioco più facile da approcciare per tutti, Nintendo dimentica una larga fetta di giocatori che conoscono bene il brand e sanno come muoversi. Sarebbe bastato inserire la scelta di un livello di difficoltà o di due modalità di gioco differenti come questa più votata alla cattura e quella classica ruolistica.
Che il gioco ruoti quasi unicamente attorno agli strumenti e alle sezioni di cattura lo si capisce anche effettuando il collegamento a Pokémon GO: tramite l’apposito GO Park infatti sarà possibile effettuare dei trasferimenti di Pokémon dall’App a Switch, dopo aver unito i due profili tramite l’apposita opzione nel menu di gioco. In questo modo potrete contare anche su nuove risorse per la vostra avventura o più semplicemente per avvicinarvi al completamente del Pokédex.
In questo modo invece, lo sviluppatore ha scelto di dare il via a un nuovo corso nel quale il livello di difficoltà è praticamente azzerato e il gioco ti prende per mano dall’inizio alla fine senza quasi permetterti di sbagliare. Restando in tema Nintendo, è un po’ come se Mario Kart 8 fosse giocabile soltanto nella modalità “Guida Assistita”: ottima, davvero, per i più piccoli ma decisamente vincolante per tutti gli altri.
FINALMENTE IN HD
Volgendosi poi a quello che è il comparto grafico, non possiamo non rimanere impressionati da quanto il mondo di Kanto sia bello, vivo e colorato. La tridimensionalità degli ambienti rende il tutto unico e inoltre, la scelta di non nascondere più i Pokémon nell’erba ma di renderli visibili e tangibili che si muovono attorno a noi è impressionante. È proprio il mondo di gioco che ci eravamo sempre immaginati da piccoli o quello che si intravedeva alla TV con l’anime.
Inoltre, sono rispettate tutte le proporzioni tra il mondo di gioco e chi lo abita: imbattersi adesso in Onix o Snorlax ha tutto un altro effetto rispetto a leggerne le informazioni in una scheda 2D. L’imponenza di taluni e la bellezza e i colori di altri riesce a dare a chiunque una forte voglia di scoprire e esplorare un mondo di gioco che, per quanto ben noto, può ancora sorprendere. Peccato che, considerato l’hardware della console, Game Freak non si sia ancora decisa a fare il grande passo e rendere la visuale manuale e quindi controllabile con due analogici. È piuttosto probabile che questa caratteristica sarà presente per la prima volta nel prossimo episodio, in arrivo verosimilmente nel 2019.
Tuttavia però, alcuni miglioramenti per rendere il gioco più comodo da approcciare non sono mancati: primo tra tutti è la possibilità di accedere al box e prendere o depositare Pokémon direttamente dal menu di gioco. Una grande comodità che, assieme a qualche altro ritocco rende l’esperienza talvolta meno frustrante. Invece sempre poco elegante e scomoda la gestione della borsa, fatta di opzioni e sotto opzioni eccessivamente pedanti che potevano essere semplificate o assegnate a specifici tasti.
Restando nel campo della tecnica, dobbiamo però segnalare anche qualche calo di frame (specie con il gioco in 1080p su TV) che rallenta l’azione durante i nostri spostamenti: nulla di troppo grave e che non possa essere aggiustato tramite un semplice aggiornamento del gioco.
Tra tutte le modalità però, paradossalmente, quella che abbiamo preferito è stata quella portatile poiché indubbiamente la più comoda per approcciare gli scontri e soprattuto la cattura dei Pokémon selvatici. Se giocate davanti alla TV, dovrete utilizzare solo un Joy-Con e il giroscopio (quindi muovere il vostro braccio) per lanciare le sfere.
Parlando di altre modalità di gioco, troviamo sempre l’ormai consueta possibilità di lottare o scambiare i nostri mostriciattoli con giocatori da ogni parte del mondo, funzione in particolare utile perché – come sempre – le due versioni del titolo garantiscono alcuni Pokémon unici che si possono trovare. Nel particolare, Oddish, Sandshrew e Growlithe appaiono soltanto nella versione Pikachu mentre Bellsprout, Vulpix e Meowth potranno essere incontrati soltanto in quella Eevee.
Un’altra opzione carina è invece la possibilità di giocare in ‘cooperativa’ locale, associando al secondo controller un altro allenatore (che attinge alla stessa squadra di Pokémon) per affrontare i rivali sparsi per tutta Kanto. Insomma, una nuova e inedita funzione non particolarmente rilevante ma che può risultare molto simpatica per i più piccoli o per chiunque abbia intenzione di condividere la propria avventura nel mondo dei Pokémon con un amico o un’amica.